venerdì 25 giugno 2021

Recensione "Venezia soluzione estrema", Giancarlo Bosini

 


Autore: Giancarlo Bosini

Titolo: Venezia soluzione estrema

Prezzo: 14,25

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È ancora presto e Venezia, silenziosa e tranquilla, sembra una cittadina addormentata d’altri tempi, tanto che pare di ritrovarsi dentro a un quadro del Canaletto. Venezia, città d’acqua e di terra, antica e contemporanea, città d’arte e città operaia, con i suoi canali, le sue gondole e i mille riflessi sull’acqua


Trama

Venezia, ultimi decenni del Novecento. Dopo aver accettato di lavorare alla trasformazione del monumentale Mulino Mendel in un esclusivo complesso alberghiero, l’architetto Luigi Bellotti scopre che esiste una trama segreta per affossare l’operazione e che inoltre tra le mura del Mulino si celano molti enigmi irrisolti. Un quadro reso ancora più cupo da un omicidio e da alcuni versi profetici di Nostradamus, che sembrerebbero confermare l’esistenza di una misteriosa maledizione. Dopo un incidente sospetto, dal quale si salverà per puro caso, Bellotti intraprende con tenacia un viaggio tra presente e passato che lo condurrà ai fatti lontani in cui tutto ha avuto origine, portando in superficie verità occultate da anni. Una storia liberamente ispirata alle vicende del Mulino Stucky di Venezia, oggi Grand Hotel di una famosa catena alberghiera.


“Come avrà letto sui giornali,” mi spiega “il Mulino sta attraversando un periodo di crisi che non lascia intravedere sbocchi positivi. In un mondo oramai votato a una rapida trasformazione, è necessario voltare pagina e mostrare la capacità di cambiare politica, per cui molti azionisti vorrebbero convertire la struttura nel primo complesso di Venezia di tipo alberghiero-congressuale, il più esclusivo, ma purtroppo, in assenza di una corretta previsione dei costi, l’unanimità sulla decisione ancora non c’è. È un progetto che potrebbe cambiare volto alla città, il motore trainante di un nuovo sviluppo. L’Hotel Mendel dovrà essere un simbolo per Venezia; il simbolo di quel turismo che da molti anni è diventato la principale risorsa della città. Una scelta non troppo gradita a molti albergatori che temono di venire schiacciati da una concorrenza così potente. Sono già partite parecchie rimostranze.”

“Capisco le loro paure.” osservo.

“Anche noi, ma purtroppo il mondo dell’economia è così, non siamo qui per fare beneficenza. In regime di libero mercato non si possono avere scrupoli. Da che mondo è mondo, il pesce più grosso ha sempre mangiato il più piccolo.”

“Sì, è vero, ma su questo concetto non mi vede d’accordo.”

“Conosciamo bene le sue idee, architetto Bellotti, ma sappiamo anche che ha grande esperienza e che in questi ultimi anni si è spesso occupato di casi di recupero analoghi a questo. Il suo intervento, se accetterà il nostro incarico, servirebbe a fornire agli azionisti una idea di come bisognerebbe intervenire sull’edificio, dei costi a cui potrebbero andare incontro e convincere chi al momento è contrario o non si sente ancora di prendere posizione. Non le chiediamo un progetto, ma solo uno studio di massima.”

“Si può fare, ma per questa analisi i costi non saranno molto più bassi di un progetto esecutivo.”

“Ne siamo consapevoli, ma purtroppo, non avendo ancora ottenuto l’approvazione dalla maggioranza degli azionisti, siamo obbligati a procedere in questo modo. In ogni caso, sono già in corso trattative preliminari per una eventuale partnership con una grande catena alberghiera americana che ne assumerebbe la gestione, mentre la proprietà dell’immobile rimarrebbe alla Compagnia delle Farine. A dir la verità, si sono fatti avanti in molti; alcuni abbiamo dovuto scartarli perché non ci hanno convinti, nonostante gli innumerevoli tentativi fatti per farci credere che sarebbero stati degli ottimi partner.”

“Sicuramente è un progetto che fa gola a molti. Immagino abbiate già fatto delle previsioni economiche sui benefici.”

“Certamente! Si stima un business di parecchi miliardi di lire che finirebbero nelle tasche degli investitori; molto di più di quanto potrebbe rendere il Mulino. Ci stiamo lavorando assiduamente, ma ultimamente sono accaduti parecchi incidenti e i potenziali partner potrebbero tirarsi indietro per via delle voci che corrono su quella che alcuni sostengono essere la maledizione del Mulino. Sono tutte leggende, ma purtroppo qualcuno le prende sul serio e a quanto pare anche gli imprenditori sembrerebbero superstiziosi.”

Recensione


Scusandomi con l'autore per il ritardo, oggi vi parlo di "Venezia soluzione estrema" di Giancarlo Bosini. 

"Venezia soluzione estrema" è una sorta di giallo ambientato a Venezia; il protagonista, l'architetto Luigi Bellotti, viene ingaggiato per fare dei lavori al Mulino Mendel che dovrebbe diventare un albergo. Peccato che durante i lavori avvengano strani avvenimenti che portano i paesani a pensare che il suddetto Mulino sia maledetto, e così Bellotti si ritrova nel bel mezzo di un mistero da risolvere.

Qualche morto, poco sangue, ma MOLTA voglia di capire cosa diavolo succede in quel posto e scoprire chi si cela dietro gli omicidi e gli incidenti (che forse non sono solo incidenti); ecco cosa vi aspetta in questo romanzo.


La mia valutazione

Alla prossima

Luce <3


“Sai che Ca’ Dario è stata definita il palazzo maledetto di Venezia?” mi chiede Bejamin “Quasi tutti i suoi abitanti sono stati uccisi o sono morti in modo strano o sono stati colpiti da qualche sfiga.”

“Sfiga? E che parola è mai questa?”

“Boh! La dicono tutti.”

“Beh, se è così.”

“Sai che dicono che ci sono i fantasmi dei vecchi proprietari e che quando non c’è in casa nessuno si sentono rumori o si accendono le luci. Ma tu ci credi ai fantasmi?”

“I fantasmi sono dentro alle persone. Sta a noi lasciarli riposare.” gli rispondo arrotolandomi una sigaretta, quasi a scacciare ricordi dolorosi.

“Ah beh, non ho capito, ma se lo dici tu. Sai che adesso ci abita il direttore del Mulino? Lui non ha paura, è un duro. Ha ereditato il palazzo quando è stato ucciso il povero signor Carlo Alberto. Ma che odore strano ha il tuo tabacco. È americano?”

“Indiano.”

“Buah! Ma ti piace?”

“Sì.”

“Buah! Sai, alcuni sostengono che questa casa è maledetta, perché è stata costruita su un cimitero dei templari, dopo averne profanato le tombe. Non so cosa voglia dire profanato, però i veneziani ci credono, eccome perdinci. Molti nemmeno si avvicinano, anche perché su un muro c’è una scritta misteriosa che consiglia di stare alla larga dal palazzo.”

“Una scritta antica?”

“Sì, sì, antichissima. Dicono che c’è da sempre.”

“Ma quante cose sai!”

“Te l’ho detto,” mi risponde Bejamin “io qui ci sono nato.”

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