Autrice: J D Hurt
Titolo: Wishlist 1 (Dark Necessities #5)
Prezzo: cartaceo 9,88 e-book 2,99
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Wishlist:
Kyle. Ricorda che ti amo così onestamente, come chi si batte per la
verità. A te lascio gli unici beni che possiedo: i dischi in vinile dei
Nirvana; so che li hai sempre desiderati. Fa' in modo che i secondini mi
diano come ultimo pasto i gamberi alla piastra; voglio portare il sapore
del paradiso oltre le porte dell'inferno. Perché lo so Kyle! So che andrò
all'inferno nonostante la mia presunta innocenza. Una presunta innocenza
è solo una colpevolezza travestita da ipocrisia.
Blacky! Con te è più difficile parlare, perché sei un seduttore nato, e
non ti fai fregare da nessuno. Ricorda tesoro! Rammenta che ti amo così
brutalmente, come si ama il riscatto.
A te lascio il bene più prezioso; l'unica vera lezione di vita che ho
imparato dopo anni di fatica e stupidità, ma che il carcere mi ha inculcato
nella testa. Impara a bastarti.
A te, mio bellissimo ragazzo, chiedo solo una cosa: la testa di Robert
Paggett.
A te, cuore mio, domando ciò ho sempre rinnegato, la bestemmia con
la quale non ti ho cresciuto, ma che sono certa imparerai alla solita
maniera precoce.
Vendetta.
Sempre e solo vostra, Fanny Dickinson.
Trama
Lei è un'inezia, non conta nulla. Una bambina che mi sono preso in casa per fare un dispetto alla madre. Eppure si sta allargando nella mia mente come una macchia d'olio. Non posso permetterlo. Ho altri progetti; trovare la progenie dell'uomo che ha rovinato le vite di tutti noi.
Io sono Ethan Gaffrey e amo una sola persona. Stephan Carroll.
Lei è una delle nostre innumerevoli vittime. Quando l'abbiamo presa in casa mi faceva pena, forse anche tenerezza. Ora sta diventando importante. Non dovrebbe esserlo. Perché a noi interessa una sola cosa. La vendetta. Io sono Kyle Jenkins e amo una sola persona. Ethan Gaffrey.
Volevo liberarmi di mia madre. Cercavo i sogni, la libertà. Ho trovato inganni e bugie. Ho trovato loro due. Kyle ed Ethan. Piano, piano mi stanno svelando chi sono.
Io sono Willow Johnson e ho imparato che l'amore non esiste. E' solo una frode.
Ethan, Kyle, Willow. Quando l'amore diventa ambiguità.
Nota dell'autrice: Wishlist è il primo capitolo dell'omonima duologia dark. Esso fa parte della Dark Necessities Series (per comprendere il testo è necessario avere letto i volumi precedenti: Stolen 1, Stolen 2, American History 1, American History 2).
Attenzione: anche se può sembrare un romanzo m/m non lo è.
“Offro io per la ragazza!”
Un timbro profondo mi fa sobbalzare sullo sgabello.
Volto il capo.
La voce appartiene al ragazzo alto due metri che mi sta osservando
incuriosito dalla soglia; è un tipo particolare. Potrebbe dirsi bello se non
fosse così ingombrante; ostruisce la visuale sull'ingresso di Starbucks. Ha
spalle ampie e cosce poderose fasciate da jeans sdruciti; sotto la t-shirt si
intuiscono muscoli tonici e guizzanti. Sembra un marine o comunque un
soldato. La maglietta che indossa recita le solite stronzate da veterani:
desert storm is the perfect storm.
Tuttavia sono gli occhi blu ad attirare maggiormente l'attenzione.
Forse è per via dei capelli rasati che mettono in risalto lo sguardo: ha
pupille tristi che sembrano aver vissuto troppo e visto altrettanto.
Contrastano col sorriso scanzonato appena comparso fra le labbra.
“Ti offro io la roba pannosa e fragolosa che hai ordinato”.
Si avvicina allo sgabello dove sono appollaiata.
“Permetti che sia io a pagare lo schifo più calorico del locale” fa eco
alle parole con le quali ho ordinato. Ha un accento peggiore del mio. Io ho
la tipica parlata strascicata sudista, ma lui è orribilmente jerseylicious;
ingoia le frasi per la fretta. Non è newyorkese: neppure i newyorkesi
vanno così veloce. È hillbilly; viene dagli Appalachi. Riconosco un
hillbilly da lontano, mio padre è originario di quelle parti.
È carino da parte sua conquistarmi coi grassi saturi, di solito è un'arma
vincente; ma non sono venuta in tribunale per broccolare col primo
Channing Tatum che passa.
“Lascia perdere Big Jim!” sollevo una mano con noncuranza. “Oggi
non è giornata per le stronzate da latin lover in trasferta; hai lasciato il
Jersey, ti sei perso a Manhattan e ora devi dare il tormento a me?”
implicitamente gli do del bifolco. Volgo il capo verso la cameriera che sta
trafficando col liquido denso e rosa.
Sarò pure maleducata ma non ho bisogno di distrazioni; devo pensare a
districare i miei mille casini.
Scuoto i capelli; fisso lo sguardo oltre il bancone. Ignoro il colosso
alla grandissima.
Posso avvertire le ondate karmiche del suo sgomento senza neppure
guardarlo: questo tizio non è abituato ai rifiuti.
“Non sarai un filo presuntuosa?” con la coda dell'occhio lo scorgo
accomodarsi sullo sgabello accanto al mio. “Guarda che non sono un
mangia bambine. Quanti anni hai? Dodici, tredici? Ci arrivi alla pubertà?
Voglio solo offrirti da mangiare; mi preoccupo per te! Sei pelle e ossa,
povera stella!”
Che pezzo di merda il marine! Mi sta palesemente prendendo per il
culo!
“Ti alimentano a casa tua? Sembri una Barbie disidratata!” continua a
canzonarmi nonostante persista ad ignorarlo.
“Quanto sei patetico!” faccio un mezzo giro sulla sedia. Lo osservo
come se fosse un disgustoso moscerino, anche se in realtà assomiglia ad
una delle montagne rocciose. È tutto spigoli e pelle tesa persino sulla
mascella. “Mi stai sbavando dietro e non sai neppure farlo bene! Grande,
grosso e coglione! Di' la verità. Stai morendo dalla voglia di avere il mio
numero e non sei capace di chiederlo, sai benissimo che non te lo darò.
Con me non hai speranze; sarò pure Barbie, ma tu non diventerai il mio
cazzo di Ken”.
Attendo una replica stizzita; in fondo battibeccare con Channing Tatum
è divertente.
Nulla da fare! Big boss man mi spiazza. E non in positivo.
“Non mi serve il numero di una stronzetta saccente o del suo permesso
per fare quello che mi pare” si sporge dallo sgabello, mi alita sulla nuca.
“Prendo da solo ciò che voglio: sei proprio carina Barbie sudista” allunga
la mano, mi accarezza fugacemente sui capelli. Attorciglia una ciocca
sull'indice.
“Fai sul serio?” con uno strattone sposto il collo, cerco di sottrarre lo
scalpo alla presa. “Pensi di poter agganciare le donne con queste frasette
stile non devo chiedere mai?”
Recensione
Buongiorno e bentornati sul blog con la recensione del penultimo romano della "Dark Necessities"; sta volta tocca a Ethan, Willow e Kyle. Siete pronti a conoscerli con me?? Ovviamente ringrazio l'autrice per le copie digitali, senza le quali non avrei conosciuto NESSUNO di questi personaggi :D
La storia di Ethan, Willow e Kyle; con loro tre (e i rispettivi personaggi secondari), si conclude la serie Necessities; Willow si rivela la degna sorella dei Carroll (o meglio sorellastra); perché anche lei, come loro è puro acciaio; non è disposta a morire per una vendetta che attanaglia l'anima di chi la vuole morta. Ma siamo sicuri che alla fine non sarà Ethan a soccombere? Ethan è ambiguo, seduttore, vuole far soccombere a se Willow, tradire chi ama, ma alla fine, chi viene tradito, e parecchie volte, è Ethan stesso; tradito da piccolo, tradito da adulto.
I personaggi secondari sono Kyle e la sua fidanzata; Kyle cerca vendetta per un motivo che scoprirete alla fine di questo romanzo e Rabby, la fidanzata di Kyle; fatemi un favore: NON SOTTOVALUTATE nessuno dei due, perché vi riserveranno parecchie sorprese, e molti segreti verranno a galla alla fine di questa prima parte della dilogia;
Questo quinto volume, più dei precedenti, contiene un intreccio complicato, una molteplicità di personaggi (padri, madri, zii, cugini…) che trovano sistemazione nella storia solo verso la fine. È una trama che sfiora gli intrecci dei primi quattro volumi per portarli a compimento ed evolvere la situazione.
È una storia piena di marciume, dove nessuno potrà mai uscirne bene; tuttavia, chi ha il cuore tenero come me continuerà a soffrire e sperare fino alla fine.
La mia valutazione
Alla prossima
Luce <3
“La mia diletta ha la pelle di pesca e un animo egoista. Ha occhi
innocenti, ma ti uccide con lo sguardo. La mia diletta sembra un angelo
candido ma è un diavolo che usa chi incontra. È una bimba di diciassette
anni, in realtà è una puttana che apre le gambe per godere e poi ti getta via
come uno dei suoi Tampax. La mia diletta non andrà via perché non glielo
permetterò” sollevo il capo. La fulmino con gli occhi. “Attenta Willow,
finora sono stato buono con te. Mi sono limitato a rubarti, come dici tu. E
a scoparti. Perché giocare con te mi diverte. È il più potente degli
afrodisiaci, ed io sono schiavo di tutto ciò che mi fa godere. Ma non sarò
mai il tuo schiavo e neppure il tuo cagnolino. Se non fai la brava, potrei
diventare cattivo. E non ti piacerebbe” avvicino la bocca alla sua. “La mia
diletta rimarrà per sempre la mia diletta. Volente o nolente”.
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