lunedì 3 gennaio 2022

Recensione "Keyras", Isa J Vinci

 


Autrice: Isa J Vinci

Titolo: Keyras

Prezzo: 12,50  e-book 4,99

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… perché io quando chiudo, chiudo e non ci sono ripensamenti di sorta.

Puoi deludermi un milione di volte o una sola, non è questione di quantità,

nella vita ho sempre e solo privilegiato la qualità, quindi quando chiudo,

chiudo.

Sbattuta l’ennesima porta sul passato, mi ero buttata nel nuovo inizio, il

vecchio e fedele trolley al seguito, i mezzi guanti comprati a Camden Town

una ventina di anni prima perché “ma-come-si-fa-a-sopportare-quellinormali?”,

un foulard dai colori dell’alba e il giaccone che pesava più di

me, ma era caldo e aveva tante tasche. Adoro le tasche, mi ricordano che

possono essere piene o vuote di meraviglie, la scelta è mia e solo mia.

Mi venne da ridere, ero nella ville lumière e non si vedeva a un palmo dal

naso. Non c’era anima viva e del resto a chi sarebbe saltato in mente di

andarsene in giro alle tre di notte del primo gennaio in quel nebbione? A

me, ma io sono speciale, si sa, lo sono sempre stata. Probabilmente la

persona speciale stava per fare una cosa stupida, ma vabbe’ sono speciale

anche nella mia stupidità. Il fatto è che quando chiudo, chiudo, però ho

bisogno di suggellare il cambiamento con una specie di rito, sì, un gesto

simbolico. Perché? Non lo so e non m’importa nemmeno di saperlo, mi

piace non conoscere tutto di me, avere ancora qualche mistero da svelarmi.

Insomma, volevo attraversare quel ponte un’ultima volta, quello che

avevamo attraversato il giorno del nostro primo incontro, il mio con quello

del mio recente passato intendo.


Trama

In quanti film la protagonista, durante l’esplorazione dell’antica casa nella quale si è appena trasferita, puntualmente scopre in soffitta una scatola misteriosa che non si sa né a chi sia appartenuta né cosa contenga? Incapace di resistere alla curiosità, si fa coraggio, la apre e…

Ecco, “Keyras” è come la scatola trovata in soffitta. Al suo interno, una raccolta di 90 tra racconti, sogni, incubi, fotografie, ricordi dei quali il re è lui, l’amore, il primo e più antico dio della cosmogonia di Esiodo. Ora in tono leggero e ironico ora drammatico e intimista, dall’horror al racconto storico alla favola all’erotico, l’amore esce dalla scatola delle Keyras per narrarsi a immagine e somiglianza dell’autrice che continua così, a modo suo, un discorso iniziato quando l’uomo imparò a scrivere, 4000 anni fa e che non avrà fine finché ci sarà anche un solo essere umano sulla faccia della terra.


Mi stavi sulle palle.

Sempre vestita per benino, non un capello fuori posto.

Io ginocchi sbucciati, jeans nemmeno tanto puliti, i capelli ribelli e la

frangia troppo lunga.

Mi stavi sulle palle e per questo ero attratta irresistibilmente da te. E

siccome io ero l’esatto contrario tuo, tu eri attratta irresistibilmente da me.

Quando mi rincorresti sulla strada di casa pensai che mi volessi menare:

eri tutta scapigliata, avevi le guance così rosse, il fiato corto. Invece ridevi.

E mi dicesti che ero buffa e simpatica. Cristo, quanto parlavi, mi

rimbecillivi e io tutta felice a farmi rimbecillire.


Recensione

Oggi vi parlo di una raccolta di racconti, tutti  a tema LGBT; per essere precisi sono 90 racconti che ti trasportano praticamente ovunuqe.

Filo conduttore di queste storie sia brevi, sia brevissime, è l'amore, quello al femminile, descritto in ogni sua forma, sfumatura, nel suo sorprendere, abbatte i pregiudizi e sfida le leggi del tempo; l'amore viene descritto su vari toni, dal noir allo storico, horror, drammatico, intimo, erotico e umorista.

Ogni racconto è diverso dagli altri, ha personaggi tutti diversi con i loro caratteri, i loro modi di fare e di amare; le descrizioni sono fatte talmente bene che vengono toccate le corde giuste di chi li legge, vi ritroverete a gioire, piangere, urlare e tanto altro, tutto insieme ai personaggi di ogni storia, come se voi foste lì, o addirittura come se foste proprio le ragazze stesse.

Alcuni racconti sono stati scritti con un finale aperto, probabilmente apposta, per fare in modo che fossimo noi lettori a immaginarne la fine.


La mia valutazione


Alla prossima


Luce <3


A quest’ora puoi anche addormentartici tra un treno e l’altro.

È un posto di merda Sloane Square di notte.

Tutti i locali di Chelsea vomitano avventori pieni di birra che poi pisciano

allegramente al primo angolo, pisello al vento e voci da spaccare i timpani.

Mi sento così di merda che penso: ecco, è quello che mi merito.

Non soffrirò mai abbastanza per aver lasciato distruggere l’unica cosa

bella nella mia vita, non la pagherò mai abbastanza, non mi basterà questa

esistenza e posso piangere oceani di lacrime, spaccarmi la testa contro il

muro, indietro non si torna.

Cosa frigno a fare? E dove cazzo sto andando, accidenti a me? Ho

sbagliato treno.

L’abitudine, sto tornando a casa.

Peccato che io non ce l’abbia più una casa.







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