domenica 8 gennaio 2023

Recensione serie "Outlander", Diana Gabaldon

 

 Autrice: Diana Gabaldon

Titolo: Cannoni per la libertà

Serie: Outlander #11

Prezzo: cartaceo 13,30   e-book 6,99

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Serie Outlander:

0,5)Il mio nome è Jamie

1)La straniera

2)L'amuleto d'ambra

3)Il ritorno

4)Il cerchio di pietre

5)La collina delle fate

6)Tamburi d'autunno

7)Passione oltre il tempo

8)La croce di fuoco

9)Vessilli di guerra

10)Nevi infuocate

11)Cannoni per la libertà

12)Destini incrociati

13)Il prezzo della vittoria

14)Legami di sangue

15)Prigioniero di nessuno

16)Quando accadrà dillo alle api
17)?


«È papà», disse, e già mentre pronunciava quelle parole si rese conto di quanto fossero ridicole. Anche ammesso che Jamie Fraser, per qualche inimmaginabile ragione avesse deciso di travestirsi da soldato e scendere al porto, l’uomo che stava osservando era diverso.


Trama
Al Fraser's Ridge, nei territori oltreoceano della Corona britannica, la vita è sempre più difficile, nonostante gli sforzi di Claire e James. Claire cerca di riprendersi dalla brutta avventura del rapimento subito da parte del misterioso indiano Wendigo, un altro viaggiatore nel tempo, e Jamie, alla vigilia della rivoluzione americana, deve barcamenarsi fra la sua adesione alla causa indipendentista e la sua lealtà verso gli inglesi. Mentre continuano le peripezie dei protagonisti - fra cui addirittura un'accusa di omicidio che porta Claire in prigione e un sospetto di infedeltà coniugale che grava su James - si svolge la prima battaglia fra ribelli e lealisti che viene vinta dai primi, ma i coniugi Fraser non riescono a rallegrarsene. Su di loro, infatti, grava un incubo che viene dal futuro: un ritaglio della Wilmington Gazette del 13 febbraio 1776, in cui si annuncia la morte di Jamie e della sua sposa, deceduti il 21 gennaio di quello stesso anno nell'incendio della loro casa...


Quella sconcertante sensazione di violazione, perdita, dolore e isolamento se n’era andata: adesso era solo un’ombra nella mia mente. E la cosa più bella era che Jamie era lì; una presenza solida e fisica, che sapeva di sudore, di whisky e di cavalli... Era lì. Non lo avevo perduto


Recensione

La seconda parte del sesto volume è sicuramente quella più voluminosa (ben ottocento pagine) per portare a conclusione le avventure e disavventure della famiglia Fraser.
La bellezza di questa storia restano Jamie e Claire, anche se non siamo più nel fiore degli anni e davanti abbiamo una coppia di mezza età. Eppure Jamie, anche se nonno, continua ad essere un faro per la sua comunità, per la famiglia, per gli amici e soprattutto per Claire. Temo sempre che prima o poi finirò per disinnamorarmi, ma poi qualcosa succede, basta una frase, una scena e mi rendo conto che l'amore è vivo come prima.
In questa corposissima seconda parte, le vicende sono davvero tantissime, a tratti apparentemente slegate tra di loro, anche se poi abilmente ricongiunte sul finale. La politica e la storia vanno in modo determinato verso la famiglia Fraser, che a differenza di tutti gli altri, sa quello che succederà e quale sarà l'esito finale. Anche se in un primo momento, Jamie funge da uomo del Re, mediatore tra gli indiani per cercare di convincerli a sostenere la causa regale, ben presto, su suggerimento di Claire, e a differenza di moltissimi Highlander che hanno prestato giuramento alla corona, finirà per schierarsi con i ribelli.
Nel contempo succedono altre cose: Fergus e Marsali, insofferenti ed incapaci di continuare a vivere al Ridge, accettano l'offerta di Jamie che è riuscito a trovare un lavoro da tipografo per Fergus, da sempre menomato per via della mano. I due si trasferiscono a New Bern con i bambini e se la comunità del Ridge perde una presenza importante, la loro vita sembra indirizzarsi nel verso giusto.
Roger decide di prendere gli ordini e onestamente confesso che tutta questa parte di lui e Brianna mi ha leggermente fatto venire sonno. Se li avevo amati molto nella fase iniziale, pian piano mi sono disaffezionata, pur apprezzando Brianna per il suo evidente carisma e somiglianza con il padre. Ho apprezzato il suo ingegno, il modo in cui si è integrata alla comunità, ma la sua storia con Roger non mi ha per niente conquistata e onestamente vi confesso che avrei gradito se si fosse messa con qualcun altro.
In questo volume Claire si ammala, durante una epidemia di dissenteria amebica, ma la sua malattia ha un percorso strano, come quello di Thomas Christie, il protestante, compagno di cella di Jamie ai tempi del carcere. Anche lui si è unito alla comunità del Ridge, malgrado la sua morale rigida e i suoi modi sospettosi. E lui è il personaggio che mi ha sorpresa di più, in senso positivo (leggete e capirete, come vi dico sempre).
La disperazione di Jamie all'idea di perdere Claire è sempre commovente e solo questo è valso da solo il rinnamoramento per questa storia. Peccato che anche superando la malattia, i problemi non siano finiti e tutto ruoterà intorno al misterioso ed ambiguo personaggio di Malva Christie, l'allieva alla quale Claire ha sognato di lasciare il suo sapere, trasmettendole le sue conoscenze. Peccato che la ragazza si riveli molto più pericolosa e piena di segreti di quando si potesse immaginare.
Rimasta incinta, la donna incolperà davanti a tutti Jamie, che avrebbe cercato consolazione tra le sue braccia quando Claire era malata. La disperazione della donna, ma poi anche la consapevolezza dell'impossibilità che l'uomo che le è al fianco l'abbia davvero tradita, aggiungeranno dinamica al tutto, con il successivo e macabro omicidio di Malva, trovata con la gola tagliata, nell'orto di Claire.
I sospetti, le voci e poi la folla inferocita che vorrebbe uccidere Claire e Jamie che considerano i responsabili mi hanno nuovamente trascinato in quest'epoca pericolosa e barbara, in un paese in fermento, pieno di miscugli pericolosi, ma affascinanti. Quando Jamie perde Claire, trascinata da una prigione all'altra del paese, mi è sembrato davvero di rivedere la mia coppia mitica, che combatteva per la propria vita e la propria indipendenza in una Scozia brumosa e piena di incanto, alla vigilia di un disastro, dove l'unica cosa che contava era l'amore.
E quando i due si ritrovano, grazie al sacrificio di Thomas Christie, ad un certo punto mi sono resa conto della ragione per cui ero finita nuovamente nella rete di Diana Gabaldon. Non avevo più notizie di Brianna e Roger. Peccato che poi tornino sul finale.
Ma l'illusione di essere tornata indietro mi è stata concessa ancora di più con lo scoppio della guerra e la battaglia che contrappone Jamie agli Highlander che sono rimasti fedeli alla Corona e al loro giuramento. Nel capitolo intitolato I fantasmi di Culloden mi sono venuti i brividi per l'emozione ritrovando la presenza di Murtagh, personaggio che ho amato e non ho mai dimenticato e se per un momento nella mente di Jamie i fronti si sono confusi, quel flashback sulla battaglia di Culledon ci ha riportato in vita un cattivo mai dimenticato, quel Black Jack che neanche lontanamente può essere sfidato dal pirata che ossessiona gli incubi di Brianna. E rivederlo mentre combatte con Murtagh mi è valsa anche la noi di interi capitoli dedicati ad altro.
L'ultima parte è quella di congedo e chiarimento. La nascita di Amanda in qualche modo segna la fine del periodo di Brianna e Roger nel passato, ma la loro partenza mi addolora solo in prospettiva di una separazione che priverà Jamie di una parte sostanziale della sua famiglia. Per fortuna degli strani sogni lo aiuteranno a comunicare con loro e a sapere che tutto è andato per il verso giusto.
E se scopriamo anche chi era il misterioso assassino di Malva e che fine ha fatto l'oro di Hector Cameron, è quella scena di una Lallybroch ritornata alla discendenza di Jamie Fraser a commuovermi notevolmente, con quella misteriosa scatola riemersa dalle cose del Reverendo che racconta a Brianna e Jamie di quello che è successo dopo la loro partenza.


La mia valutazione

Alla prossima
Luce <3





«Tu non lo stai facendo per gli ideali, vero? Non lo fai per la libertà. Per la libertà, per l’autodeterminazione e per tutto il resto.» Scosse il capo. 
«No», disse piano. «E non lo faccio nemmeno per stare dalla parte dei vincitori, una volta tanto. Anche se immagino che sarà un’esperienza nuova.»
Mi rivolse un sorriso repentino e mesto e, colta alla sprovvista, risi. «Perché lo fai, allora?» «Per te», disse senza esitazione. «Per Brianna e il piccolino. Per la mia famiglia. Per il futuro. E, se questo non è un ideale, credo di non averne mai sentito parlare.

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