sabato 31 maggio 2025

Gerri -serie tv (recensione)

Buongiorno, oggi vi parlo di una serie tv italiana, che trovate su raiplay



Titolo: Gerri

Paese: Italia

Anno: 2025

Formato: serie tv

Genere: drammatico, noir, poliziesco

Stagioni: 1

Episodi: 4

Durata: 100 min (episodio)

Lingua originale: italiano




Informazioni

Gerri è una serie televisiva italiana del 2025 diretta da Giuseppe Bonito, scritta da Donatella Diamanti e Sofia Assirelli, e ispirata ai romanzi di Giorgia Lepore.


Trama

Trani. Il corpo senza vita di una ragazzina viene ritrovato lungo una spiaggia deserta. La vittima non è una qualunque: Rossella Albani, figlia di uno degli avvocati più potenti della zona. Le indagini si concentrano sui rapporti che gli Albani hanno con altri notabili della città. In particolare la famiglia Longo e quella del senatore La Guardia. Gerri Esposito, seguendo il proprio istinto, inizia a pecorrere una pista alternativa che coinvolge la giovane Lavinia, amica della vittima. In un pericoloso gioco di potere, dove tutti sembrano nascondere qualcosa, Gerri rischia tutto, anche la propria vita, pur di scoprire la verità. Nel frattempo, il suo capo Marinetti, preoccupato per il malessere che Gerri si porta dentro e che sfoga nel lavoro, decide di indagare sull'infanzia del poliziotto.



Recensione

Perché?. È la domanda che da oltre trent'anni si fa Gregorio Esposito, per tutti Gerri. Un ispettore di polizia di origine rom - il suo vero nome è Goran - protagonista dell'omonima serie tv targata Rai Uno. Da quando, cioè, la madre lo ha abbandonato e lui si è ritrovato a crescere in una casa-famiglia. Un senso di inquietudine che lo muove dentro e che non gli permette di risolversi come uomo. Un passato che vorrebbe rimuovere, ma che - per riuscire a superare - deve invece affrontare.

Dopo una lunga attesa - la serie è stata girata un paio di anni fa - arriva sul piccolo schermo la storia nata dalla penna di Giorgia Lepore trasformata in una serie tv diretta da Giuseppe Bonito da Donatella Diamanti e Sofia Assirelli. A prestare il volto al protagonista Giulio Beranek, uno dei più bravi interpreti del nostro cinema e della nostra serialità che incarna alla perfezione Gerri. Un uomo incapace di impegnarsi seriamente con una donna anche quando vorrebbe, sempre sfuggente, solitario. Uno che nel suo lavoro ha un duplice approccio: se da un lato studia meticolosamente i casi chiamato a risolvere, dall'altro dimentica il distacco necessario prendendo decisioni istintive e, in alcuni casi, pericolose.

Non a caso il capo della Mobile, Santeramo (Massimo Wertmüller) fatica non poco a tenerlo in riga mentre qualche collega lo guarda con sospetto per le sue origini e con invidia per il suo talento. Ma Gerri può contare su una sorta di famiglia adottiva: quella composta dal suo superiore Alfredo Marinetti (Fabrizio Ferracane), e sua moglie Claudia (Roberta Caronia) che lo trattano come un figlio.

Questa dinamica familiare atipica rappresenta uno dei punti di forza della narrazione, mostrando come Gerri, orfano dal passato indefinito trovi un inaspettato nucleo affettivo e un punto di riferimento emotivo. Nella questura di Trani, invece, sarà l'incontro con la viceispettrice Lea Coen (Valentina Romani) a far vacillare le sue regole in fatto di sentimenti.

Gerri esplora con sensibilità il tema del passato così come quello dell'identità. Il protagonista è un irrisolto, ancora fermo in quell'angolo di strada in cui sua madre lo ha lasciato quando aveva solo quattro anni. C'è in lui un vuoto che si rifiuta di colmare. Ma è solo ritrovandosi faccia a faccia con i propri fantasmi che si può riuscire a farli sparire. La serie racconta così una faticosa ricerca di identità portandoci nel profondo delle sue fragilità e in quel mondo interiore così determinante nel renderlo l'ispettore che è diventato.

La regia di Giuseppe Bonito riesce a bilanciare efficacemente la dimensione intima e soggettiva del protagonista con un racconto corale ben delineato anche grazie al ricco cast che dirige. È proprio merito delle tante realtà diverse che caratterizzano la scrittura che Gerri riesce a destreggiarsi tra registri molto diversi. Se l'anima irrequieta del protagonista dona alla narrazione un'atmosfera tenebrosa è anche vero che la serie riesce a bilanciare la commedia con il sentimento, il realismo dato dai casi seguiti da Gerri (sempre relativi a donne, minori e persone fragili) con l'adrenalina dell'azione.



Quattro episodi in cui le contraddizioni interiori del protagonista, l'accettazione di sé, il pregiudizio insito nell'animo umano e nella società si intrecciano con il racconto crime dato dalla trama orizzontale. Senza dubbio molto del merito della riuscita è da ascriversi alle interpretazioni del cast. La scelta di dare il ruolo a Beranek risulta vincente così come quella di alternare volti molto noti e popolari con altri meno sfruttati dalla serialità.

C'è un senso di freschezza che accompagna la visione e la scelta di portare su Rai Uno in prima serata un personaggio di origini rom denota una scelta importante per allontanare luoghi comuni e preconcetti. Oltre a rendere più originale un poliziesco, genere tanto amato dalla serialità e dal pubblico ma che, se privo di un taglio che lo renda unico, rischierebbe di essere troppo simile ad altri titoli.



Gerri affronta con sensibilità temi profondi come il passato, l'identità e il pregiudizio incastonandoli in un contesto poliziesco. Il protagonista, l'ispettore interpretato con efficacia da Giulio Beranek, è un personaggio complesso e tormentato dal suo abbandono infantile, un'ombra che influenza le sue relazioni personali e il suo approccio impulsivo al lavoro. La narrazione riesce a intrecciare con equilibrio il dramma interiore di Gerri con le dinamiche della questura di Trani e i casi che è chiamato a risolvere, focalizzandosi su figure fragili. Ad aggiungere ulteriori strati emotivi alla trama anche il ricco cast che permette di muoversi tra generi e atmosfere diverse.

La mia valutazione
Alla prossima
Luce <3








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Alla prossima

Luce <3





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