giovedì 16 gennaio 2020

Segnalazione "Il prigioniero del Sultana", Cristiano Pedrini

Buongiorno e bentornati sul blog con una nuova segnalazione!





Autore: Cristiano Pedrini
Genere: Narrativa
Formato cartaceo 13x20
Formato ebook: epub/mobi e pdf
Pagine 140
Pubblicato con Youcanprint
ISBN PROSSIMAMENTE
Prezzo di copertina cartaceo: € 12,00
Prezzo di copertina ebook: € 2,99


Link d'acquisto: QUI









Dicono che siamo capaci di perdonare tutto a noi stessi e nulla agli altri, ma io vorrei provarci lo stesso...




Trama

Keegan Mason, un giovane studente di Storia, rivive un episodio sconosciuto del passato della
propria famiglia rivelatogli da James Marshall, ricercatore universitario intento a risolvere il caso
che circonda l’incidente accaduto al battello SS Sultana, naufragato sul Mississippi nel 1865.
Keegan accetterà di riesumare i fatti accaduti lasciando emergere realtà irrisolte, costretto dal
misterioso Leonard, assistente di Marshall, fino a infrangere la barriera che separa passato e
presente.
L’intreccio delle storie degli avi e dei discendenti mostreranno loro fino a dove può spingersi l’odio e
il rancore.


Estratto ...

Capitolo Secondo
Se pensassi...

Ecco di nuovo quella domanda invadere la mia mente, come se sapesse che la mia
resistenza, dopo quegli ultimi giorni, non fosse più in grado di respingere la sua irruzione.
Avevo cercato di osteggiarla in tutti i modi possibili: dai ricordi precedenti a quel
maledetto giorno in cui il mio mondo era stato sostituito da quell’unica stanza nella quale
mi trovavo, alle fantasie più disparate che riuscivano a trasportare la mia immaginazione
oltre quelle fredde e disadorne mura.
Ma anche questa volta la domanda era arrivata quando meno me l’aspettavo. “Sto
per andarmene. Lo so, lo sento. A questo punto con chi vorrei parlare per l’ultima volta?” mi
ripetei.
La risposta non era affatto scontata. Non per me. Non riuscivo a rispondere con la
sincerità che in quel momento avrei dovuto mostrare. Eppure, sapevo che il momento per
pormi davvero quella domanda sarebbe giunto presto, nonostante mi sforzassi di credere
diversamente.
Sollevai lo sguardo verso quella finestra, la stessa che avevo immaginato più volte
di scardinare per trasformarla in una via di fuga e potermi aggrappare alle nuvole che
vedevo attraversare il cielo. Avrei voluto salirci sopra e aspettare che mi portassero via.
Peccato che non avrei mai potuto raggiungerla, sia per l’altezza a cui si trovava, sia per le
sue dimensioni; non sarei mai riuscito a passarci, nonostante la mia corporatura esile.
Anzi, in quei giorni avevo perso sicuramente altro peso e non certo perché mi lesinassero
il cibo. Più di una volta lo lasciavo nel piatto sperando di indurre quell’individuo a
lasciarmi andare, ma probabilmente ottenevo solo il risultato di farlo divertire, il puerile e
risibile tentativo di mostrarmi non ancora vinto.
Senza rendermene conto, nonostante il mio sguardo fissasse le gambe distese su
una stoffa scarlatta, vidi i loro contorni sfumare, aprendomi la porta di quel ricordo che
avevo più e più volte visto ripetersi, come un vecchio film, ma privo del finale che tanto
agognavo. Perché continuavo a rivivere quel giorno, a voler ripetere all’infinito quei gesti?
Forse speravo di trovare una spiegazione a tutto quello che mi era accaduto o, forse, era
solamente il desiderio di non trovare nulla di sensato e di logico in tutto ciò? Se la risposta
a quella domanda fosse stata inevitabilmente sì, allora non avrei potuto combattere ad
armi pari con chi mi aveva fatto tutto quello. Non potevo anteporre la razionalità e la
speranza di convincerlo a desistere e, sebbene una parte di me si sentisse stranamente

sollevata da quella risposta; era inevitabile che essa scatenasse, come contrappeso, la
paura di non sapere come trovare una via di fuga da quella che, ormai, non potevo definire
in altro modo se non una prigione.



La tragedia del Sultana

Il 27 Aprile 1865 il grande fiume Mississippi fu il teatro del più grave incidente navale della
storia degli Stati Uniti; peggiore, in termini di perdite di vite umane, del Titanic.
La SS Sultana era un battello a vapore costruito nelle officine della John Litherbury Shipyard
di Cincinnati e venne varato nel 1863. Il piroscafo aveva una stazza lorda di 1.719 tonnellate,
era lungo 79 metri ed aveva un equipaggio di 85 persone, che dovevano occuparsi di 376
passeggeri.
Il 21 Aprile 1865 il capitano JC Mason lascia il porto di New Orleans a bordo del Sultana per
percorrere il Mississippi per dirigersi verso nord, con destinazione Memphis, portando con sé
alcuni capi di bestiame da mercato ed un centinaio di passeggeri. Il Governo chiese al capitano
di fare tappa a Vicksburg per prendere a bordo altre persone: erano i prigionieri della Guerra
civile da poco conclusa, che provenivano dai campi di prigionia confederati di Cahawba e
Andersonville e dovevano tornare in Ohio. In quel periodo era frequente, per i battelli che
solcavano il fiume, trasportare le truppe, e i capitani potevano trarre buoni ricavi da quei
viaggi: per ogni militare imbarcato ricevevano ben cinque dollari (una cifra interessante per
l’epoca).
A Vicksburg, mentre la SS Sultana rimane ferma in porto un giorno per veloci riparazioni alle
caldaie, i soldati si imbarcano. Alla fine della giornata ne saliranno 2.300!
Alle due di notte del 27 Aprile, mentre il battello è in navigazione accadde l’incidente, una
delle caldaie esplode. I passeggeri non hanno scampo, se non quello di gettarsi in acqua (è
aprile e le acque del Mississippi sono gelide) e cercare salvezza verso riva, ma il fuoco
consuma velocemente il legno della nave e, da quell’inferno, sopravvivono solo cinquecento
persone, molti tratti in salvo dal battello Bostonia, arrivato nella zona un’ora dopo il disastro.


Quanto vi ispira?? Io l'ho già letto, domani avrete la recensione
Alla prossima

Luce <3

1 commento:

  1. Il titolo mi suona così strano, son curiosa della tua recensione, a domani ;)

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