Autrici: Julia Quinn & Shonda Rhimes
Titolo: La Regina Carlotta
Prezzo: 20,90 e-book 11,99
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Caro Lettore, il periodo più freddo dell’anno è diventato ancora più inclemente per la triste notizia della morte della Principessa Reale. La nipote del nostro caro re Giorgio III e della regina Carlotta è morta di parto insieme al figlioletto. E se i nostri cuori piangono la perdita della Principessa Reale, le nostre menti si affliggono ancora di più per il futuro della monarchia. Perché ora la Corona è in uno stato di crisi. Una crisi che possiamo solo immaginare quanto infastidisca la regina Carlotta, famosa per il pugno di ferro con cui ha combinato gli incontri nell’alta società e governato il mercato matrimoniale. Noi e tutta l’Inghilterra possiamo solo auspicare che la regina Carlotta rivolga finalmente le sue energie da mediatrice alla propria famiglia. Dopotutto Sua Maestà ha tredici figli e nessun erede reale da alcuno di loro. Quanto meno non legittimo. Sorge spontanea la domanda: le abilità della regina di combinare un buon matrimonio sono solo chiacchiere? Da “Le cronache mondane di Lady Whistledown” 10 novembre 1817
Trama
Nel 1761, in una soleggiata giornata di settembre, un re e una principessa si incontrano per la prima volta e si sposano nel giro di poche ore. Tedesca, Carlotta di Meclemburgo-Strelitz è bella, testarda e molto intelligente... non proprio le caratteristiche che la Corte britannica cercava per la sposa del giovane re Giorgio III. Ma il suo ardore e la sua indipendenza sono invece esattamente ciò di cui lui ha bisogno, perché Giorgio ha dei segreti... segreti che possono scuotere le fondamenta stesse della monarchia. Nel suo nuovo ruolo, Carlotta deve imparare a destreggiarsi nell'intricata politica di Corte e, nello stesso tempo, proteggere il suo cuore, perché si sta innamorando del re, anche se lui la respinge. Soprattutto deve imparare a governare e a capire che le è stato dato il potere di cambiare la società. Deve combattere, per se stessa, per suo marito e per tutti i sudditi che guardano a lei per avere guida e protezione. Perché non sarà mai più solo Carlotta. È chiamata a compiere il suo destino... come regina.
Lottie. Lottie. Il più semplice di tutti, ma non era per questo che le piaceva. Di rado i suoi gusti prediligevano la semplicità, dopotutto. Le piacevano parrucche alte e abiti sontuosi ed era abbastanza sicura che nessuno dei suoi parenti apprezzasse con il suo stesso entusiasmo le complessità della musica o dell’arte. Non era una creatura semplice. Niente affatto. Ma le piaceva farsi chiamare Lottie. Le piaceva perché era un nome che usavano in pochi. Dovevi conoscerla per chiamarla Lottie. Dovevi sapere, per esempio, che il suo dessert preferito in primavera era la torta con lamponi e albicocche e in inverno lo strudel di mele, ma in realtà amava tutta la frutta e i dolci, e qualunque dolce a base di frutta era in assoluto il suo prediletto. Le persone che la chiamavano Lottie sapevano anche che da piccola le piaceva nuotare nel lago vicino alla sua casa (quando faceva abbastanza caldo, ma capitava di rado). Sapevano anche che, quando sua madre le aveva proibito tale pratica (affermando che era troppo cresciuta per una frivolezza del genere), Carlotta si era rifiutata di rivolgerle la parola per tre settimane. La pace era stata ristabilita solo una volta che aveva redatto un documento legale di sorprendente accuratezza in cui delineava diritti e responsabilità di tutte le parti in causa
Recensione
Se avete visto la serie su Netflix (QUI la recensione), bene o male sapete già cosa vi aspetta, ecco perché lo definisco il copione della serie. Io da brava stupida mi aspettavo qualcosa in più, mi aspettavo di avere notizie di Reynolds durante la vita adulta di Re Giorgio e Carlotta, invece no.
Serie tv paro paro... Oh, capisco che sia stato fatto uscire dopo la serie eh, ma almeno metti qualche dettaglio in più, non tutto uguale! Ormai è andata...
Quindi: il libro inizia con una Carlotta alquanto stizzita per un matrimonio combinato non voluto, che poi, come previsto, tenta di scappare dal muro, ma non lo fa; sposa Giorgio e il resto si sa (sopratutto se avete visto la serie).
Sinceramente non so cos'altro scrivere, perché quello che penso già l'ho scritto nella recensione della serie. E' inutile che mi dilunghi su qualcosa che, come già detto, è il copione di una serie tv.
E la domanda del secolo rimane: dove cazzo è finito Reynolds???
La mia valutazione
Alla prossima
Luce <3
«Salve, milady.» Carlotta fece quasi un salto. Non si era accorta di non essere sola in giardino. Un giovanotto – più grande di lei, ma ancora giovane – era uscito da una porta che lei non aveva neppure visto. Lo scrutò brevemente e liquidò all’istante l’idea che lavorasse per il palazzo e fosse stato mandato per riportarla nella cappella. Si capiva che era uno degli invitati al matrimonio; il suo completo grigio argento era troppo elegante e ben fatto per essere altrimenti. Non portava la parrucca sui capelli scuri, scelta che Carlotta approvava. Aveva anche sopracciglia molto scure e sarebbe sembrato ridicolo con una di quelle astruserie bianche e cotonate sulla testa. In altre circostanze – in qualsiasi altra circostanza –, Carlotta avrebbe giudicato piacevole il suo viso. Ma non oggi. Non aveva tempo per certe frivolezze. «Vi serve un aiuto di qualche genere?» le chiese. Lei gli rivolse un sorriso tirato. «Sto benissimo, grazie.»
Era ovviamente un commiato, invece lui rimase dov’era a osservarla con espressione piuttosto imperscrutabile. Non ostile, solo, ecco, non decifrabile. Con una mano gli indicò la cappella. «Potete tornare dentro e aspettare con gli altri curiosi.» «Lo farò» disse. «Ma prima vorrei farvi una domanda. Che cosa state facendo?» «Niente» si affrettò a rispondere Carlotta. «State chiaramente facendo qualcosa» insistette lui, in maniera molto affabile, a essere sinceri. Lei si appoggiò la mano su un fianco e agitò l’altra in un arco che non indicava assolutamente niente. «Non è vero.» Lui sembrava divertito e addirittura un po’ presuntuoso. «Invece sì.» «Non è vero» insisté lei. «Invece sì.» Himmel, che seccatore. «Se proprio volete saperlo, sto cercando di capire quale sia il modo migliore per arrampicarmi sul muro del giardino.» «Arrampicarvi…» Guardò il muro, poi tornò a guardare lei. «E come mai?» Carlotta era così esasperata che avrebbe voluto urlare. Il suo unico desiderio era scappare e un perfetto sconosciuto non la smetteva di farle domande. Come se non bastasse, doveva condurre quella conversazione in inglese, che era una lingua spaventosa. Così primitiva. In tedesco poteva unire le parole a formarne di nuove, deliziosamente lunghe e descrittive. Invece di dire “voglio saltare al di là del muro per sfuggire alle nozze”, avrebbe potuto descrivere la situazione con una sola espressione: “saltodelmuroprenozze”. Un tedesco avrebbe capito perfettamente cosa intendeva. Gli inglesi? Bah. «Vi prego, lasciatemi in pace» disse allo sconosciuto. «Devo proprio andare.»
«Ma perché?» insistette lui. «Perché penso che possa essere una bestia» sbottò lei. Questo catturò la sua attenzione. Le sue sopracciglia – quelle incantevoli sopracciglia scure che sarebbero state tanto ridicole sotto una parrucca – schizzarono verso l’alto. «Una bestia.» «O un troll.» Lui sbatté le palpebre un paio di volte. «Di chi stiamo parlando, esattamente?» «Che sfacciataggine. Non vi riguarda.» E poi, siccome stava diventando chiaramente pazza, finì per dirgli tutta la verità. «Del re» rivelò disperata. «Parlo del re.» «Capisco.» L’espressione di lui si fece pensierosa. Aveva una bella faccia, pensò Carlotta con un brivido. Al contrario del re, che le veniva tenuto nascosto. «Nessuno vuole parlarmi di lui» proseguì. «Nessuno. Deve essere per forza una bestia. Oppure un troll.» «Capisco.» Carlotta riportò la propria attenzione al muro davanti a lei. «Vedete, se mi aggrappassi qui…» «In questo punto?» Lui si spostò.
«Sì.» Carlotta lo osservò con rinnovato interesse. Aveva proprio una
bella figura, atletica e muscolosa sotto i vestiti. Lei aveva molti fratelli e
sapeva che i sarti utilizzavano un gran numero di stratagemmi per far
apparire gli uomini più forti e virili. Era anche in grado di riconoscere tali
trucchetti ed era chiaro che il sarto dello sconosciuto non ne aveva usato
nessuno.
Era decisamente abbastanza forte da risultare utile.
Gli sorrise civettuola. «Magari potreste aiutarmi ad arrampicarmi?»
«Sì, certamente» rispose, tutto amabilità e cortesia. «Però vorrei farvi
una domanda. Non vi piacciono le bestie o i troll?»
Lei lo guardò. Stava perdendo tempo. Tempo che lei di sicuro non aveva.
«A nessuno piacciono le bestie o i troll.»
Il giovanotto però non aveva ancora finito con le domande. «Il suo
aspetto è davvero tanto importante?»
«Non è il suo aspetto a importarmi» replicò Carlotta alzando la voce.
«Quello che non mi piace è non sapere. Ho chiesto a tutti di parlarmi di lui.
Non solo del suo aspetto. Anche di come è. E nessuno vuole dirmi niente.»
«Questo è proprio un problema» mormorò lui.
«Venite qui» gli disse facendogli cenno di avvicinarsi. «Basta che mi
teniate. Con un aiuto credo di riuscire a scavalcare il muro.»
«Volete che vi sollevi oltre il muro per scappare.»
Mein Gott, se era lento. «È quello che ho detto, sì.» Lui si guardò alle spalle, verso la cappella. «La gente si accorgerà della vostra assenza, no?» «Ci penserò in un secondo momento. Ora, se non vi dispiace, avrei bisogno di un aiutino.» Agitò la mano spazientita. «Forza, sbrigatevi.» Lui invece si limitò a incrociare le braccia. «Non ho nessuna intenzione di aiutarvi.» Adesso sì che era irritata. Finora era stato così cortese e ciarliero, dando l’impressione di essere un gentiluomo, invece le stava solo facendo perdere tempo. «Sono una fanciulla in difficoltà» sbottò. «Vi rifiutate di aiutare una fanciulla in difficoltà?» «Mi rifiuto di farlo se la fanciulla in difficoltà vuole scavalcare un muro per non dovermi sposare.»