sabato 20 aprile 2024

Recensione serie "Teresa Battaglia", Ilaria Tuti


Autrice: Ilaria Tuti

Titolo: Ninfa dormiente

Serie: Teresa Battaglia #2

Prezzo: 13,30  e-book 9,99

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Serie Teresa Battaglia:

0,5)La ragazza dagli occhi di carta

1)Fiori sopra l'inferno

2)Ninfa dormiente

3)Luce della notte

4)Figlia della cenere

5)Madre d'ossa


La luna era di sangue, quella notte. Era sorta da dietro la cima del Canin in un alone purpureo ed evanescente. Un cattivo presagio, secondo la moglie del taglialegna. Non era stato l’unico. Qualche giorno prima, una capra aveva partorito un cucciolo nero come la pece e con un solo occhio, che aveva morso la madre prima ancora di imparare a respirare. Il taglialegna aveva fatto benedire la stalla e riservato al cucciolo più cure che agli altri animali, perché la saggezza popolare lo consigliava: accendi una candela per Dio e due per il Diavolo, si diceva. Il male bisognava temerlo, ma all’occorrenza anche ingraziarselo.

Trama

Li chiamano «cold case», e sono gli unici di cui posso occuparmi, ormai. Casi freddi, come il vento che spira tra queste valli, come il ghiaccio che lambisce le cime delle montagne. Violenze sepolte dal tempo e che d’improvviso riaffiorano, con la crudele perentorietà di un enigma. Ma ciò che ho di fronte è qualcosa di più cupo e più complicato di quanto mi aspettavo. Il male ha tracciato un disegno e a me non resta che analizzarlo minuziosamente e seguire le tracce, nelle valli più profonde, nel folto del bosco che rinasce a primavera. Dovrò arrivare fin dove gli indizi mi porteranno. E fin dove le forze della mia mente mi sorreggeranno. Mi chiamo Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia specializzato in profiling. Ogni giorno cammino sopra l’inferno, ogni giorno l’inferno mi abita e mi divora. Perché c’è qualcosa che, poco a poco, mi sta consumando come fuoco. Il mio lavoro, la mia squadra, sono tutto per me. Perderli sarebbe come se mi venisse strappato il cuore dal petto. Eppure, questa potrebbe essere l’ultima indagine che svolgerò. E, per la prima volta nella mia vita, ho paura di non poter salvare nessuno, nemmeno me stessa.


Il tempo vale, fugge, cela.Il tempo nasconde sempre qualcosa.Un segreto, un ricordo, una promessa mai mantenuta, il dolore. Si stende sui pensieri e sui sentimenti, languido li ricopre della bruma amabile dell’oblio, mentre li divora senza nemmeno che il loro padrone se ne accorga.Il tempo cela, anche i delitti.Sepolta sotto anni, decenni, di vita brulicante, la morte appare meno mostruosa, non fa paura. Scolora, si spoglia di emozione e viene infine dimenticata, e con essa le sue vittime.

Recensione

“Mi chiamo Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia”. Durante l'audiolettura mi pareva quasi di averla al fianco, una come Teresa Battaglia non si dimentica, fidatevi di me.

Ilaria Tuti è cresciuta come autrice e si nota di capitolo in capitolo, merito probabilmente di una solidissima base fatta di ricerche e testimonianze dirette, che costituisce le fondamenta della trama di “Ninfa dormiente“. Una trama che parte da un quadro, da un mistero antico che affonda le radici in una guerra che continua a lasciarci increduli, fino ad arrivare al cuore del Male, quello con la M maiuscola, mosso da ragioni ancestrali.

Una trama che si arricchisce capitolo dopo capitolo e che si intreccia alle vicende personali di Teresa Battaglia e di Massimo Marini.

La parte più difficile, nel raccontarvi di un romanzo stupendo, dove tutto si incastra alla perfezione e ogni cosa finisce per prendere il suo posto, è il non poter parlare praticamente di niente. Cancelli e riscrivi per paura di farti scappare un dettaglio che potrebbe rovinare la lettura del libro, anche se sai che è impossibile dato che “Ninfa dormiente” è davvero stupendo…

Il talento di Ilaria Tuti sta nel prendere un evento, un fatto, e descriverlo con parole talmente forti da dubitare che qualcun altro lo abbia fatto prima di lei. Ci sono parecchi punti che mi hanno fatta crollare: tutti i confronti tra Teresa e Massimo sono, in “Ninfa dormiente“, di una forza emotiva incredibile.

Mi è sembrato di essere lì mentre si scambiavano l’ennesimo sguardo di intesa o qualche battuta al vetriolo; mi sono quasi sentita inopportuna mentre si aprivano, raccontandosi come non avevano mai fatto nemmeno con se stessi; mi sono commossa quando le loro fragilità stavano per farli crollare e si sono salvati un attimo primo del buio.

Il loro rapporto cresce, si modifica, serve a tratti ad alleggerire la tensione, ma anche a regalare al lettore pagine molto intense. Sono loro che riescono sempre a mettersi sulle tracce del Male, con caparbietà e arroganza; sono loro i peggiori giudici delle proprie azioni, i peggiori consiglieri. Sono loro che non avrebbero dubbi in caso di “scelta”, sono lo specchio dell’altro, in un continuo gioco di rimandi e di completamento. Mi sono piaciuti tutti i loro discorsi, ma questo è quello che mi è rimasto impresso:

Massimo le porse una caramella. Teresa la accettò guardandolo stupita, mentre lui scartava la sua.
“Fanculo il controllo” le disse.
“Fanculo il controllo”.

Ovviamente tra loro due qualche passo in avanti viene fatto, ma c’è ancora dell’altro che non è stato del tutto chiarito, o quantomeno, discusso. Entrambi in “Ninfa dormiente” devono fare i conti con il proprio passato per affrontare il futuro, ma è Teresa ad avere il presente più difficile. Un presente che le mangia i ricordi, le toglie le parole di bocca e le lascia continui dubbi. Gli stessi che vengono al lettore nelle ultimissime pagine del libro, che allo stesso tempo rappresentano un appiglio per il prossimo romanzo, che sto già ascoltando.

Il talento narrativo di Ilaria Tuti in questo suo secondo romanzo si declina anche nelle descrizioni delle ambientazioni, così vivide da risultare vibranti. C’è sempre un particolare su cui l’autrice attarda il suo sguardo, per poi riempirlo di senso e caricarlo di suggestioni. È impossibile non lasciarsi coinvolgere o non sentirsi avvolti. Anche in “Ninfa dormiente” il bosco assume tutta la simbologia di cui è piena la letteratura, mescolando nascita e morte, luce e buio, in un gioco che non è più di opposti, ma di rimandi, e per questo “circolare”.

Ultimo appunto per un nuovo personaggio, Blanca. Promossa a pieni voti, sono certa che anche lei ha una storia da raccontare (compare troppo poco), ma non voglio metterle fretta. Ormai è entrata in famiglia, Teresa Battaglia sarà lì per lei quando ne avrà bisogno.

E noi con lei. Chi se la può perdere la sua prossima indagine?


La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3

«I poliziotti devono fare irruzione in una casa per arrestare un criminale’» lesse. «’L’unica informazione di cui dispongono è il suo nome: Adamo. Quando entrano, trovano un meccanico, un pompiere, un medico e un idraulico che giocano a carte. Arrestano senza esitazione il meccanico. Perché?’»Marini la guardò come se fosse pazza. «Se voleva spaventarmi, ci è riuscita» disse.Teresa doveva concentrarsi sul rebus per richiudere il buco nero nella sua testa che sembrava volerla consegnare all’oblio assieme ai ricordi. Calma il respiro. Diventa più metodica. Vinci il vuoto. Artigliò il braccio di Marini. «Ahia!»
«Perché?» lo incoraggiò, ed era come spronare se stessa. «Perché vanno subito da lui?»
Marini alzò gli occhi al cielo. «Non lo so! Avranno avuto qualche altro indizio.»
«Nessun indizio. Nessuna informazione che non ti abbia dato.»
Lui sbuffò. «Aveva una X stampata sulla fronte?» ironizzò. Teresa mollò la presa, fece qualche passo. Rifletté, poi, con un sorriso di sollievo, lo guardò. «Sì, aveva proprio una X stampata in faccia. Precisamente, XY.»
«Sta vaneggiando, se ne rende conto?»
Teresa scoppiò a ridere.

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