domenica 5 maggio 2024

Monk - serie tv (recensione)

Buongiorno, oggi vi parlo di una serie tv che trovate sia su Netflix (dove la sto vedendo io), sia su Amazon Prime Video



Titolo originale: Monk

Paese: Stati Uniti d'America

Anno: 2002-2009

Formato: serie tv

Genere: commedia drammatica, poliziesco

Stagioni: 8

Episodi: 124

Durata: 45 min (episodio)

Lingua originale: inglese


Informazioni

Detective Monk (Monk) è una serie televisiva statunitense di genere poliziesco creata da Andy Breckman e interpretata da Tony Shalhoub nel ruolo di Adrian Monk.

Prodotta dalla Mandeville Films e Touchstone Television in collaborazione con la Universal Television, fu trasmessa tra il 2002 e il 2009 dalla rete via cavo USA Network.

L'ultimo episodio fu il più visto nella storia della televisione via cavo statunitense, record poi superato da The Walking Dead. Infatti furono 9,4 milioni gli statunitensi che guardarono l'episodio, tra cui 3,2 milioni nella fascia di riferimento 18–49 anni. La serie ricevette diversi premi, tra cui otto Emmy Award.


Trama

Adrian Monk è un detective del dipartimento di polizia di San Francisco. In seguito all'omicidio di sua moglie ha vissuto per tre anni e mezzo in isolamento prima di tornare alla sua professione grazie all'infermiera Sharona Fleming, ma l'esperienza gli ha lasciato una profonda angoscia che si manifesta in molte fobie. Queste ossessioni, comunque, lo aiutano a risolvere molti casi. Quando non collabora con la polizia cerca di ottenere informazioni sulla morte di sua moglie. Nel corso della serie ha due assistenti (Sharona e, in seguito, Natalie Teeger). Ha anche un fratello e alla fine della serie scoprirà di avere anche una figliastra, figlia della moglie.




Recensione

La serie narra le vicende del detective Adrian Monk. E’ Tony Shalhoub (co-produttore della serie) che, proprio grazie a questo ruolo, ha vinto per ben tre volte consecutive l’Emmy Award (oscar per la televisione statunitense) e che ha recitato in titoli come La Famiglia Addams II (Barry Sonnenfeld, 1993), Man in Black I e II (Barry Sonnenfeld, 1997 e 2002), Attacco al potere (Edward Zwick, 1998) ed I Tredici Spettri (Steve Beck, 2001). Senza contare le innumerevoli partecipazioni alle più famose serie tv americane, da X-File, a Frasier  e ad Ally McBeal.

In seguito alla prematura scomparsa della moglie Trudy, avvenuta per colpa dell’esplosione di una bomba, il detective Monk  vede drasticamente aggravare la propria condizione psicologica caratterizzata da svariati disturbi ossessivo-compulsivi. Ne conseguono la sospensione dal servizio ed un ulteriore peggioramento del suo invalidante malessere esistenziale.

Grazie all’intervento del collega ed amico, il capitano Leland Stottlemeyer, Monk riesce ad ottenere un lavoro nella polizia come collaboratore esterno, in relazione ai casi più intricati e complessi. Tutto ciò serve a dare ad Adrian la spinta necessaria a superare i propri limiti, grazie anche al supporto costante dei suoi psichiatri Charles Kroger e Neven Bell, e soprattutto della sue assistenti Sharona Fleming e Natalie Teeger.

Queste ultime, infatti, ricoprono una figura chiave all’interno della storia in quanto capaci di motivare e, quando serve, forzare il detective Monk a compiere delle semplici azioni (come ad esempio attraversare una pozzanghera di fango oppure toccare un oggetto sporco) che purtroppo le sue patologie (quali agorafobia, acrofobia, emofobia, galattofobia, claustrofobia ed addirittura la paura dei bambini, solo per citarne una minima parte) non gli consentono di svolgere.

Senza contare il loro principale ed importantissimo ruolo di dispensatrici di salviettine igienizzanti con cui il nostro protagonista è obbligato a pulirsi ogni qual volta si trovi a dover stringere una mano (altra caratteristica decisamente comica di questo stravagante personaggio, ovvero la fobia del contatto umano) o gli capiti di toccare qualcosa che non sia asettico.

Questa, appunto, è la patologia regina nel vasto quadro fobico di Monk, ovvero la misofobia, la sua micidiale ed assolutamente insuperabile ossessione per i germi. Ma la fobia più bizzarra è sicuramente quella legata alla sua nascita, che Adrian ricorda come un giorno bruttissimo. Da ciò deriva la sua paura per le persone nude, che, come lui stesso afferma, è la prima della lista.

Dotato di un’intelligenza e di uno spirito d’osservazione fuori dal comune, nonché di una formidabile memoria fotografica, l’ispettore privato Adrian Monk risolve uno dopo l’altro qualsiasi caso gli venga affidato, analizzando le scene del crimine con una caratteristica postura delle mani che utilizza per concentrarsi ma che al contempo lo rende buffo, facendolo sembrare, a detta degli altri, un tipo assolutamente strambo.

Questa sua particolare attitudine ad essere impacciato, cosa che gli riesce assolutamente naturale ed è il fulcro, insieme alle fobie, dell’umorismo della serie.

Con lo svolgersi degli eventi, e l’indispensabile aiuto del fedele, e sempre presente amico, capitano Stottlemeyer e del suo vice, il tenente Randal Disher, detto Randy, ed il supporto delle sue assistenti, Adrian arriverà a svelare il mistero che si cela dietro la morte dell’adorata Trudy, arrivando anche a scoprire l’esistenza di una figlia nascosta che la moglie concepì in una precedente relazione e che sta alla base dell’intricata trama.


Così facendo il nostro detective Monk sarà reintegrato nella polizia e riuscirà finalmente a ritrovare quella serenità e quell’equilibrio raggiunti nel periodo in cui era felicemente sposato con sua moglie Trudy.

Questa serie tv è una deliziosa affermazione di quel principio secondo cui intelligenza e disagio sociale siano condannati a convivere in una relazione di diretta proporzionalità, ed al contempo riesce a far comprendere con estrema semplicità ed ironia quell’indescrivibile malessere che tale equazione genera.

La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3



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