sabato 17 aprile 2021

Leonardo - miniserie tv (reecensione)

 Buongiorno e bentornati sul blog con la recensione di una miniserie tv italiana, su Leonardo Da Vinci



Titolo: Leonardo

Paese: Italia, Stati Uniti

Anno: 2021

Formato: miniserie tv

Genere: drammatico, storico, in costume

Puntate: 8

Durata: 52 minuti

Lingua originale: inglese


Informazioni

Leonardo è una serie televisiva creata da Frank Spotnitz e Steve Thompson. La serie è stata prodotta dall'italiana Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction, Sony Pictures Entertainment, con la Big Light Productions di Frank Spotnitz in collaborazione con France Télévisions e RTVE.




Trama

La serie racconta, pur in maniera fantasiosa, la vita di Leonardo da Vinci, figlio illegittimo di Piero, notaio toscano. Dopo un'infanzia trascorsa nello studio instancabile delle più svariate discipline, quali arte, scienza e tecnologia, all'età di vent'anni Leonardo entra nella bottega di Andrea del Verrocchio, dove conoscerà la sua musa: Caterina da Cremona. A seguito di una delusione parte per Milano, centro di arte e di cultura, dove incontrerà il suo mecenate Ludovico il Moro, che diverrà poi suo antagonista. Accusato di omicidio, Leonardo si troverà a fare i conti con Stefano Giraldi, cui è stata affidata la conduzione delle indagini.



Recensione


Come avrete capito, l'argomento di oggi è la miniserie "Leonardo" andata in onda su rai 1; l'ho finita giusto ieri. Ma veniamo a noi, cosa ne penso?

Visto che non si sa molto sulla vita di Leonardo (sì, è stato definito il Genio del Rinascimento, lo so anch'io, ma dove sta scritto che sappiamo VERAMENTE TUTTO?? Ed ecco perché, la rai, ha deciso di rendere la sua vita un vero e proprio giallo, inserendo qualche particolare tutto vero (esempio? Il processo per essere finito a letto con un omosessuale); ed è così che inizia Leonardo: accusato di un omicidio che  non ha minimamente commesso, poi veniamo catapultati all'indietro, dove troviamo un Leonardo alle prese con il diventare un artista, nella bottega del Verrocchio, dove ha inizio tutto.

Abbiamo quindi passato e presente, dove  Leonardo racconta sfumature e misteri, promettendo un ricongiungimento tra le accuse di omicidio e i fatti di gioventù. Nel frattempo, la serie si immerge nelle infinite pagine di appunti di un genio perfezionista, votato all’autodistruzione e alla ricerca dell’invisibile verità del mondo.

La ricostruzione storica è resa perfetta dalle ottime interpretazioni, di Aidan Turner e Matilda De Angelis, l’artista e la modella misteriosamente assassinata, in perfetta sintonia. 

Seguendo le due linee temporali, Leonardo racconta sfumature e misteri, promettendo un ricongiungimento tra le accuse di omicidio e i fatti di gioventù. Nel frattempo, la serie si immerge nelle infinite pagine di appunti di un genio perfezionista, votato all’autodistruzione e alla ricerca dell’invisibile verità del mondo. Esploriamo una Firenze perlomeno credibile, in cui anche le sequenze più dominate dalla computer grafica reggono il racconto.

A cucire la ricostruzione storica sono infatti le ottime interpretazioni, con Aidan Turner e Matilda De Angelis, l’artista e la modella misteriosamente assassinata, in perfetta sintonia.

Leonardo ci insegna a scoprire la verità, sia quella giudiziaria indagata da Stefano Giraldisia l'osservazione del vero, per l’artista, ossia  una continua indagine sull’esperienza umana

“Non voglio la cicatrice nel disegno: non voglio che racconti questa storia” lo prega Caterina nascondendo il marchio di un torbido passato. Ma lui non può mentire. Quest’afflato verista propone un Leonardo inesplorato nelle varie trasposizioni televisive.

Dove il committente gli chiede l’opera felice per la figlia, lui coglie la tristezza di un’uni


one imposta in nome di interessi famigliari. Dove i colleghi di bottega affidano agli occhi il movimento del carboncino sul foglio, lui cerca di sentire e poi decide di non disegnare alcunché. “La verità di ciò che ho visto” entra così in conflitto col fatto che, come lo redarguiscono, “non vuol dire che gli altri la vogliano vedere".

Un discorso sulla verità che affianca sentire personale ed esperienza in un insieme rivoluzionario per i tempi di Leonardo ma contemporaneo e vivo per noi, intessuti nell’ambiguità di post-verità e fake news. La verità è pericolosa. “Sono un discepolo dell’esperienza”, dirà l’artista: “dipingo la mia verità”.

Essere geni, dice Leonardo, significa guardare. E la vista è una cosa che si impara. Esattamente come il Verrocchio insegnerà al giovane, svelando le tre forme della luce.

Ma il vero mistero di Leonardo si chiama Caterina da Cremona. Dell’esistenza della donna amica di Leonardo abbiamo conferma da alcuni contatti epistolari, ma ciò che Leonardo costruisce attorno alla figura di Caterina è più sottile di una semplice corrispondenza storica.

Coraggiosamente propugnata l’idea dell’omosessualità dell’artista, confermata già nei primi episodi, persino con una sorta di coming out, Caterina diventa personaggio simbolo di un amore ascetico, eterno. Caterina è la madre, l’amica, ma anche la bellezza e l’arte. Caterina è la perfezione cui l’artista ambisce. Per questo il mistero del suo omicidio infittisce la serie di domande oltremodo giuste.

Un omicidio d’amore rientra nei canoni del giallo. Ma può un artista porre fine alla sua musa per lenire i demoni dell’arte? Il quesito mette Leonardo, agli occhi dello spettatore, sul tavolo degli indagati. Anche grazie alla distanza che la serie TV attua rispetto al fatto storico.

Punto fermo della serie TV sono infatti le opere. “La colonna portante” le ha chiamate lo sceneggiatore americano Frank Sptnitz. In ognuno degli otto episodi di Leonardo appare un quadro, inviolato nella sua forma ma rivisto nella sua genesi. Ad apparire in forma convulsa e febbrile sono anche i numerosi studi, le bozze e i disegni dei capolavori.

A loro, il ruolo di riordinare le vicende. Mentre Leonardo gioca con lo spettatore, tra conferme e smentite di una biografia avvolta nel dubbio, i ritratti, i paesaggi, gli incompiuti, raccontati attraverso la sceneggiatura e mai in didascalia, tengono saldo il progetto e confermano le potenzialità di questo universo narrativo rinascimentale.

“Non voglio la cicatrice nel disegno: non voglio che racconti questa storia” lo prega Caterina nascondendo il marchio di un torbido passato. Ma lui non può mentire. Quest’afflato verista propone un Leonardo inesplorato nelle varie trasposizioni televisive.

Quando un committente gli chiede di disegnare la felicità della figlia, lui decide di disegnare ciò che vede realmente e decisamente NON E' ciò che si aspetta colui che l'ha ingaggiato, anche perché per Leonardo “La verità di ciò che ho visto” entra così in conflitto col fatto che, come lo redarguiscono, “non vuol dire che gli altri la vogliano vedere”.

Per quanto fantasiosa, è comunque una serie che secondo me merita, soprattutto per le interpretazioni, e in questo caso le scuse tipo: "Non guardo serie tv italiane", non sono decisamente valide, visto che né Aidan, né Freddie parlano italiano :D

La mia valutazione


Alla prossima

Luce <3





2 commenti:

  1. Dopo I Medici veramente un altro ottimo prodotto "italiano", anche se poi è una produzione internazionale.. è vero, dovremmo essere meno schizzinosi nei confronti delle serie tv Rai, quando poi ci guardiamo qualsiasi schifezza di Netflix o PrimeVideo :D

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  2. non l'ho vista, ma ora sono curiosa, tanto. Grazie

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