martedì 9 dicembre 2025

Recensione serie "Miss Bee", Alessia Gazzola

 


Autrice: Alessia Gazzola

Titolo: Miss Bee e il giardino avvelenato

Serie: Miss Bee #4

Prezzo: 15,10  e-book 9,99

Link d'acquisto: QUI


Serie Miss Bee

1)Il cadavere in biblioteca

2)Il principe d'inverno

3)Il fantasma dell'ambascia

4)Il giardino avvelenato

5)?


"Una nuova vita le si spalanca davanti agli occhi… Ma guai, enigmi e financo delitti sono sempre all'orizzonte."

Trama

Reduce da un evento inatteso e imprevedibile che le ha certamente stravolto l'esistenza,  la giovane Miss Bee, alias Beatrice Bernabò, a poco più di vent'anni si trova in una situazione inedita. Una nuova vita le si spalanca davanti agli occhi.. Ma guai, enigmi e fianco delitti sono sempre all'orizzonte. Miss Bee si ritroverà invischiata in un enigma dai contorni ancor più foschi del solito, così come fosco le appare il suo presente sentimentale, per tacer del futuro... Più che mai, Beatrice dovrà far ricorso a tutta la sua sagacia e a tutta la sua forza d'animo per sciogliere i misteri del mondo e soprattutto quelli del cuore.


“Amore, respira… e ricordati che Archer non morde. O forse sì, ma a noi va benissimo così.”


Recensione

Eccomi a parlarvi del quarto (e per ora ultimo) romanzo di Alessia Gazzola, con protagonista Beatrice Bernabò, altrimenti conosciuta come Miss Bee;  se nei primi volumi il fascino era un mix tra giallo leggero, atmosfera retrò e vicende romantiche, qui mi è parso che l'autrice approfondisse di più l'interiore di Beatrice, piuttosto che le vicende esterne. Il mistero c'è e funziona, ma è molto più intrecciato del solito alla vita personale della protagonista. I modelli ci sono ancora - il visconte complicato, l'ispettore tormentato, la giovane donna intelligente in cerca del proprio posto nel mondo-, ma in questo capitolo giungono alla loro conclusione. 

Rispetto ai primi tre, Il Giardino avvelenato, mi è sembrato quello in cui la scrittura dell'autrice è maturata ti più. "Il Cadavere in biblioteca" è l'inizio, quello che fa da trampolino e ingresso in scena di Beatrice; "Il principe d'inverno" ha un'atmosfera sospesa e si parla di dinamiche della casa di campagna, mentre "Il Fantasma dell'Ambasciata", riguarda i fantasmi (veri e metaforici), che bussano alla porta dal passato, qui abbiamo la protagonista alle prese con la tipica domanda: "E adesso cosa faccio della mia vita?"

Miss Bee è sempre la solita Beatrice: umana, curiosa, intelligente, spiritosa ma anche piena di dubbi e contraddizioni. Non è un'eroina con tutte le risposte in tasca, è una giovane donna che tiene alla propria libertà, ma sa di avere delle responsabilità, e un cuore che non si comporta come dovrebbe. 

Il giallo, come al solito, non punta sul colpo di scena spettacolare, ma sulla costruzione graduale, con piccoli indizi, sguardi, oggetti fuori posto, un giardino all'apparenza innocente, ma che in realtà non lo è. 

Il lettore non trova soddisfazione solo nello scoprire "chi" e "perché", ma nel vedere come tutto s i intreccia con il percorso che riguarda Beatrice, quanto ogni scelta investigativa fatta, sia anche, bene o male, una scelta di vita.

Se avete amato i primi tre romanzi, credo sia sostanzialmente obbligatorio leggere anche questo, perché chiude (e completa) l'arco narrativo creato dall'autrice intorno a Miss Bee, creando una sorta di resa dei conti, sia sentimentale quanto esistenziale.

Se siete in cerca di adrenalina, avete sbagliato genere, ma se volete un mondo ben costruito, dialoghi brillanti, dinamiche affettive sfaccettate e un'ironia sottile che rende la lettura leggera senza essere superficiale, state leggendo il libro giusto.

A questo punto la domanda sorge spontanea: è finita qui, o la Gazzola ci catapulterà di nuovo nel mondo di Miss Bee? Lo scopriremo solo aspettando, ma quel che è certo è che questo arco narrativo, ha avuto la sua conclusione.


La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3


Kit abbassò lo sguardo sulle sue scarpe lucide. Facendosi serio, anche se

esitante, le disse infine: «Io... credo di doverti delle scuse». Lei, che non si

aspettava minimamente quell’uscita e che si stava già accingendo a tagliarla

lì, sgranò gli occhioni ambrati. «Dico sul serio» aggiunse Kit, come se –

giustamente – non si aspettasse di poter essere percepito sincero.

«In merito a cosa, Kit?» lo interrogò Beatrice, con aria di sfida.

«Agli eventi del nostro comune passato» rispose lui, con piccoli timidi

segni di vergogna.

«Tutti?» incalzò lei, animata da un coraggio imprevedibile. «Per gli

inganni, dal primo all’ultimo? Per le tue insistenze sfacciate? Per essere

partito senza nemmeno salutare? O per quella volta in cui mi hai scagliato

addosso la spilla che mi avevi regalato?»

Sopraffatto, Kit replicò con una punta d’orgoglio: «È stato solo uno scatto

d’ira. E tu... non ti sei fatta niente». Beatrice lo guardò storto. «E se non ti ho

salutata è perché provavo imbarazzo» concluse lui.

«Un biglietto, Kit. Due righe per dire ’addio’, dopo... dopo tutto quello che

c’era stato.»

Nessun commento:

Posta un commento