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VENERDÌ - Un'immagine che racconta - LIBERA_MENTE
SABATO - Intervista all'autore - VENTO DI LIBRI
DOMENICA - Intervista al personaggio - GLI OCCHI DEL LUPO
Trama:
È la
primavera dell’anno più caldo della storia, siamo a Napoli, città meravigliosa
e caotica, ricca di folklore e contraddizioni quando, sei studenti di medicina
all’ultimo esame, si incontrano nello studio del preside di facoltà in seguito
ad un incidente di percorso.
Quello
che sembra prospettarsi come una tragedia nella storia di uno studente in
realtà diventa un colpo di fortuna grazie al quale le vite di Azzurra,
Christian, Chloe, Tatiana, Tommaso e Yuri si intrecceranno in modo
indissolubile. I sei infatti, grazie ad un biglietto vincente si troveranno a
condividere una meravigliosa casa a Posillipo. Azzurra (Sky per gli amici) e
Christian si innamorano quasi subito e sono decisi a vivere insieme “ogni
giorno della loro vita”
Purtroppo
la loro unione verrà interrotta bruscamente dal padre di lui che, legandolo ad
una promessa per un errore commesso in passato costringe Christian a ritornare
nella sua terra natia, la Sicilia, dove non è un giovane medico qualunque ma il
figlio del famoso professor Santoro, uno degli oropedici più famosi ed
apprezzati. Il ragazzo però lascia a Sky una promessa, quella di ritornare
presto da lei per continuare la loro vita insieme.
Ma il
destino riserva ai due delle sorprese e quello che sembrava solo questione di
tempo si trasforma in un mai.
Azzurra
con l’aiuto di Chloe, Tommaso Tatiana e Yuri, andrà avanti e tutto diventerà
più facile, leggero quando conoscerà Federico, un musicista piuttosto eclettico
ed affascinate che proromperà nella sua quotidianità coinvolgendola in pieno
nella sua musica.
Un
giorno qualunque Christian ritorna dalla donna che ama e, nonostante la trovi
impegnata in un’altra relazione scopre che lei non ha mai smesso di amarlo e,
per i pochi giorni che hanno a disposizione decidono di viversi completamente.
La separazione però incombe nuovamente e nuove promesse vengono fatte e
disattese, ma dal quel momento la vita di Sky cambierà completamente ed il
destino li metterà di fronte a qualcosa di nuovo e completamente inaspettato.
Solo
grazie all’aiuto dei suoi amici, dalle personalità piuttosto discordanti, lei
troverà la forza di continuare a vivere senza Christian.
Un
giorno però lui torna per onorare le sue promesse, ma a quel punto niente è più
com’era ed anche Chloe, Tatiana, Yuri e soprattutto Tommaso, una volta suoi
grandi amici lo trattano con freddezza e distacco, Sky poi non fa che tenerlo
distante senza dargli alcuna possibilità di riconciliazione, perché? Qual è il
motivo per cui lei è cambiata così tanto nei suoi confronti?
Certo le
aveva promesso tante volte di ritornare e non era riuscito a farlo ma c’erano
dei motivi, seri e glieli avrebbe spiegati se solo lei fosse stata ad
ascoltarlo ma è decisa a non dargli nessuna possibilità di riscatto.
Una
storia d’amore tormentata ed a volte crudele, una storia di amicizia, quella
con la A maiuscola in cui gli amici diventano fratelli, madri padri, tutto ciò
di cui una persona sola ha bisogno e poi musica, musica, musica.
Estratti
Tatiana
Hanno fatto
l’amore qualche giorno fa e da allora non fanno che litigare ed urlarsi contro.
Il rancore tra loro è cresciuto tanto che hanno perso il controllo della
situazione.
Così abbiamo
deciso di intervenire, si stanno massacrando e non riescono neanche a vedere il
male che si fanno.
In questo
momento il più debole dei due non credo riesca a tollerare il sarcasmo.
Lo prendo per
mano e lo trascino via, afferro le chiavi della moto.
Ingrana la
marcia e inizia a correre come un pazzo, ma io sono abituata per cui non ci
faccio caso, superiamo nelle curve di Posillipo decine e decine di macchine.
Sono sicura che si calmerà.
Decidiamo di
fermarci a prendere un “già sai” allo chalet di Ciro a Mergellina. Sono sicura
che li si calmerà un po'.
Ci sediamo,
ordiniamo le nostre bibite e rimaniamo a berle in silenzio. Non è ancora pronto
a parlare, ha ancora gli occhi lucidi di rabbia e turbamento ed io sono la
regina dell’attesa, voglio essergli di conforto e non forzarlo.
«Ha paura»
sbotto «è terrorizzata all’idea che tu vada via».
«Ah, è per
questo che invece di tenermi stretto mi caccia via come la peste?»
Si appoggia
alla ringhiera del giardino comunale e si guarda intorno.
«È normale!»
«È normale! Per
te è normale?» dice fissandomi con rabbia «certo che voi donne avete un modo
perverso di ragionare».
«Ha talmente
paura di perderti che piuttosto preferisce tenerti lontano».
«Certo» dice ma
non mi presta attenzione, continua a guardare un bambino che gioca a rincorrere
la palla.
«Ascolta, è
entrata in un loop mentale dal quale devi darle il tempo di uscire…Mi ascolti?»
«Certo che ti
ascolto» dice ma continua a guardare il bambinetto.
«Con chi sta
questo bambino?» chiede a voce alta.
Adesso mi sta
facendo girare le scatole, gli volto il viso verso di me e poi tutto avviene in
un istante: il piccolo comincia a correre dietro la palla che scivola dal
marciapiede e finisce in strada, la insegue, lui si volta e si lancia per
inseguirlo ed in un attimo tira il bambino al sicuro ma vedo il suo corpo
sbattere contro una motocicletta e volare sull’asfalto.
Christian
Sky: Sono dai miei e tu?
Io: Tra un’ora sono a casa. Tu quando torni?
Sky: Domani mattina.
La chiamo: «Ho
una voglia matta di vederti, non posso aspettare domani mattina, ho preso il
primo treno che mi portava a casa, mi manchi da morire».
Rimane in
silenzio.
«Ci sei
ancora?»
«Sì...sono qui,
devo… devo inventarmi qualcosa per andare via adesso. Avevo detto ai miei che
sarei ripartita domani…ok, ci vediamo a casa mia appena riesco» me lo dice
sussurrando.
Il treno sembra
non arrivare mai, eppure manca così poco.
Non sento più
il senso di colpa nei confronti di Tessa, non mi sento più un traditore. Voglio
rivederla, ho bisogno di lei, di tenerla stretta tra le mie braccia.
Il taxi impiega
oltre un’ora ad arrivare a casa. Non riesco più a stare seduto su questo sedile
della minchia. Chiedo al tassista di
aspettarmi sotto casa, faccio una doccia veloce e mi cambio i vestiti luridi
del viaggio.
Arrivo a casa
sua e la vedo da lontano scendere di corsa dalla macchina.
Il tempo di
pagare ed è già sparita.
Il portone è
aperto, entro ma vengo assalito da una marea di dubbi.
E se non è
quello che vuole anche lei? Se per Sky io sono solo un modo per dimenticare
Raoul? Se sono solo un amico particolare?
Rimango fuori
dalla sua porta e non riesco a suonare il campanello, mi siedo su un gradino.
***
Mi alzo e vado
al campanello ma non suono, mi siedo di nuovo e riprendo il telefono, la
chiamo.
«Chris dove
sei?»
«Sono fuori
dalla tua porta».
«Ti apro».
«No, aspetta un
secondo per favore».
«Hai cambiato
idea?» mi dice delusa.
«No, ma devo
dirti una cosa e non sono sicuro di riuscirci se ti ho davanti».
«Così mi
spaventi».
«Quando sono
partito da qui per tornare a casa ero convinto di avere una cotta pazzesca per
te, mi sbagliavo, la mia non è una cotta, io… io ti amo… in un modo folle,
meraviglioso, incredibile. Voglio rimanere qui con te, non ho nessuna
intenzione di ritornare in Sicilia, voglio starti accanto ogni giorno… se ti
dico queste cose dall’altra parte della porta è solo perché voglio lasciarti
scegliere… io sono qui per te, ma se non provi la stessa cosa allora… non
aprire, perché se lo farai non ti darò la possibilità di tornare indietro».
Rimane in
silenzio ed ho il dubbio che abbia chiuso la chiamata o che per qualche motivo
si sia interrotta ed io abbia aperto il mio cuore ad uno stupido telefono.
Ma poi la
sento, mi sembra quasi di avvertire i battiti del suo cuore ed è folle anche
solo pensarlo, ma la sento sulla mia pelle, anche attraverso la porta.
«Io ho avuto
già la mia dose di dolore e non credo di poterne sopportare dell’altro. Sei
sicuro di quello che provi? Perché se aprirò questa porta non mi fermerò».
«Allora
aprila».
Sento lo scatto
della serratura, la porta si apre e la vedo, è ancora più bella, lo è ogni
volta.
Fa qualche
passo indietro creando distanza tra me e lei e continua a scrutarmi.
«Non voglio
farti soffrire, il mio è un per sempre»
le dico.
«Non ci credo
ai per sempre».
«…Allora sarò ogni giorno della tua vita».
«Mi piace ogni giorno della tua vita… e se poi
mi stufo di te?» mi chiede con un sorrisetto malizioso.
«Vuol dire che
cercherò di essere il più carino possibile per non farti annoiare, conosco dei
trucchetti…» rispondo alla sua provocazione.
«Ah sì?» una
luce le fa brillare lo sguardo «Non vedo l’ora di scoprirli» si morde il labbro
inferiore storcendo la bocca, ma poi la sua espressione cambia e diventa seria.
«Chris, ti
amo».
Mi corre
incontro saltandomi addosso e sbattendo contro il mio petto e io penso che non
esista sensazione più incredibile…
minchia, la amo follemente, ma in questo momento niente è più grande del
desiderio di averla, l’ho immaginato centinaia di volte in questi giorni.
Azzurra
Io: Perché?
Federico: questa è
un’altra domanda, non una risposta.
Io: Ho una fame
da lupo. Perché?
Mi squilla il
telefono.
«Ti sto
aspettando fuori. Hai finito di lavorare?»
«Non scherzavi
quando dicevi che sapevi dove trovarmi».
«No, non
scherzavo».
«Ho gli stessi abiti
da stamattina, non credo di avere un buon odore».
«Invece io
scommetto che hai un odore buonissimo».
Sento un
formicolio al cuore e mi si stampa un sorriso sul volto che non riesco a
nascondere, lo copro con una mano anche se non lo vedrà nessuno.
«Se vuoi
possiamo passare per casa mia e farci una doccia insieme».
Non gli
rispondo.
«Ho esagerato
vero? Scusa».
Rimango in
silenzio
«Ti ho chiesto
scusa, per favore parlami».
«Sei venuto a
prendermi con l’idea di portarmi a letto?»
«Mi mancava il
tuo viso e avevo voglia di rivederlo e si, certo che vorrei portarti a letto,
lo vorrei da quando mi hai chiesto come mi chiamavo per compilare la mia
cartella clinica, ma dobbiamo volerlo in due e io non ho fretta. Ti prego
scendi».
«Ok, dammi
dieci minuti» dico dopo averci pensato un bel po'.
Vado a prenderla a lavoro con Tommy e Chloe. Loro rimangono in macchina, io scendo perché non riesco a stare fermo, cammino avanti e indietro e non mi pare vero che da un momento all’altro comparirà davanti a me.
La riconosco
attraverso il vetro del portone, mi fermo e la seguo con gli occhi. Ha due
pesanti borse sulle spalle che si trascina dietro, che la curvano sotto il loro
carico. Esce fuori e si guarda intorno, cerca Tommaso. Non si aspetta di
vedermi.
Sono immobile
davanti a lei completamente paralizzato e non riesco a fare altro che
guardarla. Minchia quanto è bella!
Solleva lo
sguardo, mi vede ma passa oltre, poi torna su di me, mi riconosce e prima che
riesca a muovermi si lancia tra le mie braccia.
Sento il suo
corpo sbattermi addosso e la afferro perché non cada, perché non scappi, perché
rimanga tra le mie braccia. Faccio un passo indietro per reggere in equilibrio
me e lei insieme, sento le gambe molli.
Mi appoggio al
cofano di una macchina, il suo viso nel mio collo, il mio nel suo. Non sento
nient’altro che pace ed il suono dei nostri respiri.
C’è silenzio,
il mio cuore sta battendo più veloce del solito o forse è il suo oppure si sono
sincronizzati.
Sento odore di
mandorla, è così familiare. Il cuore non brucia più ed il cervello ha smesso di
emettere quel costante UUUHHH.
Minchia mi sembra di volare, sono così leggero. Dov’è
finita la zavorra che mi trascino da quando sono andato via da qui? L’aria è
fresca e profumata di te amore mio. È questo l’odore dell’aria? Non me lo
ricordo più, è da tanto che ho smesso di respirare. Si può vivere in apnea? In
medicina dicono di no e infatti il mio non è stato vivere, ma sopravvivere
senza di te.
Sento il tuo corpo caldo stretto a me e non mi pare
vero. Quante volte ti ho sognata? Desiderata? Il tuo odore mi fa ancora lo
stesso effetto, mi sento eccitato come un adolescente ed emozionato come al
primo appuntamento. Piccolina, ti amo esattamente come allora e minchia se mi
sei mancata.
Abbiamo
trascorso ogni istante di questi due giorni insieme e sono volati.
«Alle 18.30».
«Allora ci
rimangono solo sei ore e mezza».
«Sei pentita?»
dice quasi sussurrando quelle parole e sento un peso opprimermi il petto.
«No!» scuoto forte
la testa.
«Rimarrai con
lui?»
«Christian per
favore».
Siamo fuori
casa, dal lato del giardino che dà sulla spiaggia, in un punto nascosto alla
vista. Sono sicura che i ragazzi abbiano capito quello che c’è stato tra noi,
in ogni caso non sono affari loro.
Siamo seduti a
terra, sono tra le sue gambe.
«Sei stata con
me solo per fargliela pagare? Sono stato solo un diversivo?» mi chiede ferito.
Si alza
lasciandomi sola.
Mi arrabbio, mi
sollevo e gli afferro entrambi i polsi. Sono sulle punte, perché mi guardi
negli occhi.
«Smettila di
fare lo stupido geloso» gli intimo «tu per me non sei un diversivo, TU SEI LA
SCELTA, TU SEI L'AMORE, quello che mi ha sconvolto la vita, quello che rimane
immutato nel mio cuore nonostante la lontananza, l’assenza e le promesse
disattese. IO TI AMO E SARA' COSÌ
OGNI GIORNO DELLA MIA VITA».
Mi stringe
forte.
«Non so quanto
tempo ci metterò, un mese, un anno o dieci ma ritornerò e io e te saremo
insieme. Non mi importa con chi sarai o dove, io ti riavrò nella mia vita.
Questa non è una promessa, è una certezza».
Rimango nel suo
abbraccio. Come farò senza di lui? Dove troverò la forza di ricominciare?
Ci sediamo a
terra, nella stessa posizione di prima. Mi stringe più forte, mi sposta i
capelli da un lato e mi bacia il collo, alla base della nuca, sussurrandomi:
«Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t’amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l’ombra e l’anima.
T’amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.
T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti che così,
in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio
sonno».
Non t'amo come se fossi rosa di sale
Pablo Neruda
Dalla cucina
sentiamo a tutto volume Don’t cry dei
Guns N’ Roses.
Sento le voci provenire dalla cucina. Sono sveglio già da una mezz’oretta, la musica si è diffusa in casa, decido di scendere, c’è un’aria strana, lo stereo suona Hey Sexy lady di Shaggy e vedo le ragazze iniziare a ballare ciondolando i fianchi e le tette mentre si muovono verso Yuri in modo provocante.
Quando mi siedo
sullo sgabello in cucina, Sky è appoggiata alla sua schiena e struscia il
sedere contro il suo, Tatiana e Chloe sono ai suoi lati e gli muovono le mani
addosso. Yuri è divertito ed imbarazzato allo stesso tempo.
«Bene, ci sei
anche tu» mi dice «sta attento a queste tre stronzette, perché sono mooolto
pericolose».
Si allontana
dal piano della cucina e si poggia sul tavolo, come se volesse scappare da
quella morsa provocante.
«Ragazze
smettetela» dice ridendo «vi avverto, per la vostra incolumità».
La mia
piccolina ha un top rosa e dei leggings, sale sul tavolo davanti a me,
muovendosi in modo sexy mentre cerca gattonando, di avvicinarsi a lui; è
talmente sensuale che devo accavallare le gambe. Allungherei una mano e la
trascinerei via portandomela in camera. La salivazione mi si sta azzerando ed
il battito cardiaco accelera. Sento l’imbarazzo montarmi tra le gambe e mi
muovo a disagio sullo sgabello.
Tatiana è
dietro Yuri e gli si strofina sulla schiena muovendogli le mani sotto la
maglietta, sul petto.
Chloe è
impegnata a girare qualcosa sul fuoco ma raggiunge Sky sul tavolo, si mette in
piedi e cominciano a ballare insieme, diventando sempre più provocanti,
muovendo le mani lungo il corpo per enfatizzare ogni movimento con gesti lenti
e sguardi ammiccanti.
Il
comprensibile imbarazzo di Yuri è troppo divertente, quelle tre stronze devono
averla studiata ad arte questa scenetta.
«Ok vi ho avvertite,
adesso vi porto una alla volta in camera mia» minaccia.
Sale sul
tavolo, afferra Chloe e gli si strofina addosso.
«E no cazzo
Yuri, se ti devi strofinare su un culo fallo su quello di Tatiana».
Lei
impallidisce.
«Scusa Tati, ma
sicuramente ha più confidenza il tuo culo con quel coso piuttosto che il mio».
Sky ed io
esplodiamo in una risata, lei è piegata sul tavolo e si tiene la pancia. Yuri
la raggiunge e le si avvicina. Comincia a farle il solletico.
«E tu
santarellina, pensi di cavartela così? Lo so che sei tu la macchinatrice di
questa cosa, la pagherai, sarai la prima che mi porterò in camera».
Urla senza
riuscire a smettere di ridere mentre lui la stringe sempre più forte.
«Non vuoi
venire con me?»
«No, mai!»
Continua a
farle il solletico. La lascia per un attimo.
«Non vuoi
venire in camera con me?» le ripete minaccioso.
Lo vedo
rivolgermi uno sguardo di intesa.
«Nooo» urla
ancora una volta.
«Chris tu quante ne vuoi?»
Si gira verso
Sky e la spinge per farla cadere dal tavolo.
Urla spaventata
ma io l’afferro al volo, avendo intuito la mossa di Yuri e, avvicinandomi al
suo orecchio sussurro: «Io voglio soltanto te».
Impallidisce,
deve essersi spaventata. Sente le mie parole e si abbandona.
Le stringo le
braccia attorno alla vita e lei attorno alle mie, rimane dentro l’abbraccio. Il
mio cuore le batte forte contro la schiena e sento il suo sotto le mie mani
strette attorno a lei.
Tutto si ferma,
immagini, rumori, respiri, solo due cuori che battono forte e poi
all'improvviso si allontana ed esce fuori. Rimango fermo a guardarla dalla
vetrata.
Yuri ha
afferrato Tatiana e la tiene ferma al tavolo, Chloe è tornata a cucinare
qualcosa.
Raggiungo Sky.
«Stai bene?»
«Sì certo»
risponde secca.
«Ti sei
spaventata?»
«Un po', Yuri è
proprio uno stupido».
«Però devi
ammettere che siete state cattive».
Si volta verso
di me sorridendo «Ma noi volevamo essere gentili» dice con un sorriso malizioso
e la voce da gattina.
Rimango qualche
istante in silenzio.
«È la prima
volta che mi guardi».
«Come?»
«Da quando sono
qui, è la prima volta che mi guardi».
«Non è vero».
«Mi rivolgi la
parola solo se è necessario, cerchi di essere gentile ma non mi guardi mai
negli occhi».
«Ti sbagli».
«Allora
guardami» le afferro il volto con due mani «vorrei che prendessi consapevolezza
della mia presenza in questa casa» si scosta.
«Credimi, ne
sono più che consapevole».
«Smettila di
trattarmi come un fantasma, di evitarmi, non sono qui per farti del male».
«Sei sicuro?
Perché finisci sempre per farmene. Vedi l’ultima volta che hai combinato».
Stasera siamo tornati quelli di una volta, tutti insieme. Ci tocchiamo, ci abbracciamo, come abbiamo sempre fatto prima che tutto accadesse, quando eravamo solo sei amici.
Mi allontano
per andare a prendere qualcosa da bere al bar, ho la gola completamente secca.
Sono appoggiata
al bancone attendendo il mio drink, un ragazzo molto carino si siede accanto, Relax (take it easy) di Mika suona a
palla.
«Ti ho vista
ballare in pista, sei la ragazza più carina di tutto il locale».
«Grazie» dico
senza troppo interesse, sarà pure carino ma l’approccio è da schifo.
Mi porge la
mano.
«Piacere io
sono…»
«Banale… tu sei
banale».
Christian
compare alle spalle del tipo.
«Quando l’ho
guardata per la prima volta, ho pensato di non aver mai visto un viso più
bello, due occhi che sembrano pezzi di cielo, il suo sorriso ti mozza il fiato
mentre le si arriccia quel nasino spruzzato di efelidi, che tu ovviamente non
sai neanche cosa siano».
Dice quelle
cose fissandomi negli occhi ed io sono ipnotizzata da lui.
«La sua voce è
così dolce e sensuale, quando l’ascolti speri che ti parli per sempre, ti
incanta, anche quando parla di atomi di carbonio» mi viene da ridere «non ti
dico poi sentirla cantare, ma su quello è meglio sorvolare», abbasso gli occhi
ricordandomi di quella fatidica notte.
«Non so se
esistano donne più belle, forse sì, ma per me lei è perfetta. Potrei anche
parlarti di qualche delizioso particolare del suo corpo ma, non credo serva,
dato che tu non lo scoprirai mai».
«Chi cazzo sei
tu?» chiede il tipo arrabbiato.
«Sono il suo
ragazzo» risponde Christian con aria di scherno e sfida insieme.
«È il mio
ragazzo» dico prima che l’aria si scaldi ulteriormente.
Afferro la mano
che mi porge, guardo il tipo sollevando le spalle e mi lascio portare via.
«Che minchione chillu
scimunito, ma che si creria di fa[1]?»
Mi viene da
ridere.
«Mi diverte
quando parli in palemmitano[2]»
gli tocco il naso che adoro e lui si ritrae, «mi è mancato».
«Davvero?» mi
guarda con quello sguardo intenso che mi mette sempre a disagio, ma al quale
non so sfuggire.
Sono turbata,
vorrei che le parole che ha rivolto al tipo fossero vere.
Mi afferra per
la vita e mi stringe tra le braccia avvolgendomi completamente, mi regge la
testa con la mano, le sue dita infilate tra i miei capelli.
«Ti prego resta
un po’ qui… solo un po’» mi chiede con voce supplicante «mi è mancato così
tanto averti stretta a me» ha una voce così sensuale.
Sento il ritmo
del suo respiro. Gli stringo le braccia attorno alla vita e appoggio la testa
al suo petto.
Anche a me è
mancato tanto. Non provavo questo senso di pace da una vita, dall’ultima volta
che siamo stati stretti in questo modo, due anni fa.
«Il tuo amico
continua a guardarci poco convinto» sento che mi dice attraverso il suo petto
«evidentemente non siamo sufficientemente convincenti».
Prima che me ne
renda conto mi solleva il viso e si incolla alle mie labbra.
La sua grande
mano intrecciata nei miei capelli, la bocca calda e carnosa si poggia sulla
mia, la lingua morbida e sinuosa ed il suo sapore nelle mie labbra. Come ho
potuto sopravvivere fino ad oggi senza i suoi baci, senza il calore di questa
bocca incantevole, senza la stretta delle sue braccia, senza di lui, l’amore
della mia vita?
Il bacio
diviene sempre più intenso e desidero essere a casa nostra, nella sua stanza,
nel letto dove abbiamo concepito Luna.
Qualcuno ci dà
una spinta e ci separiamo. Ci guardiamo con intimità e nostalgia, anche se c’è
un po’ di imbarazzo. Con la mia mano nella sua, ritorniamo dai nostri amici.
Riprendiamo a
ballare e a divertirci, ma quello che è successo ha inevitabilmente cambiato le
cose tra me e Christian.
Di una cosa sono ormai più che convinta, Christian deve sapere di Luna
Christian
Mi alzo da
terra allarmato.
«Perché non hai
le mutande?»
«Cosa? Tu sei
pazzo»
«Non hai le
mutande» insisto.
«Non hai le
mutande? Fammi vedere» dice Yuri dal divano mentre guarda la TV.
«Smettetela
imbecilli».
«Perché non hai
le mutande?» continuo a chiederle.
Mi prende per
il bavero della camicia e mi trascina dall’altra parte della casa, si solleva
il vestito fino alla vita e mi mostra un paio di brasiliane nere sottilissime,
mi sento eccitato all’istante.
«Eccole le
mutande, sei contento? E comunque non sono affari tuoi se le porto o no le
mutande» dichiara avvicinando il suo viso al mio.
Non rispondo e
rimango a fissarla negli occhi, minchia se sono affari miei, puoi
giurarci che lo sono.
Il campanello
suona e io mi precipito alla porta, voglio proprio vederlo questo fantomatico
Davide.
Apro e mi trovo
un tizio vestito di tutto punto che sorride, è più basso di me. E questo è
Davide? Mi aspettavo chissà che. Capelli scuri lisci, dal taglio non recente
che gli cadono sugli occhi, il volto non ha nulla di spiacevole ma neanche di
attraente.
«Buona sera»
dice con una voce fastidiosa guardando dietro le mie spalle «Azzurra sei
bellissima» e quell’espressione da babbu[3]
incantato. Che minchia hai da guardare?
Lei mi passa
avanti scalzandomi come se fossi solo un ostacolo fastidioso.
«Buonasera
Davide, andiamo?» è tutta un sorriso, che fastidio, ecco mi sta tornando il mal
di stomaco.
«Torni tardi?»
chiedo e lei mi guarda con espressione truce mentre io le faccio un sorriso
beffardo.
«Non lo so, non
credo che sia un problema, tu metti a letto Luna, oh guarda è già ora, dovresti
andare»
«Sarebbe meglio
che non facessi molto tardi, sai che se si sveglia di notte vuole te».
Guardo Davide e
Sky fa lo stesso, ma continua ad inviarmi saette con i suoi bellissimi occhi
sperando che prenda fuoco.
«Oh ciao
Davide» dice Chloe che sopraggiunge alle mie spalle «che piacere vederti, hai
già conosciuto il nostro amico Christian, praticamente è il nostro guardiano»
gli dice facendogli l’occhiolino «vi auguro una fantastica serata» mi tira
indietro e chiude la porta, l’ultima cosa che vedo è lo sguardo soddisfatto di
Sky.
«Grazie Chlo mi
hai fatto fare la figura dell’imbecille».
«Ci eri già
riuscito perfettamente da solo, DEMENTE».
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