Un cavaliere senza il suo drago è morte certa
Partiamo col dire che la fama di “Fourth Wing” lo precede, milioni di copie vendute, fan art come se piovessero (alcune davvero stupende), ma anche recensioni negative. E ci sta, mica può piacere a tutti, però credo che questo titolo abbia fuorviato sopratutto gli amanti del fantasy puro alla Tolkien o alla Martin, forse per la presenza dei draghi, non so, e per questo ho letto tanti pareri negativi motivati sostanzialmente dalla presenza troppo marcata della storia d’amore tra i due protagonisti. Per questo vorrei iniziare questa recensione sottolineando che se cercate il nuovo Signore degli Anelli siete davvero lontani da ciò che volete leggere. “Fourth Wing” è un romantasy, termine che ho scoperto da poco che mischia amore e fantasy (:D ), e questo vuol dire che si è un fantasy, ma che si porta dietro quel bagaglio romantico che è molto caro ai lettori del romance. Se storcete il naso davanti al cenere romance, allora state leggendo il libro sbagliato, scusate l'onestà.
Messo in chiaro questo posso affermare che ho trovato “Fourth Wung” simile a Divergent, il romanzo di Rebecca Yarros non è un romanzo che spicca per originalità, ma ha il grandissimo pregio di aver mischiato davvero molto bene tutti quegli elementi in grado di trascinarmi tra le pagine di un libro e farmi venire voglia di non mollarlo più. C’è l’intrigo, c’è una parvenza di enemies to lovers (che non è poi così enemies), c’è il rischio e l’adrenalina, c’è amicizia, c’è la componente romance, lo spicy non è esagerato e poi… beh… ci sono loro: i draghi!
Ho adorato Tairn e Andarna, i draghi di Violet sono davvero fantastici e tutto quello che c’è dietro: le esercitazioni, la “scelta” del cavaliere che deve venire solo dal drago. L’accademia militare di Basgiat è davvero una sorta di Hunger Games, una scuola che non si spreca a ricordare i morti, ma che insiste non nell’allevare dei cavalieri alla battaglia, ma di creare armi che poi gli serviranno in battaglia. Il worldbuilding c’è anche se non è così approfondito (cosa che spero venga fatta nel secondo libro), ma mi è piaciuto quanto sia tutto abbastanza lineare, seppur “semplice” ha una sua logica.
Violet è una protagonista fragile, con ossa troppo delicate, ma lotta per non mostrarsi debole. Usa la testa e cerca soluzioni alternative, non convenzionali. Cerca di sopravvivere a suo modo e l’ho apprezzata per questo, non viene mai meno a se stessa e cerca di concedersi quello che può guardando in faccia alle sue evidenti mancanze. Xaden la Yarros l’ha voluto vestire da lupo, ma quasi da subito è come se la zip del vestito fosse rimasta aperta a mostrare il pelo da orsacchiotto che c’è sotto. L’enemies to lovers si annusa davvero per poco, poi si passa a raccogliere le scintille tra i due. Vuoi sapere come andrà a finire tra loro (la madre di lei ha ucciso suo padre, il padre di lui ha ucciso il fratello di lei), sarà una relazione impossibile? Cosa può succedere nel primo libro di 5 che usciranno? E nel frattempo sotto la scuola, i draghi e gli intrighi ti tengono ugualmente impegnata.
Violet mi è piaciuta tantissimo, ho apprezzato Xaden…e poi ho adorato Liam 🥲
Ho trovato un po’ forzata all’inizio l’amicizia tra Violet e Rhiannon, ma devo dire che poi è stata gestita bene.
La scrittura della Yarros non è elaborata e non si perde in convenevoli, si legge con piacere e ti ritrovi all’ultima pagina senza neanche accorgertene.
Come dicevo all’inizio non è il libro della vita, ma non ti ci stacchi neanche a volerlo, perché vuoi sapere cosa succederà alla fine. Un libro assolutamente consigliato agli amanti di Divergent e di autori come Armentrout e Maas.
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