domenica 20 giugno 2021

Recensione "Wild Life", J Reed

 


Autrice: J Reed

Titolo: Wild Life

Prezzo: cartaceo 18,00  e-book 4,99

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Invece come prima cosa, la sera precedente mi avevano messo

in stanza con una ragazza dai strani occhioni blu, stile marziana,

una foresta di capelli ricci rossi tagliati da lasciare scoperto il

collo e la ricrescita che sembrava di color castano. Così conciata

sembrava un enorme fungo. Ho provato a comunicarci malgrado

io non parli il funghese. Gli ho chiesto il nome, così tanto per

conoscerci visto che dovevamo stare in camera assieme. «Ciao

sono Jodie Stuart, tu come ti chiami?»

«Non rompere logorroica!»

Ecco che mi sono sentita rispondere… e dire che faccio fatica a

dare confidenza alle persone, una volta che ci provavo e… mi

davano della logorroica. Mi avevano mandata lì per vincere la

mia timidezza e soprattutto i miei scatti d’ira. Ma quali scatti

d’ira? A parte il mio sarcasmo non avevo altre armi. E per la

timidezza… bé non c’era da sperare in soluzioni se quelle erano le

premesse. Era tutto un dannato malinteso.


Trama

A Jodie Stuart tutto sembra andare storto. Il suo ragazzo la tradisce, la madre sembra interessarsi a lei solo per il suo aspetto fisico e per finire a scuola non va meglio... infatti se non vuole perdere l'anno scolastico viene costretta a una "vacanza forzata" sugli Appalchi con altri sei ragazzi problematici come lei. Lungo l'Appalachian Trail, Jodie e i suoi compagni per somma disgrazia dovranno sorbirsi le lezioni del professor Robbins, fanatico di leggende sui nativi americani. Quando inizieranno però a verificarsi strami eventi, i ragazzi inizieranno a chiedersi se gli orrendi mostri di cui racconta Robbins siano solo dei miti o se ci sia del vero in quelle storie? Jodie si troverà ad affrontare ben più di una semplice escursione in montagna... perché qualcuno sta dando loro la caccia e non si fermerà fintanto che la sua sete di sangue non sarà appagata.


In realtà riflettendoci con calma fu un concatenarsi di eventi

quelli che mi fecero finire lì, ed il tutto era iniziato più o meno

sei mesi prima…

Avevo un ragazzo, Robert Green. Io passavo ogni momento

libero con lui, la mia vita era in funzione della sua. Non

m’importava di avere amiche, fare sport, uscire la sera, o trovarmi

un hobby. Insomma c’era Robert, di che altro avevo bisogno?

Mi bastava pensare ai suoi ampi ricci castani, ai suoi occhi neri

ed ero strafatta di felicità. Fino a quando… un sabato mi telefonò

e mi disse che quel giorno aveva bisogno di studiare e non ci

saremmo visti. Io volevo lasciarlo in pace ma assieme alla nonna

avevo preparato dei biscotti al cioccolato e così ancora caldi da

teglia, decisi di portarglieli. Credevo gli avrebbe fatto piacere.

Tirava un vento gelido, era dicembre, se ci penso ancora sento

il gelo nelle ossa. Avevo il mio lettore musicale a palla per

sovrastare il rumore delle folate di vento. Nelle cuffie ascoltavo

The world beyond dei Burn the Rez e Something From Nothing

dei Foo Fighters.

Robert mi ha sempre criticata per i miei gusti musicali, mi

diceva sempre che ascoltavo lagne. Ecco, sulla musica proprio

non ci incontravamo, lui amava il rap e io l’odiavo… anzi lo odio

ancora…

Ero felice e non vedevo l’ora di fargli una sorpresa. Lungo la

strada le decorazioni natalizie mi rendevano ancora più lieta. Era

il periodo dell’anno che preferisco e questo rendeva ogni istante

con Robert ancora più speciale e magico per me.

Ricordo il vento e il freddo, intenso come ai margini del bosco

di Nantahala il primo giorno di escursione sugli Appalachi. Il

cielo era scuro e il sole non si era visto per tutto il giorno e nel

pomeriggio era scomparso all’orizzonte senza che nessuno se ne

fosse praticamente accorto che quella mattina era sorto. Quando

arrivai da Robert a tre isolati da casa mia, i lampioni s’erano già

accesi da un pezzo assieme alle luminarie. Appoggiai la bicicletta

sul muro al lato est della bella villetta a tre piani con l’ampio

giardino dove viveva Robert. Il vento passava sui miei lunghi

capelli neri facendomeli finire sul viso. Mentre scostavo una

ciocca dalla bocca sorridevo tra me e me pensando che sarebbe

stato felice di vedermi, andava pazzo per i biscotti al cioccolato.

Erano ancora tiepidi e dal pacchetto che gli avevo preparato con

amore usciva un buon profumo di pasta frolla e cioccolata. Gli

avrei dato un bacio e l’avrei lasciato studiare dopo avergli dato il

mio dono.

Non vedevo l’ora di vedere la faccia che avrebbe fatto. Il suo

sorriso mi aveva sempre fatto pulsare il cuore a casaccio fin da

quando l’avevo incrociato per la prima volta nei corridoi della

scuola e non ci conoscevamo ancora. Frequentavamo entrambi la

stessa High school, la HammerFalls High.

Ho afferrato il pacchetto di biscotti e veloce ho girato l’angolo.

Stavo salendo i gradini che portavano al suo portico quando

proprio in quel momento Robert uscì di casa. Mi vide strabuzzò

gli occhi e sbatté le palpebre ripetutamente come se avesse

un’allucinazione. “Perché quella faccia?” mi chiesi. Sul suo viso

non c’era alcun sorriso, non sembrava felice nel vedermi… Ho

temuto il peggio.

Avrei voluto chiedergli: «Va tutto bene? Stai bene? Dove stai

andando? Stavi venendo da me?»

Ma non ce ne fu bisogno. Susan Doghert uscì di corsa dalla

porta, immediatamente dopo di lui. Quella smorfiosa bionda di

una cheerleader, lo strinse e lo baciò sulla guancia. «Dove mi

porti stasera?» gli chiese senza accorgersi della mia presenza.

Il pacchetto mi sfuggì dalle mani e cadde a terra. I biscotti si

frantumarono e si sparsero tra le scale e l’erba del giardino, come

i miei pensieri… come il mio cuore.


Recensione


Buongiorno, eccomi qua a parlarvi di "Wild Life"; ringrazio la casa editrice per la copia digitale. Wild Life ha per protagonista una ragazza di nome Jodie, che pare avere una vita alquanto brutta: dal ragazzo che la tradisce, alla madre che la considera veramente poco; a scuola le cose vanno di male in peggio e così, per recuperare, ed evitare di perdere l'anno, si ritrova costretta ad andare in gita in montagna.

Tra amicizie che nascono piano piano, strane leggende che vengono narrate la sera, dopo aver camminato, per raggiungere la meta, assistiamo così a una serie di eventi, che porteranno Jodie e le sue amiche a maturare, a scoprire che si può e si deve contare una sull'altra per superare le avversità. Ciò che doveva essere un'avventura pacifica, però, a un certo punto si rivela essere qualcosa di negativo, fatto da gente completamente fuori di testa.

"Wild Life" è sicuramente una lettura diversa dal solito, che serve per capire cosa è veramente importante per ognuno di noi.


La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3


«Dovete sapere che in molte tribù dei nativi americani sono

presenti dei miti comuni. Uno di questi riguarda gli Unktehila.

Alcune tribù gli chiamano con nomi leggermente differenti come

i Cherokee presenti in Nord Carolina. Loro lo chiamano

Unktena, ma la bestia a cui si riferiscono è praticamente la

stessa.»

“Che due scatole ragazzi…” pensai a chissà per quanto ci

avrebbe rotto con quella roba. Chiusi gli occhi e reclinai la testa

all’indietro appoggiandola allo schienale della panca.

«Jodie? Che fai? Dormi?» il tono del professor Robbins era

amichevole e allo stesso tempo irritato.

«No prof, mi sono messa solo comoda.»

«Ah ecco. Come vi dicevo…»

“Oddio che noia e io odio i serpenti.”, sbuffai senza

accorgermene.

«Jodie mi stai irritando!»

«Scusi professore, non volevo è che sono stanca. Tutto qui, la

sua storia mi interessa moooltisssimo…» mentii.

«Allora tirati su e sta composta. Tua madre… lei sì che è una

donna di classe non si metterebbe mai in una posizione così poco

femminile.»







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