Autrice: Cinzia Giorgio
Titolo: Figlie Selvagge
Editore: Rizzoli
Pagine: 352
Genere: narrativa storica
Prezzo: 17,10 e-book 9,99
Link d'acquisto: QUI
Benevento, 1630.
Abitano i boschi, conoscono le erbe e sanno curare.
Ma gli uomini le chiamano streghe.
Trama
Benevento, 1630. Corre, Bianca, attraversa il bosco col fiato in gola per tornare a casa. Conosce a menadito il sentiero, eppure avverte una presenza tra gli alberi: qualcuno la sta seguendo, ne fiuta nell'aria il sentore sgradevole. Non deve cedere alla paura, si dice, anche se proprio lì vicino sono state aggredite delle ragazze, e del vero colpevole non c'è traccia. Anzi, in città serpeggia la convinzione che siano state le janare, donne che - come lei, sua madre e sua sorella Maria - vivono ai margini di Benevento, conoscono i segreti delle piante e li usano per curare i malati. Per il protomedico della città, Pietro Piperno, le janare sono creature del diavolo: streghe, insomma, contro cui invoca l'intervento della Chiesa. La sua ossessione per loro si nutre del desiderio, non corrisposto, che prova per Maria. Così, quando lei sparisce, Bianca si troverà da sola a cercare la verità sul mistero della sua scomparsa. Anche lei è in pericolo ma è determinata a inseguire un destino di libertà e d'amore con un'unica e potente arma a disposizione: la sorellanza. In un romanzo che avvince e affascina, Cinzia Giorgio scava nella leggenda delle streghe di Benevento, restituendo alle janare del Sannio la voce che è stata loro negata dalla storia: quella di donne sapienti, e per questo perseguitate, che hanno celebrato la vita.
Si presero per mano, inoltrandosi nel bosco, la luce della luna guidava i
loro passi verso l’antico noce. Con un cesto pieno di fiori raccolti al
tramonto e un’espressione indecifrabile dipinta sul volto, avanzavano a
piedi nudi sull’erba bagnata, stando attente a non ferirsi con qualche
radice o sassolino. Il vento che Madre Natura spirava sulla terra
avvolgeva i loro corpi, divertendosi a scompigliare i lunghi capelli che ne
incorniciavano i visi e facendo svolazzare le vesti leggere. Gli arbusti
tutt’intorno le difendevano dalle altre creature del bosco, permettendo
loro di dirigersi verso la radura
Recensione
Siamo nell’Europa dei secoli bui, il grande continente nel quale davanti al Rinascimento si oppone l'oscurità delle menti e l’ottusità delle persecuzioni. Nell’Italia del 1600 i roghi ardono immolando, nel grande palco della crudeltà, migliaia di donne la cui unica colpa è quella della consapevolezza del proprio essere magiche. Così la Benevento del 1630 è il piccolo mondo nel quale si consuma la stravaganza dell’uomo, in una forsennata caccia alle streghe che ha come teatro la città, i suoi sobborghi e il grande Noce.
Le atmosfere e le vicende che hanno scosso questo lembo della penisola sono raccontate con enfasi e con notevole delicatezza stilistica da Cinzia Giorgio nel suo ultimo romanzo Figlie selvagge.
Cinzia Giorgio racconta uno spaccato di vita che ha come protagoniste di spicco tre donne magiche. Ed è il magico che si riverbera nelle loro azioni, nella loro capacità di curare e di creare quello spirito di sorellanza che la storia ha trattato in maniera superficiale. Nel romanzo, ambientato nei luoghi che hanno rapito fin dall’infanzia il cuore della scrittrice, emerge il rancore e l’odio profondo del protomedico beneventano Pietro Piperno che, ossessionato nel voler cacciare il male, declinato nelle sue forme al femminile, dedica ogni sua risorsa nell’infangare il nome di Maria La Rossa, della giovanissima Bianca e della madre Rosa.
In un susseguirsi di eventi il romanzo ha il potere di condurre il lettore negli scenari e nelle vicende di quella terra, esaltando la capacità delle donne, delle janare, di essere in perfetta armonia con Madre Terra. Così come nelle antiche scuole mediche al femminile, le grandi curatrici stringono un patto di sorellanza, un legame che ha origini remote: a loro è affidato il compito di portare alla luce le creature, di curare gli infermi e di sanarne le sofferenze dell’animo.
I diversi capitoli che compongono l’ultimo lavoro di Cinzia Giorgio sono colmi di riferimenti storici e di avvenimenti che, con l’occhio dell’oggi, impongono un’attenta riflessione sulla follia umana, su quei veri demoni capaci di calpestare e sopprimere le antiche conoscenze
La mia valutazione
Alla prossima
Luce <3
Ancora con questa tua ossessione?» lo rimproverò.
«Madre, voi non...» tentò di obiettare lui.
«No, non voglio ascoltarti» lo interruppe, brusca. «Invece di fare come il tuo compianto padre e occuparti della gente che sta male e soffre davvero, pensi alle streghe. Non esistono, fattene una ragione. Il maligno entrerà così a fondo nel tuo cuore che arriverai al punto in cui i tuoi figli si allontaneranno da te e tu non sarai più in grado di distinguere tra il
bene e il male, perché sarai tu stesso il male. Smettila ora, finché sei in tempo.»
Nessun commento:
Posta un commento