Autore: Winston Graham
Titolo: Ross Poldark
Saga: Poldark #1
Prezzo: 11,40 e-book 7,99
Link d'acquisto: QUI
Saga Poldark:
1)Ross Poldark
2)Demelza
3)Jeremy Poldark
4)Warleggan
5)La luna nera
6)I quattro cigni
7)La furia della marea
8)Lo straniero venuto dal mare
9)La danza del mulino
10)La coppa dell'amore
11)Una lama nel cuore
12)Bella Poldark
“Non sono bravo a supplicare” disse lui, “Sono troppo maledettamente consapevole della mia dignità”
Trama
Cornovaglia, 1783. Ross Poldark, figlio di un piccolo possidente morto da poco, torna a casa, esausto e provato, dopo aver combattuto per l'esercito inglese nella Rivoluzione americana. Ora è un uomo maturo, non più l'avventato ed estroverso ragazzo che aveva dovuto abbandonare l'Inghilterra per problemi con la legge. Desidera soltanto lasciarsi il passato alle spalle e riabbracciare la sua promessa sposa, la bella Elizabeth. La sera stessa del suo arrivo, però, scopre che, anche a causa di voci che lo davano per morto, la donna sta per convolare a nozze con un altro uomo. Non solo: Nampara, la casa avita, si trova in uno stato di abbandono, cui ha contribuito anche una coppia di vecchi servi, fedeli ma ubriaconi. Devastato dalla perdita del suo grande amore, Ross decide di rimettere in sesto Nampara e di concentrarsi sugli affari che il padre ha lasciato andare a rotoli, tornando a coltivare le terre e lanciandosi nell'apertura di una nuova miniera. Viene aiutato dalla cugina Verity, dai due servi e da Demelza, una rozza ma vivace ragazzina che ha salvato da un pestaggio e che, impietosito, ha preso a lavorare con sé come sguattera. Nella terra ventosa di Cornovaglia si intrecciano i destini dei membri della famiglia Poldark, primo fra tutti il forte e affascinante Ross, ma anche della gentile Verity, di Elizabeth, tormentata da segrete preoccupazioni, e di Demelza che, diventata una bellissima donna, è determinata a conquistare il cuore dell'uomo che le ha cambiato la vita.
“Queste sono leggi barbare” disse Ross controllandosi con enorme difficoltà, “leggi barbare che interpretate senza alcuna carità, mandando un uomo in prigione per avere dato da mangiare ai suoi figli che erano affamati, per avere trovato il cibo come poteva quando non gli è stato possibile guadagnarselo”.
Recensione
Era parecchio che volevo leggere questa serie, anche a causa del fatto che avevo visto la serie tv (recensione QUI se l'avete persa), mia mamma ne è venuta a conoscenza da un'amica e mi fa: vai in biblioteca a vedere se c'è la serie "Poldark"? E l'ho trovata; ad oggi ho finito il primo volume, di cui vi parlo ora.
Siamo nel 1783, il capitano Ross Poldark fa ritorno in Cornovaglia dopo aver combattuto nella guerra d'Indipendenza, ma quello che lo aspetta non è certo il benvenuto che avrebbe voluto. Suo padre è morto, la dimora di famiglia è in rovina e la donna che ama sta per sposare un altro. Ma Ross non si piega al destino funesto, al contrario, lo prende di petto. Nonostante sia un aristocratico non ha paura di sporcarsi le mani e di mettersi al pari con la sua gente, decide quindi di riaprire la vecchia miniera di famiglia e cerca di dare cibo e lavoro ai paesani. In tutto questo Elizabeth, la donna che ama, è un chiodo fisso in mente, ma Ross è un uomo orgoglioso, pieno di sé e a parte qualche momento in cui il suo animo sembra cedere a un sentimento ancora vivo, non le chiede mai nulla. Anzi. Si dimostra un perfetto gentiluomo, consapevole del fatto che ora è la moglie del cugino Francis.
In tutto questo, come aiuto in cucina, Ross assume una cenciosa ragazzina per salvarla dalle mani troppo pesanti di un padre ubriaco e violento. Demelza ha solo tredici anni, ma è parecchio determinata, il lavoro non la spaventa e in poco tempo si dimostra un aiuto molto più valido dei vecchi servitori Jud e Prudie, che riescono solo a fare una cosa: scolarsi litri di rum.
Il romanzo copre un arco temporale che va dal 1783 alla fine del 1787 e in questi quattro anni avverranno un sacco di cose in un susseguirsi di lotte di potere e duelli improvvisati. Ma al di là di tutto, come dice il titolo, questo è il libro di Ross, del suo cambiamento, del suo diventare uomo. Devo dire che alcune parti si leggono più velocemente di altre, ma l'autore tende a riprendere sempre quello che, apparentemente, lascia da parte e i titoli successivi ce ne daranno conferma. La prima metà può sembrare noiosa in quanto incentrata sul lavoro del protagonista e la rieducazione di Demelza, ma in realtà l'autore non è mai tedioso o prolisso, e dopo diventa tutto scorrevole.
Ross Poldark è un protagonista pieno di sfaccettature, a tratti è il classico eroe romantico, in altri è solo un uomo con pochi pregi e svariati difetti. Non è facile per lui dare voce ai sentimenti più intimi, tanto meno li capisce, spesso è l'istinto a guidarlo e, come capita a ogni essere umano, ogni tanto sbaglia. Questo primo libro racconta la sua redenzione. Di come lo spazio del suo cuore occupato da Elizabeth si rimpicciolisca per fare posto a Demelza. Le due donne sono così diverse - quello che ha una non lo ha l'altra - che c'è da chiedersi come Ross possa amarle entrambe. Elizabeth è rigore e compostezza, pelle di porcellana, abiti senza pieghe; impeccabile in ogni circostanza e sempre pronta a dire e fare quello che l'etichetta richiede. Demelza invece è l'esatto opposto: capelli scarmigliati, abiti impolverati, un cane come migliore amico. Diventerà una donna sotto gli occhi inconsapevoli di Ross e saprà conquistarlo e renderlo fiero, regalandogli una pace che credeva irraggiungibile.
Winston Graham ha voluto raccontare una storia lunga circa quarant'anni e dalla vita, quella vera, possiamo aspettarci solo ritorsioni e tormenti, perché vi avviso, questo non è un classico libro romance, tutto l'esatto contrario invece.
I personaggi sono tanti e sicuramente ogni storia è destinata a incastrarsi con le altre. Verity è uno di quei personaggi che non puoi non amare, divisa tra senso del dovere e l'amore che nutre per un uomo che non viene considerato degno dalla famiglia; non si può neanche non farsi sopraffare da ondate di biasimo per Francis, il pavido e insicuro cugino di Ross, o sorridere per le continue nefaste previsioni di zia Agatha che ormai ha visto nascere sei generazioni di Poldark e ancora non ci pensa proprio a lasciare questo mondo. Quanto a George Warleggan, so già che sarà il villain di turno, a causa della visione della serie; è un uomo che si è creato dal nulla, nessuno gli ha mai dato niente, ma lui si è preso tutto. Sicuramente siamo solo all'inizio della sua scalata sociale, probabilmente non saranno nemmeno i soldi la futura merce di scambio, perché George, è invidioso della felicità di Ross, e probabilmente farà di tutto per strappargliela.
Un appunto sullo stile però è doveroso. Ross Poldark è stato scritto negli anni Quaranta e per quanto alcuni dialoghi godano di una leggera artificiosità, la narrazione di Graham è di rara scorrevolezza e dotata di una inaspettata dose di ironia. Peccato che a volte si senta che a dar voce a Demelza sia la penna di uomo, ma contestualizzando il tutto all'epoca in cui si svolgono le vicende ci può anche stare. Demelza infatti, per quanto sia un personaggio moderno e fuori dagli schemi, non è colta, non è raffinata e vive all'ombra di un uomo che ammira senza riserve, meravigliandosi giorno dopo giorno di come lui abbia potuto sceglierla anche solo per un attimo e lo ammetto, da donna, in alcuni momenti, mi ha irritata. Ma è giovane e di tempo per cambiare ce n'è. (Cosa che, ne sono certa, avverrà nei libri successivi, del resto siamo a 1 su 12, voi che dite?)
Sugli altri invece niente da obiettare. L'intera psicologia dei personaggi è resa dal narratore omnisciente, ma si evince facilmente anche dai dialoghi, Graham presta molta attenzione nel differenziare il parlato a seconda della classe sociale di appartenenza, così come cura il periodo storico che fa da sfondo alle vicende. La Cornovaglia tra il XVIII e il XIX secolo ha prodotto i due terzi del fabbisogno mondiale di rame e l'immigrazione in quella terra volubile e desolata è stata massiccia. Ma al lavoro non sempre corrispondeva un guadagno sicuro ed essere proprietari di una miniera poteva significare grande fortuna o rovinosa caduta. Però era - ed è - una terra di grandissimo fascino che sferza il cuore, riempie gli occhi, brucia la pelle. Vedo ancora Nampara con le sue imponenti scogliere, le onde indomite che si riversano sulla spiaggia e sento quella forza imprevedibile regolata solo dalle leggi della natura.
Quattrocentotrenta pagine lette in due settimane, causa anche il lavoro e visione di serie tv.
Adesso vi lascio, in attesa che il volume due, dal titolo "Demelza", si degni di tornare in biblioteca (non prima del 23/2, però, data effettiva del rientro, temo).
Alla prossima
Luce <3
"Si domandò se il mondo reale fosse quello in cui gli uomini lottavano per convinzioni politiche e ideali e morivano e vivevano con onore - o più spesso miserevolmente - in nome di parole astratte come patriottismo o indipendenza, o se fosse quello della gente umile e della terra."
Nessun commento:
Posta un commento