Autori: Giovanni e Gianluca Serioli
Titolo: Il giovane Giovanni
Prezzo: 19,00
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Trilogia Il Giovane Giovanni:
1)Le stagioni dell’infanzia e dell’adolescenza
2)La stagione della maturità
3)La stagione degli anni d’argento (la stanza e la vetrata)
Io mi chiamo Giovanni, e voglio dirvi della mia infanzia, raccontata
da mia mamma e per quello che io ricordo. Mia mamma
si chiamava Regina, col soprannome “Bambina”. Perché
era chiamata così lo scoprirete più avanti nelle pagine di questo
libro. Mio papà invece si chiamava Alghisio e faceva il contadino.
Per dare da mangiare alla propria famiglia (in quei tempi
duri era davvero così), lavorava i campi in mezzadrìa che, per
chi non lo sapesse, vuol dire che il proprietario concedente si
accorda con il mezzadro, capo di una famiglia colonica, per la
coltivazione di un podere con lo scopo di dividerne i frutti e gli
utili. Mio papà era il mezzadro e lavorava i campi insieme a mio
zio Francesco e lo zio Giulio. In sostanza erano tre famiglie che
lavoravano nella fattoria. L’accordo con il proprietario era che
la metà del raccolto se la teneva lui e l’altra metà veniva divisa
tra le tre famiglie, quella di mio papà, quella dello zio Francesco
e quella dello zio Giulio.
Il mio papà è morto il 19 aprile del 1939, e io non ho fatto quasi
nemmeno in tempo a conoscerlo. Non mi ricordo nulla di lui,
ero troppo piccolo. Quando è morto aveva solo 39 anni, ma
anche di questo vi racconterò qualche pagina più avanti.
Trama
A 89 anni, fra le mura di una RSA, i pensieri scorrono fluidi, accarezzano la memoria, lasciano un retrogusto dolce amaro di nostalgia e conquista. Giovanni Serioli ha voluto trasporre i suoi ricordi per lasciare una traccia lunga una vita e per trovare un filo che colleghi tutte insieme le perle che formano la collana della sua esistenza. Parte dal principio, dall’infanzia, nella provincia bresciana e pennella le sue immagini passate. Ricorda l’incidente che a soli 4 anni gli ha cagionato una disabilità e un ricovero all’ospedale di Venezia fino all’età di 8 anni: una croce che da piccolo si carica sulle spalle e che lo accompagna per tutta la vita. L’autore ricorda dettagliatamente molti avvenimenti e li riconduce a un vivido presente. Narra del giovane Giovanni e di come abbia affrontato, anno dopo anno, il suo essere diverso dagli altri bimbi, il dolore ma anche la forza nell’incedere. Dalla lunga degenza per riabilitare l’arto offeso al rientro a casa: il giovane Giovanni favella ricordi di cuore, sofferenza e ingenuità. Il giovane procede, non si ferma, supportato dalla madre e dagli zii per dare il via a una nuova avventura: la scuola media, a Iseo, sul lago, grazie al prezioso intervento dello zio Attilio, vero angelo custode. Il destino e la stella buona anche nelle avversità portano Giovanni a cominciare il lavoro in uno studio odontotecnico: il ragazzo impara, ascolta, è bravo nella modellazione delle protesi. Giovanni fa della propria abilità un’arte, supportata da tenacia e da tanta pazienza. Giovanni Serioli dipinge uno spaccato di vita vera, ove a prevalere è la buona forza di volontà.
Le mie amiche infermiere dell’RSA Cacciamatta dicono che
sono ancora lucidissimo, e così, anche per ingannare il tempo,
seduto sulla mia carrozzina, a dir la verità un po’ scomoda,
appoggiato al tavolo che dà sulla vetrata del ricovero, ho abbandonato
le parole crociate e mi sono messo a scrivere, giorno
dopo giorno, pagina dopo pagina, quaderno dopo quaderno,
la mia storia.
Loro sono curiose, mi girano intorno e ogni tanto sbirciano.
Cercano di approfittare dell’attimo in cui mi addormento con
la penna in mano e le pagine aperte all’insù
Recensione
Oggi vi parlo del primo romanzo di una trilogia, basato su una storia vera; protagonista è Giovanni Serioli: si parte con "Le stagioni dell'infanzia e l'adolescenza", a cui seguiranno "La stagione della maturità" e "La stagione degli anni d’argento (la stanza e la vetrata)".
Come detto, questo primo romanzo riguarda l'infanzia e l'adolescenza del piccolo Giovanni, che vediamo bambino, a cui però capita un incidente a quattro anni, che lo renderà zoppo per la vita, e dopo il quale subirà parecchi interventi alla gamba malridotta, per riuscire a camminare; ma questo bambino, che poi diventerà ragazzo, è uno che non si arrende mai.
La sua famiglia, dopo l'incidente subisce un'ulteriore disgrazia, ma quando succede, lui è ancora in ospedale, e quell'assenza, che per altri familiari pesa, a lui in realtà non da particolarmente fastidio; ma per fortuna la madre e i fratelli e sorelle hanno modo di parlargli del padre.
Man mano che si legge il romanzo si ha modo di veder crescere questo bambino, che passa dall'infanzia all'adolescenza; frequenta prima le elementari, poi le medie, però nel paese degli zii, che hanno più possibilità di farlo studiare rispetto alla madre, che si ritrova a dover fare a meno del figlio; poi arriviamo alla maturità, dove però lo troviamo a lavorare in uno studio odontoiatrico; Giovanni con il lavoro ci sa fare e ha un carattere piuttosto esuberante; è di quelli, per intenderci, che dice le cose come stanno, ciò che pensa, senza peli sulla lingua; ma certe volte dev'essere ripreso, perché esagera. E se lo fa, capisce l'errore e non lo ripete più.
Quanto alla vita amorosa, diciamo che per Giovanni è piuttosto difficile trovare qualcuno, soprattutto adesso che è in piena adolescenza, ma forse, un giorno, più in là, troverà chi lo apprezzerà per quello che è; in questa fase del racconto, o meglio della trilogia, come ho detto, lavora, lo vediamo prendere la patente e diventare indipendente nonostante tutto.
Temo di rivelarvi troppo, quindi mi fermo; però devo dire che per essere il primo di una trilogia è scritto bene, scorre veloce e ci si appassiona alla storia e ai personaggi, compresi quelli secondari che ruotano intorno a Giovanni, che chiaramente è il protagonista indiscusso.
Non vedo l'ora che esca il prossimo volume, per scoprire come si evolve la vita di Giovanni e di chi gli sta intorno.
Alla prossima
Luce <3
“Sono Ferrari Attilio e con mia moglie Maddalena sono giunto
sin qui da Brescia (Monterotondo non era assolutamente conosciuto,
e quindi era inutile citarlo). Siamo gli zii del giovane
Giovanni Serioli, ricoverato qui da ormai più di un anno, a seguito
di un infortunio per una caduta accidentale da un carro.
Siamo qui perché i genitori del piccolo sono molto preoccupati.
Da molto tempo non hanno notizie sulle condizioni di salute del
figlio. Sa dottore, loro abitano nel bresciano, nelle vicinanze del
lago d’Iseo, ma sono gente povera, ma talmente povera che più
di così non si può. Per loro è impossibile sostenere le spese per
il viaggio e per la permanenza. Io invece di lavoro faccio il ferroviere,
e grazie a questo posso viaggiare in treno in tutta Italia
senza sostenere spese. Vi chiedo quindi, a nome dei genitori, le
condizioni di salute di mio nipote Giovanni, se sono in miglioramento,
stazionarie o viceversa in malaugurato peggioramento”.
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