venerdì 7 luglio 2023

Recensione "La valle dell'eden", John Steinbeck

 


Autore: John Steinbeck
Titolo: La valle dell'eden
Prezzo: cartaceo 15,00  e-book 9,99
Link d'acquisto: QUI

Che libertà gli uomini e le donn potrebbero avere, se non fossero continuamente ingannati e intrappolati e schiavizzati e torturati dalla loro sessualità! L'unico inconveniente di tale libertà è che senza di essa uno non sarebbe un essere umano. Sarebbe un mostro.


Trama
Nel paese di Nod, a est de] giardino dell'Eden, dove la progenie di Caino andò a vivere secondo la leggenda biblica e che nel romanzo di John Steinbeck corrisponde simbolicamente alla valle percorsa dal fiume Salinas nella California settentrionale, si intrecciano le storie di due famiglie, gli Hamilton e i Trask. Protagonisti della saga, che va dalla Guerra civile alla Prima guerra mondiale, da una parte il vecchio Samuel Hamilton, immigrato dall'Irlanda; e, dall'altra, Cyrus Trask insieme ai figli Adam e Charles, e ai nipoti Aron e Caleb, gemelli nati dalla misteriosa Cathy Ames, reincarnazione di Eva e di Satana allo stesso tempo, emblema del male nel mondo, con il quale tutti nel corso della lunga vicenda devono misurarsi. Pubblicato negli Stati Uniti nel 1952 e ora riproposto nella nuova traduzione di Maria Baiocchi e Anna Tagliavini, "La valle dell'Eden" è il romanzo in cui Steinbeck ha creato i suoi personaggi più affascinanti e ha esplorato più a fondo i suoi temi ricorrenti: il mistero dell'identità, l'ineffabilità dell'amore e le conseguenze tragiche della mancanza d'affetto. Al tempo stesso saga famigliare e moderna trasposizione del mito, "La valle dell'Eden" è il capolavoro della maturità di Steinbeck, da cui nel 1955 Elia Kazan ha tratto l'omonimo film con James Dean. Introduzione di Luigi Sampietro.


Samuel era impareggiabile nel calmare gli isterismi e rabbonire i bambini spauriti. Era la dolcezza della sua lingua e la tenerezza della sua anima. E come il suo corpo era pulito, allo stesso modo lo ero il suo modo di pensare. gli uomini che venivano nella sua fucina a parlare con lui e ad ascoltarlo smettevano per un po' di bestemmiare, non per una specie di costrizione ma automaticamente, come se quello non fosse il luogo adatto.



Recensione

Steinbeck ne La valle dell’Eden riesce a parlare di argomenti densi e complicati, ma nello stesso tempo non tralascia di creare una storia avvincente, che appassiona il lettore e lo trascina nei suoi avvenimenti. Lo scrittore, attraverso la descrizione della vita di Adam Trask, Sam Hamilton,  Cathy, Caleb e Aron Trask, i personaggi che animano La valle dell’Eden, riesce a parlarci della vita nel suo senso più generale e assoluto.
Il romanzo copre un ampio lasso di tempo, inizia con il periodo della guerra civile americana, quindi dagli anni ’60 dell’ottocento, e termina sul finire della prima guerra mondiale, nel 1918. Al centro del romanzo c’è la valle del fiume Salinas, in California, che metaforicamente sembra assumere le sembianze della valle dell’Eden dove andò a vivere la progenie di Adamo ed Eva, e proprio qui si svolgono le vicende principali dei tanti personaggi che seguiamo lungo la narrazione.
All’inizio seguiamo la storia di due famiglie: quella dei Trask e quella degli Hamilton, che ancora non si conoscono. I Trask abitano nel Connecticut, mentre gli Hamilton si trovano già in California.

Il primo Trask di cui facciamo la conoscenza è Cyrus, il quale prende parte alla guerra civile americana per un brevissimo periodo perché viene subito ferito ad una gamba, una ferita talmente grave che gli causerà l’amputazione. Cyrus però non sarà mai sincero sulla sua esperienza di guerra, infatti si dedica allo studio approfondito di tutti gli eventi bellici della guerra civile e farà sempre credere a tutti che in realtà aveva combattuto valorosamente in tutte le battaglie più importanti. Cyrus Trask si costruisce un mito e decide di trasmettere la sua disciplina militare anche ai suoi figli, nati da due matrimoni diversi, Adam e Charles.

Charles è forte, combattivo, con uno spiccato spirito agonistico e capace di battere il fratello in qualsiasi prova di forza, Adam invece è l’opposto infatti vive con grande sofferenza questa disciplina ferrea impartita dal padre, ma si nutre dei sorrisi con cui si illumina il viso della matrigna (la seconda moglie di Cyrus) quando è da sola.

Adam e Charles però, oltre alla competizione fisica, vivono un’altra competizione, ancora più importante, quella per l’amore del padre: sebbene Charles si adatti di più al modello di disciplina del padre, Adam sembra essere il preferito tra i due e questo fa crescere una rabbia sempre più forte in Charles. Anche se Adam è il più debole tra i due fratelli, Cyrus decide che sarà lui ad arruolarsi nell’esercito, per portare avanti le campagne militari contro i nativi americani.
Scena di grande impatto è quella che vede Charles scagliarsi con tutta la sua violenza contro il fratello, fin quasi ad arrivare ad ucciderlo. Il motivo? Il padre portava sempre con sé il cane che Adam gli aveva regalato, mentre aveva ignorato il regalo di Charles, un coltellino.
Adam Trask viene arruolato nell’esercito contro la sua volontà, ma si dedica comunque con grande impegno e costanza all’attività militare e, anche se si rifiuterà quasi sempre di sparare contro il nemico, ottiene diversi encomi per la sua disciplina. Ritornare a casa però diventa sempre più difficile per Adam, che non vuole incontrare di nuovo suo fratello e per questo per un certo periodo preferisce vagabondare per il paese piuttosto che fare ritorno a casa.
Cyrus nel frattempo è diventato un uomo potente e importante nell’ambito militare e si è trasferito a Washington dove è in contatto con le più alte sfere politiche del paese.
Cyrus ad un certo punto muore e lascia una grandissima fortuna ai suoi due figli che si ritrovano ad essere ricchissimi. Adam, ancora all’oscuro di questa fortuna torna a casa e inizia a vivere con suo fratello, sentendo di aver superato i rancori che nutriva nei suoi confronti. Adam però vuole cambiare e sente sempre più forte l’istinto di iniziare una nuova vita in California, la qual cosa non piace per niente al fratello.

Veniamo a conoscenza anche di un altro personaggio fondamentale per la vicenda, Cathy Ames, donna che sembra incarnare a tutti gli effetti il male assoluto, quello che non ha delle ragioni vere e proprie per agire, ma con cui tutti devono avere a che fare e sarà proprio questo il suo ruolo in tutta la storia. Cathy già nel corso della sua infanzia dimostra la sua insensata malvagità, ma raggiungerà il culmine una volta entrata nella vita dei Trask, e non solo.
Adam e Charles trovano questa giovane donna quasi in fin di vita per la strada a causa delle percosse subite e decidono di curarla a casa loro. Adam si dedica con tutto se stesso a Cathy e se ne innamora perdutamente. La donna, che è sempre una mossa davanti agli altri, decide come sempre di agire per il suo bene e capisce che fare la parte della povera indifesa le sarà di aiuto per coprire il suo passato fatto di delitti. Adam e Cathy si sposano e si trasferiscono in California, dove acquistano un ampio e fertile terreno dove Adam pensa di poter vivere in serenità, godendosi i soldi ereditati e i frutti della terra.
Qui si incontrano i destini dei Trask e degli Hamilton: capostipite della famiglia Hamilton è Samuel, un sognatore, un uomo dalla grande inventiva, sempre alla ricerca di nuovi stimoli che riesce a trovare anche grazie alla letteratura, un uomo tutto d’un pezzo e dalla saggezza infinita. Samuel è sempre intento a inventare qualcosa, a sperimentare nuove soluzioni per migliorare la coltivazione dei campi e sua moglie, Liza, gli rimprovera spesso il tempo che spende dietro a qualche brevetto che invece dovrebbe utilizzare per far rendere di più le sue terre.
Liza è una donna concreta, la pietra portante della famiglia Hamilton, che riesce a bilanciare lo spirito sognatore del marito. Sam e Liza hanno numerosi figli di cui il narratore ci descrive il carattere: alcuni hanno ereditato l’aspetto ideale del padre (come Tom), altri ancora hanno ereditato lo spirito concreto della madre (Will ad esempio).
Samuel sarà una presenza davvero preziosa per Adam quando le cose si faranno difficili e riuscirà a fargli recuperare la voglia di vivere e a farlo uscire dal suo rifugio costituito dal torpore dei sensi e dei sentimenti, rifugio che si rende necessario dopo alcuni tristi e inaspettati eventi che coinvolgono il suo matrimonio.

Quella riassunta fino qui è solo una minima parte della vicenda che Steinbeck descrive all’interno di questo libro meraviglioso, una storia che appassiona chi la legge, che lo fa immergere negli eventi. Di sicuro quindi la storia in sé è uno dei punti forti di questo romanzo, ma i pregi non si esauriscono qui. Il modo di scrivere di Steinbeck è davvero incredibile, di una scorrevolezza impareggiabile, anche quando i personaggi si dedicano a riflessioni filosofiche o ad aspetti linguistici delle diverse versioni della Bibbia (giusto per fare un esempio), è di una scorrevolezza assoluta, tantè che a volte, ci si dimentica il numero effettivo delle pagine.

I personaggi sono un altro punto di forza de La valle dell’Eden, tutti i ritratti che troverete in questo romanzo sono indimenticabili e non solo quelli dei personaggi a cui è dedicato più spazio ma anche quelli dei personaggi minori: ad esempio Lee, il giovane cinese che diventa il domestico dei Trask, è un personaggio davvero riuscito, ricco di sfaccettature e portatore di una saggezza infinita che lo farà diventare uno degli amici più vicini ad Adam; ma anche il breve ritratto di Olive Hamilton è destinato a rimanere impresso per la sua originalità e per i suoi tratti di ironia.
I protagonisti della vicenda poi sembrano davvero risplendere all’interno della narrazione: sono dei personaggi che hanno diverse pulsioni al loro interno, proprio come tutti gli esseri umani, e questa lotta tra bene e male è proprio ciò che più interessa allo scrittore americano:

Gli uomini sono avvolti – nelle loro vite, nei loro pensieri, nei loro appetiti e ambizioni, avarizie e crudeltà, e persino nei loro impulsi di bontà e generosità – da una rete di bene e male. Io credo sia questa la sola storia che abbiamo e che si ripete a tutti i livelli del sentimento e dell’intelligenza.
Vizio e virtù sono stati trama e ordito della nostra prima presa di coscienza, e saranno il tessuto dell’ultima, e questo malgrado tutti i cambiamenti che potremo imporre a campi, fiumi e montagne, all’economia e a usi e costumi. Non esiste un’altra storia.
L’uomo, dopo che si è spazzolato via la polvere e la segatura della vita, resta solo con questa dura, cristallina domanda: era bene o male? Mi sono comportato nel modo giusto – o in quello sbagliato?
Nell’incertezza sono certo che sotto gli strati superficiali della loro fragilità gli uomini desiderano essere buoni e vogliono essere amati. Anzi, quasi tutti i loro vizi sono tentativi di trovare una scorciatoia per l’amore.
Abbiamo solo una storia. Tutti i romanzi, tutta la poesia, si reggono sull’infinita lotta, in noi, tra bene e male. E penso che il male debba essere continuamente ritessuto, mentre il bene, la virtù, sono immortali.

Centro de La valle dell’Eden, ma direi di tutta la letteratura di Steinbeck, è dunque la lotta tra bene e male, o meglio la compresenza di queste due forze. Questa tematica che viene approfondita all’interno del romanzo è estremamente affascinante e continua ad essere attuale proprio perché ancora oggi l’uomo, almeno colui che ancora interroga la propria coscienza, spesso, si chiede se ciò che ha fatto nella sua vita sia giusto o sbagliato. Nel libro ci sono anche molti riferimenti biblici, come appunto quello svelato proprio dal titolo con la valle del paradiso terrestre, oppure i nomi dei personaggi stessi (Adam, Caleb, Aron) e proprio su una particolare parola riportata nel testo sacro riflettono Adam Trask, Sam Hamilton e Lee:

“La traduzione dell’American Standard ordina agli uomini di trionfare sul peccato e il peccato lo si può chiamare ignoranza. Quella di King James fa una promessa, con il suo ‘lo dominerai’, nel senso che l’uomo sicuramente trionferà sul peccato. Ma la parola ebraica timshel – ‘Tu puoi’ – quella dà una possibilità. È forse la parola più importante del mondo. Quella che dice che la strada è aperta. Quella che ributta la cosa sull’uomo. Perché, se ‘tu puoi…’ è vero anche che ‘tu puoi non…’ Capisce?”

Per Steinbeck quindi ognuno si trova davanti a una scelta, sicuramente difficile, ma l’uomo ha la possibilità di scegliere tra bene e male, nessun altro può farlo al suo posto. Nel romanzo ci sono personaggi che hanno scelto il bene, che lo rappresentano in un modo quasi totale, come Sam Hamilton, personaggi in cui convivono bene e male in una lotta continua per prevalere e personaggi che quasi incarnano il male, come Cathy.
Cathy è un personaggio spaventoso perché rappresenta la crudeltà che non ha motivazioni, una malvagità inspiegabile: viene descritta come una persona a cui manca la capacità di vedere la parte positiva delle persone, riesce solo a vedere i lati più cupi della natura umana e così anche in sé stessa riesce a sviluppare solo il suo lato oscuro. Cathy agisce in modo sconsiderato senza che i lettori riescano a trovare una ragione per le sue azioni e proprio questo fa venire i brividi.
Steinbeck mette in evidenza quello che è il più grande desiderio dell’uomo, qualsiasi sia l’epoca in cui vive e qualsiasi sia la sua storia, ovvero il desiderio di essere amati, di essere apprezzati. L’affetto e l’approvazione sono ciò di cui l’uomo ha più profondamente bisogno e Steinbeck mette in scena anche i problemi che possono nascere quando si è sulla strada della ricerca di questo amore.

La valle dell’Eden è stato per me un viaggio bellissimo, è un libro davvero ricco di riflessioni interessanti e di saggezza, mi sono affezionata a questi personaggi pieni di umanità e trovo particolarmente bello il messaggio che Steinbeck vuole dare: ogni donna e ogni uomo ha davanti a sé una scelta importantissima da compiere, non c’è una predestinazione o un cammino già stabilito, ognuno deve costruire il suo destino.


La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3



"...la parola era Timshel."
"Timshel. E tu hai detto..."
"Ho detto che quella parola conteneva la grandezza di un uomo, se quello voleva approfittarne."
"Mi ricordo che a Sam Hamilton era piaciuto."
"Lo aveva liberato" disse Lee. "Gli aveva dato il diritto di essere un uomo, distinto da ogni altro uomo."
"Ci si sente soli."
"Tutte le cose grandi e preziose sono solitarie."
"Com'era quella parola?"
"Timshel - tu puoi"




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