Autrice: J D Hurt
Titolo: Ameican History 2 (Dark Necessities #4)
Prezzo: cartaceo 10,39 e-book 2,99
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Serie Dark Necessities:
South Miami
Oggi
“Dimmi che non l'hai uccisa. Dimmi che non hai fatto del male alla
ragazza che amavi”. Cynthia butta fuori l'aria con lentezza esasperante,
distoglie lo sguardo dal mio viso; “che ami ancora”.
Ed io capisco subito che non è lei, non potrà mai essere lei. Perché il
mio tulipano mi avrebbe guardato negli occhi, il mio tulipano non sarebbe
retrocesso di fronte a niente.
Neppure al cospetto della verità.
Trama
Credevo di riuscire a strapparla dalle nostre vite, credevo che sarei riuscito a salvare Ryan. Tutto è andato distrutto; lei lo ha devastato. E ora entrambi pagheremo: perché se non lo salveremo sarà solo buio. Il mio buio.
Credevo che saremmo stati felici per sempre. Credevo che lei mi avesse salvato dalla violenza e dal terrore della mia famiglia; ma io non sono quello che pensavo. E ora devo pagare nel modo peggiore: perdendomi per sempre.
Credevo di avere capito tutto; credevo di avere salvato i miei affetti. Ero solo una povera sciocca, l'illusa di sempre. Ora che ho perduto ogni cosa e i fratelli Carroll sono stati la mia rovina posso solo pagare il prezzo delle mie scelte. La fine di ciò che ero.
Perché Marcia Horowitz non esiste più. Esiste solo l'oscuro passeggero.
Stephan, Ryan, Marcia: quando l'amore diventa sangue.
Nota dell'autrice: dal momento che le storie di Shiloh e Marcia avvengono in contemporanea o quasi e sono spesso concatenate, per capire il testo di American History 2, è opportuno aver letto tutti gli altri volumi della Dark Necessities Series (Stolen 1, Stolen 2, American History 1).
Credevo che saremmo stati felici per sempre. Credevo che lei mi avesse salvato dalla violenza e dal terrore della mia famiglia; ma io non sono quello che pensavo. E ora devo pagare nel modo peggiore: perdendomi per sempre.
Credevo di avere capito tutto; credevo di avere salvato i miei affetti. Ero solo una povera sciocca, l'illusa di sempre. Ora che ho perduto ogni cosa e i fratelli Carroll sono stati la mia rovina posso solo pagare il prezzo delle mie scelte. La fine di ciò che ero.
Perché Marcia Horowitz non esiste più. Esiste solo l'oscuro passeggero.
Stephan, Ryan, Marcia: quando l'amore diventa sangue.
Nota dell'autrice: dal momento che le storie di Shiloh e Marcia avvengono in contemporanea o quasi e sono spesso concatenate, per capire il testo di American History 2, è opportuno aver letto tutti gli altri volumi della Dark Necessities Series (Stolen 1, Stolen 2, American History 1).
“Sono stato io a uccidere Tommy; io ho ucciso e calpestato tuo
fratello” ammetto alla donna che amo e a Steph che ha sacrificato la vita
per me.
Come è strano: vorrei gridare. Le confessioni si devono urlare; come
si può distruggere la vita di chi ami con un sussurro?
Le parole d'amore si sussurrano, i bisogni più dolci si mormorano, ma
la morte? Si può raccontare la morte in maniera delicata?
“No. Dio santo, no. Dio misericordioso, questo no! Questo non posso
accettarlo”.
Il pianto di Marcia diviene uguale a quello di Tommy, produce un
rumore immenso... il rumore della solitudine.
Cade sulle ginocchia, il vestito strappato scopre le cosce, porta le dita
sul viso, copre gli occhi come a voler riparare la vista da un'immagine
ripugnante. Da me.
Steph non la guarda neppure, fissa la pistola con occhi di fuoco; dice
poche parole, avanza con cautela.
Che cosa dice? Non lo so. Io vedo solo il mio tulipano disperarsi
all'ombra di una quercia rossa.
Di nuovo vorrei urlare, farle capire che dentro sono straziato, ma
continuo inspiegabilmente a sussurrare fino a cadere in un silenzio
agghiacciante.
Allora capisco: ciò che ho fatto a lei, ciò che ho fatto al fratello è
indicibile, non ci sono parole.
Solo gesti.
Porto la pistola al mento, carico il cane.
E non rivedo la vita scorrere in tanti fotogrammi bagnati di sangue,
non vedo il sole del mattino che rende gli occhi di Marcia ancora più
azzurri, non scorgo le labbra di mio fratello supplicarmi disperate.
Io sento.
Sento solo il vuoto del silenzio e l'odore del proiettile già dentro le mie
carni.
Sparo.
“Noooo!”
Recensione
Rieccomi con la seconda e ultima parte della dilogia sui fratelli Carroll e Marcia; colpi di scena a non finire anche in questo capitolo conclusivo della storia di Rya, Marcia e Stephan. Se vi ricordate il romanzo precedente non finisce granchè bene e non si sa dove siano finiti Stephan e Marcia; i nemici si rivelano amici, gli amici non sono ciò che sembravano; Stephan ha fatto TUTTO pur di proteggere Ryan, ma la resa dei conti con il "caro paparino" è dietro l'angolo e ne succedono di tutti i colori. I destini dei protagonisti sono talmente intrecciati tra loro che non si può non leggere ogni volume, mi spiace dovervelo dire, ma per fortuna non ci sono troppi spoiler, l'autrice è riuscita a scrivere abbastanza da tenere il lettore sulla corda. Nessuno è così innocente da potersi tirare indietro ed è Marcia a farne le spese, il tutto per quale motivo? Semplicemente perché E' EBERA. Sangue e morte ecco la cornice di questo e del precedente romanzo; ma anche vendetta, voglia di riscatto, di tornare ad essere ciò che in realtà non si è mai stati: LIBERI. I personaggi crescono; Marcia diventa una ragazza avvolta nel buio, come lo è Stephan, una ragazza disposta a lottare, un ragazzo ossessionato da colei che viene soprannominata "tulipano"; il loro è un amore/ossessione, Marcia è la redenzione di Stephan.
American History 2 è un romanzo che ti tocca, da questa voglia di riscatto e voglia di vivere NON SI SCAPPA!
La mia valutazione
Luce <3
“Ryan sta male; Ryan è finito in una clinica psichiatrica per colpa tua.
Non parla, non si muove, non corre. Perdio, non vive! Lo hai ridotto tu in
quella maniera. Tu! La tua fottuta smania yiddish per il passato, le tue
massime ad effetto, la dannatissima American History che lo hai spinto a
ricostruire. E, ora, tu me lo riporterai in vita! Tu lo perdonerai e lo amerai
cosicché possa avere una fottutissima storia, un cazzo di futuro”.
Allontano la bocca dal sul suo lobo, roteo il volto, poggio la guancia
sulla sua spalla. Per un attimo riposo sul suo corpo teso le emozioni che
riesce a strapparmi dalle viscere.
“Ryan... Ryan sta male” ripete rauca sul mio collo.
“Sì! Dopo quella fottuta mattina in cui è finito in ospedale con un
proiettile in corpo non si è più ripreso. I medici hanno curato la ferita sul
torace, ma quelle dell'anima! Quelle puoi curarle solo tu. È diventato un
vegetale che rifiuta la vita”.
Sposto il viso dalla spalla: con uno scatto delle braccia aggrappo le
dita alla sua vita, la guardo dritto negli occhi.
“Ha bisogno di te, del tuo perdono. Tu devi perdonarlo! Per farlo
andare avanti! Sapere quello che ti ha fatto lo sta annientando” scuoto il
suo corpo con cattiveria.
“Devi andare da lui, devi dirgli che lo accetti e lo perdoni, devi dargli
la tua amicizia. Dagli quel cazzo di affetto che non gli hai mai lesinato!”
Giuro su dio: non riesco a capire se la mia è un'accusa oppure un
ordine.
“Restituiscimi mio fratello!” urlo fra le sue labbra.
“E a me? A me chi restituirà mio fratello?”
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