Autrice: Diana Gabaldon
Titolo: Il mio nome è Jamie
Serie: Outlander #0,5
Prezzo: cartaceo 11,40 e-book 6,99
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0,5)Il mio nome è Jamie
1)La straniera
2)L'amuleto d'ambra
3)Il ritorno
4)Il cerchio di pietre
5)La collina delle fate
6)Tamburi d'autunno
7)Passione oltre il tempo
8)La croce di fuoco
9)Vessilli di guerra
10)Nevi infuocate
11)Cannoni per la libertà
12)Destini incrociati
13)Il prezzo della vittoria
14)Legami di sangue
15)Prigioniero di nessuno
Quando tornò al falò, vide le macchie scure sul dorso della camicia di
Jamie nei punti in cui il sangue fresco aveva inzuppato le bende. A quella
vista si fece prendere da una furia tremenda, e dalla paura. Aveva già visto
qualcosa di simile: il ragazzo era stato frustato. Con violenza. E di recente.
Da chi? Come?
Trama
1740: Il giovane Jamie Fraser, orfano di padre ucciso dagli inglesi e a sua volta ferito, ha lasciato la Scozia e sta andando in Francia con l'amico Ian Murray per raggiungere un gruppo di mercenari. Entrambi hanno delle ottime ragioni per stare lontani dalla loro patria ed entrambi, nonostante facciano di tutto per rimediare alla situazione, sono ancora vergini. E così, quando un medico ebreo li recluta per portare due tesori a Parigi, entrambi accettano con entusiasmo: uno è una rarissima e preziosissima Torah, l'altro è la splendida nipote del medico, Rebecca, destinata a un matrimonio combinato. Jamie e Ian si innamorano a prima vista di Rebecca, ma dovranno mostrarsi molto cauti perché non sanno veramente con chi hanno a che fare...
«Ehi, Scozzese!» gli gridò Alexandre. «Cos’è che vi urlavate, voi due?»
Mise le mani intorno alla bocca e urlò: «GOOOOOON!» con una voce
profonda e riecheggiante, che strappò una risata agli altri.
«Non avevate mai sentito un urlo di guerra?» Jamie scosse il capo,
davanti a tanta ignoranza. «Si usa in battaglia, per chiamare al tuo fianco i
tuoi compagni, il tuo clan.»
«E significa qualcosa?» chiese Petit Philippe, interessato.
«Aye, più o meno», rispose Ian. «Castle Dhuni è la residenza del
capoclan dei Fraser di Lovat. Caisteal Dhuin, in Gaidhlig... la nostra
lingua.»
«E quello è il nostro clan», spiegò Jamie. «Il Clan Fraser. Che però ha
più di un ramo, ciascuno con un suo grido di battaglia, e un suo motto.»
Tirò fuori la camicia dall’acqua fredda e la strizzò; le macchie di sangue
erano ancora visibili, ma ormai erano solo aloni marroni, osservò
soddisfatto Ian, che un attimo dopo vide Jamie socchiudere le labbra per
aggiungere dell’altro.
Recensione
Ebbene sì, ho iniziato a leggere Outlander, partendo dallo spin-off su Jamie; in questo racconto, perché diciamocelo, questo è e non un romanzo vero e proprio, troviamo un Jamie giovanissimo, di ritorno da Fort William, con le ferite causate dalle frustate ancora aperte e il senso di colpa causato dalla morte del padre che lo schiaccia.
Abbiamo a che fare con una storia che lega Jamie a Ian (il cognato, non il nipote), due ragazzi ben lontani da quelli adulti che abbiamo conosciuto nella saga principale (che io devo ancora iniziare ndr); abbiamo a che fare con due ragazzi ancora non del tutto adulti, che devono imparare a camminare con le loro gambe, ma nonostante tutto, bisognosi della famiglia, legati alla loro terra, ma anche bisognosi di affacciarsi a nuove avventure e nuove opportunità in cui dimostrare il loro valore, la loro forza e la loro indipendenza.
Quasi sicuramente questo racconto si legge troppo velocemente, ma ti da la giusta spinta per conoscere il Jamie adulto, ti da la giusta spinta per iniziare definitivamente la saga Outlander, anche per quelli che "oddio auto, è troppo lungo!! sia come numero di pagine per volume, sia per il numero dei volumi medesimi.
Una cosa è sicura: una volta iniziato questo tunnel, da qualsiasi libro abbiate iniziato (preferibilmente o questo o La straniera), non riuscirete più ad uscirne.
La mia valutazione
Alla prossima
Luce <3
«Ti aiuto io», disse Ian, dal nulla, con un tono più che mai serio.
«Mi aiuti a fare cosa?»
«A uccidere questo Capitano Randall.»
Disteso, Jamie rimase in silenzio un momento, e sentì il petto serrato in
una morsa.
«Gesù, Ian», disse, sommessamente. E restò così per diversi minuti
ancora, gli occhi fissi sulle radici in ombra vicine al suo viso.
«No», disse alla fine. «Non puoi. Perché ho bisogno che tu faccia
qualcos’altro, per me, Ian. Ho bisogno che tu vada a casa.»
«A casa? Ma cosa...»
«Ho bisogno che tu vada a casa e ti prenda cura di Lallybroch... e di mia
sorella. Io... io non posso tornare. Non ancora.» Si morsicò il labbro con
forza.
«Hai fittavoli e amici in abbondanza, a Lallybroch», protestò Ian. «Io ti
servo qui, amico. Non intendo lasciarti solo, aye? Quando tornerai a casa,
ci andremo insieme.» E detto ciò si voltò nella sua coperta, con l’aria di
chi non ammette discussioni.
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