lunedì 21 giugno 2021

Recensione "Hortensia", Lucia Maria Collerone

 


Autrice:  Lucia Maria Collerone

Titolo: Hortensia

Prezzo: cartaceo 16,79  e-book 4,89

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Hortensia guardò Mario e lui pensò che quel nome era proprio adatto a lei, anche se era inusuale. La pelle bianca, quasi trasparente si sarebbe presto colorata di un bellissimo colore ambra, e quegli occhi cangianti, attenti e vivaci si sarebbero posati vispi sul mondo, su di lui.


Trama

Sicilia, primavera 1939. Vicino al tempio di Demetra, nella campagna dorata tra Agrigento e Gela, il figlio del fattore, Mario, e la figlia del padrone, Hortensia con la acca, come tiene a precisare, si tuffano nei prati verdi e profumati, aspirano la vita, e avvertono che qualcosa si sta trasformando nella loro amicizia. Come sempre nei suoi romanzi, Lucia Maria Collerone intreccia con sapienza la storia fatta di guerra, fame, bombardamenti e mancanza di libertà con le vite dei suoi giovani protagonisti: vie partigiane, vie di una conoscenza antica, quella della spagiria siciliana, che porteranno Hortensia a diventare una potente maga moderna. Maga di medicina, perché cura, ma anche maga d’amore, perché forte è quello che prova per la vita e per la sua inesauribile meraviglia. Un nuovo e indimenticabile personaggio femminile creato dalla penna di una straordinaria autrice siciliana, che scrive con il cuore, e che il cuore sempre colpisce.


“C’è una storia bellissima dietro. Mio papà, come sai, viaggia per tutta l’Italia, ma anche fuori. Un giorno, quando la mamma aspettava me, papà arrivò in una stazione in Lombardia, in un paese che si chiama Zelo Buon Persico. Arrivando con il treno, dal finestrino, vide un enorme cespuglio fiorito, con grandi bolle, fiori enormi composti da altri piccoli fiori azzurri. Chiese ai ferrovieri dove poteva trovare una piantina: loro gliene diedero una che portò a mamma. Nessuno in contrada Fontanelle e in tutta Agrigento aveva un fiore come quello nel suo giardino, lei si sentì unica e orgogliosa. Papà le disse che si chiamava Hortensia, e che doveva stare all’ombra e all’umido. La misero sotto il carrubo, mamma la curava con amore. I fiori azzurri, a un certo punto cambiarono colore, si fecero violacei e diventarono rosa: un rosa intenso, con sfumature fucsia. Per mamma fu un segno. Se fosse nata una femmina, come lei voleva, l’avrebbe chiamata Hortensia, perché i fiori erano carichi di magia, e lei voleva una vita magica per la sua bimba nuova. Sono nata io ed eccomi: Hortensia.”


Recensione

Innanzitutto mi scuso con l'autrice per il ritardo in lettura e recensione del romanzo; siamo in Sicilia, 1939, protagonista è Hortensia, mi raccomando con l'h davanti che se no quella si arrabbia! Hortensia è una ragazza diligente, che sa cosa vuole e ha una famiglia sempre pronta a sostenerla, insieme all'amico di una vita, Mario. Hortensia è la storia di un'amicizia destinata a trasformarsi in amore, pian piano, come tutte le cose, ma.. A fare da sfondo c'è anche l'aria della guerra che poi si concretizza; leggiamo di un racconto su una Sicilia che viene bombardata dalla guerra, una famiglia unita nonostante la paura.

Non si può fare a meno di amare Hortensia, ragazzina, poi donna, determinata ad aiutare gli altri, qualsiasi pericolo le si presenti davanti; la vediamo curare feriti, cercare di salvare più vite possibili, ben sapendo che non potrà mai salvare tutti; è una ragazza istruita, che vediamo andare alle elementari, alle medie, alle superiori e all'università; la vediamo innamorarsi una volta, poi due, e il finale non è così scontato.


La mia valutazione

Alla prossima

Luce <3


“È colpa di Demetra se c’è l’inverno, lo sapevi? Il dio della morte le aveva preso la figlia e, per tenerla con sé sempre, le aveva fatto mangiare un chicco di melograno, così le rimaneva per sempre il desiderio di ritornare da lui. Quando la figlia stava con il marito, per sei lunghi mesi sulla terra cadeva il gelo e la natura era come morta; quando era con la madre, la natura risplendeva di bellezza. Adesso sono insieme” concluse cincischiando con uno stelo di un papavero, e schiacciandone il bozzolo verde per vedere che colore di petali celasse. Rosa chiaro


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