Buongiorno, oggi partecipo al review party del romanzo "Non sono abbastanza" ; ringrazio il blog gliocchidellupo per avermi coinvolta
Autrice: Maria Benedetta Errigo
Titolo: Non sono abbastanza
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Il primo sbaglio era già stato quello di avere una storia con un collega, ma
questo era davvero il minimo, visto come poi lui si è comportato.
All’inizio era tutto perfetto, anzi non mi pareva nemmeno possibile che
qualcuno come lui avesse messo gli occhi su di me: bello, alto, colto, protettivo.
Andrea Baroni aveva tutte quelle qualità che ti facevano sentire una donna
amata. E delle mani meravigliose, con dita lunghe e affusolate che sapevano
accarezzarmi dove più mi piaceva.
Poi però iniziarono le assenze per arrivare al famoso e temuto: “in fondo,
entrambi possiamo vedere chi vogliamo, non abbiamo ancora un legame
fisso”
«Irene! Irene Forti. Ma sei tu?»
Un ragazzo alto, dai capelli scuri mossi e gli occhi neri mi guarda. Il suo viso
mi è famigliare, ma in quel momento non riesco a mettere a fuoco il ricordo.
Così cerco di essere il più educata possibile, mentre frugo invano nella
memoria.
«Sì. Ci conosciamo?»
Ma certo che mi conosce, mi ha chiamato per nome e cognome. Bella
domanda stupida.
«Ci conosciamo, eccome! Non puoi esserti dimenticata del tuo primo bacio.
Tanti anni fa, d’estate, nel cortile dietro alla chiesa. Sì, ero quaranta centimetri
in meno e non portavo gli occhiali, ma a parte questo sono sempre io».
Molto bene, ho appena dimostrato di essermi dimenticata del mio primo
amore adolescenziale.
«Cristiano? Cristiano Contini? Sei cambiato!»
«Voglio ben sperare. Tu sei rimasta sempre la stessa, ti ho riconosciuto subito»
«Dimostro ancora tredici anni, quindi. Non male!»
I ricordi mi travolgono non appena lui inizia a parlare e sorrido in quella stanza
della clinica, che di sorrisi deve averne visti ben pochi.
Era successo una sera di luglio: io, lui e altri ragazzini ci ritrovavamo d’estate la
sera per stare assieme. Frequentavamo la stessa scuola media, anche se in classi
diverse, ma abitando vicini avevamo stretto amicizia. Si chiacchierava, si sentiva
un po’ di musica, niente di eclatante, ma a noi bastava. E quella sera c’erano i
fuochi d’artificio, doveva esserci qualche sagra di quartiere. Mentre tutti erano
col naso all’insù, Cristiano mi mise una mano sulla spalla e mi girò il viso con
due dita. Poi ricordo solo le sue labbra sulle mie e io che non mi aspettavo quel
suo bacio, che per me era il primo. C’era una certa simpatia tra di noi, anzi
avevo sperato di essere stata notata, e devo confessare che quel suo gesto mi
emozionò e non poco, ma poi ci si è messa la mia timidezza e scappai. Sul
serio, non scherzo. Lo lasciai lì prima che lo spettacolo di fuochi di artificio
fosse finito. E decisi di non rivederlo, perché mi vergognavo.
Recensione
Protagonista di questo romanzo è Irene, una ragazza orfana, che si ritrasferisce nel suo paese di nascita, pur non amandolo, a causa della malattia della zia; è cresciuta elemosinando amore, la sua ultima relazione è andata farsi friggere ed ecco che, come detto, si trasferisce nel suo paese natale.
Lì, più precisamente in ospedale, ritroverà Cristiano, la sua prima cotta, o meglio il ragazzo che le ha dato il primo bacio, da cui però è poi scappata; entrambi hanno un parente malato (Irene la zia, Cristiano il padre) ed è così che i due si avvicinano, tanto da provare ad avere una relazione.
Ma... Ma, c'è sempre un ma in queste storie vero? Il ma di Irene ha nome Andrea, quel ragazzo che le ha fatto male, l'ha fatta chiudere in se stessa, perdendo la fiducia in sè e negli uomini; sta di fatto che, quando la zia viene a mancare, Andrea risbuca nella sua vita e lei va in confusione.
Da una parte il presente con Cristiano, dall'altra il passato, quindi Andrea; un giorno però Irene ha un incidente, che la aiuta a capire molte cose; secondo voi sceglierà Cristiano o Andrea?
Sicuramente quest'ultimo non si arrenderà e le tenterà tutte pur di riconquistarla.
"Non sono abbastanza" è una storia di rinascita, di crescita personale, di voglia di credere in se stesse nonostante tutto.
La mia valutazione
Alla prossima
Luce <3
«Eccomi qui!»
Torno a sedermi sul divano davanti a lui e gli faccio un sorriso.
«La nebbia non lascia davvero tregua. Mi ero quasi dimenticata del tempo qui»
«Immagino che a Roma ci sia sempre il sole»
«Non sempre, ma spesso. Amo le giornate romane»
«Non ti piaceva proprio stare qui. Me ne ero accorto anche quando eravamo
ragazzi»
«Non pensavo si vedesse così tanto»
«Sai, non ti si vedeva mai in giro, non facevi amicizia con nessuno»
«Cristiano, io ho sempre odiato questa cittadina dove tutti sono sempre stati
pronti a criticarti alle spalle. E devo dire che sono anche stata ricambiata in
questo odio. Da quando sono rimasta orfana di padre, le amichette non mi
hanno più invitata alle feste, per dire. Era più comodo per le mamme delle mie
compagne fare due chiacchiere con le mamme simili a loro piuttosto che
invitare me, che mi sarei portata dietro mia madre. E di che cosa parli con una
donna che ha perso il marito e che lavora per mantenere sé stessa e la figlia?»
«Sei un po’ dura, non mi sembra che il nostro gruppo di amici ti abbia mai
messo da parte»
«Ma lì ero già grande. Mi sceglievo io gli amici. Non mi era imposta la
solitudine come mi era successo da piccola. Però in un certo senso devo
ringraziare tutta questa situazione, visto che così ho iniziato a leggere e scrivere
presto. E mi sono divorata ogni libro che avevo sottomano!»
«Mi ricordo che leggevi molto. Anzi, ti ricordi come ci siamo conosciuti?»
«A scuola»
«Sì, ma andiamo nei particolari. Quel giorno non facevi ginnastica perché ti eri
storta una caviglia. Ti avevano lasciato in classe e io sono passato in quel
momento e ti ho visto sola, seduta al banco, che leggevi»
«Ah, sì! Hai messo la testa dentro la classe e mi hai chiesto cosa facevo»
«Ti ricordi anche cosa mi hai risposto, spiritosona?»
«Certo, ti ho detto che leggevo una cosa fighissima piena di pathos e di odio e
di sentimenti fortissimi, di morti e di violenza. E tu mi hai chiesto se era un
fumetto. Invece era Cime Tempestose!»
«Sono migliorato da allora! Ho letto anche io qualche libro»
«Non ho dubbi! Mi spiace averti preso in giro»
«Non ti preoccupare, un po’ me lo meritavo, visto che a quei tempi leggevo
poco o niente. Certo che…»
«Cosa? Non mi arrabbierò, qualsiasi cosa sia!»
«Mi sembra che tu sia rimasta quella ragazzina. Quella bambina che ancora si
nasconde dietro a qualcosa per paura che siano gli altri a colpire per primi»
«Può essere. A volte mi trovo a ricordare persone e situazioni del mio passato
e mi rendo conto che ci sono ancora dei nodi irrisolti»
«A chi lo dici. Come ti ho detto sono separato. Mi sono sposato giovane, non
so se tu hai mai conosciuto la mia ex moglie, forse di vista»
«Chi era?»
«Nadia, la sorella di Francesco Mangini. Ero in classe con lui alle superiori. Mi
sono trovato subito bene con lei, sentivo che era diversa da tutte le altre che
avevo frequentato, che mi avrebbe potuto dare qualcosa in più. Dopo
l’Università mi sono sposato, già lavoravo in banca e mi pareva di riuscire a
fare qualcosa che tanti miei coetanei ancora non facevano».
«E poi?»
«Mi piacerebbe dirti una di quelle belle frasi a effetto, tipo “siamo cresciuti
andando in due direzioni differenti”, ma non è così. Ci siamo scoperti
incompatibili. Troppo diversi, e se è vero che gli opposti si attraggono è
altrettanto vero che le diversità alla lunga dividono»
«Mi spiace»
«Non ti preoccupare, ormai è passata. E tu? Mai sposata? Qualche amore?»
«Ho avuto due storie importanti. E poi ho incontrato qualcuno che mi ha
disilluso definitivamente sul fatto di fidarmi degli uomini. Ho proprio chiuso
con le relazioni e ho davvero più tempo per me. Dimmi, come sta tua
mamma?»
Qui sotto trovate i nomi degli altri blog partecipanti
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