giovedì 10 dicembre 2020

Recensione dilogia "Lexington Avenue", M. Grey

 


Autore: M. Grey

Titolo: Lexington Avenue parte 2

Prezzo: e-book 3,99

Link d'acquisto: QUI


Dilogia Lexington Avenue

1)Lexington Avenue parte 1

2)Lexington Avenue parte 2


Recuperati i bagagli e superati i tornelli per dirigersi verso le

banchine dell'Airbus, sgranò gli occhi: Dayton gli stava andando incontro,

pur essendosi accordati per vedersi direttamente a casa. «Che ci fai qui?»

chiese.

«Buon Anno anche a te» rise Dayton, chinandosi per abbracciarlo.

«Sì, scusa, auguri.» Si sforzò di ricambiare la stretta, seppur

impacciato.

Lasciatolo, Dayton soddisfece la sua curiosità. «Sapevo quando

tornavi e dove, mi sembrava carino venire a farti una sorpresa. E pare sia

riuscita. Andiamo, ho la macchina al parcheggio.» Prese i bagagli

lasciandogli solo uno zaino, nonostante le proteste di Oliver, e si avviò.

«Guarda che ce la faccio» sbuffò questi.

«Ehi, nanerottolo, sto cercando di essere gentile. So che ce la fai, ma

ogni tanto accetta una mano e di' solo grazie invece di ricordare sempre che

puoi farcela.»

Oliver ammorbidì l’espressione. Sapeva di apparire orgoglioso, ma

aveva bisogno di dimostrare, soprattutto a se stesso, di potersela cavare in

qualsiasi circostanza


Trama

Al rientro dalle vacanze natalizie, Dayton, Leroy, Oliver e Tristan riprendono la convivenza su Lexington Avenue.
L'anno nuovo porta con sé una serie di cambiamenti che li spingeranno a mettere in discussione la relazione con le proprie famiglie, le scelte compiute, il futuro e se stessi, fino al giorno in cui le loro vite prenderanno una piega inaspettata.


Oliver ci pensò, sollevando gli occhi al soffitto e toccandosi il mento.

«Stare al passo con gli esami, vedere tutte le mostre programmate per

l’anno, magari fare anche io qualche corso.» Riportò lo sguardo in basso sui

suoi amici, che lo fissavano. «Che c’è?»

«Tutto qui?» protestò Dayton. «E per te niente?»

«Ma sono per me. Ti paiono poco?»

«Ho capito, te li stabilisco io: fidanzarti, uscire tantissimo, bere più

spesso con noi, smettere di infagottarti come un involtino di sushi…»

«…mangiare di più,» aggiunse Tristan, «un po’ di sano sesso

settimanale, eliminare i coglioni dalla tua vita appena si rivelano tali.»

Oliver arrossì, e Leroy intervenne. «Deve proporsi obiettivi che abbia

voglia di perseguire.»

«E invece no» ribatté Tristan. «Quelli sono gli obiettivi di una

persona che vive a metà, di solo cervello. Mi ricordano qualcuno. Sono

identici a quelli che ti fissavi tu, dai quindici anni a oggi. La vita non è solo

lavoro e studio, c’è altro. E poi, se facessimo solo quel che ci sentiamo di

fare, non faremmo un cazzo, non lo sai? Ah, ma che lo dico a fare. Parlo

con un coglione che ha aspettato anni per scoparmi, che poi nemmeno, visto

che sono dovuto andare a scoparmelo io.»

Leroy lo scrutò. «E tu, invece? Che obiettivi ti prefiggi? Io uno lo

avrei: trattare meglio il tuo ragazzo, perché non sono sicuro che ti

sopporterà a lungo.»

Recensione

Buongiorno e bentornati sul blog con la recensione del capitolo conclusivo della dilogia "Lexington Avenue"; lo ammetto: leggendo questo libro, la paura, costante, che finisse come speravo c'era ed è stata confermata. Ma.. Esatto, un ma c'è: l'autore ha ragione, a volte la vita  non va come vorremmo e Lexington Avenue parte due ne è la conferma.

Troverete i ragazzi cambiati, tutti e quattro, uno di loro farà un gesto inaspettato, che cambierà la vita di tutti e quattro, gli darete dello smidollato, perché non è riuscito a lottare per ciò che ama, ma la verità è, che questo personaggio, pur avendo ceduto da una parte, dall'altra toccare il fondo, gli è servito per risalire e trovare quel coraggio che gli è mancato prima.

Argomenti presenti nel romanzo sono: amicizia, famiglia e amore, ma anche voglia di riscatto, soprattutto per uno di loro, verso chi gli ha riservato una vita, o meglio  un'infanzia e un'adolescenza non particolarmente felici.

Il finale lascia una speranza: che um giorno, i 4 magnifici, si ritrovino, possibilmente per parlare di ciò che sono stati ridendo, non sbranandosi e urlandosi cattiverie.. Un'altra cosa è sicura: lasciar andare è più difficile che mai nella vita. soprattutto se chi dobbiamo lasciar andare è chi abbiamo amato di più, e due personaggi su quattro questo lo sanno. Ma la vita è così: ci si lascia, si trova l'amore, si rimane soli ma mai del tutto.


La mia valutazione




Alla prossima


Luce <3


«Ho una cosa per te» gli disse questi, piegato su una valigia. Quando

si rialzò, srotolò tra le mani una felpa da baseball rossa con le maniche

bianche. «Questa la indossavo al liceo. Ero magrolino, dovrebbe andarti.»

«Ma… vuoi darla a me, Tris?»

«Certo, se no che te l’ho portata a fare? Mica ci entro, ormai, e poi

non indosso più queste cose. Avanti, provala. Sei più piccolo di com’ero io,

ma potrebbe andarti.»

«Ma non dovevi» protestò, prendendola.

«Oh, insomma. Tanto che ci faceva chiusa in una scatola con la

naftalina? Sarebbe stata data via, prima o poi. Metti, andiamo» e riprese, nel

frattempo, a disfare la valigia dalla quale aveva tirato fuori la felpa.

Oliver si avvicinò allo specchio di quell’armadio che guardava con

una certa gratitudine, quasi con affetto, per aver gettato il primo ponte fra

lui e Tristan. Cogliendo la sua distrazione, Oliver si sfilò la maglia e

indossò la felpa. Faceva difetto, come aveva previsto Tris, ma non in modo

eccessivo. Vestiva comodamente, e poi preferiva le cose larghe. Il solo fatto

che fosse di Tristan, poi, le conferiva un valore unico. «È stupenda» gli

disse, facendolo girare.

«Mh, dai» mugolò con sufficienza. «Ti sta.»

«Ma sei sicuro di volerla dare a me?»

«Ancora?» replicò, mentre impilava altri vestiti nell’armadio. «Ti ho

già detto che non me ne sarei più fatto niente. Tu adori queste robe sportive,

ho pensato di darla a qualcuno che l’avrebbe sfruttata di nuovo.»

Oliver se la strinse addosso e si guardò allo specchio un’ultima volta.

Ne era già innamorato. «Grazie, Tris» gli disse, andando ad abbracciarlo da

dietro.

«Quante storie per uno straccetto vecchio, andiamo» sbuffò,

sgusciando via dall’abbraccio. «Meglio che mi muova o faremo tardi.»

«D’accordo. Grazie ancora.»

«Me lo ripeterai da qui all’anno prossimo? Sciò, adesso.» Lo spinse

fuori dalla camera e tornò a disfare il resto dei bagagli per poi prendere il

cambio di giornata.

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