martedì 31 dicembre 2024

Recensione serie "Blackwater", Michael McDowell

 

Autore: Michael McDowell

Titolo: La casa

Serie: Blackwater #3

Prezzo: 9,40  e-book 4,99

Link d'acquisto: QUI


Serie Blackwater:

1)La piena

2)La diga

3)La casa

4)La guerra

5)La fortuna

6)La pioggia


Era nata poco più di dodici mesi prima della sorella minore, ma per maturità sembrava sopravanzarla di anni interi. Cresciuta con la nonna e la zia Sister, finché quest’ultima e il marito avevano traslocato, Miriam era stata coccolata, viziata e vezzeggiata in ogni momento di veglia dei suoi sette anni di vita. Questa tendenza a indulgere nei suoi confronti si era accentuata dopo il 1926.(…) Era alta e snella come tutti i Caskey, e indossava sempre i migliori abiti alla moda per l’infanzia. Era una bambina ordinata e puntigliosa; parlava quasi di continuo, ma mai a voce alta


Trama

1928, Perdido. Il clan Caskey è dilaniato dalla spietata lotta tra Mary-Love ed Elinor. Ma all'orizzonte si allungano altre ombre: sui legami, sui patrimoni, sulle anime. E le ripercussioni varcheranno i confini dell’immaginazione. Da quando Elinor ha preso possesso della casa più bella di Perdido, negli angoli bui della magione allignano ricordi spaventosi che, come ragni instancabili, tessono tele mortali.


Era molto diversa. Mentre la sorella era energica, robusta, e animata dalla tensione nervosa, Frances sembrava avere un debole controllo sul proprio corpo e sulla propria salute. Cadeva vittima di raffreddori e febbri, con una facilità preoccupante; sviluppava allergie e brevi malattie di causa indefinibile. Aveva un’indole timida.

Recensione

Siamo a Perdido, in Alabama, nel 1919. È la domenica di Pasqua ma c'è poco da festeggiare: la cittadina, infatti, a seguito di un'alluvione è stata sommersa dalle acque dell'omonimo fiume. Un'acqua scura, putrida e stagnante logora ogni cosa. Protagonisti della storia sono i Caskey, una famiglia di ricchi proprietari di boschi e segherie, guidati dalla matriarca Mary-Love. Una donna forte, scontrosa, possessiva e determinata a cui nessuno, fino a quel momento, riesce a tener testa. Ma, oltre a questo tragico fatto, a scombussolare tutta la loro vita è anche il ritrovamento, presso l'Osceola Hotel, di una misteriosa donna dai capelli ramati, apparsa all'improvviso, che s'insinuerà ben presto nella vita dei Caskey, in particolare nel cuore del devoto figlio di Mary-Love, Oscar. Elinor Dammert, questo il suo nome. Ma chi è veramente? Perché non si sa nulla di lei? Quale oscuro passato cela? Elinor sarà l'unica a riuscire a opporsi a Mary-Love, scatenando sin da subito una serie di lotte e scontri all'interno della famiglia, che proseguiranno anche per i successivi anni, fino ad arrivare al 1958 con un'altra alluvione, come un cerchio che si chiude. 

Durante tutti quegli anni assisteremo a diversi mutamenti: dalla creazione di una diga tesa ad arginare la potenza distruttiva dei due fiumi, il Blackwater e il Perdido, a una serie di matrimoni, morti, nuove vite, separazioni e unioni, allontanamenti e ritorni. Non mancherà una forte componente soprannaturale, ma anche la violenza descritta spesso in maniera così dettagliata da lasciarti senza fiato. Come dicevo, infatti, ci sono anche alcune descrizioni piuttosto splatter di cui tener conto, e che a me hanno anche un bel po' disgustato (non amando questo aspetto, ma trovandolo comunque adeguato alla narrazione).

Dopo gli effetti della Seconda Guerra Mondiale, ci sarà un periodo di fortuna che porterà ancora più soldi nelle casse della famiglia Caskey. Non mancano poi una casa inquietante, morti strane e misteriose, e acque rossastre e melmose pronte a portare via anche corpi di innocenti (e non solo). 

Ma in quel brevissimo istante Frances Caskey aveva visto una faccia emergere lentamente dalla superficie; era larga e color verde pallido, con gli occhi sporgenti e senza naso. E, per quanto mostruosa, qualcosa in quella faccia le era familiare.

Blackwater è sicuramente una saga che è riuscita a intrattenermi benissimo, che mi è piaciuta molto pur non ritenendola un capolavoro. Alcuni aspetti, forse, potevano essere maggiormente chiariti, ma forse l'autore ha volutamente deciso di giocare con una sorta di ambiguità, lasciando un senso di mistero soprattutto su questa figura chiave, che per me - nel bene e nel male - resta il personaggio migliore: Elinor. 

Un altro aspetto che ho molto amato è la presenza di numerose donne forti, indipendenti, coraggiose, a volte anche eccessive nei loro comportamenti, capaci di manipolare gli uomini a loro piacimento e seguendo i loro scopi. Effettivamente, gli uomini presenti non hanno un carattere così forte: anzi, appaiono soprattutto sottomessi alle rispettive madri, mogli e figlie, con caratteri piuttosto deboli, o in altri casi mossi da una violenza indicibile. 

La domanda che, però, resta sempre in sospeso è: chi è il vero mostro? Chi il vero cattivo? 

C'è da essere sinceri, queste figure femminili hanno caratteri davvero assurdi, strani, a volte ben poco rispettosi degli altri. Eppure, tramite questi personaggi con le loro ombre e le loro luci, l'autore riesce anche a scatenare una serie di risate, accanto ai momenti di forte tensione e descrizioni capaci di lasciarti con il fiato sospeso. 

La serie è composta da sei volumi (seguendo quello che era stato il volere dell'autore per la prima pubblicazione): 

  1. La Piena
  2. La Diga
  3. La Casa
  4. La Guerra
  5. La Fortuna
  6. Pioggia

Se volete, attualmente si può trovare anche un cofanetto - sempre opera del medesimo illustratore - che li racchiude tutti.

Quello che più mi ha coinvolto in assoluto e scatenato forse una maggior “ansia”. Tra i personaggi, oltre a Elinor, restano sicuramente impresse l'arcigna Mary-Love, ma anche le due figlie di Elinor, Frances e Miriam, come se fossero una sorta di riflesso delle due 'Matriarche'. Ad essere del tutto sincera, forse è proprio Miriam quella che ha il miglior sviluppo narrativo. Inizialmente appare molto odiosa, sulla scia della nonna Mary-Love che l'ha cresciuta viziandola parecchio, ma poi riesce pian piano a insinuarsi, a suo modo, nel tuo cuore. Anche Grace mi è piaciuta molto!


E la casa aveva anche un odore particolare, un misto della sabbia cotta dal sole che la circondava, dell'argilla rossa dell'argine, del Perdido che scorreva oltre il terrapieno, dell'umidità trattenuta dalle mura spesse e dalle stanze grandi e buie, dei cibi preparati da Zaddie in cucina, e di qualcosa che era arrivato quand'era vuota e non se n'era mai andato.

Concludo con una menzione speciale per le bellissime copertine illustrate da Pedro Oyarbide: non guardatele in maniera superficiale. Oltre a essere, a mio avviso, davvero splendide, troverete tantissimi indizi su quello che ogni volumetto racchiude al suo interno. Osservate con attenzione ogni singolo elemento, anche quelli sul dorso, ma attenzione ai possibili spoiler! 

Insomma, Blackwater per me è stata una storia che è riuscita a intrattenermi splendidamente, che mi ha avvinghiata alle sue pagine senza darmi quasi il tempo di respirare. Mi ha totalmente coinvolta, ammaliata dai personaggi - soprattutto femminili! - e rapita dallo scorrere dei due fiumi, le cui acque nascondono misteri tutti da scoprire. È una storia che mi ha sorpreso, a tratti spiazzato, ma anche fatto ridere in più di un'occasione, ma non mancano anche dei momenti forse un po' più emotivi, o scelte che fanno male e non sempre si riescono a comprendere. Una saga ambigua, strana, densa di mistero ma anche di rapporti familiari un po' controversi, che mi sento sicuramente di consigliare e sono felice di aver letto! Non qualcosa di perfetto, per me, ma sicuramente difficile da mettere giù!

Acqua nera, è da lì che vieni. Acqua nera, e lì tornerai.

La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3


Ma in quel brevissimo istante Frances Caskey aveva visto una faccia emergere lentamente dalla superficie; era larga e color verde pallido, con gli occhi sporgenti e senza naso. E, per quanto mostruosa, qualcosa in quella faccia le era familiare.

lunedì 30 dicembre 2024

Recensione serie "Blackwater", Michael McDowell

 


Autore: Michael McDowell

Titolo: La diga

Serie: Blackwater #2

Prezzo: 9,40  e-book 4,99

Link d'acquisto: QUI


Serie Blackwater:

1)La piena

2)La diga

3)La casa

4)La guerra

5)La fortuna

6)La pioggia


Mary-Love decise che Elinor non era stata abbastanza umiliata, e si mise in cerca di un modo per annientare la nuora.

Trama

1922. Mentre Perdido si sta riprendendo dalla devastante inondazione, la costruzione di una diga è l'unico baluardo possibile contro la furia dell'acqua. Ma il cantiere riversa sulla cittadina il suo carico di imprevisti: la rivolta degli operai, il capriccio delle correnti, il mistero di alcune sparizioni. La matriarca Mary-Love si scontra con Elinor, ora parte della famiglia Caskey. Macchinazioni, alleanze innaturali, sacrifici: a Perdido i mutamenti saranno profondi, le conseguenze irreversibili. La lotta è appena cominciata.


“Così senza nemmeno parlarne con James, decise di rovinate la perfezione della gioia di Grace. Sua nipote avrebbe imparato che era lei, Mary-Love, l’unica fonte di felicità della famiglia Caskey”


Recensione

La vicenda che si svolge nella cittadina di Perdido è a dir poco straziante. La città, ancora in preda alla devastazione causata dall’alluvione del primo libro, sembra avere come unica speranza la costruzione di una diga per proteggersi dalle acque impetuose. Tuttavia, questa soluzione non sembra incontrare il favore di molte forze oscure, che si stagliano come un’ombra minacciosa sull’orizzonte.

La Diga- blackwater 2 - Le Tazzine di Yoko

Le tensioni sono palpabili, con lavoratori in sciopero, correnti misteriose e addirittura alcune sparizioni. L’autore Michael McDowell, maestro nell’arte di creare atmosfere tese e sinistre, ci trascina nel cuore della vicenda con la sua prosa coinvolgente. Non ci resta che aggrapparci alle pagine e immedesimarci nella comunità di Perdido.

I personaggi sono tutti ben caratterizzati e realistici, ciascuno con le proprie debolezze e segreti. In particolare, ho apprezzato molto la profondità con cui McDowell ha esplorato il conflitto tra gli operai e la compagnia che sta costruendo la diga. Non c’è una facile soluzione a questa situazione, e l’autore ha saputo creare una tensione palpabile tra i due gruppi.

Ma la vera sorpresa di “La diga” è la sua abilità di sorprendere il lettore. In diversi momenti, pensavo di avere capito cosa stava accadendo, solo per essere poi smentita poco dopo. Questa capacità di McDowell di mantenere la suspense fino all’ultima pagina è una delle sue grandi qualità come autore.

In generale, “La diga” è un libro eccellente, che consiglio a chiunque ami il genere horrorMichael McDowell è uno scrittore di grande talento, capace di trascinarci in un mondo oscuro e affascinante e di tenere il lettore incollato alle pagine fino all’ultima parola. Se hai già letto il primo libro della serie, non puoi perderti “La diga”.

Che dire, dopo aver letto “La diga” di Michael McDowell sono rimasta completamente incantata. Questo secondo capitolo della serie Blackwater non delude le aspettative, anzi le supera di gran lunga.

In particolare ho amato come Sister riesca ad ingannare Mary-Love per potersi sposare con Early Haskew, allungando la lista delle persone in grado di tenere testa all’odiosa matrona.

La diga si conclude in modo magistrale: Frances scopre che la propria casa è infestata da una entità maligna e  impaurita attende il ritorno dei suoi genitori per poter varcare la soglia della propria abitazione, un grande preludio al terzo capitolo di questa saga, intitolato proprio : La Casa.


La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3


Aveva vagato all’interno di un incubo, ne era uscita indenne e subito dopo era stata sopraffatta da un sonno senza interruzioni








domenica 29 dicembre 2024

The White Queen - miniserie tv- Amazon Prime Video (recensione)

Buongiorno, oggi vi parlo di una miniserie che potete trovare su Amazon Prime



Titolo: The White Queen

Paese: Regno Unito

Anno: 2013

Formato: miniserie tv

Genere: drammatico, in costume, sentimentale, fantasy, storico

Puntate: 10

Durata: 58-64 minuti (puntata)

Lingua originale: inglese


Informazioni

The White Queen è una miniserie televisiva britannica, trasmessa dal 16 giugno al 18 agosto 2013 sul canale BBC One. È basata sui romanzi La regina della rosa bianca, La regina della rosa rossa e La futura regina appartenenti alla serie The Plantagenet and Tudor Novels di Philippa Gregory.

Ambientata durante la guerra delle due rose, la serie si focalizza su tre donne coinvolte nel lungo ed estenuante conflitto per il trono d'Inghilterra: Elizabeth Woodville (la regina della rosa bianca), Margaret Beaufort (la regina della rosa rossa) ed Anne Neville (la futura regina).

Nel 2017 è stata trasmessa The White Princess, una miniserie sequel con protagonista Elisabetta di York.



Trama

Le vicende narrate si svolgono a partire dal 1464, gli York e i Lancaster sono in guerra per il trono di Inghilterra. Elizabeth, vedova e con due figli da mantenere, si ritrova senza più alcun potere e possedimento quando gli York salgono al potere. Per permettere ai propri figli di seguire una vita dignitosa, affronta il re Edoardo IV che cade nella trappola e si innamora perdutamente della giovane protagonista. I due, infatti, si sposano segretamente nonostante il contrario parere di Lord Warwick, più interessato al potere che ai sentimenti del re. Ma Lord Warwick è in buona compagnia, anche Anne e Margaret faranno di tutto pur di allontanare Elizabeth dal trono.




Recensione

Questa serie è molto particolare perché si basa sul punto di vista femminile e parla di tutti gli intrighi di corte orditi dalle donne Woodville e da Margaret Beaufort ovvero la Regina della Rosa Bianca, dalla futura sovrana d’Inghilterra e dalla Regina della Rosa Rossa.

La storia inizia con Elizabeth una giovane vedova con due figli (il marito viene ucciso per mano del Re in uno scontro per il potere tra i Tudor e gli York) che, secondo il consiglio della madre Lady Jacquetta Rivers (una donna dai poteri magici che ha tramandato alla figlia), si appresta a incontrare il giovane Re Edoardo IV per aver la restituzione dei suoi possedimenti.

Personalmente, non avevo guardato il cast e non sapevo chi avrebbe interpretato il re, per cui sono rimasta piacevolmente sorpresa di vedere subito il bel viso di Max Irons, che ha una bellezza pari a quella del padre, ma forse solo un po’ di eleganza in meno.

Edoardo da buon “Don giovanni”, al suo solito, vedendo una gran bella donna tenta di sedurla, per fare colpo su di lei accetta di incontrarla a casa sua di fronte ai fratelli e al padre per concedergli di nuovo il possesso dei suoi beni. Facendo così, riesce a portarsela a letto (tranquilli le scene di sesso non sono così esagerate anche se si vede il bel lato b di Max più volte).

Quello che però i due ragazzi non s’immaginano è di innamorarsi perdutamente tanto che il giovane sovrano contro ogni consiglio decide di sposarla anche se lei non è nobile di nascita.

I due giovani formeranno una solida e numerosa famiglia (lei è sempre incinta!) e saranno i nonni di Enrico VIII.


Benché molto innamorato di sua moglie, Edoardo dopo poco tempo inizia a tradirla (sarà un gene di famiglia quello di ragionare con il pene? Sappiamo già da chi ha preso Enrico :P )

Gli anni passano, ma non sempre serenamente per la giovane coppia e Margaret Beaufort continua a tramare per mettere sul trono il figlio Enrico (VII) avuto da Edmondo Tudor.

Ma se Elisabetta deve combattere con la madre del futuro re, Edoardo deve guardarsi le spalle dai fratelli George, Richard e soprattutto da colui che l’ha cresciuto e guidato, Lord Warwick, sempre pronti a tramare nell’ombra contro Elisabetta.

Siete curiosi di vedere questa bellissima coppia?

Qui sotto trovate il trailer:


Serie super consigliata, seppur a volte lenta e scura. Ho apprezzato molto i costumi e le acconciature, per quanto riguarda la veridicità della storia si sa che ha delle falle ma è tratta dai romanzi di Philippa Gregory, che io non ho letto. A mio parere promossa a pieni voti.

La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3



sabato 28 dicembre 2024

Recensione serie "Blackwater", Michael McDowell

 


Autore: Michael McDowell

Titolo: La piena

Serie: Blackwater #1

Prezzo: 9,40  e-book 4,99

Link d'acquisto: QUI


Serie Blackwater:

1)La piena

2)La diga

3)La casa

4)La guerra

5)La fortuna

6)La pioggia


Era profondamente sollevato che fossero le donne a gestire quella situazione tanto complessa – in qualche modo loro ci riuscivano sempre – però avrebbe desiderato che fossero un po’ più chiare riguardo la parte scritta per lui nel copione di quel piccolo dramma.

Trama

Nel 1919 le acque nere del fiume sommergono la cittadina di Perdido in Alabama. I ricchissimi Caskey, proprietari di boschi e segherie, devono fronteggiare il disastro provocato dalla furia dell’acqua. Ma il clan, capeggiato dalla potente matriarca Mary-Love e dal figlio devoto Oscar, dovrà anche fare i conti con un’apparizione sconvolgente.

Dalla città sommersa compare Elinor, una donna dai capelli rossi e un passato misterioso che sembra volersi insinuarsi nel cuore dei Caskey.

Primo episodio della saga bestseller dell’autore amato da Stephen King.





Il tanfo dell’alluvione sembrava voler ristagnare per sempre. Anche dopo che le case furono liberate dalla melma e le pareti scrostate; dopo che furono acquistati nuovi tappeti, mobili e tendine e tutto ciò che era stato danneggiato fu portato all’esterno e bruciato; dopo che i giardini furono sgomberati dai rami divelti e dalle carcasse putrescenti degli animali, e che l’erba aveva ripreso a crescere; persona allora, salendo le scale per andare a coricarsi, gli abitanti di Perdido si fermavano con una mano appoggiata alla balaustra, e sotto il profumo del gelsomino e delle rose rampicanti della veranda, sotto l’odore intenso degli avanzi in cucina, addirittura sotto l’amido dei loro colletti, sentivano ancora il fetore dell’alluvione.



Recensione



La piena Blackwater I, come suggerisce il titolo, è il primo volume della saga di Michael MCDowell (Neri Pozza). Sono caduta anche io nel vortice di questa storia familiare sui generis. Il primo volume, che mi ha convinto principalmente per la copertina lo ammetto, è destabilizzante, di horror non ho trovato la benché minima traccia, quindi non capisco perché lo abbiano etichettato così :D 

L’inizio de La piena è la parte che mi ha convinto di più. Perdido è stata sommersa dall’acqua, il fiume non ha avuto pietà e per giorni ha inghiottito tutto… anche la signorina Elinor Dammer. Elionr viene trovata in una camera d’albergo, infreddolita ma certo non impaurita da alcuni abitanti di Perdido che la guardano con sospetto e qualcuno con ostitlità. Come ha fatto a sopravvivere durante i giorni della piena?

Se lo chiedono tutti gli abitanti, soprattutto perché di Elionr non si sa nulla, quasi come se non avesse un passato. Arrivata lì per insegnare, si è trovata nel bel mezzo di un incubo.

Perdido, in Alabama, è una città in cui gli uomini lavorano alla segheria, mentre le donna tengono le redini di ogni cosa:

Era profondamente sollevato che fossero le donne a gestire quella situazione tanto complessa – in qualche modo loro ci riuscivano sempre – però avrebbe desiderato che fossero un po’ più chiare riguardo la parte scritta per lui nel copione di quel piccolo dramma.

In questo primo volume intravediamo quelle che saranno le protagoniste: Elinor, che ha perso i documenti ma ha le idee ben precise sul suo futuro, e Mary Love, madre di Oscar. Una donna forte abituata a decidere per tutti e ad averla sempre vinta. Oscar è abituato solo a lavorare e ad obbedire… ah la vecchia storia tra suocera e nuora vi ricorda qualcosa?

Ma al di là dei rapporti famigliari,  il fiume spaventa ogni abitante della città, non si può dire lo stesso per la maestra che vicina alle sua acque pare rinascere, calmarsi. Chi è davvero Elinor?

Ho apprezzato molto lo stile, all’inizio così crudo e suadente allo stesso tempo, mi è piaciuta anche l’aria di mistero che avvolge  tutto il volume. Il ritmo però promette di essere lento e questo può essere un pregio o un difetto a seconda dei punti di vista. Le descrizioni della paura e dell’alluvione sono memorabili ed è quello che senza tante indecisioni mi ha fatto innamorare:

Il tanfo dell’alluvione sembrava voler ristagnare per sempre. Anche dopo che le case furono liberate dalla melma e le pareti scrostate; dopo che furono acquistati nuovi tappeti, mobili e tendine e tutto ciò che era stato danneggiato fu portato all’esterno e bruciato; dopo che i giardini furono sgomberati dai rami divelti e dalle carcasse putrescenti degli animali, e che l’erba aveva ripreso a crescere; persona allora, salendo le scale per andare a coricarsi, gli abitanti di Perdido si fermavano con una mano appoggiata alla balaustra, e sotto il profumo del gelsomino e delle rose rampicanti della veranda, sotto l’odore intenso degli avanzi in cucina, addirittura sotto l’amido dei loro colletti, sentivano ancora il fetore dell’alluvione.


Destabilizzante. La voglia di andare avanti c’è. I volumi sono sei, io per fortuna ho iniziato che sono usciti tutti, anche se in biblioteca, per paura non potesse piacermi, ho preso solo i primi 3; ma credo che quando tornerò dalle vacanze, prenderò anche gli ultimi. Cosa succederà alle famiglie e alla città? Il fiume le punirà ancora? Cosa nasconde Elinor? Queste sono solo alcune delle domande che affollano la mente durante la lettura. L’autore è bravo a caricare la tensione come una molla e a farla esplodere nel finale. La voglia di andare avanti non si fermerà, questo è sicuro.

Consigliato per chi è in cerca di una saga familiare dai contorni gotici, per chi vuole staccare la testa ed è in cerca di leggerezza. Blackwater fa quello che promette: distrae. Le ore in compagnia di Elinor passano in fretta e anche noi veniamo attratti dalle acque del Perdido, chissà cosa si nasconde sul fondo…

Ovviamente sono stata molto sintetica perché il volume è breve, ed è difficile giudicare una saga da un capitolo, ma arriveranno anche le altre recensioni, tranquilli!


La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3





"Davanti a lui c'era il punto in cui l'acqua rossa del Perdido e quella nera del Blackwater si incontravano, lottavano l'una contro l'altra e poi venivano entrambe risucchiate dal turbine del gordo che vorticava nel mezzo [...] L'acqua le scorreva accanto impetuosa, eppure lei restava immobile, come se fosse bloccata da qualcosa; in quel punto, però, il letto del Perdido era profondo, senza intralci a ostacolarne il percorso."

venerdì 27 dicembre 2024

Dune prophecy - serie tv (Recensione)

Buongiorno, oggi vi parlo della serie tv "Dune: prophecy"


Titolo: Dune prophecy
Paese: Stati Uniti d'America
Anno: 2024-in produzione
Formato: serie tv
Genere: azione, drammatico, fantascienza
Stagioni: 1
Episodi: 6
Durata: 62 min (episodio)
Lingua originale: inglese


Informazioni
Dune: Prophecy è una serie televisiva statunitense, prequel del film Dune del 2021 diretto da Denis Villeneuve basato sull'omonimo romanzo di Frank Herbert. La serie, tratta dal romanzo del 2012 Sisterhood of Dune di Brian Herbert e Kevin J. Anderson debutterà su HBO il 17 novembre 2024.





Trama
Le vicende sono ambientate circa 10.000 anni prima dei fatti riguardanti Paul Atreides, poco dopo il Jihad Butleriano, e racconta i primi anni della sorellanza Bene Gesserit attraverso la storia di Valya Harkonnen e sua sorella Tula




Recensione

Se si pensa alla saga di Dune di Denis Villeneuve, la prima cosa che viene in mente è l'incredibile impatto visivo, oltre alla potenza delle immagini e alla forza iconografica di alcuni elementi, come i vermi delle sabbie. Così, sapere dell'arrivo di Dune: Prophecy e della lavorazione della serie tv, mi aveva lasciata un pizzico perplessa, perché con i budget di una produzione seriale, per quanto solida e ambiziosa come possono essere quelle HBO, si rischiava di ridimensionare quella ricerca visiva, deludendoci.

C'era però un elemento a contrastare quel dubbio e dare speranza e stuzzicare la curiosità: Dune è anche grande fantascienza, intesa nel senso più puro del termine, di quelle storie che sono capaci di parlare del nostro mondo guardando altrove, indagando realtà differenti in
cui far riecheggiare la nostra. E questo ho ritrovato anche in 
Dune: Prophecy, ancor più che nei film per il grande schermo, perché lo spazio di una narrazione seriale permette di approfondire i personaggi, la loro umanità, le loro debolezze e subdole ambizioni e intrighi.

La premessa della serie (disponibiile su Sky e NOW), basata nello specifico sul romanzo Sisterhood of Dune, è intrigante per chi ama la storia che è già stata raccontata negli ultimi anni al cinema, perché ci porta in un passato remoto: siamo infatti 10000 anni prima dell'ascesa di Paul Atreides a cui stiamo assistendo nei


lungometraggi di Villeneuve e seguiamo il percorso di due personaggi altrettanti magnetici, le due sorelle Valya e Tula Harkonnen. Le seguiamo mentre fronteggiano forze che minacciano il futuro dell'umanità e, soprattutto, mentre danno vita a quella potente sorellanza che si sottopone a un intenso addestramento fisico e condizionamento mentale per arrivare a ottenere delle abilità al di là dell'umano: le Bene Gesserit che ci hanno già conquistati su schermo per la resa dei due recenti film.

In Dune Prophecy ci si muove allora tra intrighi e sotterfugi, trame da ordire e intrecci da seguire. È buono il lavoro di scrittura che supporta questo background lungo cui muoversi, al netto di una sensazione che per noi è stata positiva ma che potrebbe spiazzare qualcuno: più volte nel corso della visione sono emerse suggestioni e reminiscenze da Game of Thrones, facendo pensare quasi a una versione in sala sci-fi delle serie tratte da Martin(ed è incluso anche House of the Dragon).


Secondo me è ovviamente un parallelo positivo, perché evocare una delle eccellenze seriali dei tempi recenti non può non esserlo, ma può però destabilizzare, almeno in prima battuta. Chi ama i film potrebbe avere un'idea differente di cosa aspettarsi dalla serie HBO. Si resta comunque intrappolati in questo intreccio, affascinati dalle figure che lo navigano e dei loro interessi.

E questo succede anche per la qualità del cast nel suo complesso, tra cui dobbiamo necessariamente citare le due protagoniste Emily Watson, che interpreta Valya Harkonnen, e Olivia Williams, che porta su schermo sua sorella Tula. Le due attrici guidano un insieme di interpreti che assicura credibilità e spessore al racconto e si dimostra capace di dar vita in modo solido ai tanti dialoghi della serie.


Dune: Prophecy non è però solo una serie molto parlata, non è solo
su dialoghi e intrighi che basa il suo fascino, perché i valori produttivo sono elevati, come sempre in casa HBO, e la costruzione visiva cerca di mantenere la continuità estetica con i film, creando qualcosa che abbia una proprio personalità e dignità. Si punta meno sull'impatto estetico, ma quando ci si concede spazio per inquadrature e sequenze di maggior respiro, il risultato è in ogni caso notevole. Se da una parte la serie mi ha incuriosita per la sua volontà di costruire qualcosa di autonomo e indipendente dai film, dall'altra ha soddisfatto almeno in parte la voglia di tornare nel mondo inventato da Frank Herbert. Un compromesso raggiunto con equilibrio che ci ha sorpresi in positivo.

È una buona produzione che mi ha prima spiazzato e poi sorpreso Dune: Prophecy, perché da una parte non è il prequel che mi aspettavo per i film di Denis Villeneuve (di cui enfatizza alcuni aspetti a discapito di altri), ma dall’altra ci ha catturati nei suoi intrighi e le sue macchinazioni. Buona la prova delle due protagoniste Emily Watson e Olivia Williams, che ci conducono nel cammino che porterà a quel gruppo di personaggi così affascinanti che sono le Bene Gesserit.



La mia valutazione
Alla prossima
Luce <3