Buongiorno; oggi vi parlo dell'anime "C'era una volta.. Pollon", che trovate su Amazon Prime Video
Titolo: C'era una volta.. Pollon
Paese: Giappone
Anno: 1982-1983
Genere: animazione, commedia, avventura, fantasy
Stagioni: 1
Episodi: 46
Durata: 24 min (episodio)
Lingua originale: giapponese
Informazioni
Pollon (オリンポスのポロン?, Orinposu no Poron, lett. "Pollon dell'Olimpo") è un manga shōjo scritto e disegnato da Hideo Hazuma, pubblicato a partire dal 1977 dall'editore Akita Shoten sulla rivista Princess. Dal manga è poi stato tratto un adattamento anime dal titolo C'era una volta... Pollon (おちゃめ神物語コロコロポロン?, Ochamegami monogatari korokoro Poron, lett. "La cicciottella Pollon, storia di una dea scapestrata"), prodotto da Fuji Television, composto da 46 episodi e trasmesso tra il 1982 e 1983.
Il manga viene pubblicato in Italia per la prima volta nel 2001 dalla Lexy Production in quattro volumi; successivamente la distribuzione passa a Magic Press Edizioni, che pubblica una nuova edizione del fumetto in due volumi nel 2010 e la serie completa in volume unico nel 2017.
In Italia la serie anime è stata trasmessa per la prima volta su Italia 1 nel 1984. La sigla italiana è interpretata da Cristina D'Avena, scritta da Alessandra Valeri Manera e composta da Piero Cassano dei Matia Bazar, e si intitola Pollon, Pollon combinaguai. Oltre ai canali televisivi Mediaset, la serie è stata replicata anche sull'emittente locale crotonese Radio Tele International e fu trasmessa anche in Francia da La Cinq col nome La petite Olympe et les dieux.
Trama
La storia tratta delle avventure della piccola Pollon, unica figlia del dio Apollo, che vive con suo padre e tutte le altre divinità sul monte Olimpo, ma rappresentato come un posto simile alla Terra dei giorni nostri, con televisione, supermercati ecc.
Si possono osservare sostanzialmente tre periodi. Nei primi episodi, Pollon è molto impacciata e la curiosità che le provoca lo stare a contatto con gli altri dei, fa cacciare la ragazzina in un sacco di guai. In seguito sembra maturare e fornire reali soluzioni ai problemi che affliggono i suoi comprimari. Lei desidera sopra ogni cosa di poter a tutti gli effetti diventare una grande dea: a tale scopo suo nonno Zeus decide che ogni buona azione di Pollon debba essere ricompensata con una moneta che andrà a riempire un magico salvadanaio.
Insieme ad Eros, il giovane dio dell'amore e suo inseparabile compagno di disavventure, Pollon va dunque alla ricerca di persone da aiutare, imbattendosi appunto nei protagonisti dei miti greci rivisitati in chiave moderna e fantastica. Ad aiutarla lungo il suo cammino trova anche la Dea delle dee, che la incoraggia e la salva da brutte situazioni, come un angelo custode, regalandole un fermaglio col quale contattarla e usare il Miracolo Bon Bon, un amuleto dai poteri magici.
Le situazioni in cui si viene a trovare traggono spunto dalla mitologia della Grecia classica, con chiari riferimenti alla cultura giapponese, spesso mutando anche la più triste tragedia in chiave umoristica. Durante lo svolgimento della storia vengono presentati di volta in volta gli dei dell'Olimpo, gli eroi e i miti a loro legati: essi compaiono allo spettatore come esseri tutt'altro che divini, fallibili e dediti al vizio e soggetti alle debolezze umane, proiettando sempre le situazioni da un punto di vista umoristico.
Come ultima fatica per diventare dea, Pollon salva la Terra dai mali usciti dal vaso di Pandora: grazie alla speranza, che era rimasta in fondo al mitico vaso dei demoni, la bambina riesce a imprigionare di nuovo i mostri e scopre che la Dea delle dee era proprio la Dea della Speranza. Come segno di riconoscenza per gli sforzi di Pollon, la dea le cede il titolo.
Recensione
Con un sogno nel cassetto difficile da realizzare come diventare una dea a tutti gli effetti, capirete bene che il lavoro da fare è molto! In una mitologica Grecia molto atipica (gli animali parlano, cantano e ballano e il Sole fuma), sopra il monte Olimpo, gli Dei, fra un banchetto e un bagordo, controllano la vita degli uomini sulla Terra. Ma, diciamocelo, non sono proprio superiori a questi ultimi per virtù, anzi!
Come tradizione classica vuole, Zeus è un dongiovanni, farfallone con ninfe e mortali, e sua moglie Era è gelosissima e costantemente all'erta (nonché armata di uno strano frustino sadomaso che usa contro il marito fedifrago), mentre un po' diversi appaiono gli altri: l'orbo Efesto, Dio del fuoco, non ne combina mezza giusta in quanto a macchinari; Afrodite, la Dea della bellezza, combatte contro la vecchiaia con creme e unguenti; Artemide, dea della Luna, si dà tante di quelle arie per la sua bellezza da svilire sempre le divine colleghe e il gigantesco Poseidone, il Dio dei mari... non sa nuotare! Ma nonostante siano una ciurmaglia di divinità sgangherate, la bionda bambina Pollon, li guarda e desidera essere come loro. La piccola, immortale, ma spontanea e sboccata, è la figlia di Apollo, il Dio del sole, padre single snaturato e costantemente ubriaco, che infatti è continuamente in ritardo, quando si tratta di far sorgere l'astro sul mondo ed è costretto a essere svegliato dalla nervosissima e isterica Aurora (Eos).
Ma cosa deve fare Pollon per avere un posto tutto suo nell'Olimpo? La bambina, che vola a dorso di una papera (che in realtà era un guardone punito da Artemide per averla vista nuda), si fa aiutare dal suo migliore amico il "nanerottolo uccellaccio" Eros, Dio dell'Amore, che non è proprio un bronzo di Riace, anzi è proprio una delusione, tanto è vero che Pollon non smette mai di ricordargli che è "brutto come la fame", motivo per cui viene bistrattato da tutti, mortali e immortali, fisicamente e psicologicamente. Solo che ogni tentativo per emergere si trasformerà in un pasticcio.
Vuole diventare la dea del sole? Mentre corre per il cielo azzurro con il carro solare del padre, vola troppo vicina alla Terra e provoca ustioni di 3 grado a tutti. Vuole diventare la dea della musica? Suona e canta la lira al matrimonio di Euridice e Orfeo e infastidisce un serpente velenoso che morde la sposa, spedendola nel regno dei morti. Vuole prendere il posto di Eros come dea dell'amore? Con il suo arco magico riesce a creare coppie promiscue: uomini con uomini, vecchie con neonati, uomini e maiali, donne con cavalli. Insomma, ovunque ci sia Pollon, c'è confusione! Un lungo apprendistato che farà tremare le mura dell'Olimpo.
Il titolo originale dell'opera significa letteralmente "Colocolo Pollon, la storia della dea burlona". L'anime trae ispirazione da un bellissimo e originale fumetto di Hideo Azuma, pubblicato nel 1978. Realizzato con la regia di Takao Yotsuji e con la produzione di Kokusai Eigasha e Azuma Hideo, arrivò in Italia nel settembre del 1984, con il titolo "C'era una volta Pollon", composto da 46 spassosissimi episodi di 24 minuti l'uno.
Impossibile non sbellicarsi dalle risate di fronte alle avventure di Pollon che rivista (a volte distorcendo) i miti greci con l'ottica infantile, ma che, allo stesso tempo, mantiene perfidia, cattiveria e cinismo che ritroveremo in pochissimi altri cartoni al mondo. Un anime allegro, stupendo, "educativo" e divertente allo stesso tempo. Si discosta a sufficienza da tutti gli altri cartoni che lo hanno preceduto e succeduto, sia sotto il profilo del messaggio (l'importanza della speranza nella vita, come benzina per quei sogni che si vogliono vedere realizzati) che della comicità, grossolana e politicamente scorretta quanto basta per far sghignazzare e solleticare adulti e bambini. Suscita ben più di qualche risata e si colloca nella mirabile categoria dei "capolavori". Simpatia per i personaggi dai tratti bamboleschi, arricchiti da tinte pastello che rendono la visione ancora più piacevole. Ottime le musichette di Masayuki Yamamoto, ancor più mitica la sigla cantata dalla sempreverde Cristina D'Avena "Pollon Pollon Combinaguai".
Il doppiaggio italiano è affidato alla AB SERVICE, con la direzione di Renzo Stacchi (che fa il suo lavoro mirabilmente!) e, fra le voci note, c'è da segnalare quella dell'attrice Aurora Ciancian (che presta la voce alle divine Atena e Aurora/Eos) e Riccardo Rossi (Narciso). Un'ovazione va a Liliana Sorrentino, voce della spocchiosa protagonista, e a Fabrizio Mazzotta, sgraziato Eros.
È uno degli anime più famosi per l'abbondanza di stupidaggini e di canzoncine: tutti conoscono "Sembra talco ma non è!", cantata da Pollon prima di fornire alle persone tristi che incontrava una polverina stupefacente che dava allegria. Nettamente superiore a ogni creazione è esilarante, demenziale e caricaturale. Se avesse un corrispettivo nella cinematografia mondiale, sarebbe senza alcun dubbio.
Noi tutti, bambini o meno, abbiamo imparato i suoi distorti miti greci, apprezzandone brio e ironia che permeavano su quelle irresistibili e assurde vicende. Ma soprattutto, abbiamo imparato proprio da Pollon una lezione importantissima che potrebbe essere racchiusa in un detto popolare: "cuor contento il Ciel l'aiuta", come a dire che se si ha speranza e il sorriso fra le labbra, anche la più tragica delle vicende si trasforma in una spassosa storia umoristica.
La mia valutazione
Alla prossima
Luce <3
Qui sotto vi lascio la sigla cantata da Cristina D'Avena
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