Autore: Davide Fresi
Titolo: La pergamena che prevedeva il futuro
Prezzo: 11,40 e-book 2,99
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La notte seguente Artemone rimase a lungo chiuso in biblioteca, finché
non ne venne fuori concitato.
Capì di aver trovato una pergamena che avrebbe cambiato la sua
esistenza.
Il rotolo era venuto fuori da un polveroso e anonimo scaffale. In
apparenza non pareva promettere niente di rilevante. Ma, a un esame più
attento, Artemone si era reso conto che era diverso da tutti gli altri. Percepì
infatti la portata delle profezie che dispensava. Non avrebbe mai pensato di
imbattersi in qualcosa di simile, ma prese atto che un’ignota divinità aveva
posato su di lui il suo sguardo benevolo. Affascinanti prospettive erano
comparse all’orizzonte della sua esistenza. Avrebbe potuto sfruttare quella
pergamena per saziare la sua sete di potere e ricchezza. Dopo aver patito
numerose umiliazioni, sentiva che la sua vita era ormai a una svolta.
Trama
Un oscuro prodigio.
Una serie di omicidi.
Un uomo senza scrupoli.
A Roma, nel I secolo a.C., Artemone trova in una biblioteca una misteriosa pergamena che cambierà il corso della sua esistenza. Ogni volta, al sopraggiungere della mezzanotte, essa preannuncia gli eventi che avranno luogo durante la giornata. Artemone decide di sfruttarla per emergere nella corte romana e, per farsi strada, non esita a compiere i più spregevoli delitti. La città è teatro di tragici eventi che lasciano tutti senza fiato. Quando poi la pergamena cambia la natura delle sue rivelazioni, i progetti dei potenti vanno in frantumi.
Fino a quando Artemone potrà soddisfare la sua cupidigia? Quale sarà l’ultima rivelazione della pergamena?
In questo romanzo, l’autore fa rivivere con maestria un’epoca lontana e tratteggia dei personaggi dal sicuro fascino, che con le loro azioni fuori dal comune sorprendono continuamente il lettore.
«Grazie a Giove siamo scampati al peggio! Ti sarò eternamente grato per il
coraggio che hai dimostrato. Senza il tuo intervento, quell’animale mi
avrebbe caricato fino a uccidermi e non avrei più rivisto il sole sorgere.
D’ora in poi sarai per me come un fratello ed esaudirò qualsiasi tuo
desiderio. Ma avvicinati... permettimi di abbracciarti. Ti devo la vita» disse
l’imperatore con trasporto e poi lo strinse fra le sue braccia.
Poco dopo, Artemone replicò, recitando la sua parte: «Maestà, ho fatto
solo il mio dovere. Chiunque al mio posto avrebbe agito allo stesso modo.
Sarei pronto a morire in qualsiasi istante per voi».
Recensione
Oggi vi parlo del nuovo romanzo di Davide Fresi; "La pergamena che prevedeva il futuro" ha per protagonista un uomo di nome Artemone, che un giorno entra in possesso di una pergamena molto diversa dalle altre, perché ciò che vi è scritto, pur riguardando il giorno stesso, deve ancora avvenire, ed ecco che, quest'uomo decide di avvalersi della scoperta, pensando venga dagli Dei, per alzarsi di livello e crescere le proprie fortune.
In questo modo scopriamo quindi come Artemone si avvicini sempre più ad Augusto, spacciando per sue cose che non lo sono, e leggendo la pergamena per scongiurare eventi negativi futuri.
Peccato che, come si suol dire, a un certo punto ognuno debba raccogliere ciò che semina; ovvero: macchiandosi di numerosi crimini, Artemone riesce sì ad arricchirsi, ma il prezzo da pagare è alto, forse troppo per uno come lui, ed ecco perché alla fine la sua vera natura viene rivelata e questo insulso personaggio si becca il destino giusto per lui.
Varie rivelazioni, un oscuro prodigio e un uomo senza scrupoli, ecco cosa vi attende, durante la lettura del nuovo romanzo di Davide Fresi.
Alla prossima
Luce <3
Poi, di colpo, quando tutti erano all’esterno, la profezia si compì e un
fulmine si abbatté con violenza sul tetto del tempio. A crollare fu proprio il
lato in cui, fino a poco prima, si trovava Augusto. Dinanzi a quella scena,
Artemone si sforzò di rimanere impassibile, per quanto desiderasse esultare.
I suoi occhi accesi di passione accompagnarono uno sguardo trionfante.
Aveva compiuto il passo decisivo per ottenere l’ammirazione e il rispetto
dell’imperatore.
Ancora una volta esterrefatto, Augusto si schiarì la voce e disse: «Mi hai
salvato di nuovo la vita e te ne sarò riconoscente per sempre. Ti chiedo
scusa per aver dubitato delle tue parole. Nella notte infatti ho chiesto agli
dèi un segno che confermasse le tue doti. E sono stato pienamente
soddisfatto. A questo punto ho la certezza che meriti ogni riguardo».
Ebbro di gioia, Artemone sfruttò l’occasione fino in fondo: «Sono io a
dover inchinarmi al cospetto di un uomo benemerito come voi. D’altra parte
sarei felice di far fruttare a vantaggio dell’Impero le mie doti. Sono
convinto che per Roma gli anni più gloriosi siano alle porte».
«Via da me ogni indugio! Ti concederò qualsiasi cosa desideri. Non devi
far altro che chiederla. Un uomo come te deve essere tenuto nella massima
considerazione» disse l’imperatore, illuminandosi in volto. Era la prima
volta che aveva un contatto diretto con il soprannaturale.
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