lunedì 30 gennaio 2023

7 blog per 1 autore: SUSANNA TRIPPA

Buongiorno lettori e amanti delle serie tv! Come avevo preannunciato, da oggi comincia una nuova rubrica in collaborazione con altri 6 blog, di cui uno è quello di Federica, che gestisce Gliocchidellupo

ma in cosa consiste la rubrica, 7 blog per 1 autore?



Riapre una rubrica tanto amata e dedicata agli autori, da un'idea di Federica del Blog Gli Occhi del Lupo. In precedenza chiamata 4 blog per un autore e ora cresciuta in 7 blog per un autore. Ogni settimana ospiteremo un autore con il suo romanzo ed entreremo meglio in ciò che ha scritto. Ringraziamo tutti coloro che si sono affidati a questa iniziativa.
Blog che vi partecipano:
LUNEDÌ - Tutto sul romanzo - IO AMO I LIBRI E LE SERIE TV
MARTEDÌ - Ambientazione - IN COMPAGNIA DI UNA PENNA
MERCOLEDÌ - Cast Dream - TRE GATTE TRA I LIBRI
GIOVEDÌ - Un messaggio da scoprire - BUONA LETTURA
VENERDÌ - Un'immagine che racconta - LIBERA_MENTE
SABATO - Intervista all'autore - READING IS TRUE LOVE
DOMENICA - Intervista al personaggio - GLI OCCHI DEL LUPO


Tutto sul romanzo

COVER + TRAMA + ESTRATTI

Raccontaci come hai scelto la cover, chi l’ha realizzata e qualche info in più rispetto alla trama scelta.



La cover, creata da Armando Curcio editore,

utilizza un’immagine di me bambina a otto anni, fotografata da mio fratello a Venezia in una gita pasquale con la famiglia, restaurata da mio figlio Lorenzo Zelaschi fotografo https://www.zelaschiphotography.com/ È mia la scelta di usare quell’immagine in copertina perché l’espressione attenta e vagamente malinconica della bambina trovo che mi rappresenti bene non solo nella mia infanzia ma anche in seguito.


La trama è il racconto autobiografico della mia vita a Bologna da bambina (anni Cinquanta) a donna (anni Settanta “anni di piombo”)

Al processo di formazione della protagonista si intrecciano grandi cambiamenti nella società che fa da sfondo.

Anni Cinquanta: quasi un dopoguerra. Gli inverni freddi con i mucchi di neve alti ai lati delle vie, i giorni che si succedevano con l’essenziale… non certo con tutto il superfluo di adesso, che stordisce. Le poche cose della mia infanzia, che però contavano tanto. E davvero a me pareva di avere tanto, anche se è niente a paragone di quanto hanno ora i bambini. Ti dicevano: “Fanne conto!”. E noi ne facevamo conto. Le elementari, i giochi, l’amica del cuore, i primi libri, i primi film, la villeggiatura. Poi arrivarono gli anni Sessanta e il boom economico. E insieme a quello, la mia adolescenza. Tutto quanto stordiva come le bollicine dello champagne, a cui non si era certo abituati. Né io né i miei genitori sapevamo come prendere tutti quei cambiamenti; e così penso accadde a tanti altri.
Divario generazionale unito a uno stravolgimento epocale della società.
Più tardi e ancora di più, il Sessantotto, appena uscita dal liceo, e l’autunno caldo degli operai e il Movimento e le manifestazioni, ed eskimo e sciarpe rosse ad invadere i portici della zona universitaria.
I dubbi politici, le sofferenze d’amore. La scoperta dell’Arte, attraverso gli occhi e le parole di un insegnante meraviglioso. I viaggi… l’Oriente.
E poi gli anni di piombo, gli anni bui. Piazza Maggiore, a Bologna, guardata come in un cannocchiale all’incontrario, mentre abbandonavo lei e gli sfattoni a calciar lattine ossessivamente e sempre a chiedere: «Hai cento lire?».

A Bergamo infine, con il moroso di allora – marito per tanti anni a venire – sarebbe iniziata la stagione del lavoro, addirittura due in breve tempo, e dei figli.
Insomma, era arrivata per me l’epoca della vita in cui si produce, in cui molto ci si radica nella materia, perché ci vuole anche questo.



SINOSSI

«Il corpo principale del libro "Come cambia lo sguardo" è la narrazione dei miei primi trent'anni di vita. E io chi sono? Una persona già nota al pubblico? Con una certa visibilità? No. Sono una persona qualsiasi, una donna in questo caso, che si è trovata a rievocare, con spontaneità e gioia della memoria, momenti della propria vita e intanto, nello scrivere, si accorgeva che questi coincidevano con passaggi epocali soggetti a forti cambiamenti di sguardo. Dai primi anni Cinquanta - quasi un dopoguerra - quand'ancora a Bologna, negli inverni freddi, sentivo odore di frittelle impastate con farina di castagne e cotte per strada, le "mistocchine", fino ad arrivare al marzo del '77 ― Radio Alice e gli Anni di piombo come una nube scura... infine l'approdo a Bergamo e all'età adulta. In mezzo, riaprendo i cassettini della memoria, stanno l'ubriacatura del miracolo economico, il Sessantotto e quanto poi ne derivò. Un percorso di vita in quegli anni, da bambina a donna, in cui cambia lo sguardo».




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