giovedì 26 dicembre 2024

Recensione "Grunge Romance", J D Hurt

 


Autrice: JD Hurt

Titolo: Grunge Romance

Prezzo: e-book 2,99

Link d'acquisto: QUI


Si sentiva nell’aria.

Era nuova, travolgente, mostruosa.

Sporca e trasandata.

La chiamavano grunge. Porcheria.

Per noi eravamo semplicemente noi.

Trama

Grunge:

è la parola che mi contraddistingue meglio.
Vengo dalla sporcizia. Eppure questo non significa che io non desideri una vita migliore.
La bramo per mia sorella Froggy. Prima o poi farò come Kurt Cobain e me la pelerò da questa Aberdeen che conosce solo droga e miseria.
Prima c’è un ostacolo che devo superare: la ragnatela che i fratelli Franklin hanno intessuto attorno alla mia anima.
Sono Kim Merright e ho solo diciassette anni, eppure me ne sento addosso duemila.


Grunge:

è ciò che sono, un ragazzo sporco che non ha saputo difendere il fratello. Sono il minore, il pupo da salvare. Un chitarrista con le corde interiori rotte.
Ma quando la sera incombe su Aberdeen io non voglio essere salvato.
Voglio perdermi negli errori.
Voglio perdermi nella droga.
Purtroppo mio fratello vuole ancora proteggermi. Per questa ragione l’ha portata nella nostra casa.
Mi chiamo Asa Franklin; la guardo aggirarsi per le stanze coi miei stupidi occhi da diciannovenne.
Eppure sono ancora quel bambino. Merito di non crescere mai.
Merito di morire.


Grunge:

è ciò che suono insieme a mio fratello. Sono il bassista dei No Massificated People.
Ma quando sorge il sole su Aberdeen so di essere un niente con le gambe.
Purtroppo devo diventare tutto. Sono esausto, ma devo sforzarmi di lottare per Asa.
Salverò mio fratello.
Lo farò regalandogli lei.
Non la guarderò.
Non la spierò.
Non le parlerò nemmeno.
Io sono Salem Franklin e devo imparare a chiudere gli occhi. Purtroppo la vedo con la mente.
E la odio. La odio per tanti motivi.


Nota dell’autrice: Grunge Romance è un music romance-new adult ambientato negli anni ‘90 autoconclusivo. I tropes che affronta sono: hate to love, found family, triangle love (non è assolutamente un ménage), winter romance, life in suburbs, secrets and lies, 3 POV, spicy. Sebbene non si tratti di un dark, la trama è immersa in atmosfere cupe e affronta tematiche delicate. Vi sono contenute scene sessualmente esplicite. È, pertanto, consigliato a un pubblico adulto.


Froggy venduta, questa frase mi rosicchiava la mente.

“L’ho data per mille centoni a una coppia che non poteva avere figli!” Fiona mi

aveva urlato contro quand’ero tornata dalla casa di Tabitha a mani vuote. “Sarà felice!

Avrà una cameretta tutta sua! Persino uno yorkshire! Lo sai che la piccola amava gli

yorkshire!”

Ne parlava già al passato, come se la figlia, la mia stupenda sorellina, avesse la

stessa valenza della neve dell’anno passato.

Tallulah non c’era più. Sciolta al primo disgelo.

Solo che, nel mio cuore, il ghiaccio era presente eccome. Ogni stalattite

sussurrava: “dove sarà la piccola ora? Starà cercando Dummies? Quello stupido

orsacchiotto privo di un occhio? E se fosse in mano ai pedofili?”


Recensione

Ci ho messo due giorni a leggere questo nuovo romanzo di JD Hurt; ma come sempre, anche questa volta, ogni riga è una pugnalata al petto.

Protagonisti sono Kim, Asa e Salem; due fratelli, una ragazza, una band; Kim farà di tutto per salvare la sorellina da una vita che non merita, aiutata dai fratelli Franklin che se la contendono, anche se uno dei due, in realtà non lo sa, perché il fratello farà di tutto perché se la prenda lui. 

Ma le strade portano in una direzione diversa, sempre, soprattutto quelle scritte nei libri di JD, perché ci sono argomenti delicati, si parla di fratelli che si proteggono a vicenda per non cadere in un baratro sempre più profondo, e la ragazza, sarà il mezzo per non caderci in quel baratro.

Non posso dirvi molto altro senza rivelare troppi dettagli, ma se avete amato le precedenti storie di JD, questa non sarà da meno; preparate i fazzoletti, perché vi serviranno, qui niente è quello che sembra.


La mia valutazione

Alla prossima

Luce <3



Lo odiai per come non la stava degnando di uno sguardo. Lo odiai per come mi

stava deludendo.

Lo odiai, perché lo stavo perdendo.

Soprattutto odiai me stesso perché stavo fallendo.

E odiai lei. Non era capace di farsi volere.

Di farsi amare.

L’avevo portata qui dentro per niente.

Non ci avrebbe salvati. Anzi, non l’avrebbe salvato.

Io ero già finito. Talmente arrivato alle pendici di me stesso che i miei bordi

avevano smesso di tagliarmi.

Ormai mi ero trasformato in una palla di sangue e niente.

mercoledì 25 dicembre 2024

Buon Natale!


Buon Natale amanti dei libri e delle serie tv! Come passerete questa giornata? Io andrò a messa tra un'ora e poi dritta a casa di mia nonna con i parenti (meno del solito, perché alcuni hanno le proprie famiglie a cui stare dietro e non verranno).

Cosa mangerete oggi? Noi tortellini, cotechino, zampone, purè, spinaci e a seguire le pastine della nonna.

Cos'avete ricevuto per regali? Io ieri libri, oggi, ahimè, una giacca di cotone (faccio notare che siamo in pieno periodo invernale!) che tanto so già che, a metterla bene, mi metterò da marzo in avanti (forse).

Sì, io sono una delle poche donne, che, spoiler. ODIA LO SHOPPING DI VESTITI! A voi piace?

Vi voglio bene

Luce <3


martedì 24 dicembre 2024

Recensione serie "E se il cattivo...", Emily McIntire

 


Autrice: Emily McIntire

Titolo: Uncino

Serie: E se il cattivo.. #1

Prezzo: 17,01  e-book 2,99

Link d'acquisto: QUI


Serie "E se il cattivo...":

1)Uncino

2)Scar

3)Evelina

4)Yasmin

5)Amaya

6)Hexed


Guarda a terra, prima di riportare lo sguardo su di me. 

“Se io sono tua, allora tu cosa sei per me?” 

Il tuo peggior incubo. 

 “Sono qualunque cosa mi permetterai di essere.”


Trama

COME SAREBBE ANDATA LA STORIA, SE FOSSE STATO IL CATTIVO AD AVERE LA MEGLIO?

Vuole la vendetta, ma vuole lei di più.


Tanto tempo fa, c'era un giovane bambino.

Gioiosa la sua vita, ridente il suo visino.

Fino al giorno in cui perdette l'innocenza.

Un buco in mezzo al petto, smarrì ogni clemenza.

Privato dei suoi sogni, egli crebbe troppo in fretta.

Nottate, coccodrilli, orologi di cristallo.

Sentì sulla sua lingua il sapore di vendetta.

Promise ai suoi nemici, il fuoco e il metallo.

Ma poi conobbe Wendy, per sé la volle avere.

La propria punizione? un'ombra da tenere.



"Ero arrabbiato perché mi ha fatto preoccupare. Ero furibondo perché lei mi fa sentire. E ora mi ritrovo qui, a prendere in considerazione l’ipotesi che in realtà Wendy sia arrivata a significare qualcosa – qualcosa in più di uno strumento, o anche semplicemente di un momento piacevole."


Recensione 

Dimenticatevi la favola di Peter Pan a cui siamo abituati, qua ci sono riferimenti alla cosa, ma siamo proprio su un altro pianeta, come storia. Ma andiamo con ordine.

Peter e Uncino sono due mafiosi: il primo si nasconde dietro la compagnia aerea NevAirLand, il secondo è a capo dei Bimbi Sperduti e le mani le ha entrambe perfettamente funzionanti (il soprannome è dovuto alla forma del pugnale…). L’amatissima Trilly (Tina Bell) si trasforma in una cocainomane, Giglio Tigrato è una lussuosissima barca a vela/yacht, il vero nome del famoso pirata è James Barrie (come l’autore del libro originale), mentre Spugna è ringiovanito di qualche decennio (diciamo pure parecchi) e si scopre essere il cugino di Hook in cerca di vendetta (SPUGNA, l’uomo più fidato e fedele di Uncino. Siete seri???). Insomma, un bel calderone di nomi e idee!

Ora, però, passiamo alla trama. Dal titolo ci si aspetterebbe un continuo dell’opera originale, o comunque un retelling in funzione della sconfitta dell’eterno bambino. In realtà, della rivisitazione non ha nulla, se non l’uso a sproposito dei nomi dei vari personaggi, anche perché, come dicevo, la magia scompare del tutto.

Il romanzo si apre con un James diciottenne che uccide Croc, il temibile coccodrillo che tormenta la sua vita col ticchettio dell’orologio. La bestia assume i connotati di un anziano signore, zio del nostro protagonista: violento e disamorato, ha sempre abusato (anche sessualmente) del giovane nipote. E, fin qui, direi che è una morte più che meritata.

Ci spostiamo ai giorni nostri. Wendy, non ancora ventunenne, lavora in una piccola caffetteria assieme a Angie (anche se non ne avrebbe bisogno, ricca sfondata com’è). Una sera le ragazze decidono di andare al Jolly Roger, un locale gestito dalla malavita e dove servono solo alcolici. Povero vascello, ridotto a una bettola! Ammetto, tuttavia, che rileggere il nome della famosa nave pirata mi ha trasmesso una certa nostalgia e, tutto sommato, l’idea è stata molto carina.

Qui, la giovane incontra un famelico Hook, gestore e proprietario del locale, che le fa una corte spietata. L’ha riconosciuta immediatamente! Lei è la figlia del suo acerrimo nemico, colui che ha causato la morte dei suoi genitori: Peter Michaels. Ma, un momento, non si chiamava Peter PAN? E poi… PADRE di Wendy?!?! Beh, è una situazione che continua a lasciarmi perplessa.

Naturalmente, il nostro protagonista medita vendetta e decide di coinvolgere nei suoi piani la “Piccola Ombra”, colei che Peter ama più di tutti.

Insomma, l’uomo è intenzionato a prendersi la dolce fanciulla, vuole violarla, macchiarne l’innocenza, così da rinfacciarlo al padre di lei subito prima di ucciderlo violentemente. La corteggia, se la scopa, le apre il suo cuore e finisce per innamorarsene. Tutto da copione, no? Peccato solo che la descrizione di alcune scene, la presentazione del personaggio e i vari retroscena rendano il finale troppo frettoloso e poco credibile, oltre che decisamente fuori luogo. Hook è descritto come un omicida sadico e spietato, ai limiti dell’ossessione e del bipolarismo; un vero pezzo di m***a, di quelli che andrebbero solo rinchiusi in un carcere di massima sicurezza.

Ammetto che il repentino cambio di registro, per dare al cattivo il suo lieto fine, mi ha messo parecchio a disagio: è stato come assolvere un serial killer dalle sue colpe. Una redenzione troppo rapida e mal giustificata. Mi è sembrato molto una forzatura, come se l’autrice avesse cambiato i suoi piani in corso d’opera. Infatti, c’è una netta distinzione tra la prima parte del romanzo e la seconda, quando Uncino si scopre innamorato di Wendy.

Inoltre sono rimasta shockata, ad esempio, quando Hook si trova a terra ferito, mentre Peter gli punta la pistola alla tempia. «Scorretto, Peter. Non è proprio uno scontro leale» (Tratto dal libro). Quasi a ricordare solo alla fine il codice etico-morale del pirata. È, sì, spietato, ma combatte ad armi pari e, seppur con qualche cavillo tecnico, mantiene sempre la parola data. Qui, invece, prima ne combina di cotte e di crude e poi esordisce con la suddetta frase. Oh, ma andiamo!!!

Altro pezzo che mi ha lasciata perplessa è quando la ragazza viene rapita da James, temporaneamente convinto che lei stia complottando con il padre contro di lui. La rapisce, la tortura, quasi la stupra. Un attimo dopo, invece, capisce il suo errore ed è tutto amorevole e tenero. Non le chiede scusa, eppure lei torna tra le sue braccia. Ecco, questa è la cosa che più mi ha lasciata di sasso. È come voler dire: Wendy è innamorata, quindi perché non dovrebbe perdonarlo? Sono confusa.

Continuano, poi, ad alternarsi qua e là scene di torture e omicidi, esattamente come ci si aspetta dalla criminalità organizzata. Assassinii brutali descritti minuziosamente, taglio dopo taglio. Per me è stato decisamente TROPPO! Eppure, ne ho letti di libri cruenti.

Come potrete aver capito, non è affatto un “e se il cattivo avesse vinto”, perché si allontana drasticamente dall’opera originale. Le situazioni vengono capovolte, la magia scompare e la mafia la fa da padrone. L’intero volume mi ha dato l’impressione di essere un’esaltazione della violenza.

Tuttavia, devo ammettere che ci sono diverse cose che ho apprezzato.

Innanzitutto, la parte erotica, per quanto non condivida certi feticismi (come l’esser soffocati a letto), è stata ben descritta: giusto uso del dirty talk e a tratti risulta parecchio eccitante; per fortuna, almeno nei momenti romantici, la perversione macabra viene accantonata. Inoltre, mi è davvero piaciuto come sia stato sessualmente caratterizzato Hook; è un Dominatore a tutti gli effetti, rigido e rigoroso, non si intenerisce “per amore”, ma mantiene il punto fermo. Certo, ha i suoi momenti dolci, ma ben bilanciati e mai fuori posto. Dieci punti a Serpeverde (no, non può assolutamente essere un Grifondoro per quanto cringe XD) per la coerenza!!!

Molto carini sono stati i giochi di parole e l’uso che la McIntire fa dei nomi originari. Peter, Jon e Wendy hanno il cognome Michaels, quasi a voler accorpare così il terzo fratello qui mancante. Per di più, gli altri nomi delle nemiche di Wendy (Moira e Angela) sono usati per indicare altri due personaggi femminili. È stata una trovata molto simpatica, così come lo è stato il nomignolo che James dà alla ragazza: “tesoro”. In inglese la traduzione sarebbe Darling, ossia il vero cognome dei tre fratelli.

Per concludere, passiamo all’aspetto tecnico. È scritto in prima persona, seguendo alternativamente i POV di Wendy e Hook. L’editing inizialmente prometteva bene, almeno fino a quando (nel terzo capitolo) non sono comparsi i primi refusi e le virgole non sono state messe in posti del tutto casuali (“è successo circa un mese, fa quando ero al bar a prendere una consumazione, e te lo giuro, la folla si è divisa ed eccolo lì” – Tratto dal libro), eppure tutto sommato la lettura scorre piacevole, lo stile è fluido e i congiuntivi sono corretti.

Quindi tirando le somme: bene ma non benissimo, mi auguro che gli altri non siano tutti così, ma immagino lo scoprirò una volta iniziate le letture.

La mia valutazione




Alla prossima
Luce <3


Una visione macabra di me che affondo dentro di lei sopra i resti di Peter e il mio sperma che le gocciola tra le cosce e va a mescolarsi nella pozza di sangue sotto di noi fa sussultare violentemente il mio cazzo, e mi strappa un gemito dalla gola quando mi impugno l’erezione indolenzita” 

lunedì 23 dicembre 2024

Non mi lasciare - serie tv (recensione)

Buongiorno, oggi vi parlo di una serie tv  italiana che potete recuperare su raiplay




Titolo: Non mi lasciare

Paese: Italia

Anno: 2022

Genere: drammatico, poliziesco

Stagioni: 1

Episodi: 8

Durata: 50 min (episodio)

Lingua originale: italiano


Informazioni

Non mi lasciare è una serie televisiva italiana trasmessa in prima serata su Rai Uno dal 10 al 31 gennaio 2022. È diretta da Ciro Visco, prodotta da Rai Fiction in collaborazione con Paypermoon Italia ed ha come protagonisti Vittoria Puccini, Alessandro Roja e Sarah Felberbahum.



Trama

Elena Zonin è una poliziotta che vive a Roma dove si occupa di crimini informatici e in particolare di reati contro l'infanzia, seguendo, con una passione che rasenta l'ossessione, le indagini che riguardano la scomparsa di minori. Un nuovo caso, legato a un’indagine su cui sta lavorando da tempo, la porta a Venezia, la città della sua giovinezza, da cui era fuggita vent'anni prima. Qui ritroverà Daniele Vianello, suo grande amore di allora divenuto nel frattempo vice questore di polizia, e Giulia, la sua migliore amica che Daniele ha poi sposato. L'inchiesta li vedrà lavorare fianco a fianco attraverso Venezia tra le sue meraviglie, gli antichi palazzi, le piccole calli sconosciute, la laguna. La caccia ai criminali li porterà anche nel Polesine tra le nebbie, alla scoperta di segreti nascosti per anni che ora dovranno tornare alla luce. Il passato e il presente tornano quindi ad intrecciarsi mentre si riaprono vecchie ferite e si cerca di superare quello che è stato e di guardare al futuro.




Recensione

Diciamolo subito: la Rai ha avuto sì coraggio nel portare in una fiction da prima serata un tema come quello dell’adescamento dei minorenni e dei pericoli del web. In un’epoca in cui internet è diventato qualcosa di cui siano tutti dipendenti ed a cui tutti ci affidiamo, ricordarci che quella rete nasconde tanti, troppi, angoli bui, non fa mai male. Non mi lasciare parte con queste intenzioni, e fin dal primo episodio mostra i muscoli di una storia che vuole fare leva proprio su questo.

Non mi lasciare recensioneRaiuno vuole sì osare con questa storia, ma al tempo stesso non vuol fare scappare il suo pubblico affezionato. Nel costruire la trama ed i personaggi, quindi, si è dovuto lavorare ad una sorta di compromesso, tra l’affidabilità di un racconto chiaro, con personaggi facilmente identificabili (ed attori altrettanti riconoscibili, in primis la sempre brava Vittoria Puccini) e la volontà di alzare l’asticella del poliziesco della tv generalista, andando oltre il caso di puntata e, soprattutto, l’argomento già visto altrove.

In questo, Non mi lasciare riesce a trovare un equilibrio che non spaventa il pubblico tradizionalista ma riesce anche ad avvicinare i più allergici alla fiction. Certo, qualcosa va lasciato indietro, in particolare una sceneggiatura che a volte deve tirare il freno a mano per non far perdere il filo del discorso, o scene scritte proprio per dare una tregua al pubblico dalla parte crime ed alimentarne una più sentimentale, alternando i due toni nel corso di ogni puntata-


Non mi lasciare

In mezzo, c’è quella che a nostro dire è la vera novità di questa serie: Venezia. Paypermoon Italia si prende così il merito di avere avuto il coraggio produttivo di allestire un set in una città tanto affascinante quanto difficile da gestire logisticamente per delle riprese che durino così tanto.

Un merito condiviso con il regista Ciro Visco, che forse ha avuto il compito più difficile di tutti: raccontare una Venezia che non fosse la Venezia delle gite romantiche, quella delle foto #nofilter da condividere sui social e dei ricordi di una vacanza passata. La Venezia di Non mi lasciare deve rispondere a determinate regole, le stesse seguite da qualsiasi crime che si rispetti, e quindi deve comparire come una città dove il crimine possa vivere e co-esistere con la bellezza.

La mia valutazione




Alla prossima

Luce <3




domenica 22 dicembre 2024

Recensione serie "Prince of Sin", Kerri Maniscalco

 


Autrice: Kerri Maniscalco

Titolo: Il trono dei caduti

Serie: Prince of Sin #1

Prezzo: 22,80  e-book 12,99

Link d'acquisto: QUI


serie "Prince of Sin":

1)Il trono dei caduti

2)Il Trono dei segreti (in uscita prossimamente)

3)?


“«Credete che sia un gentiluomo, Miss Antonius? Scommetto che il vostro cuore batte così forte perché nel profondo sperate che non lo sia.»”


Trama

Invidia è un principe malvagio, spietato, e vuole che tutti lo sappiano. Quando viene coinvolto in un gioco mortale, è deciso a tutto pur di vincere e nulla - enigmi, oggetti maledetti, rivali anonimi - riuscirà a fermarlo. Ma nessuno dei diabolici piani che ha studiato per giungere al successo ha previsto l'arrivo di Camilla Antonius. Pittrice di grande talento, Camilla è finita nella trappola di Lord Phillip Vexley che ora la ricatta senza pietà. Per evitare uno scandalo, la donna è stata costretta a stringere un patto con Invidia, senza immaginare che quell'accordo farà emergere segreti sepolti e accenderà le più peccaminose passioni. Li aspetta un viaggio nel mondo sotterraneo, tra la scintillante corte dei demoni e il lussureggiante impero dei vampiri, cercando di evitare l'insidia più pericolosa di tutte: innamorarsi. Ambientato nello stesso universo della serie "Kingdom of the Wicked", Throne of the Fallen è un romanzo standalone che segna il debutto di Kerri Maniscalco nella letteratura adult, perfetto per chi ama mescolare fantasy, romanticismo e mistero.


“Era una stella e non avrebbe spento la propria luce per paura di oscurare dei miseri mortali.

Ed era più che giusto, dato che quella sera non era destinata a un mortale.

Ma a lui.”


Recensione

Buongiorno; oggi vi parlo del nuovo romanzo di Kerri Maniscalco, ambientato nello stesso mondo della trilogia "Kingdom of the Wicked" (Il regno dei malvagi; il regno dei dannati; il regno delle fiere); se nella trilogia principale, abbiamo conosciuto Ira, adesso a quanto pare, è giunto il momento di conoscere più da vicino Invidia.

Kerri Maniscalco ci riporta nell’affascinante universo dei vizi con Il Trono dei Caduti, primo volume della serie Prince of Sin. Questa volta il protagonista è Invidia, Principe Infernale che, con i suoi modi intriganti e spietati, guida una trama ricca di romanticismo, mistero e tensione. Al suo fianco troviamo Camille, astuta e determinata, con cui instaura un legame profondo e complesso. 

La storia si sviluppa in un crescendo di tensione, tra inganni, pericoli e alleanze, mentre i due protagonisti si muovono in un mondo popolato dai fratelli del Principe e da altri personaggi già presenti nelle precedenti serie della Maniscalco. La trama intreccia romanticismo e mistero, dosando i colpi di scena per mantenere alta la curiosità del lettore. Man mano che i protagonisti affrontano insidie e sfide mortali, cresce la tensione tra Invidia e Camille, una relazione che si fa sempre più centrale e magnetica. Il mix di intrighi, enigmi e suspense è uno degli aspetti più riusciti, che crea un’atmosfera avvincente e intensa. 

La Maniscalco dimostra una crescita evidente nella sua scrittura, offrendoci un romanzo più maturo e scorrevole rispetto alle sue opere precedenti. I personaggi sono ben delineati, ognuno con le proprie sfumature e complessità. In particolare, i Principi Infernali incarnano alla perfezione i vizi che rappresentano, creando un cast affascinante.

Tuttavia, nonostante le premesse promettenti, Il Trono dei Caduti presenta alcune pecche che non possono passare inosservate. Il tentativo di rendere il romanzo più “piccante” si rivela forzato e poco convincente. L’autrice sembra essersi concentrata sul lato “spicy” della relazione tra i protagonisti, ma proprio qui si manifesta uno dei punti deboli della storia. Le scene piccanti, seppur abbondanti, sembrano a volte inserite forzatamente, come se il loro scopo fosse di aggiungere intensità a ogni costo, a scapito della coerenza narrativa. In alcuni passaggi, i termini utilizzati risultano troppo marcati e non ben integrati nel contesto, rendendo queste scene più goffe che intriganti. Questa scelta, a mio avviso, anziché arricchire la narrazione, tende a sminuirne l’impatto e a rallentare il coinvolgimento. 

Uno degli aspetti meglio riusciti è la caratterizzazione dei Principi Infernali, Invidia risulta affascinante e tormentato, un personaggio che seduce non solo per il suo aspetto, ma anche per la profondità delle sue contraddizioni. Camille, dal canto suo, si dimostra scaltra e intraprendente, una figura femminile che sa tenergli testa, rendendo la loro relazione dinamica e appassionante. La loro connessione è costruita con attenzione e, sebbene alcune scene risultino eccessive, la tensione tra loro è palpabile.

In conclusione, Il trono dei caduti è un libro che si lascia leggere e che coinvolge, soprattutto per la sua trama avvincente e ben strutturata. La capacità di Maniscalco di costruire un’atmosfera cupa e seducente è evidente, e i suoi personaggi intrigano. Per chi ama il genere e cerca una lettura appassionante senza pretese troppo alte, resta un buon romanzo, capace di trasportare nel mondo oscuro e ammaliante dei vizi.

In definitiva, una lettura consigliata, ma non un romanzo che resta impresso, una volta concluso.

La mia valutazione

Alla prossima

Luce <3


“Camilla aveva come la sensazione di cadere, di precipitare dal cielo, e lui era la stella a cui si aggrappava con forza mentre il fuoco del loro desiderio illuminava l'intero firmamento.”


“«Tu sei mia.»”





sabato 21 dicembre 2024

Recensione trilogia "L'ombra del corvo", Anthony Ryan

 


Autore: Anthony Ryan 

Titolo: Il canto del sangue 

Serie: L'Ombra del Corvo #1

Prezzo: 18,90 e-book 9,99

Link d'acquisto: QUI


Trilogia "L'ombra del corvo":

1)Il canto del sangue

2)Il signore della torre

3)La regina di fuoco



Trama 

Pochi mesi dopo la morte della madre, l’undicenne Vaelin Al Sorna viene portato da suo padre alla Casa del Sesto Ordine, una confraternita di guerrieri devoti alla Fede, che diventerà la sua nuova famiglia. Sulle prime il ragazzo si sente tradito dal proprio genitore, ma la sua tempra forte lo aiuta ad affrontare l’addestramento severo e le terribili prove a cui tutti i membri dell’Ordine vengono sottoposti. Ma per Vaelin e i suoi fratelli, diventati temibili guerrieri, il futuro ha in serbo molte battaglie in un Regno dilaniato da dissidi e il cui sovrano nutre mire di espansione. E tra segreti e complotti, il giovane dovrà fare i conti con la sua voce interiore, un canto misterioso che lo guida, lo avverte del pericolo, lo rende immune alla fatica, sensibile alle voci della foresta. Il canto è un dono del Buio, può ardere o spegnersi, non proviene da nessuna parte e non può essere insegnato: solo occorre affinarne il controllo, esercitarlo, perfezionarlo. Il canto è Vaelin stesso, il suo bisogno, la sua caccia. E presto gli rivelerà che la verità può tagliare più a fondo di ogni spada.


L’Ordine ha molti fratelli, tutti diversi, tutti che trovano il proprio sentiero nella Fede. Non illuderti che l’Ordine sia pieno di uomini virtuosi, che passano ogni momento libero a prostrarsi per i defunti. Siamo soldati, ragazzo. La vita di un soldato è dura, breve nel piacere e lunga nel dolore. 


Recensione


Il libro, primo di una trilogia già conclusa e perfino tutta tradotta (che io sto ascoltando su audible), parte con un flash-back: Vaelin racconta allo storico Verniers la sua versione dell'invasione all'impero alpirano da lui guidata e, facendo questo, ci ritroviamo risucchiati nel tempo, a quando il temibile e odiato guerriero con cui parla Verniers non era altro che un undicenne spaventato abbandonato dal padre sulla soglia del Sesto Ordine, pronto per essere affinato e temprato in anni di durissimo addestramento.

<< "Acciaio e sangue sono tutto ciò che costituirà il vostro futuro. Capite?">>

Queste le parole con cui vengono accolti Vaelin e i suoi compagni che si dimostreranno veritiere. Nel Sesto Ordine non esiste famiglia e non esiste passato, solo un presente di privazioni e un futuro affilato come una spada. Le prove da superare sono tante, spietate e inflessibili. 
Quella che ci racconta Ryan, però,  non è una storia di odio, ma una storia di fratellanza e solidarietà, la storia di come le difficoltà abbiano indurito ma, allo stesso tempo, unito un gruppo di ragazzi che, altrimenti, molto poco avrebbero avuto da spartire l'uno con l'altro.
Vaelin è l'assoluto protagonista di questo primo libro. Fin dai suoi primissimi anni nell'Ordine capiamo che per lui è riservato un destino speciale, ma anche un pericolo mortale. Molteplici sono le figure che si muovono attorno a lui e molte sono le perdite che fin dall'inizio deve subire, i compromessi a cui deve scendere. Addestrato per essere un mortale guerriero, Vaelin ha in sè qualcosa di più, ma che verrà svelato solo con lo scorrere delle pagine (o della voce narrante).
Accanto a lui troviamo i suoi amici. Tutti sono ben caratterizzati e subito riconducibili alla memoria per qualche aneddoto o peculiarità che li rendono unici e insostituibili. Fra di loro Vaelin spicca come un capo, perché tale è il suo ruolo. Come capo deve addossarsi la responsabilità dei loro destini e di una conoscenza che avrebbe preferito rimanesse segreta.

<< "Il valore di un libro risiede nella conoscenza che contiene, e la conoscenza è sempre una cosa pericolosa.">>

Uno dei personaggi più intriganti è senza dubbio la principessa Lyrna Al Nieren. Bellissima, scaltra, manipolatrice e spietata, è legata a vaelin da un rapporto di odio e amore, desiderio e sfiducia. Spero che nei prossimi libri il suo personaggio assuma più rilevanza e che lei e Vaelin formino una coppia, nonostante la figura di un altro importante personaggio femminile. Ciò che più mi è piaciuto di Lyrna è che è uno degli unici personaggi che riesce a confrontarsi con Vaelin su un piano di parità, che è una donna estremamente intelligente e determinata ad andare oltre il ruolo di procreatrice che la società vorrebbe imporle e che, per perseguire i suoi intenti, sia disposta ad essere bugiarda e spietata a un tempo, mostrandosi temibile quanto il suo formidabile padre, vero ragno tessitore.

Il libro copre un considerevole arco di tempo e si focalizza unicamente su Vaelin, protagonista che, come già detto, non può non conquistarsi un posto nel cuore di ogni lettore. Ryan ci prepara un'ambientazione dal sapore "martiniano", seppur corretta con quella giusta quantità di zucchero da rendermela perfettamente digeribile; il suo stile è quel sapiente dosaggio di umorismo e drammaticità da avvincere il lettore. La storia si chiude quando ancora pochi misteri sono stati svelati e ci lascia con la voglia divorante di proseguire con il secondo e con il terzo, altri due bei mattoncini come piacciono a me. 


La mia valutazione

Alla prossima

Luce <3


Ma la mia gente lo conosceva soltanto con un nome, ed era questo a risuonarmi di continuo nella testa la mattina che lo portarono ai moli: Uccisore di Speranza. Presto morirai e io sarò lì ad assistere. Uccisore di Speranza.