venerdì 7 marzo 2025

[Review Party] Recensione "Il ragazzo dei gigli", Cristiano Pedrini


Autore: Cristiano Pedrini

Genere: Romance Contemporaneo MM

Formato cartaceo 14x21 – 242 pagine

Formato ebook: epub/mobi e pdf

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«Non so dirti quando scoprii che la scrittura riusciva a

dare un senso alle mie giornate. Forse avevo dieci, dodici

anni. Quel gesto riusciva a farmi star bene, e a quell’età

non mi facevo molte domande, assaporavo

semplicemente il momento...»


Trama

Per Byron Allen, uno degli scrittori più affermati del momento, aggiudicarsi il prestigioso National Book Award è solo una tappa del lungo viaggio di solitudine che ha scelto di accettare. Nonostante possa contare sul supporto della sua zelante agente editoriale Rebecca Diaz, una delle poche persone al

mondo a conoscere quell’episodio del suo passato, egli considera la sua vita, costellata dal successo,

come un fallimento a cui non può rimediare, fino al giorno in cui sua strada incontra Naoki. Questo

ragazzo, dal nome insolito alterna lo studio alla facoltà di scienze infermieristiche di Wichita, al lavoro di fattorino per un negozio di fiori, e durante una consegna i due si conoscono per la prima volta.

I loro incontri diventano sempre più frequenti, Bryon scopre molto del passato e del presente di Naoki, e lentamente inizia ad assaporare la speranza che sia giunto il momento di affrontare il suo demone e di concedersi una seconda opportunità fino a quel momento negata, sfidando lo spettro del rimorso che continua ad accompagnarlo.


Estratto dal capitolo I

Quel giorno sarebbe coinciso con l’inizio della mia nuova vita. Anche se quel temporale trasportato da grandi nubi grigie aveva celato il sole, lo sentivo lo stesso dentro di me. La sua luce mi aveva guidato fuori dalle tenebre, mostrandomi finalmente quello che avrei potuto essere. Non credo al destino o alle coincidenze, eppure una parte di me, oggi come allora, è venuta qui, per dirti grazie. Forse mi illudo di credere che per qualche oscura ragione tu centri davvero qualcosa con la mia rinascita... Illusione o speranza? Non voglio rispondere a questa domanda, non ancora...

Byron sollevò lo sguardo al cielo plumbeo. Anche ora stava piovendo, un’altra similitudine? L’ennesimo scherzo del destino?

Si accorse di Rebecca che, silenziosa, era giunta alle sue spalle.

«Faremo tardi. Forse dovremmo andare.» La voce, di solito impetuosa e schietta, sembrava solo aver sussurrato quell’invito, come se anche lei avesse rispetto della quiete che albergava in quel luogo dimenticato da molti. Ma non da Byron. Finché avrebbe respirato su quella terra, non avrebbe permesso che quel giardino e l’edificio fatiscente che sorgeva alle sue spalle finissero nell’oblio.

Si voltò verso di lei, accennando un sorriso forzato. Aveva sempre creduto che i suoi occhi bruni avessero il potere di leggere l’anima di chiunque. Era una delle poche persone a cui aveva permesso di farlo e fino ad ora non se ne era pentito.

«Togliamoci questo peso...»

«Dopotutto non è così terribile, non credi?»

L’uomo volse per l’ultima volta lo sguardo ai fiori che crescevano protetti dal vecchio muretto che un tempo delimitava la proprietà. Il loro colore acceso, simile ai toni del tramonto d’estate, sembrava riuscire a vincere il grigiore di quella fredda giornata d’aprile.

«Immagino debba provvedere al tuo solito piccolo pegno, giusto?»

«Come sempre» rispose Byron superando la donna e incamminandosi verso il cancello davanti al quale sostava una grossa vettura nera.

Lucinda tornò a osservare fuori dalla vetrina. La pioggia continuava a scendere a dirotto, e lei iniziava a preoccuparsi. Sapeva che non avrebbe dovuto mandarlo a fare quella consegna, col tempo che minacciava di guastarsi, ma non aveva immaginato che si sarebbe scatenato un simile temporale. Ma quando Naoki si metteva in testa un’idea, era difficile fargliela cambiare. Spesso si domandava come riuscisse a convivere in lui quella dualità che lo portava a essere tanto determinato quanto incredibilmente sensibile e attento agli altri. Sapeva che era stata proprio quest’ultima sua caratteristica ad averlo spinto a fare quella consegna, e una parte di sé cercava di convincerla che non avrebbe potuto negargliela.

Il trillo del telefono, alle sue spalle, la distolse da quei pensieri. Sollevò il ricevitore e lasciò che una voce femminile si presentasse.

«Un mazzo di venticinque gigli bianchi, sì... dovrei averne a sufficienza» assentì, osservando i contenitori dei fiori recisi davanti alla vetrina. Proprio in quel momento vide Naoki oltrepassarla. Lo scampanellio alla porta accompagnò il suo ingresso.

La donna si sentì sollevata. Annotò su di un biglietto l’indirizzo per la consegna e ringraziò la persona al telefono prima di riagganciare. Osservò il ragazzo togliersi il cappuccio della felpa dalla testa, mostrando i capelli umidi dalla pioggia.

«Ti buscherai un malanno» disse, andandogli incontro dopo aver preso un telo dal piccolo bagno che era dietro il bancone. «Avanti, asciugati almeno i capelli» continuò, porgendoglielo.

«Lei si preoccupa sempre troppo, sono solo quattro gocce» rispose Naoki, osservando la chiazza di acqua ai suoi piedi. In realtà era inzuppato come un pulcino, persino le mutande erano bagnate, ma non aveva voluto rinunciare a quell’impegno.

«Avresti anche potuto prendere un taxi per tornare a casa.»

«Perché mai? Le ricordo che ho ventidue anni, e sono in perfetta forma» sorrise scanzonato asciugandosi i capelli. «Ah, Martin e Alice sono stati felicissimi della sua composizione floreale, per fortuna sono riuscito a consegnarla prima che piovesse.»

«Avresti potuto attendere, non era così urgente.»

Il viso di Naoki sbucò dall’asciugamano, tradendo un velo di malinconia. Abbassò lo sguardo per osservarsi le mani fredde.

«Ti senti bene?»

«È il loro primo figlio. Martin era felice che sua moglie ricevesse quei fiori proprio oggi, ed io sono contento, nel mio piccolo, di averlo aiutato.»

Eccolo... di nuovo con quella semplice risposta era riuscito a ricordare alla donna quanto ogni piccolo gesto riuscisse a colorare la sua giornata. Ancora non lo sapeva quando, l’anno precedente, lo aveva visto sbirciare davanti alla vetrina, osservando ripetutamente il cartello che aveva affisso quella mattina stessa.


Recensione

Oggi vi parlo del nuovo romanzo di Cristiano Pedrini; protagonisti sono Byron, uno scrittore che vuole mettere in pausa il suo lavoro, e Naoki, che alterna lo studio alla facoltà di scienze infermieristiche di Wichita, al lavoro di fattorino per un negozio di fiori, ed è durante una consegna che i due si conoscono per la prima volta.

Byron è uno scrittore famoso, Naoki un ragazzo dell'università; i due si conoscono quando Byron effettua una consegna nel negozio di fiori dove Naoki lavora; da lì, i due avranno modo e tempo di conoscersi  a fondo, soprattutto perché Byron chiederà a Naoki di vivere da lui, quando quest'ultimo viene sfrattato.

Come ho detto, i due si avvicinano, ma c'è chi, seppur restando sullo sfondo, è preoccupato, e questo qualcuno si chiama Rebecca, che ha aiutato Byron a sfondare come scrittore e che sa qualcosa su Byron che Naoki ancora deve scoprire; in più c'è anche qualcuno che vuole distruggere Byron.

Ci riuscirà? Rebecca riuscirà a tranquillizzarsi e capire che Naoki è quel balsamo necessario a Byron per riprendere in mano la sua vita, e quindi una seconda possibilità?

Non sarò io a rispondere a queste domande, come sempre dovrete leggere il libro per saperlo; ma se avete letto e amato i libri di Cristiano, questo non sarà da meno.

Io ho adorato ogni riga, come al solito; mi è piaciuto Naoki, impacciato come pochi, ma che si rivela anche un leone, quando si tratta di difendere quelli che ama; per non parlare di Byron che fa lo stesso nei confronti di Naoki.

Saranno i gigli ad avvicinare i due ragazzi, fiori stupendi che hanno un significato preciso.

A voi capire quale sia, ma dovrete leggere il romanzo (sì, lo so, l'ho già detto, ma sempre meglio ribadirlo).


La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3


«Non ci siamo neppure presentati. Io mi chiamo Byron» gli disse, rialzandosi. Il ragazzo fece lo stesso e gli strinse la mano. «Naoki…»

“Anche il nome è strano…” pensò l’uomo.

«Visto che hai capito di cosa hanno bisogno le mie piante, vorrei assumerti per qualche ora. Potresti travasarle, e dare un’occhiata a tutte le altre dell’appartamento.»

Naoki si guardò attorno, e quando alzò gli occhi si accorse dell’enorme potus che cresceva lungo il parapetto del soppalco.

Il ragazzo dei gigli

«Io… veramente…»

«Ti pagherò bene, non temere. Anzi, visto che spesso sono fuori casa, avere qualcuno che badi al verde sarebbe la soluzione migliore.»

Naoki si grattò il capo. Certo, era un lavoro che non poteva lasciarsi scappare, ma…

«C’è qualche problema?»

«No… cioè sì. Non posso lasciare sola Lucinda, inizia ad avere delle difficoltà per via dell’età, e al mattino frequento i corsi. Non ho molto tempo libero.»

«Potresti venire dopo il lavoro, oppure il sabato. Non mi daresti fastidio, io ho sempre molto da fare.»


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