Buongiorno lettori e amanti delle serie tv! Come avevo preannunciato, da oggi comincia una nuova rubrica in collaborazione con altri 6 blog, di cui uno è quello di Federica, che gestisce Gliocchidellupo;
Blog che vi partecipano:
LUNEDÌ - Tutto sul romanzo - IO AMO I LIBRI E LE SERIE TV
MARTEDÌ - Ambientazione - IN COMPAGNIA DI UNA PENNA
MERCOLEDÌ - Cast Dream - TRE GATTE TRA I LIBRI
GIOVEDÌ - Un messaggio da scoprire - ANIMA DI CARTA
VENERDÌ - Un'immagine che racconta - LIBERA_MENTE
SABATO - Intervista all'autore - READING IS TRUE LOVE
DOMENICA - Intervista al personaggio - GLI OCCHI DEL LUPO
Tutto sul romanzo
COVER + TRAMA + ESTRATTI
Raccontaci come hai scelto la cover, chi l’ha realizzata e qualche info in più rispetto alla trama scelta (Allega un estratto card e la cover del romanzo)
Tutto
sul romanzo
COVER + TRAMA + ESTRATTI
Raccontaci come hai scelto la cover, chi l’ha
realizzata e qualche info in più rispetto alla trama scelta (Allega un estratto
card e la cover del romanzo)
Per quel che riguarda la cover del libro, è stata
scelta dall’ottima redazione della casa editrice 0111 su proposta del
sottoscritto. Tutto parte da una casa in cui sono avvenute cose orribili, ed è
giusto che la cover sia dedicata a essa. (Allego copertina ed estratto del
romanzo). Per quel che concerne la trama, posso dire che l’intero romanzo è
un ampliamento (notevole) del un mio racconto Strategia d’uscita,
arrivato in finale a un concorso letterario organizzato dal Giallo Mondandori.
SINOSSI
Nella foresta c'è una ragazza che corre. Sul
corpo reca i segni delle violenze che ha subito negli ultimi cinque giorni e ha
una missione: tornare alla civiltà e guidare gli inquirenti alla casa da cui è
riuscita a fuggire. È Naomi Lombardi, ennesima vittima di un efferato assassino
seriale che da mesi sta terrorizzando una piccola provincia già assediata dalla
criminalità organizzata. È l'unica a essere riuscita a scappare dal covo del
killer. Soccorsa e ricoverata in ospedale, chiede di parlare con il
vicequestore a capo della squadra antimostro. Ha urgenza di farlo: l'omicida,
credendola morta, l'ha abbandonata in una vasca, sui corpi di altre due giovani
assassinate, ma nel frattempo ne ha rapito un'altra. Accorgendosi della sua
fuga, potrebbe non esitare a chiudere tutti i conti in sospeso e a liquidare
subito la nuova preda. Il problema è uno solo: nulla è quel che sembra.
Estratto
Naomi correva. Correva in maniera sgraziata per via del terreno accidentato e dei piedi scalzi. Correva per raggiungere la strada che attraversava la foresta, fermare una macchina, un camion, un autobus, un qualunque tipo di veicolo e chiedere aiuto. Ma soprattutto correva per allontanarsi dalla casa dove lui aveva massacrato tutte le ragazze e dove c’erano ancora i corpi di quelle di cui non si era disfatto. Corpi sui quali lei aveva giaciuto, sporcandosi del loro sangue e impregnandosi del loro odore di morte. Naomi correva e sentiva freddo. Era la mattina di un gelido giorno d’inverno, il sottobosco era punteggiato di cumuli di neve sporca e le chiome degli alti sempreverdi lasciavano filtrare solo qualche stiracchiato raggio di sole. E poi lei indossava solo la sottoveste di seta bianca simile a quelle che lui aveva infilato a tutte le ragazze prima di ammanettarle al letto della camera padronale e cominciare a torturale. Naomi correva e avvertiva una grande varietà di dolori. Era scalza e la sottoveste le arrivava alle ginocchia. Rami caduti e pietre appuntite le si conficcavano nelle piante dei piedi, e cespugli spinosi le graffiavano le gambe. E poi c’era il dolore alle dita della mano destra, già gonfie come salsicciotti dopo che lui gliele aveva spezzate. E poi ancora c’era il collo, con il suo dolore bruciante nei punti in cui lui, nel tentativo di strozzarla, aveva esercitato più pressione. Naomi correva e sperava. Sperava di raggiungere la strada asfaltata prima di svenire per il dolore, per il freddo o per tutti e due e diventare la colazione di un branco di cinghiali attirati dall’odore del sangue che le imbrattava la sottoveste, le cosce e le braccia. Sperava di sopravvivere perché doveva parlare con i poliziotti. Sperava di poterli aiutare a localizzare la casa in cui lui portava le sue prede dopo averle adescate e drogate. Sperava di porre fine all’orrore che andava avanti ormai da cinque mesi. Sperava di 2 interrompere quella spirale di sangue senza fine. Naomi correva quando udì il borbottio di un motore in lontananza. Senza fermarsi, guardò in avanti. Fra i tronchi, quasi fosse un miraggio irraggiungibile, vide un furgone bianco che procedeva veloce. Anche se dal punto in cui lei si trovava non poteva dirlo con certezza, pareva proprio che il mezzo si stesse muovendo sull’asfalto. Non sarebbe mai riuscita a fermarlo. Ma la meta non era lontana. Un altro piccolo sforzo, pensò. E accelerò l’andatura, cercando il più possibile di vedere dove metteva i piedi, ma continuando a non preoccuparsi per il dolore delle trafitture. Qualche minuto più tardi intravide la strada: gonfia, crepata e sconnessa, ma promessa di incontro con esseri umani che potevano soccorrerla. Si accorse all’ultimo momento del dislivello tra il sottobosco e il manto stradale. Fece un volo di una ottantina di centimetri e cadde in ginocchio sull’asfalto. Altro dolore. Si rialzò gemendo e si portò al centro della carreggiata. Si guardò intorno. Nemmeno l’ombra di un segnale stradale. Scelse una direzione a caso e cominciò a camminare a passo spedito, senza più correre. Pur avendo il fiatone, non prese mai in considerazione l’idea di riposarsi in attesa del sopraggiungere di un veicolo. In estate, la foresta brulicava di turisti che fuggivano dal caldo delle spiagge o dei paesi circostanti, ma in quel periodo dell’anno poteva trascorrere anche un’ora prima del passaggio di un mezzo. E fermarsi per tanto tempo avrebbe significato rischiare l’assideramento, mentre lei doveva sopravvivere a ogni costo, se non per se stessa, almeno per la sua missione: fermare il mostro una volta e per sempre. Il verso stridulo di un uccello che non sarebbe mai stata in grado di identificare la indusse ad alzare lo sguardo. I rami degli alberi più vicini alla strada si intrecciavano sopra di lei a formare una tettoia naturale e frusciante, oltre la quale la luce del sole baluginava sotto forma di minuscole stelle occhieggianti. Naomi tirò un profondo respiro e andò avanti, imperterrita. Un quarto d’ora più tardi le parve sentire il rumore di un’auto. Dopo qualche altro secondo, dalla curva davanti a lei sbucò 3 una Ford nera. Naomi alzò le braccia al cielo, come un soldato che esce dalla trincea e si arrende al nemico dopo aver finito i colpi. La vettura rallentò fino a fermarsi sul ciglio della carreggiata, a una decina di metri di distanza da lei. Naomi vide uno spilungone biondo uscire dall’abitacolo. Lo sentì chiederle cosa le fosse successo. Gli rispose con un rantolo che nemmeno lei sarebbe riuscita a decifrare. Poi le gambe le si trasformarono in gelatina e cadde in ginocchio. Il conducente della Ford cominciò a correrle incontro. Prima che potesse raggiungerla, Naomi stramazzò faccia a terra. Batté la fronte contro l’asfalto e chiuse gli occhi.
è sempre interessante questa rubrica
RispondiEliminaGrazie per l'inserimento in rubrica del mio nuovo romanzo. Spero che ai lettori possa piacere. Vincenzo Padovano
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