Buon pomeriggio e bentornati sul blog con la recensione di una nuova serie tv Sky
Titolo: Domina
Paese: Italia, Regno Unito
Anno: 2021 - in produzione
Formato: serie tv
Genere: drammatico, biografico, storico
Stagioni: 1
Episodi: 8
Durata: 55 min (episodio)
Lingua originale: Inglese
Informazioni
Domina è una serie televisiva italo-britannica del 2021 creata da Simon Burke.
È basata sulla vita di Livia Drusilla, consorte dell'imperatore romano Augusto.
Trama
Il drama biografico d'ambientazione storica riporta in vita l'antica Roma ma attraverso una prospettiva diversa. La protagonista è Livia Drusilla (interpretata dalla Kasia Smutniak di Diavoli), colei che è passata alla storia come una delle prime donne capaci di difendere i propri diritti in un mondo dominato dagli uomini. Ripercorrendone la storia, da fanciulla ingenua che ha visto cadere tutte le sue certezze con l'assassinio di Giulio Cesare, a potente moglie di Augusto e artefice degli intrighi che hanno portato il figlio Tiberio al trono, scopriamo come sia riuscita a farsi strada in una società profondamente brutale e
spietata. Con la spinta propulsiva del desidero di vendicare il padre e garantire al tempo stesso il potere ai suoi figli, Livia Drusilla si è fatta rispettare e temere da molti, diventando quella che lo storico Anthony A. Barrett ha definito la "First Lady dell’Impero Romano". Per la prima volta, la magniloquenza dell'Urbe ci viene mostrata attraverso i suoi occhi in un ritratto inedito e finalmente scevro da giudizi di genere patriarcale.
Nella serie recitano anche Liam Cunningham (Il Trono di Spade) nei panni del padre Livio; Matthew McNulty (Misfits) del futuro imperatore Gaio Ottaviano; Christine Bottomley(The End of the F***ing World) di Scribonia, prima moglie di Gaio nonché acerrima nemica di Livia; Colette Tchantcho (The Witcher) di Antigone, prima fidata ancella di Livia e poi donna libera e sua confidente; Ben Batt (Captain America: Il primo vendicatore) di Agrippa, amico d'infanzia di Gaio, suo generale e poi console; Enzo Cilenti (L'ultimo tycoon) di Tiberio Nero; Clara Forlani (Vi presento Joe Black) di Ottavia, la sorella di Gaio; e Isabella Rossellini (Velluto blu) della matrona Balbina.
Recensione
Oggi vi parlo della nuova serie, disponibile su Sky, Domina. Conosciamo tutti, bene o male, la storia di Ottaviano Cesare Augusto, vuoi perché abbiamo letto libri, vuoi perché sono uscite serie tv e\o film, ma vi siete mai chiesti come vedessero le cose le controparti femminili? Domina è proprio questo, la storia di Ottaviano, ma vista dalla parte della moglie Livia Drusilla.
Siamo nel 44 A.C. qualche anno dopo l'assassinio di Cesare; la nascita del secondo triumvirato composto da Ottaviano, Antonio e Lepido porta alla persecuzione dei cesaricidi (tra i quali c’è anche Livio Druso, padre di Livia) e all’inizio della presa di potere dell’erede di Cesare, Gaio Giulio Cesare Ottaviano, passato alla storia come Ottaviano Augusto, primo Imperatore di Roma. La serie si apre con Livia giovanissima che, a soli quindici anni, viene data in sposa a Tiberio Claudio Nerone. Domina racconta non solo la storia ma anche la cultura (offerte agli dei, il volo degli uccelli che porta con sé un significato) e la società romana: il matrimonio – Livia viene depilata per essere pronta alla prima notte; le viene spiegato cosa essa comporti; il giorno del matrimonio, la sua ancella le fa indossare l’abito, le viene legata la veste con una corda stretta con dei nodi, se il marito non dovesse essere in grado di scioglierli allora questa unione non sarà felice -, la nascita dei figli – quando nasce una figlia femmina il padre può decidere se lasciarla in vita o ucciderla -, il divorzio – la donna perde i figli e qualunque bene. Emerge subito, chiaramente che Livia e Tiberio sono lontanissimi sotto tutti i punti di vista: lei è bellissima, coraggiosa, piena di intelligenza e forza – lo dimostra in ogni occasione -, lui invece è un vigliacco, un voltagabbana che cambia bandiera quando muta il vento. Livia resta incinta di un uomo che non ama e non rispetta, che non assomiglia per nulla all’amato padre maestro di tutto ciò che sa.
Quando Druso partecipa alla battaglia di Filippi (42 a.C.), durante la quale si ucciderà, Tiberio, Livia con il bambino e l’ex-schiava Antigone sono costretti a fuggire – ed è la Domina ad occuparsi di tutto, è lei la persona attenta – e trovano rifugio in Sicilia, da Sesto. Livia si dimostra anche in quest’occasione intelligente e sagace, lì tesse fitte trame assieme a Sesto, riesce grazie alle sue qualità a comprare la sua amicizia, legandosi a lui profondamente; senza denaro o potere gioca le sue carte tanto che alla fine riesce grazie all’amnistia a tornare a Roma.
I suoi piani non sono finiti qui, decide, tramando ancora nell’ombra, di sposare Gaio , all’epoca marito di Scribonia – che non le perdonerà mai questo sgarbo -, ripristinando così il suo status e diventando la consigliera politica del marito.
Domina ci mostra poi una donna adulta, unita a Gaio da un rapporto speciale, un’alchimia fatta di passione, amore e rispetto. La serie racconta bene una figura complessa, di rottura, che non ha mai avuto paura di gettarsi nella mischia anche perché come si dice in più di un’occasione il padre le ha dato l’educazione che avrebbe dato ad un figlio maschio.
Le donne non possono entrare in Senato certo, ma sono loro qui a tessere le fila delle scelte del marito dando vita ad una politica della camera da letto, quella dei sentimenti, dell’ombra, non per questo meno importante. Lei, come anche Ottavia, la sorella di Gaio, e Scribonia hanno un ruolo fondamentale nella storia di questa Roma lontana dallo sfarzo a cui il cinema ci ha abituato ma fatta di intrighi, tradimenti, matrimonio combinati e gelosie taciute. La serie scrive una biografia al femminile, mostrando così l’inedita condizione delle donne patrizie, obbligate in tenera età a sposarsi, ad essere pedine di giochi di potere sottili e drammatici – i matrimoni combinati, gli amori vissuti di nascosto -, viste come coloro che devono vivere solo per fare figli, prive di diritti a seguito di divorzi e annullamenti coniugali. Per le donne sentimenti e matrimonio non convivono quasi mai, sono costrette a compiere ciò che vogliono prima i padri e poi i mariti, possono avere tutto tranne la libertà.
Livia Drusilla potrebbe essere come le altre, è stata costretta ad abbandonare i due figli avuti da Livio – Tiberio e Druso – proprio perché ha divorziato da lui, ha perso tutto ciò che era suo ma non si è abbattuta, ha lottato, per questo si è unita a Gaio.
Livia Drusilla: “Rivoglio la mia eredità, i miei diritti di nascita. […] Voglio un plotone di soldati”
Chiede questo Livia a Gaio dimostrando di avere idee chiare e una visione d’insieme; all’inizio la loro unione sembra essere solo di convenienza – entrambi hanno bisogno l’uno dell’altra, si ricordano infatti che il motivo per cui ci si sposa è avere danaro, potere, famiglia e sia lei che lui sono mancanti di qualcosa -, poi il rapporto di episodio in episodio si mostra per quello che è.
La serie racconta una donna che rompe gli equilibri, che viene odiata e invidiata – da Ottavia e da Scribonia – perché non è la tipica romana senza una voce, non è solo obbediente e modesta, non attende di essere venduta per sposare un uomo, decide chi sposare perché la prima volta non l’ha potuto fare.
Livia si piega ma non si spezza mai, scende a compromessi ma riesce sempre a raggiungere i suoi scopi perché come i grandi personaggi della Storia lei prevede e anticipa i movimenti e le decisioni del “nemico”. Lo fa non solo per il potere ma anche per una questione di sopravvivenza in un mondo in cui le donne non sono niente. Lei ribalta la situazione, diventa necessaria per le scelte politiche di suo marito – Gaio vuole diventare non un dittatore ma un Dio, ed è proprio lei ad indicargli la via da percorrere per raggiungere ciò che vuole; è lei ad aver sciolto il nodo tra Gaio e Agrippa – e diventa per lui fondamentale, e riesce a fare ciò che il padre le aveva chiesto di fare: pensare alla famiglia, restaurare la Repubblica. Livia ricorda sempre il padre, i suoi insegnamenti – il legame con Druso torna attraverso vari flashback -, ed è capace di metterli in atto grazie all’ancella Antigone, quasi una sorella. Le due lavorano assieme anche se in luoghi e in modi diversi: Livia si occupa della vita pubblica, parla con il marito e con gli altri uomini, Antigone si occupa della casa, si prende cura di tute le cose che hanno a che fare con essa anche l’educazione dei figli della Domina che è più rigida e severa, lontana dalla grammatica dei sentimenti. Le due discutono, parlano e risolvono i problemi insieme, complici, con le loro sottili armi.
Livia spesso viene rappresentata e descritta alla stregua di una manipolatrice, Svetonio nelle sue opere dice che Caligola la chiamava “Ulisse in gonnella”, è una matrona capace di decidere per sé e di autodeterminarsi, talmente intelligente da essere consapevole dei limiti a cui doveva sottostare come tutte le donne della sua epoca.
Diventa punto di svolta nella storia il momento in cui Gaio scopre che Livia non potrà donargli un figlio, non ci sarà alcun erede di Gaio – tranne Giulia -; lei pensa di essere la futura moglie emarginata in quanto ventre che non può dare frutti. Si allontana dal marito prima che lo faccia lui, giocando ancora una volta con la mente dell’uomo che ben conosce – è consapevole che sta creando uno scisma che potrebbe cambiare per sempre gli equilibri di Roma (Gaio e Agrippa sembrano sul punto di allontanarsi definitivamente: il potere dell’uno sta nella paura dell’altro). Livia sa, conosce l’amore che li tiene insieme e sa anche che il potere è ciò che Gaio vuole di più.
Domina è la storia di uno dei periodi più complessi e vorticosi di Roma – dalla morte di Cesare e la guerra civile, dallo scontro tra Agrippa e Gaio e la peste – ma è anche la storia di un gruppo di donne che tesse le fila di un un mondo che sembra essere dominato e guidato da uomini.
Domina è una serie che riesce a conquistare per il suo essere diversa da tutto ciò a cui lo spettatore è abituato. La vera storia di Livia Drusilla è così incredibile e potente, rivoluzionaria e dirompente che arriva forte al pubblico grazie al lavoro di ricostruzione, al cast che fa bene il suo lavoro, ad una Roma bella, affascinante e spietata come non mai.
non conosco ma mi ispira
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