Autrice: J Reed
Titolo: Wild Life
Prezzo: cartaceo 18,00 e-book 4,99
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Invece come prima cosa, la sera precedente mi avevano messo
in stanza con una ragazza dai strani occhioni blu, stile marziana,
una foresta di capelli ricci rossi tagliati da lasciare scoperto il
collo e la ricrescita che sembrava di color castano. Così conciata
sembrava un enorme fungo. Ho provato a comunicarci malgrado
io non parli il funghese. Gli ho chiesto il nome, così tanto per
conoscerci visto che dovevamo stare in camera assieme. «Ciao
sono Jodie Stuart, tu come ti chiami?»
«Non rompere logorroica!»
Ecco che mi sono sentita rispondere… e dire che faccio fatica a
dare confidenza alle persone, una volta che ci provavo e… mi
davano della logorroica. Mi avevano mandata lì per vincere la
mia timidezza e soprattutto i miei scatti d’ira. Ma quali scatti
d’ira? A parte il mio sarcasmo non avevo altre armi. E per la
timidezza… bé non c’era da sperare in soluzioni se quelle erano le
premesse. Era tutto un dannato malinteso.
A Jodie Stuart tutto sembra andare storto. Il suo ragazzo la tradisce, la madre sembra interessarsi a lei solo per il suo aspetto fisico e per finire a scuola non va meglio... infatti se non vuole perdere l'anno scolastico viene costretta a una "vacanza forzata" sugli Appalchi con altri sei ragazzi problematici come lei. Lungo l'Appalachian Trail, Jodie e i suoi compagni per somma disgrazia dovranno sorbirsi le lezioni del professor Robbins, fanatico di leggende sui nativi americani. Quando inizieranno però a verificarsi strami eventi, i ragazzi inizieranno a chiedersi se gli orrendi mostri di cui racconta Robbins siano solo dei miti o se ci sia del vero in quelle storie? Jodie si troverà ad affrontare ben più di una semplice escursione in montagna... perché qualcuno sta dando loro la caccia e non si fermerà fintanto che la sua sete di sangue non sarà appagata.
In realtà riflettendoci con calma fu un concatenarsi di eventi
quelli che mi fecero finire lì, ed il tutto era iniziato più o meno
sei mesi prima…
Avevo un ragazzo, Robert Green. Io passavo ogni momento
libero con lui, la mia vita era in funzione della sua. Non
m’importava di avere amiche, fare sport, uscire la sera, o trovarmi
un hobby. Insomma c’era Robert, di che altro avevo bisogno?
Mi bastava pensare ai suoi ampi ricci castani, ai suoi occhi neri
ed ero strafatta di felicità. Fino a quando… un sabato mi telefonò
e mi disse che quel giorno aveva bisogno di studiare e non ci
saremmo visti. Io volevo lasciarlo in pace ma assieme alla nonna
avevo preparato dei biscotti al cioccolato e così ancora caldi da
teglia, decisi di portarglieli. Credevo gli avrebbe fatto piacere.
Tirava un vento gelido, era dicembre, se ci penso ancora sento
il gelo nelle ossa. Avevo il mio lettore musicale a palla per
sovrastare il rumore delle folate di vento. Nelle cuffie ascoltavo
The world beyond dei Burn the Rez e Something From Nothing
dei Foo Fighters.
Robert mi ha sempre criticata per i miei gusti musicali, mi
diceva sempre che ascoltavo lagne. Ecco, sulla musica proprio
non ci incontravamo, lui amava il rap e io l’odiavo… anzi lo odio
ancora…
Ero felice e non vedevo l’ora di fargli una sorpresa. Lungo la
strada le decorazioni natalizie mi rendevano ancora più lieta. Era
il periodo dell’anno che preferisco e questo rendeva ogni istante
con Robert ancora più speciale e magico per me.
Ricordo il vento e il freddo, intenso come ai margini del bosco
di Nantahala il primo giorno di escursione sugli Appalachi. Il
cielo era scuro e il sole non si era visto per tutto il giorno e nel
pomeriggio era scomparso all’orizzonte senza che nessuno se ne
fosse praticamente accorto che quella mattina era sorto. Quando
arrivai da Robert a tre isolati da casa mia, i lampioni s’erano già
accesi da un pezzo assieme alle luminarie. Appoggiai la bicicletta
sul muro al lato est della bella villetta a tre piani con l’ampio
giardino dove viveva Robert. Il vento passava sui miei lunghi
capelli neri facendomeli finire sul viso. Mentre scostavo una
ciocca dalla bocca sorridevo tra me e me pensando che sarebbe
stato felice di vedermi, andava pazzo per i biscotti al cioccolato.
Erano ancora tiepidi e dal pacchetto che gli avevo preparato con
amore usciva un buon profumo di pasta frolla e cioccolata. Gli
avrei dato un bacio e l’avrei lasciato studiare dopo avergli dato il
mio dono.
Non vedevo l’ora di vedere la faccia che avrebbe fatto. Il suo
sorriso mi aveva sempre fatto pulsare il cuore a casaccio fin da
quando l’avevo incrociato per la prima volta nei corridoi della
scuola e non ci conoscevamo ancora. Frequentavamo entrambi la
stessa High school, la HammerFalls High.
Ho afferrato il pacchetto di biscotti e veloce ho girato l’angolo.
Stavo salendo i gradini che portavano al suo portico quando
proprio in quel momento Robert uscì di casa. Mi vide strabuzzò
gli occhi e sbatté le palpebre ripetutamente come se avesse
un’allucinazione. “Perché quella faccia?” mi chiesi. Sul suo viso
non c’era alcun sorriso, non sembrava felice nel vedermi… Ho
temuto il peggio.
Avrei voluto chiedergli: «Va tutto bene? Stai bene? Dove stai
andando? Stavi venendo da me?»
Ma non ce ne fu bisogno. Susan Doghert uscì di corsa dalla
porta, immediatamente dopo di lui. Quella smorfiosa bionda di
una cheerleader, lo strinse e lo baciò sulla guancia. «Dove mi
porti stasera?» gli chiese senza accorgersi della mia presenza.
Il pacchetto mi sfuggì dalle mani e cadde a terra. I biscotti si
frantumarono e si sparsero tra le scale e l’erba del giardino, come
i miei pensieri… come il mio cuore.
Recensione
Buongiorno, eccomi qua a parlarvi di "Wild Life"; ringrazio la casa editrice per la copia digitale. Wild Life ha per protagonista una ragazza di nome Jodie, che pare avere una vita alquanto brutta: dal ragazzo che la tradisce, alla madre che la considera veramente poco; a scuola le cose vanno di male in peggio e così, per recuperare, ed evitare di perdere l'anno, si ritrova costretta ad andare in gita in montagna.
Tra amicizie che nascono piano piano, strane leggende che vengono narrate la sera, dopo aver camminato, per raggiungere la meta, assistiamo così a una serie di eventi, che porteranno Jodie e le sue amiche a maturare, a scoprire che si può e si deve contare una sull'altra per superare le avversità. Ciò che doveva essere un'avventura pacifica, però, a un certo punto si rivela essere qualcosa di negativo, fatto da gente completamente fuori di testa.
"Wild Life" è sicuramente una lettura diversa dal solito, che serve per capire cosa è veramente importante per ognuno di noi.
La mia valutazione
Alla prossima
Luce <3
«Dovete sapere che in molte tribù dei nativi americani sono
presenti dei miti comuni. Uno di questi riguarda gli Unktehila.
Alcune tribù gli chiamano con nomi leggermente differenti come
i Cherokee presenti in Nord Carolina. Loro lo chiamano
Unktena, ma la bestia a cui si riferiscono è praticamente la
stessa.»
“Che due scatole ragazzi…” pensai a chissà per quanto ci
avrebbe rotto con quella roba. Chiusi gli occhi e reclinai la testa
all’indietro appoggiandola allo schienale della panca.
«Jodie? Che fai? Dormi?» il tono del professor Robbins era
amichevole e allo stesso tempo irritato.
«No prof, mi sono messa solo comoda.»
«Ah ecco. Come vi dicevo…»
“Oddio che noia e io odio i serpenti.”, sbuffai senza
accorgermene.
«Jodie mi stai irritando!»
«Scusi professore, non volevo è che sono stanca. Tutto qui, la
sua storia mi interessa moooltisssimo…» mentii.
«Allora tirati su e sta composta. Tua madre… lei sì che è una
donna di classe non si metterebbe mai in una posizione così poco
femminile.»
Interessante storia. Classica gita che poi si dimostra una tragedia ;)
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