domenica 1 marzo 2020

Recensione "FAR EST & дикийDIKIY OVEST ", Silvia Luscia

Autrice: Silvia Luscia
Titolo: FAR EST & дикийDIKIY OVEST
Prezzo: e-book 2,79

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Quando incontrai Bogdan Nitu nella cittadina rumena di
Deva, nel luglio del 2011, ero seduta al tavolino centrale del
piccolo bar ricavato all’interno del Palazzo della Cultura,
voluto da Ceauşescu. Nessun altro luogo sarebbe stato più
indicato. Bogdan Nitu aveva due occhi grandi e colmi di
immagini che molti hanno voluto dimenticare nel corso degli
anni, una faccia pulita e paffuta, contornata da un leggero filo
di barba. Bogdan è oggi un uomo di trentasei anni, un ufficiale
di polizia, responsabile dei rapporti con la stampa, in un Paese
libero e democratico; ma Bodgan porta dentro di sé quel
bambino che è stato, un bambino del regime, un bambino che
ha avuto fame, il bambino che quel pomeriggio ha parlato con
me seduto al tavolino del Palazzo della Cultura, il bambino
che ha desiderato la Cultura per il proprio Paese.


Trama
La silloge di racconti,  presenta due storie simili di ricerca della libertà, le storie di due ragazzi mitizzati, l’Uomo Occidentale e l’Uomo Orientale balcanico. Sono due giovani  nati uno al di qua del confine orientale italiano ed europeo, nella città di Dikiy Ovest, e uno  al di là di tale confine nella megalopoli di Far Est. Due città, due nomi, due avventure identiche alla ricerca della Grande Libertà che si svolgono attraverso le azioni e le parole dei diversi protagonisti dei racconti, rielaborati in alcuni casi dalla matita dell’illustratore Mattia  Frialdi.  
Uomini e Donne di Oggi e di Ieri si trovano alla fine inesorabilmente riflessi nel condominio degli specchi della Memoria collettiva, che snuda  gli anelli che nella Grande Storia non hanno tenuto. Quelle saldature della catena però hanno creato la   comune e grande cultura europea in cui   i due ragazzi di Far Est e Dikiy Ovest possono sedersi e raccontarci due storie simili.



[…] il mio Paese era una finestra
dalla quale nessuno guardava.
Immutabile re, di pietra e d’astro,
tenevo ferma in bocca la parola
senza più canto.





Recensione


Buongiorno e bentornati sul blog con la recensione del romanzo "FAR EST & дикийDIKIY OVEST" di  Silvia Luscia; ringrazio la casa editrice per l'invio della copia digitale; sono due racconti che fanno riflettere parecchio, due storie sul vivere la libertà, l'essere uomo e donna, le differenze tra l'uno e l'altro sesso ai tempi della guerra. Sognare una vita migliore, per figli e nipoti; sono un po' in difficoltà, nel senso che non so che altro dire.. Ed è la prima volta che mi succede una cosa simile.. Mai scritta una recensione così corta..


La mia valutazione



… “Non era questo che sognavi, padre. Un dittatore
paranoico, pronto a sterminare il suo popolo in nome del
popolo; campi di lavoro forzato e prigioni disseminate sulla
terra del tuo paese come tante piaghe aperte; fucili puntati alla
frontiera uomini in divisa pronti a sparare al minimo
spostamento d’aria; agenti in borghese a ogni angolo della
strada e macchine della polizia ovunque; occhi e orecchie nei
muri delle case, nei telefoni, sempre aperti sulla disperazione
delle persone, per cogliere e soffocare la più piccola
manifestazione di disappunto; bambini spie nelle scuole,
educati alla menzogna e al tradimento; e soprattutto la grande
fatica della tua gente, il suo respiro affannato come quello di
un animale esausto che pure continuiamo a caricare di fardelli;
gli uomini migliori costretti a barattare le proprie speranze con
una misera razione di pane ogni giorno della loro vita. Stiamo
scontando lo stesso sogno papà. Le rose crescono ancora solo nel
giardino dei potenti, solo hanno cambiato indirizzo.”

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