martedì 23 maggio 2017

Recensione "L'ultimo sacrificio"; Licia Troisi

Autrice: Licia Troisi
Titolo:  Il sacrificio (Regni di Nashira #3)
Prezzo: cartaceo 31,99 e-book 6,99

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Saga I Regni di Nashira:
0,5) Nascita di un ribelle
1) Il sogno di Talitha
2) Le spade dei ribelli
3) Il sacrificio
4) Il destino di Cetus






Trama

La fine di Nashira è vicina, e sulle sue terre riarse Talariti e Femtiti, razze da sempre nemiche, continuano a combattere una guerra sanguinaria, ignari del destino che presto li annienterà. Talitha e Saiph appartengono a due popoli diversi, ma lottano per una missione comune: salvare Nashira e scoprire le origini di Verba, la creatura millenaria sopravvissuta a due catastrofi. La risposta è custodita nelle profondità della terra, il luogo inviolato in cui secondo la religione dimorano gli dei, il mondo segreto in cui viveva l'antichissimo popolo da cui Verba discende. Ma una terribile profezia grava su Saiph, e lo spingerà a prendere una decisione irrevocabile. Talitha, braccata dai ribelli e dai soldati talariti, sarà di nuovo costretta a scegliere: lottare per Nashira o seguire Saiph? La sua vita è a un bivio, mentre i due astri che da sempre hanno segnato il fato di Nashira si preparano a riversare sul pianeta un'apocalisse di fuoco.





Recensione



Buongiorno a tutti! Siamo quasi alla fine di questa serie, e già comincio ad avere nostalgia di Nashira, ottimo! Ma veniamo a noi.
Questa volta, i nostri protagonisti sono insieme, anche se per poco; Saiph e Talitha si sono separati, ma sono destinati a ritrovarsi e quando succede, Saiph decide di prendere l'eredità che gli è stata affidata, dicendo la verità: ossia che è il Messia dei Femtiti, ma si sa, Saiph non è uno che ama la guerra, anzi, lui patteggia per la pace tra Femtiti e Talariti e capisce, dopo aver parlato con i suoi antenati, che deve sacrificarsi per loro, cosa che farà, anche se Talitha non è d'accordo e non lo capisce; questa cosa porta Talitha alla disperazione, ma sa di doversi fare forza per continuare la missione. Quindi Talitha continua la missione nonostante TUTTO le ricordi la persona che le è stata più vicina di chiunque altro e che lei stessa, per sua ammissione AMA; adesso come adesso mi chiedo: il sacrificio di Saiph, sarà valso la pena per questa pace, che dovrebbe servire a salvare Nashira, o sarà stato tutto inutile? Non avrò la mia risposta, finché non leggerò anche l'ultimo capitolo, quindi staremo a vedere. Quanto al nostro amato/odiato Megassa, mi sa tanto che finirà proprio male e non avrà mai il potere assoluto che crede di dover avere.
Una cosa ho imparato dopo aver finito questo capitolo: a volte bisogna sacrificarsi per un bene superiore, anche per salvare chi amiamo. Spero solo che Talitha riuscirà a salvare Nashira, ma tutto questo lo scoprirò solo con l'ultimo capitolo.



La mia valutazione
5


Alla prossima
Luce <3


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Fu proprio alla feritoia che levò gli occhi, e vide stagliarsi una figura inconfondibile.
Sto sognando. È un inganno della mente. È il mio cervello che cerca per l’ultima volta di farmi
desistere.
«Apri, avanti!»
E allora non ci fu più alcun dubbio. Era lei, lei! Saiph sentì una gioia folle scuoterlo dalla testa ai
piedi.
Vide il corpo magro e muscoloso di Talitha calarsi di sotto, aiutata da un Talarita.
Non fece in tempo a toccare terra che gli saltò al collo. Il calore del suo corpo, l’odore della sua
pelle, il battito del suo cuore.
È troppo per me, non posso farcela… perché, perché proprio adesso? pensò Saiph disperato.
Si staccò da lei. Adesso la vedeva bene. Era dimagrita, ma era bellissima, come sempre. E aveva
gli occhi lucidi.
«Non ti si può lasciare solo un istante, stupido schiavo» gli disse sforzandosi di sorridere.
Saiph la fissava estasiato. Era tutto quel che desiderava, non voleva altro che lei, era sempre stato
così.
«Forza» disse Talitha prendendolo per mano. Ma lui rimase immobile. «Cosa c’è, non ce la fai a
muoverti?»
Se avesse voluto, si sarebbe imposto sulle gambe senza forza, sulle innumerevoli ferite, sul corpo
martoriato, e si sarebbe alzato. Ma non era quello il problema. Scosse la testa.
Talitha vide le incisioni sulla sua carne, i colpi di frusta sulla pelle, i segni delle torture. La
rabbia cresceva nei suoi occhi, mentre considerava le ferite a una a una. «Farò a mio padre tutto
quello che lui ha fatto a te…» disse trattenendo le lacrime. «Però ora dobbiamo andarcene. Abbiamo
un alleato, qui dentro, ma potrebbe arrivare qualcuno da un momento all’altro.»
«Come hai fatto a entrare?» chiese lui, immobile.
«C’è un condotto dell’aria che si apre sul lago.»
Talitha gli prese un braccio, se lo mise intorno al collo cercando di farlo alzare.
Saiph chiuse gli occhi, cercò il coraggio. Gliene serviva moltissimo.
«Non posso venire.»
Sentì il corpo di Talitha afflosciarsi sotto di lui, incredula.
«Che stai dicendo? Saiph, qui a breve sarà pieno di guardie!»
«Per questo devi sbrigarti ad andare. Ma senza di me.»
Stavolta si girò verso di lui, lo guardò in faccia, e l’incredulità cedette il passo all’ira. «Che stai
dicendo? Sei impazzito?»
«La mia morte è necessaria, Talitha. Ora lo so. L’ha vista Verba, ha visto il futuro, quando ancora
era di sotto, e ha predetto tutto: la mia morte porterà la pace tra Femtiti e Talariti. Perché è vero, io
sono il Messia. E il mio sacrificio è necessario.»
«Stai delirando? Cosa ti hanno fatto?»
«Non posso spiegarti tutto, devi fidarti di me. Va’ via.»
Talitha lo prese per le spalle, lo scosse. «Ma sei ammattito? Tu non hai idea di quel che ho dovuto
fare per arrivare fin qui! Io non me ne vado senza di te, non me ne vado!»
Le ferite di Saiph urlarono di dolore sotto quella stretta.
«Talitha, è necessario per salvare Nashira, non si può fare altrimenti, mi capisci? È necessario
alla missione!»
«Alla missione è necessario che tu esca di qui e che venga con me da Verba!» protestò lei.
«No, io servo alla pace. E perché la pace torni su Nashira, devo consegnarmi al mio destino.»
Le lacrime presero a scenderle giù per le guance, e Saiph si sentì morire dentro. Avrebbe dato
qualsiasi cosa anche solo per un giorno di gioia accanto a lei. Che morissero Femtiti e Talariti, che
bruciasse Nashira. Loro sarebbero stati assieme, anche solo un giorno, anche solo un’ora. Ma non
poteva sottrarsi a quello che era scritto.
La abbracciò, godette del tepore del suo corpo. Sembrava così piccola, sotto la sua stretta, mentre
era scossa dai singhiozzi.
Le alzò il mento con due dita, poi appoggiò le labbra sulle sue. Talitha gli gettò le braccia al
collo, lo strinse forte, schiuse piano le labbra. Ogni cosa intorno parve svanire. Non c’erano sbarre,
non c’era quel buco puzzolente. Erano solo loro, liberi, per un istante. Saiph si sentì come dissolvere,
e si chiese se sarebbe stato così anche morire.
Fu Talitha a staccarsi dopo un tempo che a entrambi parve interminabile. «Io ti amo…» gli disse
piano, come una supplica, e lui avvertì un nodo stringergli la gola, mentre si sforzava di sorriderle.
«E non ti lascerò mai qui. Mai.»
È tutto ciò che ho sempre desiderato… pensò Saiph, guardandola negli occhi.

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