venerdì 11 marzo 2022

Recensione "Il varco di Allistar", Irma Ciciriello

 




Autrice: Irma Ciciriello

Titolo: Il varco di Allistar

Prezzo: 14,25

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Il mondo era in guerra. Lo è sempre stato, dalla notte dei

tempi, ma questa volta era diverso.

Iniziato come scaramucce tra estremisti religiosi, il conflitto

si era protratto con devastazioni bibliche.

L’Europa, come il resto del mondo, aveva vissuto periodi

bui e, ancora oggi, il mantello della morte sventolava su ciò

che restava dell’umanità.

La natura, ribellatasi a tanta stupidità e ingratitudine, non

aveva perso tempo, completando ciò che la mano umana non

era riuscita a sgretolare. Maremoti, eruzioni vulcaniche, terremoti,

alluvioni, in mille modi avevano tentato per secoli

di insegnare all’uomo a non gettare il mondo nel caos, ma

purtroppo non è mai stata ascoltata. La Madre Terra tentava

ancora di ristabilire l’equilibrio che l’uomo aveva turbato, ricompattando

ciò che restava del suolo emerso. La vita frivola,

cui l’uomo era abituato, impallidì di fronte alla distruzione

degli ecosistemi e all’estinzione di massicce specie viventi,

perse la supremazia che la distingueva.

Interi continenti furono spazzati via.


Trama

In un mondo post-apocalittico, la vita tranquilla e monotona di Vanessa è sconvolta dall’arrivo di Max, un guerriero apparso dal nulla per proteggerla. Ma da cosa? Chi attenterebbe alla vita di una comune commessa di un negozio che non ha quasi più clienti? Tra poliziotti creati in vitro e un pianeta stravolto dalle guerre e dalle calamità naturali, i due ragazzi intraprendono un viaggio che li porterà a scoprire incredibili verità e posti dimenticati, in cui la resistenza lotta per il benessere della Terra e dell’unica persona su cui contano per ristabilire l’ordine primordiale: Vanessa. Per farlo, la ragazza dovrà raggiungere il Varco, una porta ultra dimensionale che permette il collegamento con un mondo parallelo, Allistar.


Non fece in tempo a varcare la soglia dell’appartamento che qualcosa la trattenne e finì distesa sul pavimento. Il dolore al polso che accusò a causa del tentativo di evitare una caduta di faccia non fu minimamente paragonabile al freddo pungente che iniziò ad avvolgerla, immobilizzandola sul posto. Il panico e la sorpresa le bloccarono la voce e non riusciva a urlare. Quella coperta ghiacciata le si richiudeva sulle caviglie e risalì verso le gambe, mozzandole il fiato. Era come se qualcosa di gelido la stesse ingoiando e stesse precipitando in un inferno di ghiaccio. Artigliò le unghie nelle piastrelle del pianerottolo, ma fu tutto inutile.

«Aiuto!» riuscì finalmente a urlare con quanto fiato aveva in gola.

La strana coperta ghiacciata la ingoiava sempre più in fretta.

Le mozzò il fiato, schiacciandole il costato e impedendole di respirare.

La vista di Vanessa si annebbiò. Cercò disperatamente di resistere, di combattere, ma non ci riusciva. Il suo corpo non

rispondeva e il panico la immobilizzava ancor prima che lo facesse quel mostro di ghiaccio. Perse la presa sul pavimento e le unghie stridettero quando le forze l’abbandonarono.

Un rumore di passi la destò da quel torpore per un secondo.

Una figura indistinta apparve sull’ingresso. Era un uomo, riuscì a capire grazie alla stazza imponente che oscurava il

sole calante. La luce gli donava un’aura mistica, una specie di miraggio. Lui la guardò smarrito per una frazione di secondo, poi sguainò una spada ricurva e si abbatté sull’aggressore.

Vanessa sentì i rumori di una lama tagliare l’aria, mentre un oggetto andava in frantumi alle sue spalle.

«Aiutami» disse con le sue ultime forze, prima di cadere in un sonno profondo.


Recensione

Oggi vi parlo di "Il varco di Allistar" di Irma Ciciriello; il romanzo è ambientato in un futuro non troppo lontano sulla Terra dove regna la pace sotto la guida del presidente Silla, anche se il luogo è pieno di guerre e disastri ambientali. L'umanità vive reclusa, dietro a un mondo completamente telematico e asettico dai contatti con gli altri. Questo è il clima in cui vive l'orfana Vanessa, almeno finché Max, un ragazzo che a Vanessa pare strano, non la salva da un attacco dei Moderatori, ossia la polizia del futuro. Vanessa, tramite Max viene a conoscenza delle bugie in cui è stata intessuta la sua vita e della necessità di salvare la Terra da una fine tremenda. Qual è il ruolo di Vanessa in questa nuova realtà? Chi è l'Illuminatrice, ossia colei che può determinare le sorti di due pianeti? A cosa porterebbe il ritrovamento del pianeta Allistar? 
Queste sono domande che si fa Vanessa, ma che ci facciamo anche noi; leggendo questo romanzo troviamo un mix di azione, suspence e avventura; ma ci sono anche i sentimenti celati o negati, ed è presente anche l'eterna lotta su ciò che è bene fare, ciò che si vuole fare, e il bene e il male, che si scontrano in una scomoda verità:  quella di salvare la Terra dai suoi stessi abitanti, ma anche rinunciare al proprio futuro per salvare il genere umano.
Il romanzo si legge velocemente, il finale è dolce-amaro, ma del resto anche la vita vera lo è, no? Lasciatevi trasportare da questo mondo apocalittico, perché ne varrà la pena!



La mia valutazione

Alla prossima

Luce <3


«Così moriremo» disse, nascondendosi nell’ombra.
Sconvolta, guardò la sua misera tuta. Si era lacerata in molti punti durante le loro rocambolesche fughe, rendendola del tutto inadatta a proteggerla dai raggi solari.
«Non essere sciocca» rispose Max mentre cercava nelle sue tasche. «Non ho fatto tutta questa fatica per morire così. Ah, ecco!»
Compiaciuto, tirò fuori altre due spille di colore rosso cremisi e ne passò una alla ragazza.
«Tieni, posizionala accanto all’altra»
«A cosa serve?» disse, rigirandosela tra le dita.
Il simbolo di anelli incrociati incastonati in una stella a otto punte attirò la sua attenzione, ma non poté notare i particolari perché Max gliela sfilò dalle mani e gliela sistemò sul petto.
«A non farti incenerire, se ti sbrighi» disse, irritato.
In un secondo, una pellicola perlacea l’avvolse dalla testa ai piedi, sprigionando una piacevole bolla d’aria fresca.
«Ossigeno?!» disse, sorpresa.
«Si, altrimenti come pensi di poter respirare?»
«Ma come è possibile?»
«È lo stesso principio della tuta dei Moderatori, anche se loro non hanno bisogno di respirare»
«Che vorresti dire con non hanno bisogno di respirare?»
chiese Vanessa sgranando gli occhi.
Max la guardò stupito. «Non hai mai visto un Moderatore?»
«Beh, no. Non fino ad oggi. Non ne ho mai avuto bisogno»
«E non ti sei mai chiesta chi fossero, come potessero intervenire di giorno senza cuocere?» chiese Max, incredulo.
«Sì,» rispose Vanessa umiliata dalla superficialità delle sue conoscenze, «ma non ho mai approfondito la cosa. Nessuno sa realmente come sono nati. Fanno parte della nostra vita e li accettiamo per come sono». La sua voce si affievolì sentendosi sempre più stupida.
«Sono umanoidi» iniziò Max, appoggiandosi a una vecchia scrivania. «Il Presidente Silla li ha introdotti quarantacinque anni fa al posto di coloro che in passato erano chiamati poliziotti.
Il suo pretesto fu che questi esseri senza sentimenti potevano essere sacrificabili e arrivare dove l’uomo non ne aveva più potere.
La popolazione lo acclamò come rivoluzionario, dato le gravi perdite, e furono felici di rintanarsi nelle loro case e lasciare l’eredità dei loro avi nelle mani di questi esseri.»
Max strinse i bordi del tavolo che si sbriciolò sotto la sua presa.
«Ciò che a nessuno interessa è che il loro vero compito è eseguire gli ordini del Presidente. È il suo esercito personale.
La sua missione è impossessarsi del Passpartout. E questo mi riporta a te» disse infine Max, guardandola di sottecchi.
«Che cos’è il Passpartout? E io che c’entro?»
All’improvviso ebbe un guizzo e la verità le si srotolò nella mente.
«Mi stai dicendo che il Presidente li sta usando per conquistare il mondo?» disse quasi urlando.
«Già e tu, mia cara, sei la chiave» rispose Max, sollevato per quanto era stata veloce.
«No, non posso crederci. È assurdo»
«Vieni qui» lui allungò una mano verso di lei mentre con l’altra rovistava nelle tasche.
«Perché?» chiese lei sospettosa, dimenticando tutte le altre obiezioni che le vorticavano in mente.
«Ti dimostrerò come vi tiene in pugno.»
Vanessa poté costatare come fosse bravo a sviare gli argomenti cui non voleva rispondere e perse lucidità quando le afferrò il braccio attirandola a sé.
«Ti farà un po’ male.»
Così dicendo, le avvolse il polso con un bracciale verde acqua, con una sfera centrale trasparente, nel punto esatto in cui era comparso il suo orologio difettoso qualche edificio fa. La fascia si avvinghiò saldamente alla pelle. All’inizio non fu doloroso, ma poi ebbe l’orrenda sensazione di mille aghi che le
penetravano l’epidermide. Gettò un urlo e cerco di dimenarsi mentre Max la teneva ferma. Un piccolo oggetto grande come un’unghia e con una spia luminosa che lampeggiava senza sosta fu intrappolato nel bracciale.

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