Autrice: JD Hurt
Titolo: Grunge Romance
Prezzo: e-book 2,99
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Si sentiva nell’aria.
Era nuova, travolgente, mostruosa.
Sporca e trasandata.
La chiamavano grunge. Porcheria.
Per noi eravamo semplicemente noi.
Trama
Grunge:
è la parola che mi contraddistingue meglio.
Vengo dalla sporcizia. Eppure questo non significa che io non desideri una vita migliore.
La bramo per mia sorella Froggy. Prima o poi farò come Kurt Cobain e me la pelerò da questa Aberdeen che conosce solo droga e miseria.
Prima c’è un ostacolo che devo superare: la ragnatela che i fratelli Franklin hanno intessuto attorno alla mia anima.
Sono Kim Merright e ho solo diciassette anni, eppure me ne sento addosso duemila.
Grunge:
è ciò che sono, un ragazzo sporco che non ha saputo difendere il fratello. Sono il minore, il pupo da salvare. Un chitarrista con le corde interiori rotte.
Ma quando la sera incombe su Aberdeen io non voglio essere salvato.
Voglio perdermi negli errori.
Voglio perdermi nella droga.
Purtroppo mio fratello vuole ancora proteggermi. Per questa ragione l’ha portata nella nostra casa.
Mi chiamo Asa Franklin; la guardo aggirarsi per le stanze coi miei stupidi occhi da diciannovenne.
Eppure sono ancora quel bambino. Merito di non crescere mai.
Merito di morire.
Grunge:
è ciò che suono insieme a mio fratello. Sono il bassista dei No Massificated People.
Ma quando sorge il sole su Aberdeen so di essere un niente con le gambe.
Purtroppo devo diventare tutto. Sono esausto, ma devo sforzarmi di lottare per Asa.
Salverò mio fratello.
Lo farò regalandogli lei.
Non la guarderò.
Non la spierò.
Non le parlerò nemmeno.
Io sono Salem Franklin e devo imparare a chiudere gli occhi. Purtroppo la vedo con la mente.
E la odio. La odio per tanti motivi.
Nota dell’autrice: Grunge Romance è un music romance-new adult ambientato negli anni ‘90 autoconclusivo. I tropes che affronta sono: hate to love, found family, triangle love (non è assolutamente un ménage), winter romance, life in suburbs, secrets and lies, 3 POV, spicy. Sebbene non si tratti di un dark, la trama è immersa in atmosfere cupe e affronta tematiche delicate. Vi sono contenute scene sessualmente esplicite. È, pertanto, consigliato a un pubblico adulto.
Froggy venduta, questa frase mi rosicchiava la mente.
“L’ho data per mille centoni a una coppia che non poteva avere figli!” Fiona mi
aveva urlato contro quand’ero tornata dalla casa di Tabitha a mani vuote. “Sarà felice!
Avrà una cameretta tutta sua! Persino uno yorkshire! Lo sai che la piccola amava gli
yorkshire!”
Ne parlava già al passato, come se la figlia, la mia stupenda sorellina, avesse la
stessa valenza della neve dell’anno passato.
Tallulah non c’era più. Sciolta al primo disgelo.
Solo che, nel mio cuore, il ghiaccio era presente eccome. Ogni stalattite
sussurrava: “dove sarà la piccola ora? Starà cercando Dummies? Quello stupido
orsacchiotto privo di un occhio? E se fosse in mano ai pedofili?”
Recensione
Ci ho messo due giorni a leggere questo nuovo romanzo di JD Hurt; ma come sempre, anche questa volta, ogni riga è una pugnalata al petto.
Protagonisti sono Kim, Asa e Salem; due fratelli, una ragazza, una band; Kim farà di tutto per salvare la sorellina da una vita che non merita, aiutata dai fratelli Franklin che se la contendono, anche se uno dei due, in realtà non lo sa, perché il fratello farà di tutto perché se la prenda lui.
Ma le strade portano in una direzione diversa, sempre, soprattutto quelle scritte nei libri di JD, perché ci sono argomenti delicati, si parla di fratelli che si proteggono a vicenda per non cadere in un baratro sempre più profondo, e la ragazza, sarà il mezzo per non caderci in quel baratro.
Non posso dirvi molto altro senza rivelare troppi dettagli, ma se avete amato le precedenti storie di JD, questa non sarà da meno; preparate i fazzoletti, perché vi serviranno, qui niente è quello che sembra.
Alla prossima
Luce <3
Lo odiai per come non la stava degnando di uno sguardo. Lo odiai per come mi
stava deludendo.
Lo odiai, perché lo stavo perdendo.
Soprattutto odiai me stesso perché stavo fallendo.
E odiai lei. Non era capace di farsi volere.
Di farsi amare.
L’avevo portata qui dentro per niente.
Non ci avrebbe salvati. Anzi, non l’avrebbe salvato.
Io ero già finito. Talmente arrivato alle pendici di me stesso che i miei bordi
avevano smesso di tagliarmi.
Ormai mi ero trasformato in una palla di sangue e niente.