venerdì 19 aprile 2024

Recensione serie "Teresa Battaglia", Ilaria Tuti

 

Autrice: Ilaria Tuti

Titolo: Fiori sopra l'inferno

Serie: Teresa Battaglia #1

Prezzo: 16,05  e-book 9,99

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Serie Teresa Battaglia:

0,5)La ragazza dagli occhi di carta

1)Fiori sopra l'inferno

2)Ninfa dormiente

3)Luce della notte

4)Figlia della cenere

5)Madre d'ossa

"Teresa fissò il crocifisso che gli pendeva al collo.
Evitò di dirgli che gli assassini erano figli del suo Dio tanto quanto i santi, e venivano alla luce ovunque, anche a Traveni"


Trama

«Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell’orrido che conduce al torrente, tra le pozze d’acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l’esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l’inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa.
Sono un commissario di polizia specializzato in profiling e ogni giorno cammino sopra l’inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall’età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l’indagine.
Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura.»

Questo non è soltanto l’esordio di una scrittrice di grandissimo talento.
Non è soltanto un thriller dal ritmo implacabile e dall’ambientazione suggestiva.
Questo è il debutto di una protagonista indimenticabile per la sua straordinaria umanità, il suo spirito indomito, la sua rabbia e la sua tenerezza.


La paura, spesso,fa la differenza tra vivere e morire. Salva.


Recensione

Poco fuori Travenì, sul limitare della foresta millenaria sovrastata da cime innevate e pareti rocciose a strapiombo, viene ritrovato il cadavere di un uomo, completamente nudo e privato degli occhi, gli organi di senso che hanno il compito di scoprire il mondo, osservarlo e misurarlo. Con i suoi vestiti è stato realizzato uno spaventapasseri che, a qualche metro di distanza, si gode la scena del ritrovamento. Uno spettacolo macabro e raccapricciante con cui dovrà fare i conti il sessantenne commissario Teresa Battaglia, una ferocia che non è destinata a fermarsi ma che si ripercuoterà in tutta la sua brutalità anche sulle vittime che seguiranno. Non un normale caso di omicidio, ma frutto della psicosi di un assassino, un killer che non lascia tracce, che sa come muoversi in quel posto reso candido dalla copiosa quantità di neve che ricopre ogni cosa come un vello.

Ho iniziato a leggere questa saga, DOPO aver visto la serie tv (recensione QUI). 
La Tuti ci regala una storia interessante, ben scritta e strutturata, incalzante il giusto con un ritmo e uno stile narrativo scandito da pause che comunque non invalidano in alcun modo la lettura in generale: il lettore ha bisogno di quelle interruzioni per metabolizzare e riflettere sui vari tasselli che vengono disseminati, durante il corso della narrazione, con sapiente maestria.
La scia di omicidi e sparizioni si dipana nel presente ma affonda le proprie radici nel passato, un passato che viene introdotto grazie a capitoli che, a partire dal 1978, ci raccontano di una Scuola, sospesa tra le vette aguzze e le acque di un lago, una costruzione sbagliata, fuori luogo, carica di segreti, ammantata di mistero, frutto del capriccio di una nobiltà non disposta ad accettare i limiti. Un luogo che richiede devozione, devozione che presuppone ed implica una qualche rinuncia.



Eppure, accanto alla ferocia e alla brutalità, la Tuti è in grado di raccontare con estrema delicatezza le emozioni umane e per farlo si serve di un commissario, una donna, Teresa Battaglia.
Con un cognome che calza a pennello con il personaggio e che lascia intendere anzitempo al lettore di che pasta sia fatta, Teresa appare, ad una prima occhiata, burbera ma fortemente empatica, razionale e al contempo istintiva. Attenta osservatrice e sicuramente avvezza al clima che circonda lei e la sua squadra, ha sviluppato la capacità di riuscire, con pochi dettagli, a fare un quadro completo ed abbastanza preciso e veritiero circa l'assassino, le sue abitudini e il suo vissuto. Tuttavia il caso che dovrà affrontare risulterà ben più complesso e articolato perché la porterà a combattere battaglie personali con il proprio presente ma, soprattutto, con il proprio passato, conducendola laddove non si era mai spinta, a superare i limiti fisici e psichici.

Sul suo personaggio l'autrice ha compiuto un lavoro eccellente facendola emergere rispetto agli stereotipi che caratterizzano figure femminili del suo calibro e rendendola interessante agli occhi del lettore. Ne risulta una personalità complessa, volitiva. Custode di un segreto, Teresa, ormai sessantenne, è scesa a patti con la solitudine, coinquilina discreta che ha imparato ad assorbire, giorno per giorno, a piccole dosi, proprio come si fa con i veleni, in modo da rendere la propria anima invulnerabile ai suoi attacchi. Aiutata dal tempo a liberarsi della tristezza, compagna silente per gran parte della sua vita, Teresa ha imparato a gestire il dolore, un fardello necessario da trascinarsi dietro per non rinunciare ai ricordi. Eppure, costretta a diventare la guardiana di se stessa, con l'avanzare dell'età che non perdona, si ritroverà a fare i conti con il suo incubo peggiore: dipendere da qualcun altro perché incapace di provvedere a se stessa e agli scherzi della memoria. Ed è a questo punto che emergeranno la sua forza e la sua determinazione, la voglia irrefrenabile, nonostante tutto, di lanciare il proprio corpo alla ricerca di tracce, di usare ogni energia rimasta per portare a termine il proprio lavoro.
Ad ostacolarla una comunità chiusa e bigotta, poco collaborativa e che tende a proteggere il gruppo e il suo equilibrio in quanto tale piuttosto che il singolo individuo.



Scrivere un buon thriller non è semplice ma, al suo esordio, la Tuti dimostra di avere tutte le carte in regola per centrare il bersaglio: una grande padronanza della materia ed una maturità stilistica che le permettono di mantenere alta l'attenzione del lettore e di far trasparire quel senso di umanità che caratterizza il romanzo nella sua interezza. Umanità che si riflette anche nella visione e nella comprensione del male e di quel killer che, da carnefice, si trasforma in vittima. Complici di tutto ciò una protagonista impareggiabile, ed una cornice paesaggistica descritta in maniera talmente attenta e dettagliata da far sentire il lettore completamente coinvolto e avvolto da un'atmosfera cupa in cui è la natura a farla da padrona. Tutte queste caratteristiche rendono il romanzo estremamente godibile, una lettura davvero interessante per gli amanti del genere e proprio per questo motivo estremamente consigliata!


La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3


C'era qualcosa di iniquo tuffarsi nella quotidianità, quando il corpo straziato di un'altro essere umano veniva chiuso tra pareti d'acciaio dentro un obitorio.
la gente muore ogni giorno, ricordò a se stessa Teresa.
Era vita sotto altra forma. Esserne testimone, però, era scomodo. Significa godere dei propri respiri quando qualcun'altro piangeva chi aveva cessato di esalarli.
Ineluttabile e crudele: umano.



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