giovedì 2 gennaio 2025

Parenthood - serie tv- Netflix (recensione)

Buongiorno, oggi vi parlo di una serie tv andata in onda dal 2010 al 2015, serie originale da cui è stata tratta Tutto può succedere



Titolo: Parenthood

Paese: Stati Uniti d'America

Anno: 2010-2015

Formato: serie tv

Genere: dramma familiare, commedia romantica

Stagioni: 6

Episodi: 103

Durata: 41 min (episodio)

Lingua originale: inglese


Informazioni

Parenthood è una serie televisiva statunitense di genere family drama trasmessa in sei stagioni tra il 2010 e il 2015 dalla NBC. Ideata da Jason Katims, è basata sull'omonimo film del 1989 diretto da Ron Howard, dal quale era già stata tratta una breve serie televisiva giunta in Italia col titolo Fra nonni e nipoti.

La serie ha debuttato in prima visione assoluta negli Stati Uniti il 2 marzo 2010; in Italia, la messa in onda in prima TV avviene sui canali pay di Mediaset Premium dal 16 dicembre 2010, mentre in chiaro è andata in onda sui canali Mediaset dal 5 luglio 2011.



Trama

La serie narra le vicende della numerosa famiglia Braverman, composta da: Sarah, madre single, che torna a vivere a casa dei genitori Zeek e Camille con i figli Amber e Drew; la sorella Julia, avvocato di successo che cerca di conciliare lavoro e famiglia, insieme al marito casalingo Joel; il fratello Crosby, allergico a qualsiasi relazione sentimentale impegnativa; il fratello più grande, Adam, con la moglie Kristina e i due figli Haddie e Max



Recensione

Caratterizzato da una sceneggiatura impeccabile, un cast eccezionale e tematiche sempre attuali, lo show si ispira al film del 1989 di Ron Howard, Parenti amici e tanti guai, proponendone una rilettura contemporanea, ricca di spunti interessanti. La storia, corale e coinvolgente, racconta le vicissitudini dei Braverman, analizzando gioie e dolori della moderna famiglia americana, attraverso le storie di quattro fratelli, Adam, Crosby, Sarah e Julia, e dei loro rispettivi nuclei familiari.

Nel ruolo del fratello maggiore Adam, troviamo il bravissimo Peter Krause, ci strega dando ulteriore prova, semmai ce ne fosse bisogno, della sua innata capacità di calarsi in ruoli sempre diversi. Felicemente sposato da molti anni con Kristina, Adam ha due figli: la dolce Haddie, un'adolescente educata e diligente, e il fragile Max, affetto dalla sindrome di Asperger, una rara forma di autismo. L'unione forte e indistruttibile tra i due coniugi, li porta ad affrontare la malattia del loro secondogenito con maturità e forza d'animo, seppur con qualche iniziale difficoltà.
A sostenere la coppia, la più piccola di casa Braverman, Julia, interpretata da Erika Christensen, avvocato di successo, mamma e moglie in crisi. Oberata dal lavoro, Julia trascura visibilmente il marito Joel, "casalingo disperato", e la piccola Sydney, con la quale non riesce ad avere un normale rapporto madre-figlia a causa del troppo lavoro che la tiene spesso lontana dal focolare domestico. Cresciuta per lo più in compagnia di suo padre, Sydney preferisce lui a Julia e tende spesso a respingerla, gettandola in pasto ai sensi di colpa. Caparbia e tenace, la giovane mamma prova comunque a ritagliarsi uno spazio da dedicare alla sua famiglia, per evitare una frattura incolmabile e recuperare il tempo perduto, fermandosi di sovente a riflettere sugli errori commessi in passato.

Come lei, anche Sarah sta attraversando un momento delicato: madre single di due teenager, Amber e Drew, la trentaquattrenne è costretta a tornare a vivere con i genitori dopo il divorzio con un marito musicista e inaffidabile, sommersa dai debiti e incapace di riemergere da un periodo faticoso e devastante. A dare il volto a Sarah, uno dei personaggi più interessanti e coinvolgenti della serie, nientemeno che Lauren Graham, la Lorelai Gilmore di Una mamma per amica, che torna sul piccolo schermo dopo una lunga assenza, in un ruolo che le è profondamente familiare. Le somiglianze con Lorelai sono evidenti sin dai primi minuti: impacciata, ironica, insicura e carismatica, Sarah conquista subito col suo carattere ingenuo e frizzante, catturando lo spettatore, inerme di fronte a un simile ritorno di fiamma. Ci ritroviamo così di fronte a una nuova Lorelai, senza Rory magari, ma con gli stessi pregi e difetti a cui siamo abituati, e risulta impossibile non affezionarsi subito a Sarah e alle sue disavventure. In perenne lotta con i suoi due figli adolescenti, la donna cerca instancabilmente di sottrarsi al controllo dei genitori, per raggiungere la tanto agognata indipendenza economica e ricominciare daccapo mettendo da parte il passato. 

A completare il quartetto, Crosby, trentenne "allergico" ai bambini e terrorizzato all'idea del matrimonio, a cui viene stravolta la vita all'improvviso dopo il ritorno della sua ex. La bellissima Joy Bryant dà il volto a Jasmine, vecchia fiamma di Crosby che torna in città dopo cinque anni per presentargli Jabbar, suo figlio. Sconvolto dalla notizia, Crosby inizia così un percorso difficile e burrascoso che lo metterà spesso in difficoltà soprattutto con la sua fidanzata attuale. Nel ruolo dei coniugi Braverman, Zeek e Camille, Craig T. Nelson e Bonnie Bedelia, in là con gli anni e in preda a una forte crisi di mezza età che avrà delle forti ripercussioni sui loro quattro figli.
Lontano dal cinismo di Dirty Sexy Money e Desperate HousewivesParenthood darà sicuramente del filo da torcere ai Walker di Brothers & Sisters, a cui è stata già molte volte paragonato per l'intensità delle storie raccontate e per le emozioni trasmesse. Dai primi due episodi si evince subito che la serie riserverà moltissime sorprese e colpi di scena, alternando magistralmente i sorrisi alle lacrime, secondo lo stile classico del family drama a cui tanto siamo affezionati.

La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3



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