Titolo: La memoria rende liberi. La vita interrotta di una bambina nella Shoah
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Di rado mi imbatto in qualche fascista nostalgico. Capita sempre meno, per fortuna, ma ricordo che negli anni della Milano leghista non era raro sentire qualche tassista dire: «Ah, quando c’era Mussolini… C’era ordine e si stava meglio tutti». Il più delle volte si trattava di persone molto rozze e ignoranti, quindi lasciavo correre, ma se avevo la sensazione che chi mi parlava mi potesse capire, gli rispondevo: «Guardi che le cose non andavano per niente così». E se il tassista si dimostrava curioso, ero disposta anche a spiegargli perché. Orrori come quelli del nazismo e del fascismo non sono accaduti perché un esercito ha imposto con la forza bruta le sue regole a una popolazione recalcitrante. Se Hitler e Mussolini sono riusciti a tenere in pugno i rispettivi Paesi è perché hanno potuto contare sul sostegno e sulla complicità di una vastissima percentuale di tedeschi e italiani. Per questo è importante, ancora oggi, educare le persone, tenere vivo il ricordo delle ingiustizie che intere nazioni hanno commesso in passato. Non è un lavoro facile, perché sforzarsi di ragionare con uno che – senza aver vissuto durante il fascismo – ti parla del Ventennio come dell’età dell’oro è tutt’altro che semplice.
Trama
"Un conto è guardare e un conto è vedere, e io per troppi anni ho guardato senza voler vedere." Liliana ha otto anni quando, nel 1938, le leggi razziali fasciste si abbattono con violenza su di lei e sulla sua famiglia. Discriminata come "alunna di razza ebraica", viene espulsa da scuola e a poco a poco il suo mondo si sgretola: diventa "invisibile" agli occhi delle sue amiche, è costretta a nascondersi e a fuggire fino al drammatico arresto sul confine svizzero che aprirà a lei e al suo papà i cancelli di Auschwitz. Dal lager ritornerà sola, ragazzina orfana tra le macerie di una Milano appena uscita dalla guerra, in un Paese che non ha nessuna voglia di ricordare il recente passato né di ascoltarla. Dopo trent'anni di silenzio, una drammatica depressione la costringe a fare i conti con la sua storia e la sua identità ebraica a lungo rimossa. "Scegliere di raccontare è stato come accogliere nella mia vita la delusione che avevo cercato di dimenticare di quella bambina di otto anni espulsa dal suo mondo. E con lei il mio essere ebrea". Enrico Mentana raccoglie le memorie di una testimone d'eccezione in un libro crudo e commovente, ripercorrendo la sua infanzia, il rapporto con l'adorato papà Alberto, le persecuzioni razziali, il lager, la vita libera e la gioia ritrovata grazie all'amore del marito Alfredo e ai tre figli. Un racconto emozionante su uno dei periodi più tragici del secolo scorso che invita a non chiudere gli occhi davanti agli orrori di ieri e di oggi, perché "la chiave per comprendere le ragioni del male è l'indifferenza: quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c'è limite all'orrore". Nuova edizione con testi inediti.
Da anni, ogni volta che mi sento chiedere: «Come è potuto accadere tutto questo?», rispondo con una sola parola, sempre la stessa. Indifferenza. Tutto comincia da quella parola. Gli orrori di ieri, di oggi e di domani fioriscono all’ombra di quella parola. Per questo ho voluto che fosse scritta nell’atrio del Memoriale della Shoah di Milano, quel binario 21 della Stazione Centrale da cui partirono tanti treni diretti ai campi di sterminio, incluso il mio. La chiave per comprendere le ragioni del male è racchiusa in quelle cinque sillabe, perché quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c’è limite all'orrore.
Recensione
Quante volte abbiamo sentito parlare di Austwitz? Ma chi l'ha detto che sappiamo tutto di cio' che é successo veramente? Se continuiamo a non voler ammettere la nostra colpa, sí, ho detto NOSTRA, PERCHÉ C'ENTRIAMO ANCHE NOI ITALIANI, in sta schifezza che ormai é entrata nella storia, NON SAPREMO MAI, I NOSTRI FIGLI, NIPOTI E CHI PIU NE HA, PIU' NE METTA, NON SAPRANNO MAI, COM'É ANDATA VERAMENTE! Volete scoprirlo? Leggete questo libro, la verita', la vita di una bambina, poi adolescente, poi donna e ora anziana, che queste atrocita' le ha vissute sulla sua stessa pelle! Non continuate a chiudere gli occhi, CHE CON TUTTA PROBABILITA' SONO FODERATI DI PROSCIUTTO! Se mi é piaciuto il libro? Sí, e ve lo consiglio VIVAMENTE!
La mia valutazione
Alla prossima
Luce <3
Ricordo di aver visto il capo del campo buttare la pistola per terra. Era un uomo terribile, crudele, che picchiava selvaggiamente le prigioniere, e in quel momento una parte di me avrebbe voluto raccogliere la pistola e ucciderlo. Fu un istante di vertigine, durante il quale mi sembrò che si fossero invertite le parti: forte io è debole lui. Guardavo l’arma, feci per prenderla convinta di potergli sparare, sicura che ne sarei stata capace. La vendetta mi sembrava a portata di mano.
Ma di colpo capii che non avrei mai potuto farlo, che non avrei mai potuto ammazzare nessuno. Questo fu l’attimo straordinario che dimostrò la differenza tra me e il mio assassino. E da quel preciso istante fui libera