Autrice: Roberta De Tomi
Titolo: Generazione Z Il canto della resistenza
Prezzo: e-book 2,99
Link d'acquisto: QUI
Un canto per chi ama, un canto per chi combatte, un canto per chi resiste.
Questo canto riuscirà a fermare gli zombie che dilagano ovunque?
Zora ha lunghi capelli rossi, una marea di lentiggini e qualche chilo di troppo; ma soprattutto è in quell’età in cui deve capire chi è e che cosa vuole dal suo cuore e dalla vita. Prova un sentimento particolare per la sua migliore amica, l’esuberante Leila, ma dall’altra parte c’è Khaled, il ragazzo dagli occhi del colore dei fiordalisi e dalla voce straordinaria che la attrae come una calamita.
Khaled ha un passato difficile: è arrivato in Italia, dopo che il padre è morto in un carcere israeliano; è un artista che combatte con la sua arte, un giovane gentile che per questa ragione è considerato “poco virile.” Ma Khaled è anche ammirato per la sua arte e forse Zora si sta illudendo. Un ragazzo così popolare è fuori dalla sua portata… fino a quando, nella provincia in cui conduce una vita ordinaria, le persone non iniziano a trasformarsi in zombie. Si trasformano tutti, tranne lei, Leila, Khaled e pochi altri “eletti”. Per diversi giorni vivono in uno stato di sospensione, ma poi vengono attaccati. Da lì inizia la lotta per la sopravvivenza. Da lì nasce il canto della resistenza. Non è solo metaforico: la voce di Khaled si diffonde, collegandosi a un passato che porta i semi di qualcosa di straordinario, destinato a sbocciare. Oppure a corrompersi.
La voce di Khaled le striscia dentro come una morbida creatura. La
canzone scivola tra accordi e note che sembrano richiamare la sera.
I fan delle prime file agitano alcuni starlight, altri fanno lo stesso con i
display degli smartphone accesi.
Leila la scuote. – Ehi, hai visto?
– Cosa?
Zora sposta lo sguardo e incontra quello di Khaled. Sta cantando,
fissandola intensamente. Lei si guarda intorno, incredula, poi torna ai suoi
occhi, del colore dei fiordalisi. Un azzurro mai visto prima.
L’amica comincia a tempestarla di gomitate.
E io sono qui
e tu sei lì
siamo troppo lontani
per essere vicini.
La indica, mentre sull’ultimo verso rilascia un acuto che s’intreccia al
coro dei musicisti. Khaled ritira l’indice, mentre Zora porta le mani al petto.
– Leila…
L’amica scuote i capelli castani.
– Sì?
– Khaled non è tunisino?
– Non proprio, è giordano.
– E dov’è la Giordania?
– Vicino all’Iraq, in Medio Oriente.
– E come mai ha gli occhi azzurri?
L’amica solleva gli occhi al cielo, scuotendo ancora la testa.
Zora sa di essere un caso disperato. Ma le prime stelle della sera glielo
fanno dimenticare.
Recensione
Oggi vi parlo di questo romanzo breve; ringrazio l'autrice per la copia digitale.
"Generazione Z - il canto della resistenza" ha per protagonisti Zora e Khaled, insieme ai loro amici; lei è un'adolescente che deve ancora capire cosa vuole dalla vita, pensa di provare qualcosa per la sua migliore amica, ma quando incrocia gli occhi di Khaled tutto cambia.
I due, insieme agli amici, si ritroveranno a vivere una situazione surreale, in cui loro, sono gli unici "vivi" della città, i cui abitanti sono stati TUTTI trasformati in zombie; come uscire da questa situazione? E perché loro sono stati risparmiati, mentre il resto della città no?
Un romanzo particolare, con una storia particolare, che fa venire i brividi nelle parti giuste, fa temere per i protagonisti; ti ritrovi a tifare per loro, a pensare che ce la faranno contro ogni logica, ma sarà davvero così? O soccomberanno all'apocalisse zombie?
Lo scoprirete solo leggendo questa storia.
La mia valutazione
Alla prossima
Luce <3
Sente i suoni ovattati, come se provenissero dallo spazio, mentre le auto
si sdoppiano.
– Respira piano.
La voce che coglie è delicata, come un dolce soffio. Lei cerca di fare
come le dice mentre il cuore rallenta il battito. Le auto tornano alle loro
forme, il respiro le liscia i polmoni, dopo il blocco iniziale. Piega le
ginocchia per rimettersi in piedi, aiutata da due mani che la sorreggono con
tatto.
Zora alza gli occhi in quelli della persona che l’ha soccorsa.
Sono del colore dei fiordalisi.
– Va tutto bene? – la domanda ha un suo pathos.
Le fanno effetto quelle attenzioni: nessun ragazzo gliene ha mai date.
– Bene è una parola grossa – commenta – ma ti devo davvero ringraziare.
Se non ci fossi stato tu, mi sarei fracassata la testa!
– Esagerata!
Forse ha ragione. – Scusa, allargo sempre un po’ le cose!
Mi tende la mano. – Io sono Khaled.
Gliela stringe e avverte una piacevole sensazione di calore salire dal
palmo alle sue braccia.
– Lo so, tutti ti conoscono. – Si guarda la punta delle sneakers. – Io,
invece, sono l’invisibile.
– E come ti chiami?
Lo guarda, seria. – Invisibile!
– E io sono Ulisse, ma chiamami Nessuno. Dai, veramente, vorrei
conoscere il tuo nome.
Quelle parole la riempiono di mille emozioni. Si sente in subbuglio,
nessuno ha mai tenuto a conoscerla così tanto. E, ora, è addirittura il
ragazzo più famoso della scuola a insistere per sapere come si chiama.
– Io sono Zora.
– Zora… è un nome dell’Europa orientale?
Annuisce. – Sì, mia mamma è bulgara.
– Ecco perché hai quei lineamenti.
Nessun commento:
Posta un commento