Gli animali della fattoria del vecchio Jacob, che si estendeva imponente e maestosa lungo la vallata, erano in procinto di alzarsi, come sempre di buon’ora, per dare il benvenuto al nuovo giorno.
Bill, il cane da guardia della fattoria, un bestione dal corto pelo nero, grosso quanto un vitello appena svezzato, sbadigliò vistosamente e aperto gli enormi occhi, simili a supernove appena esplose, si diresse verso la sua ciotola preferita, con pensieri di gratitudine nei confronti del padrone che l’aveva riempita fino all’orlo di prelibati manicaretti. Gli era molto cara quella ciotola di terracotta, grande quanto una pentola a pressione e con pappagalli dalle penne multicolori incisi sui fianchi; era l’unico ricordo della sua infanzia e della sua vera madre; o almeno, era ciò che sospettava.
Un brontolio sommesso lo scosse dai suoi pensieri; Paul il gallo, un volatile dal colore infausto ma dotato di un vocione prorompente, si diresse barcollando leggermente nel punto più alto del cortile. Schiarendosi vistosamente la gola e sistemandosi le penne arruffate dalle ore di sonno, si esibì in un canto spacca timpani, destando non solo gli animali della fattoria, ma anche i loro vicini.
<<Come mai sei già in piedi?>> gli chiese Paul con fare sarcastico, atterrando a qualche metro di distanza dalla zona occupata dal cane. <<Non sei riuscito a dormire?>>
Il cane fece roteare gli occhi. L’aver a che fare con una figlia adolescente, una moglie asceta e un pulcino chiassoso che combinava più guai di un cinghiale inferocito, lo aveva dotato di un triste umorismo. Difetto comunque passabile, se si contava la furbizia che riusciva a tirar fuori nei momenti critici.
Non dirò altro perché sapete che non amo farvi spoiler, ma ripeto: se volete una storia allegra, con animali per protagonisti, che vi trasporti anche solo per qualche ora, lontano dal caos, "Missione Libertà" è la scelta giusta, Francesca è la scelta giusta.
<<Buongiorno ragazzi>> li salutò una voce alta e chiara. <<Una splendida giornata, non trovate?>>
Lo scarno gruppo di animali si girò a guardare.
A prendere la parola era stato Lardo, un gatto il cui nome era palesemente collegato alla sua stazza. Indossava la benda color ocra, che gli copriva malamente l’occhio guasto ed esibiva il suo sguardo più enigmatico. Nei suoi confronti, Bill provava un sentimento di amore/diffidenza, quest’ultima forse a causa dell’istinto naturale che porta i cani ad essere in conflitto coi gatti. D’altra parte nutriva una profonda stima nei suoi riguardi; Lardo era un genio della pittura e della meccanica di precisione. Invece che andarsene in giro a tormentare topi ed uccellini, (attività poco gettonata da un gatto nato e cresciuto in casa), aveva diversi hobby, fra i quali spiccavano la costruzione di armi e la creazione di mappe dal tratto pregiato. Era stato lui a dotare la compagnia di una mappa perfetta, che era servita a Bill per individuare il nascondiglio estivo dei tassi.
<<Oggi è una giornata speciale, giusto?>>chiese, passeggiando agilmente lungo la ringhiera del terrazzo più in basso. <<La nuova recluta è in arrivo?>>
<<Il padrone non si è ancora fatto vedere.>> esordì Bill laconico, gettando di nuovo uno sguardo al portone d’ingresso. <<Ma non credo che si farà attendere>>
<<Papà, papà!>> trillò una voce femminile, che poi si scoprì appartenere a Malvina, che seguita da Giuseppe e da Beatrice, prese a correre per il cortile come in preda ad una crisi isterica.
<<E’ qui? E’ qui?>> chiese saltellando ed investendo Pallino, dal quale si beccò una protesta indignata.
<<Come sto?>> chiese a Bill, sistemandosi nervosamente le piume. <<Non hai idea di quanto io sia emozionata!>>
<<Malvina calmati, ok?>> le disse sua madre. <<Respira a fondo, tesoro. Lascia che i tuoi chakra si connettano al Grande Spirito e abbraccino la tranquillità>>
Sembra molto bello, grazie per la recensione :D
RispondiElimina