martedì 30 aprile 2024
[Review Party] Recensione serie "Winchester", A.A.V.V.
lunedì 29 aprile 2024
7 blog per 1 autore: Elettra Doner
Buongiorno lettori e amanti delle serie tv! Come avevo preannunciato, da oggi comincia una nuova rubrica in collaborazione con altri 6 blog, di cui uno è quello di Federica, che gestisce Gliocchidellupo;
Blog che vi partecipano:
LUNEDÌ - Tutto sul romanzo - IO AMO I LIBRI E LE SERIE TV
MARTEDÌ - Ambientazione - IN COMPAGNIA DI UNA PENNA
MERCOLEDÌ - Cast Dream - TRE GATTE TRA I LIBRI
GIOVEDÌ - Un messaggio da scoprire - BUONA LETTURA
VENERDÌ - Un'immagine che racconta - LIBERA_MENTE
SABATO - Intervista all'autore - READING IS TRUE LOVE
domenica 28 aprile 2024
Berlino - serie tv - Netflix (recensione)
Buongiorno, oggi vi parlo di una serie tv visibile su Netflix, andata in onda l'anno scorso, che sto recuperando solo ora
Titolo: La Casa di Carta - Berlino
Titolo originale: Berlín
Paese: Spagna
Anno: 2023 - in produzione
Stagioni: 1
Episodi: 8
Durata: 45-60 min (episodio)
Lingua originale: spagnolo, francese
Informazioni
Berlino (Berlín), anche conosciuta come La casa di carta - Berlino (La casa de papel: Berlín), è una serie televisiva spagnola ideata da Álex Pina per Netflix. La serie è il prequel e spin-off de La casa di carta, incentrato sulla vita di Andrés de Fonollosa, alias Berlino, e ambientato prima degli eventi raccontati nella prima stagione della serie originale.
Protagonisti della serie sono Pedro Alonso, Michelle Jenner, Tristán Ulloa, Begoña Vargas, Julio Peña Fernández, Joel Sánchez. La serie è stata pubblicata in streaming a partire dal 29 dicembre 2023.
Trama
La vicenda è ambientata tempo addietro rispetto agli eventi de La casa di carta. Non ci troviamo più in Spagna, bensì in Francia, a Parigi. Berlino è alla fine del suo terzo matrimonio e decide di rimettersi in carreggiata organizzando una delle sue rapine più ambiziose: rubare, nel giro di una notte, un bottino di gioielli del valore di 44 milioni di euro.
Berlino rimette insieme una delle tre bande con cui ha lavorato nel corso della sua carriera da ladro, composta da: Roi, il "tuttofare" della situazione; Keila, genio informatico ma molto timida; Bruce, esperto di motori; Cameron, abile truffatrice, particolarmente predisposta ad azioni di copertura grazie al suo particolare fascino; Damián, professore universitario, vice di Andres all'interno della banda.
Il piano consiste nel rubare 63 gioielli delle famiglie reali europee, sparsi in 34 città, che vengono riunite all'interno del un caveau di una casa d'aste da François Polignac, per poi essere vendute in un'unica asta.
Recensione
Berlino è tornato e sembra quello di sempre. È freddo, maniacale e insospettabilmente buono. Questa volta ha il ruolo del protagonista, in uno spin-off de "La casa di carta", che prende il suo nome, disponibile dal 29 dicembre su Netflix (quindi sì, io l'ho guardata con qualche mesetto di ritardo). La nuova storia, collocata temporalmente prima dei fatti de La Casa di Carta, si svolge a Parigi, dove Berlino, interpretato da Pedro Alonso, è impegnato con una nuova rapina, progettata insieme alla sua vecchia banda, quella a cui è più affezionato e con cui ha messo a segno i colpi migliori. Il gruppo è composto da Damian (Tristán Ulloa), il suo collaboratore più stretto, Keila (Michelle Jenner) hacker timida e silenziosa, Roi (Julio Peña Fernández) metodico e disciplinato, Bruce (Joel Sánchez) un po’ tamarro ma efficace sul lavoro e Cameron (Begoña Vargas) affascinante e letale, l’ultima a unirsi alla cricca. Il loro obbiettivo è certamente ambizioso: si tratta della casa d’aste Chez Vienot, dove sono custoditi gioielli per il valore di 44 milioni di euro. A intralciare i piani ci saranno due poliziotte già note ai fan della serie: Alicia Sierra e Raquel Murillo, ma non solo, Berlino dovrà fare i conti con i suoi sentimenti, verrà infatti colpito da un inaspettato colpo di fulmine.
Gli autori abbandonano quindi l’indole originale della Casa di Carta, e forse per questo motivo riempiono Berlino di riferimenti e di ammiccamenti ai presenti personaggi, come se fossero un tentativo di non distaccarsi del tutto dalla Casa di carta e tenersi buoni i fan più affezionati. Il gioco non regge, rende riuscito il cambio di attitudine, ma non la serie nella sua interezza. La cura estetica nella realizzazione è incontestabile, così come sono buone le prestazioni degli attori protagonisti, ed è difficile non apprezzare Pedro Alonso, ancora una volta perfetto nel regalarci la miglior versione del criminale gentiluomo che è Berlino. Tra gli altri componenti della banda, spicca Michelle Jenner, brava nel dar vita ad un personaggio forse stereotipato, ma comunque credibile, tra quelli che potranno avere un maggiore sviluppo in un possibile sequel.
Tirando le somme, Berlino è sì ben fatta, ma totalmente distante da ciò che un fan della Casa di Carta può aspettarsi, dove tra amore e cover spagnole di Al Bano, la storia di una rapina si trasforma nella versione con le pistole di Paso Adelante, ne avevamo davvero bisogno? No; ma se volete qualcosa di leggero con cui staccare, magari da una vita monotona, credo proprio che questa serie sia adatta. Io nel complesso mi sono divertita!
La mia valutazione
Alla prossima
Luce <3
sabato 27 aprile 2024
Rossana - cartone (recensione)
Buongiorno, oggi vi parlo del cartone "Rossana" tratto dal manga "Il giocattolo dei bambini".
Sana Kurata è una ragazzina di 11 anni, risiede a Tokyo e vive una vita affascinante. Non solo sua madre è una famosa e pluripremiata scrittrice, ma lei è la star del programma televisivo Kodomo no Omocha (Il Giocattolo dei Bambini), pur frequentando ancora le scuole elementari. La più grande preoccupazione di Sana è Akito Hayama, un compagno di classe a capo di una banda di bulli che rende impossibile lo svolgimento delle lezioni. Con l'aiuto di Rei, suo manager e autista, Sana è determinata a riconquistare il controllo della classe dal suo nuovo acerrimo nemico, e solo più tardi scoprirà la difficoltosa situazione familiare di Hayama.
Col trascorrere del tempo Sana e Hayama stringono una forte amicizia, diventando inseparabili, nonostante la personalità di Sana metta a dura prova i sentimenti del ragazzo.
Alle medie Sana conosce una nuova compagna, Fuka, molto simile a lei, con la quale stringe subito una grande amicizia. Dopo aver ricevuto una nuova proposta di lavoro sul set de La Villa dell'Acqua in qualità di protagonista, Sana si allontana per qualche mese dalla città insieme al collega e amico Naozumi Kamura (che le rivelerà i suoi sentimenti), ed è durante questo periodo che riesce a comprendere cosa prova veramente nei confronti di Hayama. Quest'ultimo, però, si è fidanzato con Fuka e, venuta a conoscenza della relazione, la ragazza decide di buttarsi a capofitto sul lavoro, partendo per gli Stati Uniti con Naozumi, rivestendo il ruolo di attrice in un musical di Broadway, senza avere la più pallida idea di quando ritornerà a casa. Durante il soggiorno a New York Sana e Naozumi avviano una relazione, per poi lasciarsi poco più avanti, una volta ritornati in Giappone. Il ragazzo si era infatti accorto dei sentimenti che Sana continuava a nutrire nei confronti di Hayama.
In Giappone anche Hayama si accorge che non può vivere senza Sana, quindi chiude la storia con Fuka. L'ultima parte dell'anime vede protagonisti due nuovi personaggi: il professor Sengoku e Nakao. Il docente detesta Hayama, il quale crea un club di karate a cui si aggiunge Nakao, un ragazzino della loro classe che è assai timido. Un giorno Nakao scopre che il professor Sengoku non si è nemmeno reso conto di averlo come alunno nella sua classe, e così tenta il suicidio chiudendosi in uno stanzino dell'edificio di fianco alla scuola.
Il professor Sengoku accusa Hayama della scomparsa di Nakao, ma una lettera dello studente indirizzata all'insegnante e trovata da Fuka permette a Hayama di scagionarsi. Il professore rassegna così le dimissioni, Nakao si riprende, mentre Sana e Hayama, più complici che mai nell'intento di aiutare il compagno, si baciano sul terrazzo della scuola. I due si fanno una promessa: se Hayama diventerà cintura nera di karate, si dichiareranno apertamente i loro sentimenti.
Recensione
Ho recuperato questo cartone su youtube, alla veneranda età di 34 anni, fregandomene altamente, e mi sono divertita un mondo! A suo tempo avevo letto il manga, e come succede quasi sempre, nell'anime hanno cambiato parecchie cose.
Sono sicurissima che la conoscete già ma facciamo un riassunto: Rossana (Sana Kurata) è una giovanissima Idol, è una attrice di teatro, recita in spot televisivi ed è la protagonista del programma “Evviva l’allegria!”. Sua madre è una famosa scrittrice di romanzi e la sua sembra essere una vita perfetta. A turbare la sua serenità c’è però un compagno di classe, Heric, il classico bullo che ricatta i maestri con delle foto compromettenti. Rossana cerca di sfidarlo ma non riesce a spuntarla, anzi, Heric sembra vincere, fino a quando Rossana scopre il vero motivo della sua aggressività e la verità sulla sua famiglia: la ragazzina allora decide di aiutarlo e diventeranno grandi amici.
Oltre a Rossana ed Heric ci sono altri personaggi le cui storie si intrecciano con quelle dei protagonisti: Robbie il manager di Sana, Terence il migliore amico di Heric e Sana, e Charles un giovane attore. Sana e Charles hanno un vissuto molto simile, e questo li porta ad avvicinarsi parecchio durante la storia.
Molti appassionati hanno avuto da ridire sull’adattamento, specie sui tagli che sono stati operati da Mediaset. Alcuni punti più violenti sono stati eliminati, e secondo i detrattori queste censure hanno portato una perdita di pathos e di intensità della narrazione. Alcune censure erano infatti evitabili, in quanto non sono state censurate scene cruente ma semplici scaramucce da ragazzini.
Il punto di forza dell’anime di Rossana è la quantità stratosferica di gag, situazioni comiche e strampalate che costellano ogni episodio. Lo spettatore durante tutto il tempo non può fare a meno di ridere con Rossana della sua vita e delle sue canzoncine motivazionali. Grattando sotto le gag però la storia è davvero complessa, ogni personaggio porta il suo carico di difficoltà e di problemi, ma tutto viene sopportato con un sorriso, e se non ci si riesce ci sarà sempre un amico a darti una mano nei momenti di difficoltà.
Una differenza con il manga che porta ancora più freschezza alla narrazione è Babbit, un pipistrello bianco parlante che interagisce con i personaggi e fa da spalla alle loro battute.
Nonostante molti personaggi siano a volte rappresentate come delle comparse, non possiamo fare a meno di provare empatia, hanno tutti un loro spessore e sono ben caratterizzati. Unica pecca forse l’animazione non perfetta e un po’ piatta. Tuttavia nonostante gli anni la forza di Rossana rimane invariata e continua a travolgerci con la sua simpatia.
Io ho letto prima il manga e in seguito visto l'anime, ma sicuramente ad alcuni di voi sarà capitato il contrario, come capita con i libri che diventano film/serie tv. Sebbene indirizzato a un pubblico giovane, questo ha delle immagini molto forti che sono state addolcite nella versione animata. Per questo motivo in molti preferiscono il manga che ha un carattere più adulto e che svela una realtà “scomoda”: i bambini non sono ignari della realtà che li circonda, sono sensibili e percepiscono tutto ciò che accade nel mondo adulto e questo li influenza sia positivamente sia negativamente. Personalmente ritengo che l’anime sia particolarmente adatto a chi vuole passare delle ore spensierate e allegre e che il manga sia preferibile a chi vuole un approccio più adulto alla storia.
Se volete passare ore (o meglio minuti, visto che ogni episodio ne dura 20, massimo 24) spensierate, direi proprio che Rossana fa per voi!
La mia valutazione
Alla prossimaLuce <3
Qui sotto trovate la sigla italiana cantata da Cristina D'Avena
venerdì 26 aprile 2024
Recensione "Generazione Z - Il canto della resistenza", Roberta De Tomi
Autrice: Roberta De Tomi
Titolo: Generazione Z Il canto della resistenza
Prezzo: e-book 2,99
Link d'acquisto: QUI
Un canto per chi ama, un canto per chi combatte, un canto per chi resiste.
Questo canto riuscirà a fermare gli zombie che dilagano ovunque?
Zora ha lunghi capelli rossi, una marea di lentiggini e qualche chilo di troppo; ma soprattutto è in quell’età in cui deve capire chi è e che cosa vuole dal suo cuore e dalla vita. Prova un sentimento particolare per la sua migliore amica, l’esuberante Leila, ma dall’altra parte c’è Khaled, il ragazzo dagli occhi del colore dei fiordalisi e dalla voce straordinaria che la attrae come una calamita.
Khaled ha un passato difficile: è arrivato in Italia, dopo che il padre è morto in un carcere israeliano; è un artista che combatte con la sua arte, un giovane gentile che per questa ragione è considerato “poco virile.” Ma Khaled è anche ammirato per la sua arte e forse Zora si sta illudendo. Un ragazzo così popolare è fuori dalla sua portata… fino a quando, nella provincia in cui conduce una vita ordinaria, le persone non iniziano a trasformarsi in zombie. Si trasformano tutti, tranne lei, Leila, Khaled e pochi altri “eletti”. Per diversi giorni vivono in uno stato di sospensione, ma poi vengono attaccati. Da lì inizia la lotta per la sopravvivenza. Da lì nasce il canto della resistenza. Non è solo metaforico: la voce di Khaled si diffonde, collegandosi a un passato che porta i semi di qualcosa di straordinario, destinato a sbocciare. Oppure a corrompersi.
La voce di Khaled le striscia dentro come una morbida creatura. La
canzone scivola tra accordi e note che sembrano richiamare la sera.
I fan delle prime file agitano alcuni starlight, altri fanno lo stesso con i
display degli smartphone accesi.
Leila la scuote. – Ehi, hai visto?
– Cosa?
Zora sposta lo sguardo e incontra quello di Khaled. Sta cantando,
fissandola intensamente. Lei si guarda intorno, incredula, poi torna ai suoi
occhi, del colore dei fiordalisi. Un azzurro mai visto prima.
L’amica comincia a tempestarla di gomitate.
E io sono qui
e tu sei lì
siamo troppo lontani
per essere vicini.
La indica, mentre sull’ultimo verso rilascia un acuto che s’intreccia al
coro dei musicisti. Khaled ritira l’indice, mentre Zora porta le mani al petto.
– Leila…
L’amica scuote i capelli castani.
– Sì?
– Khaled non è tunisino?
– Non proprio, è giordano.
– E dov’è la Giordania?
– Vicino all’Iraq, in Medio Oriente.
– E come mai ha gli occhi azzurri?
L’amica solleva gli occhi al cielo, scuotendo ancora la testa.
Zora sa di essere un caso disperato. Ma le prime stelle della sera glielo
fanno dimenticare.
Recensione
Oggi vi parlo di questo romanzo breve; ringrazio l'autrice per la copia digitale.
"Generazione Z - il canto della resistenza" ha per protagonisti Zora e Khaled, insieme ai loro amici; lei è un'adolescente che deve ancora capire cosa vuole dalla vita, pensa di provare qualcosa per la sua migliore amica, ma quando incrocia gli occhi di Khaled tutto cambia.
I due, insieme agli amici, si ritroveranno a vivere una situazione surreale, in cui loro, sono gli unici "vivi" della città, i cui abitanti sono stati TUTTI trasformati in zombie; come uscire da questa situazione? E perché loro sono stati risparmiati, mentre il resto della città no?
Un romanzo particolare, con una storia particolare, che fa venire i brividi nelle parti giuste, fa temere per i protagonisti; ti ritrovi a tifare per loro, a pensare che ce la faranno contro ogni logica, ma sarà davvero così? O soccomberanno all'apocalisse zombie?
Lo scoprirete solo leggendo questa storia.
La mia valutazione
Alla prossima
Luce <3
Sente i suoni ovattati, come se provenissero dallo spazio, mentre le auto
si sdoppiano.
– Respira piano.
La voce che coglie è delicata, come un dolce soffio. Lei cerca di fare
come le dice mentre il cuore rallenta il battito. Le auto tornano alle loro
forme, il respiro le liscia i polmoni, dopo il blocco iniziale. Piega le
ginocchia per rimettersi in piedi, aiutata da due mani che la sorreggono con
tatto.
Zora alza gli occhi in quelli della persona che l’ha soccorsa.
Sono del colore dei fiordalisi.
– Va tutto bene? – la domanda ha un suo pathos.
Le fanno effetto quelle attenzioni: nessun ragazzo gliene ha mai date.
– Bene è una parola grossa – commenta – ma ti devo davvero ringraziare.
Se non ci fossi stato tu, mi sarei fracassata la testa!
– Esagerata!
Forse ha ragione. – Scusa, allargo sempre un po’ le cose!
Mi tende la mano. – Io sono Khaled.
Gliela stringe e avverte una piacevole sensazione di calore salire dal
palmo alle sue braccia.
– Lo so, tutti ti conoscono. – Si guarda la punta delle sneakers. – Io,
invece, sono l’invisibile.
– E come ti chiami?
Lo guarda, seria. – Invisibile!
– E io sono Ulisse, ma chiamami Nessuno. Dai, veramente, vorrei
conoscere il tuo nome.
Quelle parole la riempiono di mille emozioni. Si sente in subbuglio,
nessuno ha mai tenuto a conoscerla così tanto. E, ora, è addirittura il
ragazzo più famoso della scuola a insistere per sapere come si chiama.
– Io sono Zora.
– Zora… è un nome dell’Europa orientale?
Annuisce. – Sì, mia mamma è bulgara.
– Ecco perché hai quei lineamenti.
giovedì 25 aprile 2024
Recensione serie "Teresa Battaglia", Ilaria Tuti
Titolo: Madre d'ossa
Serie: Teresa Battaglia #5
Prezzo: 20,90 e-book 11,99
Link d'acquisto: QUI
Serie Teresa Battaglia:
0,5)La ragazza dagli occhi di carta
5)Madre d'ossa
Teresa non guidava da tempo, da quando perdeva pezzi di memoria e non si fidava più di se stessa.
Trama
Il commissario Teresa Battaglia ha perso davvero la sfida più grande di tutte contro la sua memoria? Sembra di sì. È questo che pensano i colleghi e chi le vuole bene. È questo che pensa anche Massimo Marini, che dopo aver ricevuto una chiamata anonima si è precipitato in mezzo alle montagne. Lì, dove un feroce crimine potrebbe essere stato compiuto, trova il cadavere di un ragazzo fra le braccia di Teresa. Massimo sa che quella è una scena del crimine e che il commissario Battaglia non dovrebbe trovarsi lì. Sa che ha compromesso il ritrovamento e alterato gli indizi. Ma forse non è davvero così che stanno le cose…
Recensione
Teresa Battaglia è un personaggio che man mano che lo conosci, ti entra nel cuore. Ilaria Tuti è riuscita a creare la figura di una poliziotta, una donna, speciale nelle sue imperfezioni, con i suoi mille difetti, il carattere scorbutico, con cui non è per nulla facile avere a che fare, ma dal cuore immenso, capace di guardare anche nell’anima più nera, in quella dell’assassino più feroce e brutale e di cercare, nel suo sguardo, le motivazioni che lo hanno spinto a gesti così crudeli e inimmaginabili. Ho seguito Teresa in ogni sua indagine, in quel cammino impervio e difficile che è diventata la sua vita a causa della malattia. Lei così solitaria, abituata, o meglio costretta dalla vita, a contare solo su stessa, ora ha bisogno di chiedere, di appoggiarsi, fisicamente ed emotivamente a qualcun altro.
“Per Teresa, ostinarsi a indagare sul mistero che la coinvolgeva significava evitare di tagliare l’ultimo filo che ancora la legava alla propria indole, alla passione per l’investigazione che aveva pervaso la sua intera esistenza. Si era aggrappata a quel lavoro, al suo significato più profondo: il bisogno di credere nella redenzione dell’essere umano oltre ogni possibile speranza. Ora ci si aggrappava per non perdere se stessa”
I sentimenti l’hanno tradita, lasciata in pezzi non solamente metaforici. Si era rintanata nel suo universo, fatto di rapporti solo di lavoro. Ma poi è arrivato lui, il novellino da istruire, tutto abiti impeccabili, rispetto maniacale per le procedure e incapacità di obbedire a una donna: Massimo Marini.
Ma Teresa, da brava indagatrice dell’animo umano, ha capito subito che quella perfezione di superficie celava dolore, un cuore ferito e un bisogno viscerale di essere sostenuto. Lui, il ragazzo bello come il sole, in forma smagliante, ma con il cuore pieno di demoni, si è appoggiato a Teresa, che le sue fragilità le ha sempre tenute nascoste. E da lei è stato salvato. Ora è il momento di ricambiare. Il commissario Battaglia dovrà accettare la mano tesa che Massimo le sta offrendo, perché è arrivato il momento tanto temuto e dovrà affidarsi a lui per rimanere a galla.
“Massimo avrebbe voluto sparire e portare Teresa con sé. Avrebbe voluto difenderla a costo delle prospettive di carriera, della credibilità e del decoro che ancora sentiva di avere. Avrebbe voluto, ma la malattia maledetta che le stava divorando fin troppo in fretta la mente sembrava correre sempre una manciata di passi davanti a lui. Si nascondeva per bene nelle pieghe di un’apparente normalità, per riapparire quando meno Massimo se lo aspettava e prendersi platealmente la scena”
Massimo riceve una chiamata sul suo cellulare personale. Quello che si trova davanti, quando arriva sul Lago di Cornino, cinto da boschi dai colori autunnali, tra rocce aguzze e crepacci, è uno scenario che non avrebbe mai voluto vedere. Un cadavere, un ragazzo e, accanto a lui, c’è la donna che gli ha insegnato tutto, a cui deve tutto.
“Teresa Battaglia voltò la testa con lentezza e lo guardò. Aveva le guance sporche di sangue. In ginocchio, teneva il corpo del ragazzo morto tra le braccia. Sembrò cercare di porgerglielo”
Teresa è spaventata, confusa, e Massimo è pronto a mettere da parte etica, legge, tutto, pur di proteggerla. Lei è la sua priorità, ed è disposto a manipolare prove, a nascondere dettagli, notizie pur di impedire che Teresa venga accusata di qualcosa. Perché lei non sa cosa ci fa lì, come ci è arrivata e perché ha il sangue di quel ragazzo sulle mani.
Tra le indagini per scoprire cosa è accaduto a quel ragazzo non ancora ventenne che, poche ore prima di essere trovato morto, si era congedato dal mondo con un video su tik tok, e l’Alzheimer di Teresa, che la sta facendo precipitare in un abisso fatto di disperazione e paure, ci troviamo immersi in una storia carica di pathos e dal ritmo serrato.
Con rituali antichi, che affondano le radici nella storia di un territorio affascinante e misterioso, seguiamo le indagini tra le suggestive strade friulane. Da Udine a Cividale, fino al Ponte del diavolo, misterioso e suggestivo e che sarà scenario di avvenimenti estremamente importanti per la storia.
Tra misteri atavici, la natura come bellezza o oscurità che cela pericoli, morte, e trappole che mettono a rischio la vita di Massimo, Teresa e dell’inseparabile e fedele squadra di colleghi e amici, che sono pronti a tutto pur di proteggere il commissario Battaglia, ma, soprattutto, la loro Teresa.
Commovente e struggente assistere alle fragilità di una donna che ha fatto della forza e l’indipendenza il suo credo. Vederla insicura, terrorizzata, ma anche tenera e affettuosa come mai lo era stata prima, è estremamente doloroso e toccante. La parte investigativa è molto ben articolata. Come sempre, Ilaria Tuti sa coinvolgere il lettore nell’intrico delle indagini, che sono molto più che una ricerca di prove o indizi; sono soprattutto lo scandagliare l’animo di vittime e carnefici, rendendoli reali, fatti di anime e sentimenti, cattiveria e crudeltà, sofferenza e solitudine, rimpianto per le vite soffocate dal male e per quelle perse nel labirinto della violenza.
Non so se questa sarà l’ultima indagine di Teresa Battaglia, ma lei resterà sempre una donna di grande carisma, ma anche fragile, dolce e protettiva con chi ama, nonostante lo neghi, sempre, per quel pudore che la caratterizza.
La scrittura è poetica, suggestiva, carica di sentimento e amore per il territorio in cui si muovono i personaggi; ma anche molto avvincente e appassionata, ricca di particolari storici che arricchiscono e impreziosiscono quello che non è solamente un thriller, ma una storia che arriva al cuore.
La mia valutazione
Alla prossima
Luce <3
"La Madre d’ ossa aprì gli occhi, li spalancò nella luce che tagliava di traverso l’ombra. Sgranchì le membra e il dolore percosse le vertebre. Le avevano insegnato che il dolore era vita. Stese le braccia e le gambe, del colore del gesso. Incurvò la schiena fino a gettare indietro la testa. L’ addome gonfio si tese. Il suo corpo gemeva come canne al vento. Era una musica di tendini. Lei ricordò luoghi lontani, memorie remote. Sollevò una mano, e poi l’altra, e scoccò una freccia immaginaria che un giorno del passato aveva realmente sibilato nel cielo terso. Le sue mani erano forti, brandivano il comando, portavano il vessillo.
La Madre d’ossa strisciò sulla pietra, saggiò l’aria sulla punta della lingua, annusò il cambiamento arrivare: vibrava nascosto nel moto del pianeta, ma i suoi sensi lo sapevano comprendere.
Si acquattò guardinga, eccitata.
Presto sarebbero cominciate le litanie, i racconti di tutto ciò che era stato.
Intinse le setole nel colore e scrisse :
Sono nata per vivere per sempre. “