domenica 8 novembre 2020

Recensione "Il cardellino", Donna Tartt

 


Autrice: Donna Tartt

Titolo: Il cardellino

Prezzo: cartaceo 16,15  e-book 7,99

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E per quanto mi piacerebbe credere che ci sia una verità dietro l'illusione, mi sono convinto che non c'è alcuna verità dietro l'illusione. Perché, tra la
"realtà" da un lato e il punto in cui la mente va a sbattere contro la realtà, esiste uno spazio sottile, uno spicchio d'arcobaleno da cui origina la bellezza, il punto in cui due superfici molto diverse tra loro si mescolano e si confondono per procurare ciò che la vita non ci dà: e questo è lo spazio in cui tutta l'arte prende forma, e tutta la magia.


Trama

La storia di Theo Decker, sopravvissuto, appena tredicenne, all'attentato terroristico che in un istante manda in pezzi la sua vita. Solo a New York, senza parenti né un posto dove stare, viene accolto dalla ricca famiglia di un suo compagno di scuola. A disagio nella sua nuova casa di Park Avenue, isolato dagli amici e tormentato dalla nostalgia per la madre, l'unica cosa che riesce a consolarlo è un piccolo quadro dal fascino singolare. E da lì, il suo futuro diventa una rocambolesca giravolta tra salotti chic, amori e criminalità, guidato da una pulsione autodistruttiva, impossibile da controllare.



"Sembra di sentire parlare mio padre." "Be', vedila in un altro modo. Chi è che ha detto che le coincidenze sono solo il modo che Dio ha scelto per restare anonimo?" "Ora sembri veramente mio padre!"



Recensione

Buon pomeriggio e bentornati sul blog con un classico della letteratura; so che ci ho messo un po' a leggerlo, ma vi assicuro che "Ill Cardellino" di Donna Tartt, non è così facile da leggere, altrimenti ci avrei messo meno, ma sapete che quando vado veloce le recensioni compaiono massimo un paio di giorni dopo, e che se vanno per le lunghe, è perché ho pubblicato altro.. Ma bando alle chance e passiamo alla vera recensione che è meglio.


La storia è raccontata da un Theodore Deker ormai trentenne, che ci narra la sua storia (e quella del Cardellino) attraverso dei flashback, includendo la tragedia dove ha perso la madre e (diciamocelo, RUBATO) il Cardellino, quadro che la madre ammirava molto.

La prima parte è incentrata sull'elaborazione del lutto da parte di Theo, l'evento tragico, lo scoppio del museo per colpa di una bomba, lo annienta e lo salva al tempo stesso, perché è proprio lì, che un signore anziano (ma non così tanto) gli darà un anello che lo porterà a un cambio radicale della sua vita, lo porterà nell'antiquario dove poi, da adulto lavorerà.

Durante l'adolescenza Theo non si staccherà praticamente mai, da quel quadro che per lui è l'ultimo ricordo della madre; ma quel quadro è anche una maledizione, perché cononscerà Boris, che lo trascinerà in un giro di droghe e alcool; si darà la colpa per la morte della madre e per ogni cosa negativa che gli succederà da quel giorno (e le sfighe di Theo, non saranno certo poche!).

La scrittrice sembra lasciare intendere più volte che il rapporto tra i due ragazzi (Theo e Boris) sia a metà tra l’amore e l’amicizia, un rapporto pieno di sottintesi (specialmente nella parte in cui sono adolescenti), di dichiarazioni non dette, sembra descrivere un omosessualità latente nei due ragazzi. Mi sono innamorata del loro rapporto e di come il loro legame superi il tempo, una volta diventati adulti.
La storia non è mai statica, Theo si sposta spesso da una città all’altra (New York, Las Vegas, Amsterdam), i personaggi secondari sono caratterizzati brillantemente e c’è un approfondimento ed una cura psicologica che mi è piaciuta tantissimo, soprattutto per quanto riguarda la gestione del trauma di Theo. Donna Tartt descrive come la depressione di Theo si evolva nel tempo, confronta il suo stato mentale con quello di altri personaggi secondari che hanno vissuto altrettanti traumi e lutti, descrive l’ansia e le dipendenze patologiche (in particolare da droga e oppiacei). È una storia che parla di vita, di morte, crescita, amicizia, amore (folle e ossessivo, amore non ricambiato, amore


genitoriale, amore per l’arte), famiglia, lutto, delirio e pericolo, è anche una storia di avventura e di ricerca, e come elemento centrale a tutto ciò c’è il quadro di cui il protagonista è letteralmente ossessionato, che costituisce il simbolo di tutta questa storia.

Un grande romanzo, classificato come thriller, che se non avete letto dovete assolutamente recuperare (così come il film), perché vi lascerà senza parole e, forse,con un vuoto dentro difficile da colmare.


La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3



"Anche se sono giunto alla conclusione che le uniche verità che contano per me sono quelle che non capisco, che non posso capire. Ciò che è misterioso, ambiguo, inesplicabile. Ciò che non entra in una storia, che non ha una storia. Il luccichio di una catenella che esiste a malapena. Una macchia di sole su un muro giallo. La solitudine che separa ogni creatura vivente da ogni altra creatura vivente. Dolore inscindibile dalla gioia"



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