Buongiorno, oggi partecipo al review party del nuovo romanzo di Barbara Frale, anche se ammetto di non aver letto "I sotterranei di Notre-Dame"; ringrazio il blog gliocchidellupo per avermi nuovamente coinvolta.
Autrice: Barbara Frale
Titolo: I labirinti di Notre-Dame
Prezzo: cartaceo 9,40 e-book 4,99
Link d'acquisto: QUI
Qualcosa aveva catturato all’improvviso la sua attenzione. Si avvicinò circospetto a
quell’anomalia. Non era possibile! Forse un miraggio dovuto alla luce incerta dell’aurora che
cominciava a invadere l’ambiente, o l’effetto della paura sui suoi poveri nervi scossi… Si
accostò circospetto a quella tomba, finché la lucerna gli cadde di mano e finì sui marmi del
pavimento in uno stridio di cocci infranti.
«Il demonio!», gridò. Collassò a terra, gli occhi sbarrati nel vuoto.
Gli altri monaci accorsero. Guardarono ciò che aveva fatto stramazzare il loro abate,
qualcuno osò persino avvicinarsi. Deposti in decine di sarcofagi che li ritraevano con fattezze
naturali, tutti i sovrani di Francia dormivano immoti il loro eterno sonno di pietra. Tranne uno, il
cui nome aveva lasciato nella storia del regno una lunga scia di tenebre. Il coperchio del
sepolcro di re Filippo IV il Bello era l’unico ad aver subìto un netto spostamento a causa della
scossa tellurica. Chiamando in causa il Maligno, l’abate non aveva preso un abbaglio: nel
sarcofago s’era misteriosamente aperto uno spiraglio tale da lasciar vedere colui che decenni
prima vi era stato deposto. Il suo aspetto era quello di un demonio
Trama
Anno del Signore 1300.
Padre Baldrico de Courtenay, abate del ricco monastero di Saint-Germain a Parigi, viene trovato morto sul sagrato di Notre-Dame: l’assassino ha lasciato sul corpo orribili mutilazioni e una scritta il cui senso è indecifrabile. A Roma, intanto, ignoti aggressori pugnalano a morte padre Angelerio da Ferentino, per impedirgli di consegnare a Bonifacio VIII una reliquia dal valore inestimabile. Mentre il vescovo di Parigi, Simone Matifort, indaga per capire chi abbia ucciso l’abate di Saint- Germain, Crescenzio Caetani, baccelliere di medicina e nipote di Bonifacio VIII, ipotizza che la reliquia sottratta a padre Angelerio sia finita a Parigi, nelle mani del re di Francia.
C’è dunque Filippo il Bello dietro la morte del frate francescano? E perché qualcuno ha massacrato l’abate di Saint-Germain, lasciando inoltre sul corpo un misterioso messaggio? Arnaldo da Villanova, medico del papa ed esperto di dottrine esoteriche, non ha dubbi: la reliquia rubata non è un oggetto sacro, ma opera del Maligno, e sarà in grado di scatenare una guerra rovinosa fra i troni più potenti della terra.
Il seggio d’oro di re Filippo il Bello. La cattedra d’avorio di papa Bonifacio e quella su cui
sedeva il Gran Maestro del Tempio, fatta di pietra lunare che nel buio emanava luce. Il
demonio aveva sparso tra loro il seme della discordia: due delitti misteriosi avrebbero
macchiato di sangue le vie di Parigi e di Roma, delitti capaci d’innescare una guerra senza
quartiere fra i troni più potenti della terra.
«Devo proteggere il papa», ansimò il vecchio.
Ma come? Arnaldo poteva captare le segrete energie che percorrono l’universo e
imbrigliarle, addomesticate, al suo volere, ma non senza l’aiuto di un’anima affine, vocata
come la sua, sensibile ai segni del soprannaturale.
Aveva una sola speranza di riuscirci: trovare un degno apprendista.
Recensione
Oggi partecipo al review party di questo romanzo, ammettendo di non aver letto il precedente e che, di solito, non leggo thriller (l'unico thriller letto, è la saga di Stieg Larsson); ma veniamo a noi.
"I labirinti di Notre-Dame" è la storia di un'indagine, iniziata per trovare l'assassino dell'abate Baldrico de Courtenay, ma anche per trovare chi ha pugnalato a morte padre Angelerio da Ferentino, per impedirgli di consegnare a Bonifacio VIII una reliquia dal valore inestimabile.
Durante la lettura veniamo a conoscenza di fatti che fanno venire i brividi, ma che sono necessari a capire perché alcuni personaggi hanno fatto determinate azioni e perché si siano comportati in certi modi.
Una reliquia che sembra così importante da dover essere trovata a tutti i costi, se necessario, morire pur di averla, ma varrà davvero tutto questo? Apparentemente c'è Filippo il bello dietro tutto questo casino, ma ne siamo sicuri? E' veramente lui, o qualcun altro, che magari, finge di essere Filippo?
Barbara Frale ha creato un thriller da brividi, che vi porterà a fare parecchie domande e forse non tutte avranno una risposta, chi lo sa? Quel che è certo è che gli amanti del genere thriller, non potranno fare a meno di leggere questo romanzo.
Chi è l'assassino? L'uccisione e la pugnalazione a morte sono collegate? Leggete il romanzo per scoprirlo!
La mia valutazione
Luce <3
«Santo Padre, è accaduta una terribile disgrazia…».
«Quale?»
«Frate Angelerio, il cappellano di Sant’Antonio a Ferentino», bisbigliò il cardinale. «L’hanno
raccolto in fin di vita in un pascolo fuori Porta Bove».
«I cappellani delle monache si scelgono sempre vecchi come il cucco per ovvie ragioni.
Dove se ne andava alla sua età? Perché veniva a Roma?»
«Pare che volesse incontrare voi, Padre Santo, ma in incognito. Aveva qualcosa da
consegnarvi, e per questo si era vestito come un pellegrino».
«Che assurdità! Sarebbe bastato chiedere udienza. Cosa portava con sé?»
«Una giara di coccio. Dentro ci teneva una reliquia preziosissima. Intendeva consegnarla
solo a voi, nelle vostre mani».
«Una reliquia? Non ne so niente!».
«Forse pensava che fosse importante esporla ai pellegrini durante il Giubileo, Santità».
«Il monastero di Santa Chiara a Ferentino è piccolo e povero. Mai sentito dire che abbiano
reliquie di valore. E poi l’idea di infilare un oggetto sacro dentro una vile giara di coccio! Ha
qualcosa di sacrilego. Tutto è molto sconclusionato, in verità».
«Lo credo anch’io, Padre Santo. Il povero frate parlava negli spasmi dell’agonia, forse non
era lucido. Fra l’altro, chiamava in causa vostro fratello Roffredo, il conte di Caserta».
«Questa, poi! Il mio compianto fratello maggiore è morto tanti anni fa».
«Appunto, Padre Santo. Padre Angelerio sosteneva che era stato proprio il conte Roffredo a
consegnargli quella giara».
«Mah! Vaneggiamenti di un povero moribondo. Che il Signore accolga la sua anima in
pa…».
Nessun commento:
Posta un commento