Autore: Riccardo Mainardi
Titolo: Il sogno di Amos
Prezzo: cartaceo 11,90 e-book 3,49
Link d'acquisto: QUI
Trama
Amos non è un bambino come gli altri: è immortale. Ma, seppur immortale, egli non è né un dio né un eroe. Capace di concepire grandi sogni, dimostrerà che anche quelli impossibili possono realizzarsi. La forza che lo ha reso immortale promana dalle anime dei bambini che, nel corso dei secoli, sono stati vittime dell'umana follia. Queste anime hanno deciso di porre un limite al dolore e di scuotere, tramite la voce di un fanciullo, le nostre coscienze e quelle delle generazioni future, affinché ciò che di orrendo è accaduto non possa accadere mai più. Il loro grido di dolore si leverà potente, e il loro sogno, che Amos incarna, potrebbe spostare l'asse su cui si regge il mondo dal governo degli uomini a quello delle anime. Ma potrà un fanciullo porre un limite all'umana follia e realizzare il sogno di una pacifica convivenza? Lungo il suo viaggio, dalle epoche più remote fino a un imminente futuro, Amos compirà azioni volte a migliorare il mondo fino a escogitare un'originale strategia che potrebbe cambiare radicalmente il corso della storia.
Estratto
Quando Amos aprì gli occhi si ritrovò immerso nel buio più profondo.Allora li richiuse e piombò in un torpore senza fine, nel grembo protettivo dell’incoscienza che lo cullava da tempo immemorabile.
Quando li riaprì fu abbagliato da una luce accecante. Il cielo irradiava ovunque un fosforescente chiarore.
Masse infuocate simili a meteore luminose disegnavano traiettorie irregolari dipingendo l’azzurro di roventi arcobaleni.
Ogni volta che si schiantavano al suolo un boato assordante echeggiava in ogni dove.
Giganteschi pennacchi di fumo salivano lenti da crateri spettrali verso un cielo oscurato da zolfo e cenere.
Spaventato, chiuse ancora gli occhi. Per un tempo che a lui parve infinito.
Quando li riaprì per la terza volta si ritrovò in una foresta da favola, ai piedi di una cascata d’acqua cristallina, circondato da acacie secolari dal tronco possente come rocce sopra le cui fronde volteggiavano grandi uccelli da preda.
Una pioggia sottile aveva da poco impregnato con il suo tenue ma incessante cadere le radici di quegli alberi facendo dischiudere tutt’intorno fiori gialli, mentre un sole nascente invitava la natura a ossequiare il nuovo giorno.
Amos decise che quella era la volta buona.
Si ridestò dal suo profondo sonno e iniziò il suo cammino.
Dopo il risveglio non ricordava nulla del suo passato.
Quello avrebbe potuto essere il suo primo giorno di vita.
Eppure gli parve di aver già visto quegli alberi. Di aver già sentito lo scrosciare dell’acqua di quella cascata e il rombo del vulcano che ruggiva al di là della valle.
Di aver già assistito infinite volte alla magia del sorgere del sole e del suo tramontare.
Gli sembrò di aver già attraversato quella foresta e quei ruscelli e che tutto ciò che lo circondava fosse già esistito. Non una, ma infinite volte.
Anche quel sentiero impervio che stava percorrendo gli parve già noto, così come già noto era il luogo a cui lo avrebbe condotto.
Ma come poteva aver già visto tutto ciò se lui era poco più che un fanciullo? Un fanciullo bruno, robusto, con gli occhi neri come l’ebano.
E perché proprio a un fanciullo sarebbe stato affidato quel gravoso compito?
Forse perché un bambino innocente è oblio di tutto ciò che è passato.
Perché un bambino è gioco. E’ una girandola che gira. E’ un primo moto verso il mondo e un santo dire sì a tutto ciò che si apre al nuovo.
Per portare a termine quell’arduo compito che gli era stato assegnato sarebbero occorse tutte queste qualità e molte altre ancora.
Se Amos, come tutti i fanciulli, era innocenza e oblio, gioco e scommessa in un nuovo mondo, in qualcosa differiva dagli altri bambini. Sì, era assai diverso dai suoi coetanei.
Tutto ebbe inizio il giorno in cui varcò una porta maestra oltre la quale si dipartiva una via lunga ed eterna. Vi si era avvicinato perché aveva sentito bussare forte a quella porta.
Da allora si accorse che poteva deridere il tempo, un nemico che soltanto lui batteva ogni giorno senza barare e di cui poteva serenamente beffarsi.
Ne percepiva lo scorrere solo attraverso la breve vita degli altri.
Sì, lui era molto diverso dagli altri bambini.
Amos era immortale!
Biografia
Riccardo MainardiClasse 1957, laurea in Scienze Politiche alla Statale di Milano, risiede da molti
anni a Rapallo, la sua città natale.
Ha diretto diverse filiali di un primario istituto di credito prima di ritirarsi a vita privata e potersi finalmente dedicare alle sue più grandi passioni: la filosofia e la letteratura.
Ama scrivere romanzi, poesie, aforismi e brevi saggi.
Esordisce come narratore nel 2011 con la silloge Le ultime lezioni dell’anno,
edizioni Gammarò, classificandosi secondo al Premio Letterario Internazionale Per un mondo migliore.
Ha vinto numerosi concorsi letterari e di filosofia nelle sezioni narrativa, poesia, saggistica e aforismi. Fra questi, nel 2014 si è aggiudicato il primo premio al Concorso Letterario Scriviamo Insieme di Roma nella sezione narrativa inedita con il romanzo Polvere nella nebbia, successivamente pubblicato da Liberodiscrivere Edizioni. Quest’ultimo romanzo figura altresì fra i dieci finalisti del Premio Carver 2015 e ha ricevuto altri 4 riconoscimenti.
A fine 2018 pubblica con Giovane Holden Edizioni il romanzo storico-fantasy Il sogno di Amos, che si classifica primo al Premio Books for Peace di Roma(sezione Fantasy), si aggiudica un trofeo speciale della giuria al Premio Città di Sarzana 2019 e risulta finalista ai Premi Bukowski e Toscana in Poesia (sezione narrativa).
Negli ultimi anni ha vinto sette premi nazionali di filosofia.
Fra questi, si è classificato primo al Premio Nazionale di Filosofia Alla ricerca dell’anima con un saggio sul tema “Anatomia del rispetto” (Modena 2016) e ha ottenuto la vittoria al Premio Nazionale di Filosofia Le figure del pensiero, sezione Articolo filosofico (Certaldo 2018). L’anno successivo si classifica secondo nello stesso concorso con il saggio sul tema “Dove abita il bello?”.
L’autore ha di recente ultimato la stesura del suo quarto romanzo intitolato Mistress, finalista al Premio Letterario Internazionale Città di Como 2019 per la narrativa inedita.
MAINARDI RICCARDO
Nato a Rapallo (Genova) il 18/02/1957
Indirizzo: Via Don Minzoni 29 A/6
16035 Rapallo (Genova)
Telefono: 339 8049882
Indirizzo posta elettronica: riki.mainard@gmail.com
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Titolo: Indelebili (tracce)
Prezzo: cartaceo 6,90 e-book 0,99
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Trama
Ludovica si sente persa, non riesce più a godere delle bellezze della vita dopo che un terribile incidente le ha portato via la persona più cara al mondo. Inizia così un viaggio dentro sé stessa, nel campeggio della sua infanzia insieme ai suoi genitori che non riescono a esserle d’aiuto e ad Amedeo, uno sconosciuto con un passato tormentato alle spalle ma capace di dare un senso all’esistenza e all’identità di Ludovica.
È possibile sopravvivere al proprio dolore? Ludovica crede di no ma alcune tracce della sua vita, quelle racchiuse tra parentesi alle quali non viene data importanza, riaffiorano forti come non mai in un viaggio ricco di sentimenti forti e di un segreto che lascerà un segno indelebile nel cuore dei protagonisti.
Estratto
Il campeggio non è cambiato per niente, sembrano essere rimasti al loro posto anche i piccoli fili d’erba, sopravvissuti dopo anni di cattiva manutenzione. Non farà bene alla mia psiche rimanere qui; troppo silenzio, troppa incuria. Rischio di odiare ancora di più la vita.Il vento nasconde i rumori ma le mie orecchie captano il suono di una chitarra. Cerco di
farmi guidare dall’udito e cammino a occhi chiusi, senza paura di cadere o farmi male. C’è
qualcosa di peggiore che potrebbe accadere?
Mi fermo e apro gli occhi solo quando il suono diventa più forte. A pochi metri da me c’è un ragazzo, è seduto sopra uno sgabello senza schienale, il piede sinistro posizionato su un masso e la gamba dello stesso lato sorregge la curvatura della chitarra.
Non gli vedo il viso perché è proteso in avanti, così come la schiena, ma posso notare il grosso tatuaggio sul bicipite, la coda di un drago o forse quella di un serpente.
Le dita si destreggiano con sapienza tra le corde mentre le note di Nothing else matters sono lusingate dalla sua bravura.
«Ti piacciono i Metallica?» chiede.
«No». Rispondo seccata ma lui sorride lo stesso.
«Questa canzone la conosci?»
«No».
Mi volto e faccio per andarmene. Lui riprende a suonare, accompagnando al suono anche le parole. Parole che conosco troppo bene.
«Così vicino, non importa quanto lontano Non potrebbe essere troppo lontano dal cuore
Crediamo per sempre in quello che siamo e niente altro conta». I miei piedi si bloccano, una leggera esitazione… ma no, non conta più niente.
Biografia
Elena Carletti, nata ad Ancona nel 1979, si è laureata in Economia e Commercio nel
2005 e ha conseguito un dottorato di Ricerca in Economia Aziendale nel 2011. Vive ad
Ancona con il marito Roberto e due figli, Edoardo e Vittoria.
Appassionata di lettura e scrittura, ha pubblicato due romanzi rosa, “Dall’andata al
ritorno. Una magica estate” e la commedia romantica “7 mesi”.
Nel 2017 esce il suo primo romanzo giallo “La verità nascosta” e, nel 2019 “Sotto le
apparenze”, un thriller psicologico pieno di colpi di scena.
Con “Indelebili (TRACCE)”, romanzo di narrativa contemporanea, vengono messi in
evidenza gli aspetti più profondi dell’animo con una storia dove la forma epistolare
diventa un modo per ritrovare sé stessi.
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