lunedì 14 novembre 2022

7 blog per 1 autore: Paolo Ciri

Buongiorno lettori e amanti delle serie tv! Come avevo preannunciato, da oggi comincia una nuova rubrica in collaborazione con altri 6 blog, di cui uno è quello di Federica, che gestisce Gliocchidellupo

ma in cosa consiste la rubrica, 7 blog per 1 autore?

Riapre una rubrica tanto amata e dedicata agli autori, da un'idea di Federica del Blog Gli Occhi del Lupo. In precedenza chiamata 4 blog per un autore e ora cresciuta in 7 blog per un autore. Ogni settimana ospiteremo un autore con il suo romanzo ed entreremo meglio in ciò che ha scritto. Ringraziamo tutti coloro che si sono affidati a questa iniziativa.
Blog che vi partecipano:
LUNEDÌ - Tutto sul romanzo - IO AMO I LIBRI E LE SERIE TV
MARTEDÌ - Ambientazione - IN COMPAGNIA DI UNA PENNA
MERCOLEDÌ - Cast Dream - TRE GATTE TRA I LIBRI
GIOVEDÌ - Un messaggio da scoprire - ANIMA DI CARTA
VENERDÌ - Un'immagine che racconta - LIBERA_MENTE
SABATO - Intervista all'autore - READING IS TRUE LOVE

DOMENICA - Intervista al personaggio - GLI OCCHI DEL LUPO 


Tutto sul romanzo

COVER + TRAMA + ESTRATTI

Raccontaci come hai scelto la cover, chi l’ha realizzata e qualche info in più rispetto alla trama scelta.

Allega un estratto card e la cover del romanzo

La copertina la ho realizzata io. Ho scattato la foto della Rocca di Spoleto (che è nel romanzo), la ho fotoritoccata per darle un senso (le tante sofferenze provocate dalle battaglie, il sangue…), ho aggiunto parole chiave del libro, cercando di dare una armonia grafica (cosa che non so fare). La trama racconta di un personaggio di fantasia (Jacquì, il piccolo Jacques) ovviamente sfortunatissimo come i poveri del medioevo (e forse anche i ricchi) potevano essere, che conduce una vita di disgrazie e stenti. Nelle prime righe scrivo “nacque, ma se avesse saputo non lo avrebbe fatto!”. Un paradigma della condizione umana… Ovviamente muore di febbri quando riesce a raggiungere una posizione agiata… Ma gira Europa ed Italia, conosce il mondo e non si arrende mai. Incontra personaggi storici, tanti. Mi è stato necessario precisare, in appendice, quali personaggi sono di fantasia e quali sono realmente esistiti, non volevo fuorviare… Mi sono anche divertito a nascondere cose nel testo… ad esempio: il percorso di Jacquì è a spirale, si involve sempre più nella sua condizione disgraziata. Quando prova a uscire dalla spirale… muore. Perchè la difficoltà della condizione umana è ineludibile. Per esempio si trovano 30 citazioni nel libro, ma sono celate, ci si può divertire a scoprirle. Per esempio vi è un riferimento ricorrente ad una certa isola delle querce in un mare glaciale, che ha a che fare con i Templari, la cui fine violenta segna la data di inizio del racconto: 13o7.



SINOSSI

TRENTANNI NEL TRECENTO

Un romanzo / saggio che descrive le vicende dei personaggi storici intrecciandole con quelle dei personaggi di fantasia. Un tentativo di ricostruire la vita medioevale per confrontarla con quella odierna e scoprire che poco è cambiato. Uno stile veloce e scarno per percorrere i trenta anni di vita del protagonista, e divagare nelle tante brevi storie degli altri personaggi. Vi troverete la caduta di San Giovanni d'Acri, la fine dei Templari, la storia dei Re maledetti, le compagnie di ventura, i flagellanti, i pellegrini, Cola di Rienzo, Gil Albornoz, Carlo IV, la costruzione della Rocca di Spoleto, la Bolla d'Oro, la Serenissima Repubblica di Venezia, le battaglie in oriente, la guerra dei cento anni, il terremoto e la peste nera che coinvolsero tutta Europa, e molto altro, intorno alla vita di Jacquì.



ESTRATTO

Nacque d’inverno, di notte. Poco prima d’un vitello, e più che di lui s’occuparon di quello.


Nacque per caso, per noia. Come un gallo od un coniglio, non certo per amore: fu per sbaglio.


Nacque.

Ma, se avesse saputo, non lo avrebbe fatto.



Soffiava forte quella notte.

A Crècy en Ponthieu arrivava un vento freddissimo dal mare, che poi non era un mare, era un canale violato. Attraversato dagli odiati inglesi, potenti nelle vicine Fiandre e proprietari di molti e grandi feudi in terraferma franca.


Nevicava, quella notte.

Ed era talmente freddo che dovettero spostare la partoriente Carole al piano terra, nella stalla, scaldata dagli animali. Tanto alla puzza erano abituati. E le bestie alla loro.


Tutti gli uomini vennero allontanati al momento topico, che solo le donne potevano assistere. Rimase una paffuta vicina, aspirante, non ricambiata, al primogenito Adrien. Per questo scopo si combinava lì, per mostrarsi a lui con la scusante di vegliar la sua mamma. Vestita come meglio poteva ma imbrattata di fango fino alle ginocchia: la traversata nella melmosa neve tra le due case era stata difficile. Rimasero anche le due sorelle di Adrien ed una cognata che viveva con loro. Con la poca legna, che ancora avevano, bollirono l’acqua per disinfettare le forbici e i coltelli e per preparare un infuso di issopo, radice di iris, origano ed erba gatta, compresso in un panno di lana e premuto sul pube. Bisbigliarono i “Pater Noster” a ripetizione nelle orecchie della partoriente, per altro ormai ben esperta di ripetuti travagli.

Uscendo alla luce l’ennesimo bimbo pianse. Forse perché doveva, forse perché aveva già compreso la situazione: fu abbandonato sulla paglia che si doveva badare al vitello nascente. Bisognava salvare buona parte del patrimonio di famiglia, incarnato dalla unica mucca, e possibilmente incrementarlo, portando il parto a termine. A quello s’applicarono il padre e buona parte dei suoi dodici fratelli, di cui dieci certi e due un po’ meno.



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