giovedì 24 novembre 2022

[Review Party] Recensione "René e i gatti di Richelieu", Cristiano Pedrini

 Buongiorno, oggi vi recensisco il nuovo romanzo di Cristiano Pedrini


Autore: Cristiano Pedrini

Titolo: René e i gatti di Richelieu

Genere: Narrativa 

Formato cartaceo 14x21 

Formato ebook: epub/mobi e pdf 

Pagine 215 

Pubblicato con Youcanprint 

ISBN: Prossimamente 

Prezzo di copertina: Ebook € 2,99 Cartaceo: € 18,00

Link d'acquisto: QUI



Sainte-Eulalie appariva come lo rivedeva nei suoi pensieri, avvolto in quella lieve foschia che nascondeva le sue dolci colline, come se la mano dell’Onnipotente volesse celarne una parte, timoroso che l’uomo potesse intaccarne la bellezza. Agli occhi di René quel mondo era un piccolo capolavoro che sentiva come la sua vera e sola casa.


Trama

René Fontaine ritorna al villaggio di Sainte-Eulalie per l’iniziare una nuova vita accanto al suo amato Maxime. L’annuncio del loro fidanzamento rende tutti gli abitanti euforici, ma l’arrivo di Jacques Labordè, eminente studioso dell’Università di Arles, convinto che il piccolo bordo di Leman, da tempo ritenuto disabitato, celi un tesoro riconducibile al cardinale Richelieu, costringe Renè a cambiare i suoi programmi. L’incontro con gli unici due abitanti di Leman, il vecchio Jules e il nipotino Sebastien, è una sorpresa che rafforza la convinzione di René ad opporsi ad ogni tentativo di Leman di sfruttare gli esiti della sua ricerca per stravolgere l’esistenza del borgo. La presenza del piccolo Sebastien, con la sua carica di vivacità, incuterà in René un desiderio capace di bruciare molte tappe della vita che si immagina accanto al compagno, ma sa di non essere solo, la presenza della sua amata quercia, dove venne ritrovato, ancora in fasce, dalle suore dell’abbazia di Saint-René d'Angers, e le fugaci apparizioni del misterioso lupo che ha chiamato Buck, e lo accompagna nel suo viaggio alla scoperta dei misteri di Leman, lo aiuteranno a non perdere di vista suoi valori e le sue convinzioni. Sainte-Eulalie appariva come lo rivedeva nei suoi pensieri, avvolto in quella lieve foschia che nascondeva le sue dolci colline, come se la mano dell’Onnipotente volesse celarne una parte, timoroso che l’uomo potesse intaccarne la bellezza. Agli occhi di René quel mondo era un piccolo capolavoro che sentiva come la sua vera e sola casa. 


Estratto dal Capitolo Primo 

René sfiorò con la mano la corteccia della sua quercia, un timido contatto per farle sapere della propria presenza. Alzando lo sguardo, si ritrovò a contemplarne le fronde simili a un’immensa corona, come se la quercia volesse ricordargli di essere la sola regina della sua vita. E ora, davanti a lei aveva deciso di compiere quel passo così importante. Nei giorni passati si era domandato più volte se non avesse corso troppo, se quella decisione non fosse stata solo il frutto del suo affrettato desiderio di rafforzare tutto ciò che aveva voluto crearsi a Sainte-Eulalie. “Eccomi qui”, pensò, accarezzando il tronco del vecchio albero. “Sei felice che io ti voglia accanto a me in questo giorno?” La mano di Maxime si posò sulla sua, stringendogliela. I loro sguardi si incontrarono, sancendo, con il semplice silenzio, di essere pronti. «Vogliamo andare? Tutti ci stanno aspettando», gli sussurrò, baciandolo sulle labbra. Sainte-Eulalie era sempre come lo rivedeva nei suoi pensieri, avvolto in quella lieve foschia che nascondeva le sue dolci colline, come se la mano dell’Onnipotente volesse celarne una parte per il timore che l’uomo potesse intaccarne la bellezza. Agli occhi di René quel mondo era un piccolo capolavoro che sentiva come la sua vera e sola casa. Si voltò a osservare Maxime che, alla guida della sua vecchia Land Rover, proseguiva lungo la strada che portava al borgo di Saint Jeanne. Erano trascorsi due mesi dalla sua ultima visita e il ragazzo non vedeva l’ora di ritornarci. Tutto era accaduto così velocemente che ancora si chiedeva se non avesse dimenticato qualcosa. «Di solito sei meno silenzioso», osservò Maxime girandosi verso il ragazzo e incontrandone il sorriso imbarazzato. «Il viaggio non è andato bene?» «Oh no, tutto perfetto, è solo che pensavo alla nostra festa. Sei sicuro di volerla? Io non…» Maxime scosse il capo, tornando a fissare la strada. «Ammetto che non avrei mai pensato a qualcosa del genere. Per la verità, non riuscivo neppure a immaginarmi accanto a una persona come te. Ogni tanto una vocina cerca di dissuadermi dal credere che tutto questo sia reale.» «Per favore, ferma la macchina!» La reazione di René sorprese Maxime, che rallentò il fuoristrada fino a fermarsi sul ciglio della strada. Spense il motore e battendo le dita sul volante assentì. «Bene, e ora?» René si sporse verso di lui e allungò la mano per voltargli il viso. «So che restarmi vicino non è sempre facile. Quante volte, spesso al telefono, perché ero lontano, ti ho chiesto se ti andasse bene tutto questo. Mi hai sempre spinto a proseguire nella mia professione, e all’inizio mi andava bene, perché potevamo raccogliere somme sufficienti per restaurare Saint Jeanne, ma ora non c’è più questa necessità.» «Ti costringo a fare veri e propri tour de force. Ogni volta che hai qualche giorno libero ti precipiti qui, come se avessi paura che restare lontano ti renda diverso ai miei occhi o a quelli degli altri abitanti del villaggio. Te lo dirò un’altra volta…» Maxime fece una lunga pausa, posando l’indice sulla fronte del ragazzo. «Hai reso tutti noi felici, ci hai dato un futuro che possiamo toccare con mano, ti sei innamorato di uno che passava gran parte del suo tempo da solo a scolpire in una casa in mezzo ai boschi e lo hai reso l’uomo più felice del mondo. Ora perché non lasci che un po’ di questa felicità che hai trasmesso agli altri ti avvolga e ti faccia sentire davvero accettato?» René deglutì a fatica. Quante volte in quell’ultimo anno aveva cercato di ammettere a sé stesso che non voleva indurre Maxime a vivere in un mondo che sapeva non appartenergli. La vita di uno dei modelli più famosi e richiesti di Francia, con tutto quello che ne conseguiva, era qualcosa che voleva risparmiargli. Ma ora quel passo, a lungo ponderato, poteva cambiare le cose. «Sei sempre convinto di voler annunciare il nostro fidanzamento?», chiese al giovane intagliatore. Una domanda che ottenne in risposta un bacio sulle labbra. Maxime accarezzò il volto di René, sentendosi trasportato dall’inesauribile magia scatenata da quegli occhi gentili, vero specchio della sua anima. Uno specchio che non esitava a mostrarsi sempre limpido quando si trattava del loro rapporto. «Voglio che tutti vedano quanto siamo felici, e immagino anche che molti mi invidieranno. Ebbene, non posso dargli torto!», rise Maxime, rimettendo in moto il fuoristrada. «Se non ti conoscessi bene…», osservò perplesso René. «Ho come l’impressione di essere un trofeo da esibire. O mi sbaglio?» Maxime allungò il braccio, trascinando il ragazzo contro di sé. «Ecco, vedi, ci vuole davvero poco per far venire alla luce le tue splendide contraddizioni: un momento prima fai il timido e l’impacciato, cosa che peraltro mi sorprende visto il lavoro che fai, e poi arricci il naso e fai il sostenuto.» René non volle replicare. Si sentiva semplicemente bene, stretto al braccio di Maxime. Il profumo dei suoi abiti e della sua pelle lo accompagnava verso quella parte di mondo nella quale poteva sentirsi davvero libero, senza preoccuparsi che ogni sua parola e ogni suo gesto potessero generare commenti o pettegolezzi.


Recensione

I libri di Cristiano sono una garanzia e si leggono velocemente, c'è poco da fare; questo secondo romanzo con protagonista René (il primo è La quercia dell'orfano) porta il nostro protagonista ad intraprendere una nuova avventura, in compagnia del compagno, del fratello e di altri personaggi che pian piano fanno la loro comparsa; devo ammettere che René tende un po' troppo a finire nei guai e a farsi male, però è anche vero che nonostante le sbandate, alla fine si ritrova ad intraprendere avventure che non avrebbe mai immaginato e a conoscere nuovi amici, come il piccolo Sebastien che avrà un ruolo parecchio interessante in questo nuovo capitolo della vita di René.

Ovviamente al fianco del nostro protagonista ci sono anche le suore che lo avevano accolto da neonato (leggere romanzo precedente per ulteriori informazioni, grazie), la giornalista e una donna che René pare detestare, ma ogni cosa è destinata a cambiare. 

Sicuramente René è cresciuto, ma una parte fanciullesca gli rimane comunque attaccata e Maxime è la persona che lo completa, quella giusta, che gli sta accanto per ciò che è, non per ciò che la gente vorrebbe che fosse.


La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3


Quando entrò nel salotto di casa vide i due uomini intenti a leggere i quotidiani del mattino. Trovava in qualche modo spassoso quel rito domenicale: sfogliavano i giornali l’uno seduto di fronte all’altro, apostrofando con dei commenti le notizie della giornata. Quando René si affacciò alla soglia del salone sollevarono appena lo sguardo, salutandolo distrattamente. Morgan con la coda dell’occhio notò il ragazzo avanzare tenendo le mani dietro la schiena e guardandosi attorno, come se stesse cercando qualcosa. «C’è qualcosa che non va?», gli chiese. «No, no… cosa fate di bello?», replicò René. «Ci aggiorniamo sulle ultime notizie. Ti sei svegliato presto stamattina. Hai degli impegni?» Serge sollevò lo sguardo dalle pagine de Le Monde, sorridendo nel vederlo ancora in pigiama. René alzò le spalle, grattandosi il capo. «Non riuscivo a dormire», ammise, ben sapendo che quel pensiero ricorrente lo aveva assillato per tutta la notte, impedendogli di riposare. «C’è una cosa che volevo dirvi, ma non so se…» «Il nostro ragazzo sembra titubante, tu cosa credi che stia architettando?», sorrise Serge, posando il quotidiano sul sofà. «Qualsiasi cosa sia penso che lo scopriremo presto, a meno che non voglia prima fare una delle sue solite pantagrueliche colazioni. I croissant sono freschi e ti stanno aspettando in cucina», soggiunse Morgan, indicando la porta alle spalle del ragazzo. 11 René sgranò gli occhi massaggiandosi il mento. «I croissant? Ci sono anche quelli al cioccolato?» «Arrivati stamattina dalla tua pasticceria preferita, la pâtisserie di Cédric Grolet», rispose Serge. Grolet era uno chef pasticciere di fama mondiale e aveva ricevuto numerosi premi per il suo stile irreale. Lo stesso con il quale aveva creato, l’anno precedente, i croissant René con un ripieno di crema chantilly e dello zucchero a velo cosparso sulla superficie. Una piccola “bomba” calorica che il pasticciere aveva intitolato al ragazzo, al quale non aveva mai nascosto la propria ammirazione. «Sì, ma prima vorrei parlarvi.» La reazione di René sorprese i due uomini, che si guardarono per pochi attimi prima di tornare a osservare il ragazzo. Serge si alzò e gli tastò la fronte. «No… non hai la febbre, eppure… tu che rinunci ai tuoi croissant?» «Io non sto rinunciando, insomma, volevo dirvi che…» «Secondo me ha già fatto una piccola incursione in cucina e ci sta prendendo in giro», lo interruppe Morgan. René strinse i pugni contro i pantaloni del pigiama cercando di contenere la trepidazione, ma non ci riuscì. «Insomma, volete farmi parlare! Io e Maxime vogliamo annunciare il nostro fidanzamento!» Il suo tono stridulo si spense nel silenzio che tornò ad aleggiare nel salone

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