Autore: Maurizio De Giovanni
Titolo: Una domenica con il Commissario Ricciardi
Serie: Il Commissario Ricciardi #8,5
Prezzo: 13,30 e-book 9,99
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Serie Il Commissario Ricciardi:
0,5)L'omicidio Carosino: le prime indagini del Commissario Ricciardi
1)Il senso del dolore
2)La condanna del sangue
3)Il posto di ognuno
4)Il giorno dei morti
5)Per mano mia
6)Vipera
6,5)Febbre (racconto presente nella raccolta "Giochi criminali)
7)In fondo al tuo cuore
8)Anime di vetro
8,5)Una domenica con il Commissario Ricciardi
9)Serenata senza nome
10)Rondini d'inverno
11)Il purgatorio dell'angelo
12)Il pianto dell'alba
13)Caminito
14)Soledad
La sera precedente Ricciardi aveva avuto la sorpresa di ritrovarsi di fronte, all'uscita della questura, nientemeno che Bruno Modo, lo scanzonato dottore che alla cura dei tantissimi
malati che confluivano ogni giorno all'ospedale dei Pellegrini,
nel vicino quartiere della Pignasecca, affiancava la competenza
del miglior medico legale della città.
Se lo ritrovò appoggiato al muro che fumava, il cappello all'indietro,
il colletto sbottonato dietro il nodo allentato della cravatta.
Al suo fianco, come sempre a poco più di un metro, senza corda né guinzaglio, il cane pezzato che da circa un anno gli faceva
compagnia. La sera era dolce e l'aria serena; settembre era
avanzato, ma sembrava non aver la minima intenzione di mollare
il ricordo della rovente estate che l'aveva preceduto.
Era tardi, e per strada c'era ormai poca gente. Le botteghe di
via Toledo avevano chiuso da ore, e dalle finestre dei palazzi venivano
le voci e i rumori delle famiglie a cena.
Trama
"La sera precedente Ricciardi aveva avuto la sorpresa di ritrovarsi di fronte, all'uscita della questura, nientemeno che Bruno Modo, lo scanzonato dottore che alla cura dei tantissimi malati che confluivano ogni giorno all'ospedale dei Pellegrini, nel vicino quartiere della Pignasecca, affiancava la competenza del miglior medico legale della città. Se lo ritrovò appoggiato al muro che fumava, il cappello all'indietro, il colletto sbottonato dietro il nodo allentato della cravatta. Al suo fianco, come sempre a poco più di un metro, senza corda né guinzaglio, il cane pezzato che da circa un anno gli faceva compagnia. La sera era dolce e l'aria serena; settembre era avanzato, ma sembrava non aver la minima intenzione di mollare il ricordo della rovente estate che l'aveva preceduto..." All'indomani di "Anime di vetro", in una domenica di settembre del 1932, il talento narrativo di Maurizio de Giovanni "fotografa" il commissario Ricciardi e gli altri personaggi della serie, e intrecciando le loro voci, i loro ricordi e i loro sogni guida il lettore attraverso una Napoli resa ancora più viva e reale dalle immagini d'epoca che accompagnano i suoi racconti.
Il Fatto era questo. Il dolore della morte vomitato dai cadaveri.
Vederli, ascoltarli, subirli senza poter scappare. Se ti facessi
essere al mio posto per cinque minuti, Bruno, amico mio, sapresti
una volta per tutte per quale motivo non posso uscire con te
e andare per trattorie e bordelli. Sapresti perché non mi va di
assistere a rappresentazioni di false emozioni, sulle tavole dei
palcoscenici dei cafés chantants o al San Carlo, consapevole
come sono di quello che i sentimenti che tutti inseguite sono in
grado di provocare. Un buco in petto, e fiotti di liquido scuro che ne escono incessantemente, insieme a un mormorio senza senso.
Recensione
Una domenica con il commissario Ricciardi porta con sé lo stile di scrittura di de Giovanni cui si aggiungono le immagini d’epoca che aiutano anche il lettore più distratto a contestualizzare i brevi racconti che si succedono. Questo è un libro che davvero tutti possono leggere perché non ci sono delle indagini “canoniche” ma sono più che altro presenti delle storie che attingono profondamente dai personaggi ma anche da tutto l’ambiente circostante. Anche nei romanzi di de Giovanni della serie su Ricciardi, la Napoli degli anni ‘30 è incredibilmente presente ma qui, complici le fotografie d’epoca, ha un risalto maggiore. Se volete iniziare ad entrare nel mondo di Ricciardi in punta di piedi potete anche partire da questo libro ma state attenti perché, inevitabilmente, qui sono contenuti degli sviluppi della storia che nella serie verranno proposti man mano. Quindi, a vostro rischio e pericolo, se avete piacere iniziate da qui… Altrimenti fate come me, e leggetelo dopo "Anime di vetro".
La mia valutazione
Alla prossimaLuce <3
E allora, perché me n'ero andato? Per quale motivo avevo
portato la mia follia lontano dalle mura del castello dov'ero
nato, dove almeno avrei potuto rinchiudermi da solo, senza
ascoltare quell'atroce mormorio? La risposta me l'ero data mille
volte: dovevo capire. Dovevo capire il significato del dolore. Dovevo
capirne il senso, la funzione: se per caso purificasse come
dicevano i poeti, se salvasse da qualcosa come dicevano i preti,
se aiutasse a capire come dicevano i filosofi. Io, che ne conoscevo
il verso ottuso e concreto, potevo forse studiarlo più da
vicino di altri. Nella mia giovane mente idealista speravo che il
mio quotidiano martirio a qualcosa servisse.
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