sabato 20 novembre 2021

Concorso letterario: In mille parole 2021

 



Buonasera a tutti! Il 24 Ottobre 2019 è inziato un concorso letterario, indirizzato a tutti gli autori che volevano mettersi alla prova e che erano pronti a cogliere ogni occasione per scrivere e farsi leggere. Alex Astrid (che a quanto pare non si ferma neanche se la leghi) del blog "Vuoi conoscere un casino" ha deciso infatti di organizzare un concorso per racconti brevi a tema, al quale possono partecipare autori emergenti e scrittori dilettanti. Simo Simis del blog ilmondodisimis, Alex e Francesca del blog Libri, libretti e libracci sono i giudici, mentre io vi romperò le scatole solo una volta (per vostra fortuna).Se volete saperne di più leggete fino in fondo dove troverete anche il link per sapere come funziona, perché il concorso è ancora in atto e ogni due mesi ci sarà un tema differente.

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Il tema di questo mese:

Il tema di questo mese aveva un incipit obbligatorio

"Mi chiamo Garion e sono uno stregone"

La classifica:

1. Alessandro Ricci, con "In me mago agere"
...
2. 
Antonio di Cesare, con "Fantasy na cippa"
...
3. Dario DG, con "Colloquio"


Il racconto: 
«Mi chiamo Garion e sono uno stregone.»
Ridono tutti quando lo dico e fanno bene, non dovrei dirlo a nessuno, è una cosa folle da credere, eppure è vera. Mi prendono in giro perché pensano che mi stia inventando tutto e perché non ho proprio l’aspetto di un maestro delle arti arcane. Avete presente, no? Cappello a cono e barba lunga. Il cappello non mi va proprio di indossarlo, è una cosa passata di moda e anche un po’ ridicola, la barba invece mi sembra importante, non mi viene in mente nemmeno uno stregone che ne sia sprovvisto. Ci ho provato a farla crescere, ma a quanto pare nessun incantesimo è cosi potente da far crescere anche il minimo peletto sulla faccia di un undicenne.
Garion non è il mio nome, quello vero lo devo nascondere per evitare di essere attaccato, è per questo che gli altri non dovrebbero saperlo. Ma a volte è così difficile mantenere il segreto. Sarebbe più facile che conoscessero il mio segreto piuttosto che credere che sia uno strambo. Ma sopporto tutto con pazienza, anche questo fa parte del mio addestramento, se sapessero che li tengo al sicuro dai cattivi mi tratterebbero come un eroe. Non è facile essere uno stregone.
Non voglio sembrare ingrato, sono contento di essere stato scelto, ma non è facile. Prima ci sono stati gli attacchi, improvvisi e potenti. Incantesimi malvagi che non conoscevo, ma di cui ho sperimentato gli effetti. Arrivano con una sensazione di estraneità, come se la realtà fosse da un’altra parte, poi mi si bloccano le gambe e le braccia iniziano a muoversi da sole, non riesco a parlare, la vista sparisce e perdo i sensi, tremando come una foglia. Che sensazione terribile! All’inizio mi spaventava da morire, un paio di volte credo di essermela fatta sotto. Non capivo perché proprio a me, poi ho trovato il talismano e tutto mi è stato chiaro. Sono il prescelto e i cattivi vogliono impedirmi di completare l’addestramento.
Ho trovato l’amuleto due mesi dopo che erano iniziati gli attacchi. Mamma era preoccupata, tutti mi guardavano con un misto di paura e compassione. Stavo piangendo come un poppante nel vicolo dietro casa, quando uno scintillio ha attirato la mia attenzione. Ho capito subito che si trattava di qualcosa di grosso: un manufatto d’oro, dalla forma ovale con impressa la figura di un uomo barbuto, avvolto in una tonaca che impugna un bastone, dalla cui testa prendono forma raggi di potere come una corona. Lo Stregone Supremo, senza dubbio. Una prova che quello fosse proprio un oggetto destinato a me era il fatto che fosse in mezzo alla spazzatura, come qualcosa senza importanza, chi altri, se non il predestinato, avrebbe potuto capire? Io lo so bene che le cose sono più magiche di come appaiono alle persone normali.
Così non ho pianto più, ho accettato la missione e il mio fardello. Gli attacchi sono continuati, e non smetteranno finché non riuscirò sconfiggere i maghi malvagi una volta per tutte. Ho due sospetti principali: il vicino e il maestro Franco. Mi sta guardando adesso, mi sembra di percepire i suoi pensieri malvagi. Se fossimo da soli lo smaschererei e lo costringerei a un duello magico, ma il codardo si nasconde dietro all’aspetto innocente di maestro di matematica. Prima o poi farà un passo falso e io sarò lì per approfittarne. Lui lo sa che potrei sconfiggerlo quando voglio, vedo la preoccupazione nei suoi occhi. Forse sarebbe il caso di attaccarlo ora, prima che sia lui a farlo. Faccio scivolare la mano in tasca a cercare i bordi lisci del talismano, sento il potere scorrermi nelle vene. La campanella suona salvandolo da una sonora lezione. Ma non finisce qua.
Sono sempre tra i primi a salire sull’autobus perché non ho nessuno con cui scambiare chiacchiere o carte dei Pokemon, ma non mi interessa ho ben altro di cui occuparmi. Mi siedo vicino al finestrino, il posto accanto a me rimane vuoto anche se ci sono molti ragazzi sul bus. È un sollievo, se subissi l’attacco non potrei garantire per la sicurezza del mio vicino.
Casa mia è l’ultima del paese, è piccola ma a me piace. Le chiavi sono sotto il vaso di gerani. Mamma continua a chiamarlo così anche se i gerani sono morti da anni ormai e adesso contiene solo erbacce. Il soggiorno è in disordine e puzza un po’ di muffa, ci sono confezioni di cibo e qualche lattina di birra. Da quando papà è scappato, mamma lavora molto e non sempre può pulire, neanche questo importa, un guerriero magico non guarda a queste cose.
C’è qualcosa da mangiare sul tavolo, ma lo ignoro. Vado in camera, alla piccola finestra vicino al letto sfatto. Eccolo lì, il mio acerrimo nemico. Sta innaffiando il giardino, ma è una scusa per controllarmi. Il suo sguardo severo fa trasparire un grande potere, mi intimorisce. Finalmente torna in casa, lo vedo attraverso le finestre al telefono del soggiorno, poi sparisce a escogitare chissà quali malvagità.
Posso rilassarmi e magari fare i compiti. Dopo essermi esercitato un po’ con gli incantesimi base. Prima il dovere.
Mentre provo a far lievitare l’astuccio, il rumore di un’auto spazza via la concentrazione. Corro alla finestra e riconosco l’auto. Dannazione, non mi lasciano mai in pace. L’uomo scende dalla macchina e si avvicina alla porta guardandosi intorno preoccupato, suona. Non rispondo.
Mamma mi ha detto che quando arriva l’assistente sociale e sono solo devo far finta di non essere in casa, altrimenti mi porta via. Le ho chiesto se è uno scagnozzo dei maghi cattivi, mi ha guardato strano.
Di nuovo rumori di auto, se ne va. Ma sento che non è finita, i battiti non scendono e la paura mi blocca le gambe, mi sembra di galleggiare in un sogno. Le braccia tremano, capisco che un nuovo attacco è in arrivo. Mamma mi ha insegnato la posizione in cui devo mettermi quando arrivano, per impedire che la lingua mi vada in gola e mi soffochi. Mi sdraio su un fianco, con il braccio ripiegato sotto la testa e mi preparo alla battaglia.
Mi chiamo Garion e sono uno stregone. Non mi arrenderò tanto facilmente.

L'autore

Mi chiamo Alessandro Ricci, sono nato il 15 Dicembre del 1981, sono un impiegato il giorno e un istruttore di fitness la sera. Ho iniziato ad amare la letteratura fantastica fin dalle elementari, grazie al maestro Marco che ci leggeva ogni giorno Roal Dahl in classe.
La passione per la letteratura per ragazzi e la fantasia non mi ha mai abbandonato, tanto da spingermi in mondi immaginifici per inventare le mie storie.
Nel 2019 è uscito il mio primo romanzo “Il Fabbricante di suoni” per Arpeggio Libero Editore, nel 2020 e nel 2021 lo hanno seguito “Il giovane Achille” e “Guida turistica per sognatori” entrambi editi da NPS Edizioni.
Due miei racconti sono stati selezionati per le antologie dedicate agli animali fantastici del folklore italiano “Bestie d’Italia” 2 e 3, editi da NPS Edizioni.

italiano “Bestie d’Italia” 2 e 3, editi da NPS Edizioni.

Racconto che ho preferito:

Mi chiamo Garion e sono uno stregone, un potente stregone!

Tutti da molti secoli affrontano le insidie del boscoincantato che circonda l’ingresso della grotta in cui abito per venire a chiedermi aiuti e consigli. Solo i più meritevoli però riescono a superare le trappole e a trovare l’antro magico dove risiedo. Non offro facilmente le mie magie e conoscenze, occorre dimostrare coraggio e tenacia per perseguire i propri obiettivi e non ritirarsi al primo ostacolo che sbarra la strada.

Nella vita ho affrontato streghe malefiche, demoni infernali, cavalieri oscuri e re tirannici per il bene del popolo e per mantenere la pace e l’equilibrio nel mondo.

Le mie facoltà mentali mi avvertono che qualcuno sta sfidando il bosco per venire da me, vedremo se ce la farà questo prode guerriero.

Mi siedo sulla poltrona con in mano la pipa, aspiro una lunga boccata e chiudo gli occhi per vedere nella mente ciò che sta succedendo all’esterno.

Il forte guerriero con una grande prestanza atletica sta superando tutte le prove seminate sul percorso, avvicinandosi sempre di più. Ammetto che è molto in gamba: coraggio, forza e intelligenza lo aiutano nell’impresa, sconfiggendo le mie magie illusorie, evitando buche, sabbie mobili, alberi e rocce pericolanti, scappando dagli animali feroci e attraversando ponti sospesi ad altezze vertiginose. Nulla sembra fermare il guerriero dai lunghi capelli che paiono raggi di sole.

Riapro gli occhi, mi alzo e mi accingo a preparare la borsa, presto sarà qui a chiedermi aiuto, intraprenderò un nuovo viaggio, questa volta solcherò i sette mari.

Il guerriero con la sciabola in una mano, e con l’altra si sposta i capelli dal viso incollati dal sudore per la lunga ed estrema impresa, avanza furtivamente nell’ingresso della grotta, forse temendo qualche altra trappola.

«Sono qui, sono pronto per andare» affermo con voce tuonante prendendo di sprovvista il prode guerriero dai capelli di sole.

«Sei lo stregone Garion?» domanda rimanendo sempre in allerta, pronta a un ennesimo combattimento.

Mi accarezzo la lunga barba bianca, squadrandola da capo a piedi per poi rifissarla negli occhi blu come le profondità dell’oceano. «Sono io e tu sei Manila, la piratessa della Ciurma del Sole».

Manila mi fissa, ma, a parte un lieve dilatare delle pupille, non dà a vedere lo stupore per conoscere la sua identità. Se si rivolge a me dovrebbe sapere che sono un potente stregone, conosco ogni cosa, appena entrata nel bosco l’avevo riconosciuta nonostante cerchi sempre di farsi passare per un uomo per evocare più timore e autorità.

La piratessa rifodera l’arma nel suo fodero appeso al fianco destro e appare più rilassata.

«Stregone Garion sono qui per chiedere umilmente aiuto per…».

«Conosco anche il motivo per cui sei qui» la interrompo, alzando una mano per fermarla. Manila aggrotta la fronte, forse non confida ancora pienamente nelle mie capacità anche se è venuta a chiedermi aiuto. «Posso vedere nella tua mente i tuoi ricordi, e vedo un furioso scontro contro i pirati malvagi del Teschio di Fuoco. Avete cercato di salvare gli innocenti depredati, e lo avete fatto a caro prezzo. Hai perso uomini fidati della ciurma, ma più di tutti l’uomo che ami, ma hai anche scoperto che i pirati del Teschio di Fuoco sono demoni e gli uomini che hanno ucciso non sono morti veramente, sono stati presi per poterli trasformarein demoni, per ampliare il loro dominio sui mari. Ora sei qui per chiedermi aiuto per sconfiggere e salvare i tuoi uomini».

Manila annuisce solamente, deglutendo la saliva, in attesa che parli ancora.

«Per aiutarti devo venire con voi perché dovremmo raggiungere i confini del mondo e andare oltre, nel regno dei demoni. Non sarà affatto facile per nessuno, ma insieme forse potremo farcela».

A questo punto le faccio largo e usciamo dalla grotta, con la mia magia il bosco ci fa passare indenni e così in pochi minuti ci ricongiungiamo al resto della ciurma, dirigendoci alla costa.

All’orizzonte vedo il grande galeone dei pirati, la Rosa dei Mari, e più mi avvicino e più noto la sua imponenza. Saliamo a bordo e tutti prendono il loro posto e, fatta risalire l’ancora, salpiamo.

Al mio fianco Manila detta ordini a destra e a manca per governare il galeone, seguendo le mie indicazioni. Sotto il sole i suoi capelli e la pelle ambrata brillano come se avessero luce propria, lo sguardo determinato a salvare i suoi uomini e l’amore della sua vita.

Ci sono cose che neanche un mago potente come me riesce a vedere, come il futuro. Non si può prevedere ogni singola variabile, per cui il futuro, soprattutto quello lontano, è sempre incerto, ma una possibilità di vittoria ce l’abbiamo e la sfrutteremo!

Navighiamo sempre a nord, le temperature si abbassano drasticamente e grandi iceberg iniziano a impedirci il cammino, ma proseguiamo intrepidi, l’ingresso per la terra dei demoni non è molto lontano.

Nonostante sia circa mezzogiorno, qui il sole non illumina e pare esserci ancora la notte e più ci avviciniamo al punto d’ingresso più la notte appare buia e infida, come se ci fosse un pericolo dietro a ogni onda.

«Fermiamoci qui» ordino e Manila segue le mie parole. «Siamo arrivati», anche se sembra di trovarci sempre in mezzo al mare.

Invoco una potente magia dalle parole sconosciute ai pirati e una sorta di muro trasparente azzurrino si palesa agli occhi di tutti.

«Oltrepassandolo saremo nel mondo dei demoni. A quel punto dovremo combattere, ma continuerò ad aiutarvi».

Manila mi fa un grande sorriso di ringraziamento, per poi dare l’ordine di procedere dopo aver incitato la ciurma.

Il galeone solca lentamente le acque, passando il muro come fosse gelatina. Un’atmosfera inquieta ci avvolge, un freddo ulteriore ci entra fino alle ossa. Avverto la presenza di demoni ovunque, l’oscurità è totale, poi un filo di luce si palesa all’improvviso e una voce ci spaventa.

«Bambini è ora di cena, a tavola» ci chiama la mamma, interrompendo il gioco che facciamo io e mia sorella Manila.

Vorrà dire che salveremo i pirati domani.









 


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