Titolo: I dissidenti i libri dei ricordi del mondo
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PM00000068548: Sono passate un paio di generazioni da quando
le nostre Città sono state chiuse, isolate da trattati che
garantissero la pace all’esterno e protette da leggi che
assicurassero una vita dignitosa a tutti i loro abitanti. Tutto
questo aveva un prezzo, ma non ci fu mai chiesto se eravamo
pronti a pagarlo: ci hanno traditi, ci hanno rubato il passato. E
perciò il futuro.
PF00015407662: C'è un solo modo di fare le cose. E io le faccio in un
altro. Ho un problema. Dicono.
Sono una ragazza speciale, che vede le cose in modo distorto. Una
categoria da proteggere. Devono proteggermi da me stessa, perché
i miei sensi non percepiscono la verità. La troppa bellezza li ha confusi.
Questa è la malattia di chi fa arte senza avere una mente
sufficientemente forte per sostenerla. Ci chiamano 'deviati'. Ma io
preferisco Dissidenti.
Per noi l'arte solleva domande, mondi, ipotesi lontane, emozioni, ... Ci
accompagna verso crocevia e diramazioni infinite. Questo è sbagliato.
Questa non è arte, è malattia. Dicono.
... possibile che in fondo al mio cuore senta che tutto questo è giusto?
Trama
Una società distopica governata dalla forza dell’Arte.
Un mondo dove il confine tra Artisti e Dei sembra irrilevante.
La Città assediata: una delle quattro storie di Borges. Città che delinea una società disumana governata dal una scienza sterile, rappresentata dal maestoso Algoritmo. Città che può rappresentare anche il mondo intimo di ognuno di noi, dove la scintilla rischia di spegnersi per il soffio della routine.
Questo mondo nasconde l’Equazione dell’Uomo dietro l’Arte, che viene furbamente asservita sostituendo il potere religioso e politico con Artisti, a capo dei quali vi è Madre: una trasfigurazione moderna di Cibele.
Il Popolo represso assiste meravigliato al melodioso canto di lei, che porta ricordi di un amore lontano che ormai ha assunto i contorni di una leggenda.
Qualcuno non è disposto ad accettare le regole di una società dominata da monitor: i Cittadini li chiamano deviati, ma loro preferiscono ‘Dissidenti’.
Al gruppo, capitanato dall’ultimo Guru rimasto, si unisce Liu, un’Artista condannata per la sua sete di Infinito. Insieme forse potranno sovvertire il destino della Città.
Il primo passo decretato da Liu è riappropriarsi della storia: nasce così il ‘Primo libro dei ricordi del mondo’.
Quell’Uomo che ha creato l’Arte può essere risvegliato?
La lotta contro una società malsana, vista e sentita dall’intimo di una cantante lirica.
L’intreccio di personaggi e punti di vista diversi, dove l’Arte – in particolare il canto - si trasforma in terapia, bellezza, spiritualità, relazione, benessere, amore, vita.
PM00000068548: Dobbiamo tutti sforzarci di ricordare, perché
gli uomini senza un passato non hanno neanche un futuro. Ci
illudono di essere liberi, ma ci hanno tolto il disturbo di scegliere.
Dicono di aver rimosso il pericolo di sbagliare, ma ci hanno privati
del vizio di imparare. E tante persone vivono felici per questo:
essi sono i Cittadini.
PF00015407662: Ero una bimba quando per la prima volta ho visto
Madre: è stata presentata su tutti gli schermi per festeggiare la
Prima Generazione delle Città. Aveva un abito verde e argento che
sembrava irradiare luce. Poi aprì la bocca... e restai senza fiato.
Ricordo che l’emozione mi fece salire le lacrime agli occhi: un
fenomeno che non avevo mai sperimentato prima.
Lei era Madre, nostra e della Città. Tra le sue braccia di amore tutti
i Cittadini erano protetti. Lei ci avrebbe per sempre ricoperti di gioia
e splendore.
Recensione
Oggi vi recensisco il romanzo breve "I dissidenti: i libri dei ricordi del mondo"; questo è un romanzo breve, dispotico, ma intenso, che insegna veramente tanto.
Da quando l'Arte ha valore o non lo ha? Chi lo decide? E' giusto che chi si definisce unico difenda questa convinzione? "I Dissidenti" stimola le persone a cambiare, a mettere in discussione se stessi e le proprie decisioni, che a volte è bene cambiare.
La mia valutazione
Alla prossimaLuce <3
PF00015407662: Era difficile per me riuscire a competere con i livelli
di bravura richiesti, ma ero determinata: questo era ciò che mi
rendeva davvero diversa agli occhi di tutti. Non avevo molti amici;
l’ambiente era molto competitivo e tanti ragazzi sparivano dal giorno
alla notte, gettati nel Conservatorio. Nessuno sapeva come
succedesse, nè il motivo, ma il soggetto era da subito calunniato e
deriso da tutti. E ben presto dimenticato.
Bastava una lezione po’ ambigua o un collega che dichiarasse di aver
sentito esprimere ‘strani pensieri’ per finire nel mirino. Eravamo lì per
studiare, dopotutto, non per pensare. L’arte, per sua definizione
ineffabile, si eseguiva: chi poteva avere l’ardire di capirla?
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