lunedì 15 febbraio 2021

7 blog per 1 autore: Lucia Collerone

Buongiorno lettori e amanti delle serie tv! Come avevo preannunciato, da oggi comincia una nuova rubrica in collaborazione con altri 6 blog, di cui uno è quello di Federica, che gestisce Gliocchidellupo

ma in cosa consiste la rubrica, 7 blog per 1 autore?




Riapre una rubrica tanto amata e dedicata agli autori, da un'idea di Federica del Blog Gli Occhi del Lupo. In precedenza chiamata 4 blog per un autore e ora cresciuta in 7 blog per un autore. Ogni settimana ospiteremo un autore con il suo romanzo ed entreremo meglio in ciò che ha scritto. Ringraziamo tutti coloro che si sono affidati a questa iniziativa.
Blog che vi partecipano:
LUNEDÌ - Tutto sul romanzo - IO AMO I LIBRI E LE SERIE TV
MARTEDÌ - Ambientazione - IN COMPAGNIA DI UNA PENNA
MERCOLEDÌ - Cast Dream - TRE GATTE TRA I LIBRI
GIOVEDÌ - Un messaggio da scoprire - ANIMA DI CARTA
VENERDÌ - Un'immagine che racconta - LIBERA_MENTE
SABATO - Intervista all'autore - READING IS TRUE LOVE
DOMENICA - Intervista al personaggio - GLI OCCHI DEL LUPO


Tutto sul romanzo


SINOSSI

Sicilia, primavera 1939. Vicino al tempio di Demetra, nella campagna dorata tra Agrigento e Gela, il figlio del fattore, Mario, e la figlia del padrone, Hortensia con la acca, come tiene a precisare, si tuffano nei prati verdi e profumati, aspirano la vita, e avvertono che qualcosa si sta trasformando nella loro amicizia. Come sempre nei suoi romanzi, Lucia Maria Collerone intreccia con sapienza la storia fatta di guerra, fame, bombardamenti e mancanza di libertà con le vite dei suoi giovani protagonisti: vie partigiane, vie di una conoscenza antica, quella della spagiria siciliana, che porteranno Hortensia a diventare una potente maga moderna. Maga di medicina, perché cura, ma anche maga d’amore, perché forte è quello che prova per la vita e per la sua inesauribile meraviglia. Un nuovo e indimenticabile personaggio femminile creato dalla penna di una straordinaria autrice siciliana, che scrive con il cuore, e che il cuore sempre colpisce

cover


 Come ho scelto la cover.

Me l’ha proposta la mia editrice e io ho accettato. È un pezzo di prato del quadro La Primavera di Botticelli ripetuto come modulo. Volevamo dare dignità a questo romanzo e richiamare il tema della natura, delle cure naturali e della Spagiria, che è uno dei fili conduttori del romanzo. Abbiamo usato una carta molto elegante, spessa e con parti in rilievo al tatto e sono state inserite le alette. Anche la carta interna è stata scelta con cura: non è bianca, ma avorio ed è spessa, un piacere sfiorarla, come un libro antico.

TRAMA

Il romanzo racconta l'esperienza di vita di Hortensia Giolai e della sua famiglia nella Sicilia tra il 1939 e il 1943. Le vicende si svolgono tra Agrigento, Gela e le campagne di Barrafranca un paesino dell’entroterra ennese. La storia personale di Hortensia, della sua famiglia e della sua cittadina si incrocia con le vicende della grande storia di quegli anni bui e spaventosi. Hortensia si interessa alle cure naturali, è appassionata di chimica e di Spagiria. Vuole guarire le persone e la terra con le sue ricchezze sono l’unica risorsa sulla quale può contare. Le sue conoscenze sono determinanti in un momento storico in cui la povertà e la guerra colpiscono la vita della gente, lei sarà la luce nel buio, la soluzione al dolore, il bene che viene dal male. Hortensia è cresciuta con Mario, figlio del mezzadro nelle terre di suo padre con il quale vive esperienze uniche e travolgenti, in una natura incontaminata e viva, che nemmeno la guerra riesce a intimidire. La guerra li separerà e cambierà per sempre le loro esistenze. Hortensia, un personaggio femminile forte e tenero, vigoroso e solare che sa portare la pace e l’unione e sa farsi veicolo di salvezza.

 ESTRATTI

 “Com’è la guerra, nonno?”

“È lontana, Horte’” divagò.

“Sì, ma se arriva come sarà?”

“Sarà brutta, Horte’, dolorosa e inumana” concluse non smettendo di perdersi negli occhi tersi della ragazzina, nei quali già galleggiava un gomitolo di paura.

“E io che posso fare, nonno?” Quella domanda colse di sorpresa il vecchio, che si domandò cosa potesse fare una bambinetta di appena quindici anni in guerra. La risposta non arrivava, non la trovava. I meandri della sua mente erano affollati da immagini talmente spaventose, che gli impedivano di trovare la risposta.

Le venne in soccorso lei. La mente, libera dall’orrore, cacciò fuori la risposta che lui non riusciva a immaginare: “Posso diventare bravissima a guarire le persone. Pensi che possa essere utile?”

Ecco lo spiraglio di luce che entrava nei suoi pensieri foschi di vecchio, illuminandoli di luce.

“Sì, amore picciddo. Questo è quello che devi fare.”

 

Hortensia guardò Mario e lui pensò che quel nome era proprio adatto a lei, anche se era inusuale. La pelle bianca, quasi trasparente si sarebbe pre­sto colorata di un bellissimo colore ambra, e quegli occhi cangianti, attenti e vivaci si sarebbero posati vispi sul mondo, su di lui.

Hortensia pensò che gli occhi di Mario erano cirase nere, così profondi che ci potevi annegare, che sapevano la storia del mondo, e che lei e lui erano la Sicilia. Normanna lei, arabo lui, rappresentavano l’Isola fulgida, la culla del mondo. Così la chiamava papà suo e adesso, in quel quadro vivo di colori, aveva capito cosa voleva dire.

“Ortensia”, la sua voce era leggera come il vento.

“Hortensia con la H, Hortensia” precisò sorridendo la ragazzina, come a seguire un pensiero allegrissimo.

“Ma cosa cambia?”

“Cambia. È il mio nome. Hortensia. Tu lo devi dire proprio così. Lo hai sempre pronunciato in modo sbagliato. Eri un bambino e potevo capire, ma ora hai quasi quindici anni”, disse infilandosi uno stelo fiorito di aceto­sella tra le labbra e succhiandolo con veemenza.

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